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Vascolarizzazione e innervazione:

I vasi sanguigni garantiscono al rene un apporto ematico adeguato alle esigenze nutritizie ma

anche idoneo a garantirne una corretta funzionalità (circa il 20% della gittata cardiaca). Il rene

possiede 5 segmenti vascolari: superiore (polo superiore); antero-superiore (1/3 superiore faccia

anteriore); antero-inferiore (1/3 metà faccia anteriore); inferiore (polo superiore); posteriore (faccia

posteriore).

Ciascun rene riceve direttamente dall’aorta addominale, all’altezza della I vertebra lombare,

un’arteria renale. L’arteria renale destra, leggermente più lunga (3-5 cm), decorre dietro la vena

cava inferiore coperta dalla testa del pancreas e dalla porzione discendente del duodeno; l’arteria

renale sinistra (3 cm) è invece coperta dal corpo del pancreas. Nel 15-20 % dei soggetti si

riscontrano arterie renali soprannumerarie che originano dall’aorta addominale o da arterie limitrofe

(genitali, mesenteriche, spleniche).

Dopo aver fornito le arterie surrenaliche inferiore, uretrale superiore e alcuni rami per la capsula

adiposa, l’arteria renale si porta all’ilo decorrendo dietro la vena cava (di norma) e qui essa si

divide in due rami che penetrano nel seno renale al davanti (ramo principale anteriore o prepielico

che irrora la parte anteriore ed i poli renali) e al di dietro (ramo principale posteriore o retropielico

che irrora il segmento renale posteriore) della pelvi renale. Spesso si riscontra anche un ramo diretto

verso l’alto per l’irrorazione del polo renale superiore (arteria polare superiore o ramo

sovrapielico) e, raramente un ramo discendente destinato all’irrorazione del polo renale inferiore

(arteria polare inferiore che spesso origina dal ramo prepielico).

Dai rami prepielico e retropielico originano 5 arterie segmentali (4 dal prepielico e solo una dal

retropielico) di tipo terminale (poche anastomosi di piccolo calibro con arterie extrarenali, capsulari

o pieliche) che, entrate nel seno renale, si dividono ulteriormente penetrando nelle colonne renali

(arterie interlobari). Queste ultime, dopo essersi biforcate, risalgono verso la base delle piramidi

renali dove si incurvano (arterie arcuate o arciformi) e si ramificano (senza anastomizzarsi)

decorrendo parallelamente alla giunzione tra corticale e midollare del rene. Dalle arterie arcuate si

diartono due tipi di rami collaterali:

• Arterie interlobulari: si distaccano a intervalli regolari dalla convessità delle arterie arcuate

e si dirigono verso la periferia decorrendo nella zona convoluta della corticale, fra i raggi

midollari, segnando i limiti tra un lobulo e l’altro. Da queste arterie si originano:

- ramuscoli addetti all’irrorazione della capsula fibrosa (nella cortex corticis);

- arteriole afferenti che danno origine ai corpuscoli renali. Da queste, grazie ad una

rete mirabile arteriosa (arteria-capillare-capillare-arteria), emergono le arteriole

efferenti che, dopo un breve decorso, si risolvono nella rete capillare perilobulare;

• Arterie rette vere: si distaccano dalla concavità delle arterie arcuate e si portano, con

decorso rettilineo, nelle piramidi renali fino al loro apice, formando reti capillari

peritubulari.

La rete venosa riprende abbastanza quella arteriosa. La rete capillare sottocapsulare confluisce,

per convergenza di più venule (5-6 rami), nelle vene stellate (di Verheyen). Dal centro di queste si

originano le vene interlobulari che discendono nella corticale affiancando le arterie omonime, fino a

sboccare nelle vene arcuate a livello della giunzione cortico-midollare. In queste ultime terminano

anche le vene corticali profonde che provengono dalla rete capillare peritubulare, nella zona

profonda della corticale, e le vene rette, che raccolgono la circolazione midollare. Le vene

arciformi, anastomizzandosi tra loro, confluiscono formando le vene interlobari che, in

corrispondenza delle sporgenze interpapillari, fuoriescono dal parenchima e si uniscono nel seno

renale a formare, al davanti della pelvi, una sola vena renale. Questa esce dall’ilo del rene davanti

all’arteria omonima e, dopo aver ricevuto le vene capsulari, sbocca nella vena cava inferiore.

I linfatici del rene formano una duplice rete:

• Superficiale: in posizione sottocapsulare, comunica con la rete della corticale e con i

linfatici extrarenali della capsula adiposa e sottoperitoneali ed è tributaria dei linfonodi

lomboaortici;

• Profonda: in posizione perivascolare, confluisce in collettori che, decorrendo nel

peduncolo renale, terminano nei linfonodi pre e paraaortici.

I nervi adibiti all’innervazione renale si dispongono a formare il plesso renale, dipendenza del

plesso celiaco e, in misura minore, dei nervi splancnici. Questo plesso presenta nel suo decorso

piccole formazioni gangliari, raggiunge il rene seguendo l’arteria renale e si distribuisce ai nefroni

(plessi terminali peritubulari e pericapsulari) e alle diramazioni dei vasi renali (plessi terminali

perivascolari).

Entrambe le componenti del sistema autonomo (simpatica e parasimpatica) innervano il rene. Le

afferenze vasomotrici sono veicolate da cellule pregangliari del simpatico che originano nel midollo

spinale (da T12 a L1) i cui assoni giungono attraverso i nervi splancnici ai gangli celiaco e renale e

di qui come fibre postgangliari raggiungono il rene. Le vie sensitive seguono a ritroso la via

afferente simpatica. Infine alcune afferenze sensitive decorrono col nervo vago e raggiungono il

tronco cerebrale (nausea e vomito con dolore renale).

Calici e Pelvi renali

Forma, caratteri organolettici, sito, posizione, orientazione e rapporti:

I calici renali sono contenuti nel seno renale, immersi nel tessuto adiposo e in rapporto con i rami

di divisione di vasi e nervi qui contenuti. Essi raccolgono l’urina fuoriuscita dai dotti papillari e

sono rivestiti da un’avventizia in continuazione con la porzione di capsula renale che riveste il seno

renale. I calici minori (8-12) hanno forma conica o imbutiforme, lunghi 10 mm e larghi 6-12 mm, e

si attaccano al parenchima renale lungo il contorno di una papilla renale, all’apice della piramide di

Malpighi. Alla loro estremità distale essi confluiscono in gruppi di 3-4 nei calici maggiori. Questi

(3) hanno forma e dimensione variabile (lunghezza 12-18 mm) e si distinguono in superiore

(obliquo in basso e medialmente), medio (più piccolo e orizzontale e talvolta assente) ed inferiore

(obliquo in alto e medialmente). I calici maggiori per lo più si aprono separatamente nella pelvi

renale. Talvolta essi possono mancare facendo si che i calici minori sbocchino direttamente nella

pelvi (pelvi ampollare) oppure possono essere molto lunghi (pelvi dendritica o ramificata).

La pelvi renale ha forma di cono schiacciato in senso anteroposteriore (altezza 2-3 cm, larghezza

1,5-2 cm, capacità 4-8 ml) e ricurvo con concavità verso il basso; nella sua base, che guarda in alto

e all’esterno, confluiscono i calici maggiori. Essa è contenuta nel seno renale e sporge oltre l’ilo per

continuare nell’uretere. Nella porzione contenuta nel seno, la pelvi entra in rapporto con le

diramazioni dei vasi e dei nervi renali e con il tessuto adiposo qui contenuto (posizione inferiore e

posteriore alle formazioni vascolari, solo il ramo retropielico dell’arteria renale le sta

posteriormente). Nella porzione sporgente dall’ilo, essa entra in rapporto:

• Anteriormente: porzione discendente duodeno (dx), flessura duodenodigiunale (sx);

• Posteriormente: muscolo psoas (a livello del processo costiforme della I vertebra lombare.

Architettura e struttura:

La parete di queste strutture è costituita da 3 tonache sovrapposte:

• Mucosa: molto sottile e di colorito grigiastro è formata da un tipico epitelio di transizione

(urotelio) distensibile ed impermeabile e formato da tre strati di cellule (basali, intermedie e

superficiali a ombrello) e da una lamina propria connettivale ricca di fibre elastiche e

contenente a volte piccoli noduli linfatici. Superficialmente la lamina propria forma sottili

creste longitudinali che si insinuano nel contesto epiteliale. Nel punto di attacco dei calici

minori con le papille renali, la lamina propria continua con il connettivo stromale del rene e

l’epitelio riveste la superficie esterna delle papille facendosi sottile e cilindrico semplice con

cellule mucipare intercalate;

• Muscolare: non molto sviluppata costituita da uno strato discontinuo di fascetti di miocellule

lisce a disposizione plessiforme immersi in abbondante matrice connettivale. In prossimità

dell’attacco dei calici minori alle papille, i fasci muscolari aumentano e assumono

andamento circolare (muscolo sfintere della papilla); analogamente si costituisce il muscolo

sfintere dei calici in corrispondenza dello sbocco di questi nella pelvi;

• Avventizia (tonaca fibrosa): sottile e costituita da connettivo fibroso lasso.

Vascolarizzazione e innervazione:

I vasi sanguiferi, linfatici e nervi che si distribuiscono ai calici ed alla pelvi renale originano o

terminano nei vasi e nei nervi renali.

Ureteri

Forma e caratteri organolettici:

• Forma: canalicolare, tubulare con lume appiattito in senso anteroposteriore, parete spessa e

tre restringimenti lungo il suo decorso;

• Colore: rosso-rosato;

• Dimensioni: lunghezza 29 cm a dx- 30 cm a sx (nella donna è più corto di un cm da ambo le

parti), diametro medio 4-7 mm (2-3 mm nei punti ristretti, 7-8 mm nei punti dilatati);

Sito, posizione e orientazione:

L’uretere è un organo pari e simmetrico e presenta una notevole lunghezza: esso si estende dalla

regione lombare (nella loggia renale dello spazio retroperitoneale dell’addome) dietro al peritoneo

parietale posteriore, alla piccola pelvi, decorrendo prima in posizione retroperitoneale e poi

sottoperitoneale, ed infine si connette alla vescica, decorrendo con decorso obliquo nello spessore

della parete vescicale e terminando nell’orifizio uretrale situato nell’angolo posterolaterale del

trigono vescicale.

L’uretere, nel complesso, discende portandosi in basso e medialmente e nel suo percorso forma

curve sul piano frontale e sagittale.

Nell’uretere si distinguono 3 porzioni:

• Addominale: questa porzione, localizzata nella cavità addominale, nella loggia renale e in

posizione retroperitoneale, si sposta in basso medialmente lungo la parete del grande psoas

che lo separa dai processi trasversi delle vertebre lombari e forma una leggera curva

convessa in avanti e medialmente. L’uretere di dx è coperto alla sua origine dal tratto

discendente del duodeno e, scendendo verso il basso si mantiene laterale alla vena cava

inferiore; presso lo stretto superiore della piccola pelvi, passa dietro alla porzione inferiore

del mesenterio e all’ultima parte dell’ileo. Nel passaggio tra la parte addominale e pelvica,

subito lateralmente all’articolazio

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
25 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gmh di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e fisiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Biologia Prof.