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Canto XVIII LA PRESA DI GERUSALEMME

Rinaldo s’incontra con Goffredo che lieto lo accoglie e gli racconta come la selva sia dominata da oscuri incantesimi;

dopo aver ricevuto dimostrazioni di affetto da Guelfo e Tancredi e dagli altri principi, l’eroe si offre al rischio. Gli si

avvicina Pietro l’Eremitache gli perdona le colpe e gli raccomanda di andare a pregare sul Monte Oliveto. All’alba

Rinaldo è sul monte a pregare. Bellissima è la natura intorno. Finita la preghiera va verso la selva, che non gli suscita

nessun timore; ode un suono dolcissimo e sente lo scorrere di un ruscello, trova un varco e lo oltrepassa; da una quercia

esce una ninfa e da cento altre piante cento altre ninfe che si mettono a danzare e allora gli sembra di vedere il viso

di Armida che gli parla dolcemente, poi abbraccia un albero di mirto (simbolo d’amore): mentre Rinaldo alza la spada

e si trasforma nel mostro Briàreo dalle cento braccia, con cinquanta spade e cinquanta scudi; ma sotto l’assalto di

Rinaldo l’incanto sparisce, e la selva torna nel suo naturale stato. L’eroe torna verso l’accampamento mentre Pietro

l’Eremita diffonde la notizia della fine dell’incantesimo. Si va a raccogliere il legname, si costruiscono arieti e

catapulte: ferve il lavoro diretto da Guglielmo. Intanto Ismeno prepara i fuochi per incendiarle. Mentre ferve il

lavoro, viene vista una colombasorvolare lo stuolo francese; la raccoglie Goffredo; la colomba reca un messaggio del

Califfo d’Egitto ad Aladino. Goffredo delibera di affrettare l’assalto a Gerusalemme; e intanto manda Vafrino,

scudiero di Tancredi, a riconoscere le forze del campo egiziano. Finiti i preparativi vien dato da tre lati l’assalto alla

città; grande eroismo di Rinaldo. Viene sconfitto l’empio Ismeno; la gran torre ricostruita arriva sotto le mura, e

invano vi si oppone Solimano.

92: L’angelo Gabriele compare solo a Goffredo e gli annuncia che è giunta l’ora che Gerusalemme venga liberata dai musulmani e gli

assicura l’aiuto divino. Gli mostra anche i condottieri crociati già morti valorosamente in battaglia e le nove gerarchie di angeli

disposte in cerchi concentrici ( come Dante) Forte dsi questa visioone togli di mano lo stendardo al fido soldato e va avanti per primo

di fronte si trova Solimano, Sultano turco, che gli ostacola il passaggio sul ponte, ma invano, Goffredo lo affronta e vince , intanto

Rinaldo lascia a Goffredo l’onore di piantare per primo la bandiera sulle mura di Gerusalemme . la bandiera sventola e nessuna freccia

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può colpirla e rende più chiaro il giorno. I cristiani gridano per la vittoria il grido si trasmette dall’altra parte della città dove nello

stesso istante Tancredi riesce a vincere Argante e piantò a sua volta la bandiera crociata sulle mura della città ormai liberata

Tasso riprende diversi testi letterari antichi e li usa con diverse allusioni per la sua opera

Canto XIX - Tancredi e Argante si fronteggiano in un duello decisivo; il saraceno muore e il cristiano sviene per le

numerose ferite. Lo soccorre amorevolmente e lo salva Erminia. La battaglia infuria dentro le mura della città e

Solimano e Aladino trovano riparo nella torre di David.

Canto XX - L'esercito egiziano giunge sotto Gerusalemme e all'alba del nuovo giorno Goffredo da inizio alla battaglia

finale. Rinaldo fa strage di nemici, uccide anche Solimano uscito dalla torre. Ritrova Armida che vuole ucciderlo, ma poi

fugge e tenta il suicidio. L'eroe la dissuade e si riconcilia con lei invitandola a farsi cristiana. Lo scontro è sempre più

cruento, anche Tancredi vi partecipa. Raimondo da Tolosa espugna la torre di David e uccide Aladino. Quando

Emireno, capo dell'esercito egiziano è ucciso da Goffredo, la battaglia ha termine. Goffredo può porre il simbolo della

croce sulla città riconquistata e raccogliersi in preghiera sul Santo Sepolcro.

PERSONAGGI PRINCIPALI

è una bellissima maga, che cerca di catturare il maggior numero possibile di crociati distogliendoli dalla

Armida:

loro missione con la sua bellezza e con le sue arti magiche).

Armida giunge al campo si presenta come una principessa cacciata dal suo regno –Damasco - bisognosa della

protezione di Goffredo e dei suoi.; chiede al capitano di darle dieci dei suoi uomini perché la aiutino a

riconquistare il regno.

Goffredo dapprima le rifiuta cortesemente l'aiuto richiesto perché distoglierebbe il suo esercito dalla sua missione

ma visto lo scontento dei suoi, per evitare ribellioni alla fine le concede quanto richiesto (Vengono estratti a sorte

dieci dei soldati cristiani ed Armida parte con loro, ma molti altri invaghiti della maga la seguono abbandonando

nottetempo il campo La donna conduce i suoi prigionieri al suo castello sulle rive del Mar Nero qui gli eroi

cristiani vengono trasformati in pesci, , finché avendo saputo che il re d'Egitto sta radunando un esercito decide di

donargli i suoi prigionieri.

Proprio mentre li conduce da lui interviene Rinaldo che li libera

Armida così, privata delle sue prede, decide di vendicarsi facendo prigioniero proprio il loro liberatore lo attira nel

suo castello, lo induce al sonno con la sua magica arte e lo imprigiona.

Nel rimirarlo addormentato tuttavia Armida non può che rimanere incantata dalla bellezza del paladino e se ne

innamora. Allora lo porta con sé nel suo giardino sulle Isole della Fortuna perché nessuno le sottragga l'oggetto del

suo amore).

Qui trascorre con Rinaldo, dimentico dei suoi doveri di crociato, un periodo di felici amori finché il paladino non

viene riportato alla ragione dai suoi compagni Carlo ed Ubaldo inviati da Goffredo per ricondurlo alla guerra.

Armida viene così abbandonata da Rinaldo in nome dei suoi doveri di combattente della fede, e rimasta sola e

schernita in preda all'ira, promette vendetta

Evoca i demoni, gli stessi attraverso i quali aveva fatto comparire il palazzo, e l'incanto cessa: tutto sparisce senza

lasciare traccia (XVI, 68-69); poi vola con il carro magico fino al suo castello a Damasco, qui raduna il seguito e si

prepara per unirsi all'esercito musulmano adunato dal re d'Egitto a Gaza . 21

Al campo Armida si mostra al sommo della sua bellezza, in veste di arciera, su un carro riccamente adornato, con

un immenso seguito

Armida si promette a chi l'aiuterà a realizzare la sua vendetta su Rinaldo colpevole di averla disonorata

Anche qui come prima nel campo cristiano i principali eroi si contendono i suoi favori e fanno a gara per tentare

di compiacerla; allo stesso modo Armida illude i vari guerrieri per infiammarli ed ottenere da loro la sua vendetta).

Giunto il giorno della battaglia decisiva, quando la sorte arride all'esercito crociato, Rinaldo ed Armida si

incontrano, la donna punta il suo arco contro il paladino e per tre volte cerca di scagliare la freccia, ma l'amore le

impedisce di colpire l'amato; rimasta sola in balia dei nemici Armida viene difesa da Altamoro che abbandona per

lei i suoi soldati dandole l'opportunità di mettersi in salvo .

Disperando ormai la vittoria e la vendetta, fugge sul suo destriero e si rifugia in una radura; qui in preda alla

disperazione, medita di uccidersi con le stesse armi che non hanno saputo macchiarsi del sangue del suo nemico-

amante realizzando la sua vendetta.

Rinaldo giunge proprio nel momento in cui sta per trafiggersi con le sue stesse armi e la ferma; poi la rassicura, la

invita a placare il suo animo, si dichiara suo campione e servo e promette di ricollocarla sul suo trono e di regnare

al suo fianco come legittimo consorte se lei abbandonerà la fede pagana.

Armida si rasserena e accetta, si dichiara ancella sua e disposta a condividere la sua fede e il suo destino .

Rinaldo: Anche Rinaldo, oltre a Tancredi, è una figura piena di difetti e ambivalenze nel poema. Combattendo per

Goffredo, egli uccide incoscientemente il compagno Gernando. Fatto ciò egli fugge dall'accampamento in preda

allo sconforto. La maga Armida, nemica dei cattolici, lo attrae a sé con la seduzione e il piacere. Rinaldo viene

catturato e costretto ad amare Armida nella sua casa incantata. Goffredo, non vedendo più Rinaldo, spedisce i

soldati Carlo e Ubaldo in casa di Armida perché liberino Rinaldo. Infatti Goffredo di Buglione aveva scoperto la

prigione del paladino grazie ad un intervento divino, dato che egli fu il prescelto dall'Arcangelo Gabriele per

conquistare Gerusalemme. Ubaldo e Carlo riescono facendo tornare a Rinaldo la ragione. Tornato tra i suoi

soldati, Rinaldo riesce a rompere l'incantesimo che proteggeva Gerusalemme e la espugna salendo sulle torri di

controllo.

Tancredi: d'Altavilla è un noto paladino fedele al Capitano Goffredo di Buglione, generale della Prima

crociata contro i turchi di Gerusalemme. Egli è l'esatto contrario del suo comandante, severo e fedele a Dio, ed ha

un ruolo chiave nel poema perché rappresenta il dubbio, l'animo fragile umano e colui che cede spesso e volentieri

alle tentazioni. Il suo amore per la nemica musulmana Clorinda è un chiaro esempio della sua debolezza di

carattere, tanto più quando egli, senza riconoscerla, la uccide in combattimento.. Clorinda, non riconoscendo

Tancredi e viceversa per il paladino d'Altavilla, lo attacca in duello però ne rimane ferita gravemente. Questa, in

punto di morte, chiede a Tancredi di battezzarla. Tempo prima di ciò una pastorella, sempre "infedele" di nome

Erminia si era innamorata di Tancredi, ma sapendo dell'impossibilità del loro rapporto, si rifugia sui monti,

cercando di dimenticare le sue passioni. Infatti aveva già cercato la fanciulla di intrufolarsi nel campo cristiano

sotto mentite spoglie, ma poi era fuggita atterrita da uno scontro. Verso la fine del poema Erminia, vedendo

Tancredi ferito gravemente dal duello con il saraceno Argante, lo cura sempre però travestendosi.

Erminia: Figlia del re Cassano di Antiochia, perde padre e patria quando la sua città viene conquistata dai

Crociati. Preda, tra molte altre, del vincitore di suo padre, il principe Tancredi, che tuttavia la onora e la protegge,

Erminia finisce per innamorarsi del cortese conquistatore, tanto che la prigionia le è ben più diletta della libertà

che alla fine le viene donata). La principessa è così obbligata, non senza molto ben celato dolore, a lasciare il campo

cristiano e a cercare rifugio insieme all'anziana madre, a Gerusalemme, città alleata ().

Tra le mura della città, , Erminia si strugge per amore di Tancredi, , finché un giorno, i cristiani giungono alle porte

della città, destando i timori della popolazione e risvegliando la sua tacita speranza. Alla vigilia dell'attacco mentre

fremono i preparativi per la difesa, il re Aladino, la vuole accanto a sé sulle mura, perché lo aiuti a riconoscere i vari

eroi cristiani a l

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Publisher
A.A. 2016-2017
25 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fedino_crazy di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Scuola Normale Superiore di Pisa o del prof Cabani Maria Francesca.