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STRUTTURA INTERNA DEL RENE
Attraverso una sezione sagittale, in cui si va a dividere il rene in due metà, si osserva la struttura
interna del rene. All’interno di quest’organo si osservano una parte più chiara e una parte più
scura, si osserva anche che le porzioni più scure hanno inserzioni dalla forma triangolare. Il rene è
un organo pieno, negli organi pieni ci sono una capsula che nel rene è fatta di tessuto connettivo
fibroso denso, un ilo, un parenchima e uno stroma. Tutti gli organi pieni hanno un parenchima
organizzato in una zona esterna che viene chiamata “corticale” e in una zona interna che viene
chiamata “midollare”. La “corticale” viene definita in questo modo perché deriva da corteccia
(=parte esterna), “midollare” deriva da midollo (=parte interna). La parte più chiara è la corticale, la
parte più scura è la midollare. La midollare è formata da aree che in sezione sono triangolari ma in
realtà hanno forma piramidale e infatti vengono chiamate piramidi midollari. Dalle piramidi
midollari partono delle aree di parenchima a forma “raggiata” che si chiamano raggi midollari che
però appartengono alla corticale. Tutto ciò che circonda l’area triangolare è zona corticale. La
corticale è sia quella tra la base delle piramidi e la capsula, che a sua volta comprende i raggi
midollari e poi la parte più vicina alla capsula si chiama cortex corticis, sia la porzione tra una
piramide e l’altra. Le zone tra una piramide e l’altra si chiamano colonne renali.
C’è la capsula, la corticale e la midollare che è organizzata in piramidi che hanno la base che
guardano verso la capsula e l’apice che guarda verso l’ilo del rene, verso la pelvi renale. E’ in
quest’ultima regione in cui si raccoglie l’urina che poi viene convogliata nella pelvi renale e poi
negli ureteri. La midollare è formata dalle piramidi renali, la corticale è formata dalla zona tra la
base della piramide e la capsula, dalle zone tra una piramide e l’altra che si chiamano colonne
renali.
Se si guarda il rene di un feto, dall’esterno non c’è una superficie liscia ma lobata. Il rene del feto è
formato da tanti lobi che sono costituiti dalla piramide midollare e dalla corticale che lo
circonda. Anche nel rene adulto si parla di lobi che noi non vediamo ma li disegniamo come viene
fatto nelle aree del fegato, ma ciò è importante perché ci sono patologie in cui si ripresenta la
formazione dei lobi e ci sono dei soggetti in cui il rene resta come quello del feto con i suoi lobi. Se
si taglia una piramide e tagliamo metà di una colonna renale da una parte a metà della colonna
renale dall’altra e poi la parte superiore si ha un lobo renale. Quindi un lobo renale è dato dalla
piramide midollare, la parte di corticale sovrastante metà di una colonna renale da una parte e
metà di una colonna renale da ogni lato. Questo è importante per seguire la vascolarizzazione.
L’arteria renale entra nell’ilo del rene si divide in genere due-tre rami, dopodiché arriva a livello
della pelvi renale e qui ci sono le arterie segmentali, che sono in genere cinque e sono una per
ciascun segmento del rene. Le arterie segmentali giungono all’apice delle piramidi renali. Una volta
giunta a livello dell’apice della piramide, ciascuna arteria segmentale si divide in due arterie che si
chiamano arterie interlobari, perché decorrono a delimitare il lobo (quindi al centro delle
colonne renali). Giunte a livello della base della piramide renale, ciascuna arteria interlobare si
divide sempre ad angolo retto in due arterie: arterie arcuate o arciformi. Queste contornano la
base della piramide renale. Dalle arterie arcuate dalla concavità, ossia dalla parte che guarda
verso la midollare, partono dei vasi che vanno a vascolarizzare la midollare. Dalla convessità, cioè
dalla parte che guarda verso la capsula, originano le arterie interlobulari, che vanno a
vascolarizzare delle piccole aree di parenchima che sono i lobuli renali. Il lobulo renale non può
essere descritto bene come il lobo renale, è quell’insieme di raggio midollare che il labirinto della
corticale lo circonda che è vascolarizzato dall’arteria interlobulare. L’importanza delle arterie
interlobulari sta nel fatto che dà origine alle arteriole afferenti. Le arteriole afferenti entrano nella
costituzione dell’unità istofunzionale del rene, che è il nefrone. L’arteriola afferente entra nel
nefrone in particolare nel corpuscolo, dà origine a una serie di capillari glomerulari a livello dei
quali avviene la filtrazione del sangue, dal groviglio di capillari fuoriesce un’ arteriola efferente. Ci
si trova di fronte a una rete mirabile arteriosa o sistema portale arterioso. Dalle arteriole
efferenti avranno origine i capillari peritubulari che circondano il tubulo (=è un’altra parte del
nefrone) oppure per la midollare i vasi retti che sono per i nefroni che si trovano più in profondità.
Ricominciano le vene che hanno esattamente gli stessi nomi delle arterie e hanno lo stesso
decorso delle arterie e viaggiano insieme ma in direzione opposta perché il sangue esce dal rene.
Questo costituisce il microcircolo renale. Il rene è un organo pieno costituito da una capsula,
parenchima, stroma e da un ilo. Il parenchima contiene le unità istofunzionali dell’organo, cioè i
nefroni, e i dotti escretori, cioè i dotti che portano verso la pelvi renale l’urina che poi passerà
negli ureteri. Lo stroma è fatto di tessuto connettivo che contiene i vasi sanguigni e linfatici e le
terminazioni nervose.
Il nefrone è costituito da due porzioni: il corpuscolo e il sistema di tubuli. In genere i nefroni si
trovano prevalentemente nella corticale e solo una piccola parte del tubulo, che è l’ansa, arriva
nella midollare. Questo tipo di nefrone costituisce la maggior parte dei nefroni che troviamo nel
rene, però ce ne sono altri che si chiamano nefroni iuxtamidollari, questo termine in latino vuol
dire che sono più in basso e più prossimi alla midollare e gran parte del tubulo lo si trova a livello
della midollare. Dall’esterno verso l’interno c’è la capsula, la corticale, la midollare, l’apice della
piramide della midollare guarda verso i calici maggiori minori, poi c’è la pelvi renale, a livello del
seno renale c’è l’ilo e gli ureteri in cui confluisce l’urina. La parte del corpuscolo la si trova nella
corticale, nella midollare c’è il tessuto connettivo in cui sono immersi i diversi tratti del tubulo
renale. Nella corticale si trova il “labirinto corticale” in cui si trovano la porzione più vicina alla
capsula (la quale è fatta di tessuto connettivo molto spesso) che si chiama cortex corticis e i
raggi midollari. Poi ci sono le colonne renali tra una piramide e l’altra. Nella midollare si trovano
le piramidi con i tubuli che si spingono in essa. I tubuli sono formati da vari tratti. C’è un’ area
cribrata ossia ci sono dei forellini perché a questo livello arriva l’urina che passa nella pelvi renale
e che poi confluirà nell’uretere. L’epitelio di transizione o urotelio tappezza tutte le vie urinarie;
l’epitelio deve avere la distensibilità perché alcuni strati scivolano gli uni sugli altri quando passa
l’urina, deve essere soprattutto impermeabile in quanto l’urina contiene molte sostanze tossiche e
quindi non deve assolutamente passare negli strati sottostanti. Già a livello della pelvi renale dove
sbocca l’urina si ha l’urotelio. La papilla renale è la punta o apice della piramide renale e qui
cominciano le vie urinarie e quindi abbiamo l’urotelio. Un nefrone è formato da un corpuscolo e un
sistema di tubuli. A sua volta il corpuscolo è formato da una capsula che viene detta capsula di
Bowman che accoglie il glomerulo. Il tubulo a sua volta è costituito da diversi tratti. L’epitelio nei
diversi tratti del tubulo cambia perché i meccanismi di riassorbimento e secrezione che si trovano
lungo il tubulo cambiano.
I. Tubulo contorto prossimale: E’ costituito da un epitelio cilindrico anche se può essere
definito come cubico che è ricco di microvilli e mitocondri. I mitocondri si dispongono
per lo più alla base e danno l’aspetto tipico a questo epitelio. Qui avviene la maggior
parte del riassorbimento. Circa l’85% di acqua e sodio vengono riassorbiti a livello del
tubulo contorto prossimale.
II. Ansa di Henle: E’ molto sottile è costituito da un epitelio quasi pavimentoso. Nell’ansa
avvengono meccanismi estremamente complessi di riassorbimento dell’acqua che
vengono definiti “controcorrente”.
III. Tubulo contorto distale che si continua con il dotto collettore: A livello del tubulo
distale l’epitelio diventa nuovamente alto tra il cubico e il cilindrico un po’ più basso
rispetto a quello del tubulo prossimale. Ci sono sempre microvilli però più bassi e ci
sono i mitocondri. A livello del tubulo contorto distale vanno ad agire tutti gli ormoni che
hanno come bersaglio il rene e le modificazione dell’ultrafiltrato. Tutti quegli ormoni che
servono a far riassorbire più acqua e a espellere più acqua vanno ad agire a livello del
tubulo distale, in cui c’è il riassorbimento facoltativo ossia quello soggetto ad azione
ormonale.
La funzione del corpuscolo è quella di filtrare il sangue. L’ultrafiltrato che passa e che arriva nel
tubulo si chiama anche pre urina, perché ha una composizione diversa da quella dell’urina
definitiva perché sarà modificato nel passaggio attraverso il tubulo. Ciascun rene contiene oltre 1
milione di nefroni. Messi insieme i due reni contengono più di 2 milioni e mezzo di nefroni. Sono
piccolissime unità filtranti che purificano il sangue, che poi modificano l’ultrafiltrato in maniera da
raggiungere la funzione di purificare il sangue ma anche di mantenere costante l’equilibrio
idrosalino. La capsula è formata da due foglietti: un foglietto esterno detto parietale, che poi si
continua con il tubulo prossimale, e un foglietto interno detto viscerale che è in contatto con i
capillari glomerulari. Tra i due foglietti c’è uno spazio capsulare o glomerulare in cui si raccoglie
tutto l’ultrafiltrato che poi andrà a livello del polo urinario nel tubulo prossimale. Il corpuscolo è
costituito dal polo vascolare in cui entra l’arteriola afferente che poi dà i capillari ed esce l’arteriola
efferente.