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TESI DIECI: I MEDIATORI
Gli autori e le autrici, per mediatori dell'educazione al patrimonio, intendono i responsabili dei servizi e gli educatori
nelle istituzioni culturali da un lato, i docenti di scuola e delle agenzie formative dall'altro. Essi svolgono una funzione
di mediazione dei saperi, che prevede di intraprendere una serie di operazioni finalizzate al favoreggiamento
dell'incontro fra saperi esperti e diversi destinatari. Nessun mediatore dovrebbe operare isolatamente nel suo ambito,
ma dovrebbe entrare in un sistema sinergico di competenze adeguate a ciascuna iniziativa. Al momento le acquisizioni
nell'ambio dell'educazione al patrimonio hanno mostrato una situazione in fieri sulla quantità e qualità dei docenti e
degli altri mediatori, i quali devono avere alcuni scopi nella loro professione: la costruzione di un linguaggio comune,
la multidisciplinarietà, invitare al riconoscimento e alla salvaguardia del patrimonio.
DOCUMENTI:
• conferenza permanente delle associazioni museali italiane-2005. si delineano le figure professionali del
responsabile dei servizi educativi (collabora alla definizione dell'identità e della missione del museo),, partecipa alla
definizione dei programmi, all'allestimento degli spazi, promuove l'accessibilità fisica coordina i servizi e i progetti
educativi). Deve avere una laurea magistrale e conoscere almeno la lingua inglese. Viene illustrata poi la figura
professionale dell'educatore museale (conduce attività, allestisce lo spazio, partecipa a gruppi di ricerca, deve avere la
laurea triennale e conoscere la lingua inglese).
TESI UNDICI: LA SCUOLA
Il patrimonio è particolarmente importante a livello di istruzione, dal momento che possiede sia VALORE
CONOSCITIVO sia per la cultura di appartenenza degli alunni e delle alunne sia per le altre culture, che un VALORE
FORMATIVO nell'ambito della tutela e della cittadinanza attiva. Il patrimonio è sempre stato presente nella scuola
italiana, soprattutto con l'istituzione della storia dell'Arte come disciplina, ma oggi esso si ridefinisce, in
contemporanea con i nuovi valori che ha la parola patrimonio. Attualmente l'autonomia scolastica permette di
considerare il patrimonio in rapporto alle istituzioni culturali locali. Questo processo ha portato, da una parte, alla
"lotta" fra conoscenza scolastica e nozionistica a una conoscenza empirica, in contatto col territorio e con le sue
istituzioni e componenti. Si è poi passati dalla conoscenza del patrimonio relegata ai momenti extrascolastici, a
un'introduzione di questo nel normale curriculum, come oggetto di senso e di riflessione culturale. La specializzazione
disciplinare del patrimonio secondo tappe ordinate per età, ha lasciato il posto alla considerazione del patrimonio
come elemento forte di cultura generale; inoltre il curriculum è visto come un insieme di discipline, non più come un
curriculum centrato sulle competenze chiave. Da un apprendimento meccanico, quindi, siamo passati a uno costruttivo
e significativo, che parte da un processo di reinterpretazione del patrimonio. L'azione curricolare descritta è ancora,
però, giudicata facoltativa, ma non è raro che alcune classi inizino a raccordare scuola e territorio nello studio del
patrimonio. L'ambiente formativo allargato dalla scuola al territorio è un'acquisizione pedagogica da tempo ritenuta
determinante, che trova nell'educazione al patrimonio una specificazione ulteriore: infatti il patrimonio si trova in un
territorio insieme alla scuola, dove ci sono elementi percettibili materiali e immateriali, in un sistema definito
"palinsesto" oppure "testo".
DOCUMENTI:
• miur- REGOLAMENTO IN MATERIA DI AUTONOMIA PER LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE -1999:
il pof riflette le esigenze dl contesto culturale, sociale ed economico del territorio (art.3). L'articolo 6 enuncia che le
istituzioni scolastiche esercitano l'autonomia della ricerca, della sperimentazione, dello sviluppo.
• 2004- Codice dei Beni culturali: l'articolo 119 insiste sulla diffusione del p.c. nelle scuole, che possono fare
accordi con i comuni, le province, le regioni e favorire la conoscenza del p.c. da parte degli studenti.
• MIUR- regolamento per l'attuazione dell'obbligo dell'istruzione a 16 anni: per "l'asse dei linguaggi" le
conoscenze fondamentali delle diverse forme d'espressione del p. artistico e letterario sollecitano e promuovono
l'attitudine al pensiero riflessivo e creativo, la sensibilità alla tutela e alla conservazione dei beni culturali e la
coscienza del proprio valore.
• Indicazioni del MIUR per il curricolo della scuola dell'infanzia e primaria (2007): per educare alla
cittadinanza, è necessario, ritengono, conoscere e trasmettere le tradizioni nazionali e le memorie collettive. A tal fine
è ovviamente indispensabile una piena valorizzazione dei beni culturali, presenti sul piano nazionale. La nostra scuola
inoltre deve formare cittadini italiani che siano allo stesso tempo cittadini d'Europa e del mondo, e la scuola italiana
può e deve proporsi questo obbiettivo , nella prospettiva di un nuovo umanesimo, nel quale l'incontro fra culture
diverse ha saputo generare l'idea di essere umano integrale.
TESI DODICI: LA FORMAZIONE DEGLI E DELLE INSEGNANTI
la formazione degli insegnanti è essenziale per il riconoscimento del valore educativo del p.c. a scuola, in quanto solo
attraverso essa il patrimonio diventa un "patrimonio comune" dell'ethos professionale a qualsiasi livello scolastico. Le
scuole sono legittimate quali centri autonomi di ricerca radicati nel territorio e agli insegnanti vengono attribuiti nuovi
ruoli e compiti professionali nell'ambito della progettazione e della conduzione di azioni educative con e per il
patrimonio.
La formazione iniziale dei docenti si caratterizza come formazione culturale specifica e conoscenza pratica
dell'insegnamento, che non può esimersi dal comprendere il patrimonio e anche attività di laboratorio e tirocinio. La
formazione iniziale deve avere come obbiettivi tre punti: la scoperta delle valenze formative ed educative del
patrimonio, l'acquisizione di strumenti culturali e professionali per la sua mediazione didattica, la sperimentazione
della funzione cross-culturale del patrimonio.
La formazione in servizio si rivolge alla dimensione della conoscenza e della riflessione sull'azione didattica,
finalizzata al miglioramento. L'educazione al patrimonio prevede iniziative partecipate per almeno due ragioni
specifiche: la costruzione di un curriculum locale e il rapporto con le istituzioni culturali.
L'autonomia sta profondamente mutando il campo dell'azione scolastica: si amplia considerevolmente il sistema delle
relazioni con altri oggetti, soprattutto sul territorio di riferimento. L'insegnante deve dunque essere formato/a alla
dimensione di interazione fra le discipline attraverso master e tirocini.
DOCUMENTI:
• Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa-1998: appendice 2 (incremento dell'educazione al patrimonio
culturale) si suppone che il p.c. sia collegato ai programmi scolastici grazie a un'appropriata educazione degli
insegnanti. I professionisti del settore del p.c. dovrebbero essere consapevoli a tutti i livelli delle questioni riguardo al
patrimonio, e di come comuicarle a studenti e visitatori.
• Legge n° 53, articolo 5: la formazione iniziale è di pari dignità per tutti i docenti e si svolge nelle università,
presso i corsi di laurea specialistica.
• Maggio 2003: protocollo di intesa fra regione Lombardia e ufficio scolastico regionale per la
programmazione e realizzazione dei progetti. Le parti intendono stipulare un rapporto di collaborazione, con attività
che possono includere: percorsi e laboratori di sperimentazione didattica, stages per studenti e docenti presso enti ,
iniziative di formazione. Le scuole con indirizzo che comprende i beni cultural saranno privilegiate nella scelta nelle
possibilità di accedere alle offerte.
• decreto legislativo 227, 2005: compiti dell'ateneo sono la collaborazione con le istituzioni e la formazione
degli insegnanti interessati anche all'espletamento di funzioni si supporto e coordinamento (anche con istituzioni come
l'INVALSI).
• Legge finanziaria 2008: i docenti saranno reclutati attraverso concorsi, e formati attraverso corsi di laurea
magistrale con forte componente di tirocinio.
TESI TREDICI: LE ISTITUZIONI CULTURALI
Le istituzioni culturali offrono un importante contributo all'educazione al patrimonio, contributo fondamentale,
aprendosi anche alla collaborazione con scuole ed altre istituzioni. I beni culturali e paesaggistici promuovono le
istituzioni da subalterni fornitori di risorse a interlocutori, validi formatori "alla pari" con la scuola nelle iniziative di
formazione al patrimonio. La consapevolezza di questo ruolo deve essere chiara, al fine di sollecitare la collaborazione
fra più istituzioni.
Le istituzioni culturali sono depositarie di una larga parte dei beni culturali e paesaggistici nel territorio di una
collettività, con compiti di identificazione, conservazione, ricerca e promozione della conoscenza. Esse inoltre
elaborano, raccolgono e studiano interpretazioni e concettualizzazioni dei beni e del patrimonio relative all'attualità e
all' ambito culturale di appartenenza. Le istituzioni culturali sono chiamate a contribuire alla progettazione e
all'attuazione di percorsi formativi con conoscenze e abilità specifiche inerenti le varie componenti del patrimonio,
nell'obbiettivo di diventare sempre di più come luoghi di ricerca ed educazione. Possono mettere a disposizione i beni:
in condizioni di conservazioni adeguate, raccolti e classificati secondo criteri cronologici, tematici, di provenienza, di
classificazione bibliografica o archivistica, corredati da sussidi che hanno contenuto disciplinare e metodologico,
inseriti in percorsi di fruizione e mediati. le istituzioni culturali, poi, devono: rispondere positivamente alle richieste
di collaborazione, considerare componenti del patrimonio ogni traccia materiale o immateriale divenuta testimonianza
culturale, impostare le attività istituzionali nella prospettiva del patrimonio, supportare, documentare e studiare la
costante ricomposizione e il continuo ripensamento del patrimonio nel tempo, mantenere rapporti costanti e
collaborativi con i cittadini possessori di beni culturali e paesaggistici.
DOCUMENTI:
• 2001-MIBAC Atto di indirizzo sui criteri tecnico scientifici e sugli standard di funzionamento nello sviluppo
dei musei:
Ambito 6: gestione e cura delle collezioni- per permettere una migliore comprensione delle collezioni, ogni
museo stabilisce rapporti con altri musei, istituti di ricerca, università, enti e fondazioni, esperti e studiosi, avvalendosi
delle loro comp