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Star trasformata in Dio. Orsola e le metafore del corpo estatico
La figura di Suor Orsola Benincasa si insinua nella Napoli barocca come figura di intercessione e consolazione. La figura di Orsola è esempio della santità rivelatasi nel corpo, che nel caso di Orsola era un corpo in pena, spezzato, che nei giorni di festa dava la sensazione ad Orsola di essere scorticata o arsa viva. Anche qui ritorna l'elemento della luce: dopo essere nata emanava splendore illuminando la culla. Una volta la madre vide la casa avvampata di fiamme, ma bastò toccare la piccola perché il fuoco si spegnesse senza lasciar traccia. Il prodigio ha una immagine di "investitura" quasi sciamanica (lo sfuggire ad una malattia o ad un grave pericolo e la costituzione calda e ignea divina). Il fuoco è simbolo ardente di devozione altamente metaforico di un'anima affinata dal fuoco che brucia il corpo ma rafforza l'anima. Orsola ha come caratteristica,
altamente sciamanica, il rapimento estatico e visionario. La sua iniziazione, oltre al battesimo del fuoco, si ha anche con l'incontro con uno dei suoi predecessori, che avviene a dieci anni al suono dell'Ave Maria, nella prima manifestazione estatica. L'estasi diventa manifestazione di "potentia mirabile" e nonostante i dubbi che sia indemoniata, i suoi segni (levitazione) la innalzano a una santa vivente. L'analisi dell'anima di Orsola dura sette mesi a Roma, mesi di sofferenza per appurare che non sia indemoniata, sofferenza che si scaglia sul corpo (da notare che è sottoposta a salassi di sangue). Al termine di queste prove Orsola viene riconosciuta come Madre Venerabile. Aspetto della sua venerabilità è il suono: al suo corpo vengono attribuiti dal suono d'organo al vagito del bambino: la musica diventa veicolo di Dio. Particolare di Orsola, non ha particolari doti taumaturgiche, ma si configura come "parte"
femminile di Dio” (Lacan), metafora del vuoto dell’estasi, il nulla barocco. Tornata a Napoli Orsola si prodiga in miracoli e prodigi. Fonda la cittadella a San Martino (la nostra università!) che appare come bastione e baluardo contro i nemici infernali. Orsola elargisce protezione soprannaturale soprattutto politica: durante la crisi agraria del 500 la folla in tumulto risparmia il monastero orsolino in seguito all’apparizione di navi cariche di frumento. Durante la peste del 1656 invece sullo sfondo dell’epidemia prende forma la profezia della Madre che nel 1616 prima di morire aveva divinato che il suo monastero sarebbe stato ultimato con la fine di una calamità. I Napoletani ultimarono il monastero durante la peste sperando di mitigare l’epidemia. Con la sua morte il prodigio si esprime al massimo: con la fine del corpo fisico, c’è il passaggio inconfutabile allo stato spirituale e immortale della santità. Giorni dopo la suamorte il suo corpo profuma di fiori (mitologia cristiana degli aromi – odor di santità): odori buoni e odori cattivi sono carichi di significato simbolico. Quando si diffonde la voce del profumo del corpo della Venerabile, la folla si accalca ai cancelli del monastero. Si comanda la sepoltura, ma le suore ne nascondo il corpo occultandolo alla vista del popolo, ma la Venerabile in quel momento, poiché non si seguivano gli ordini dell’arcivescovo, cominciò a deturparsi. Saputo del prodigio l’arcivescovo decide di mostrare il corpo di Orsola, che in quel momento ritorna alla sua integrità e al buon profumo di prima, versando sangue non coagulato dal naso, appaiono inoltre segni di frusta e di bruciature sul cuore (metamorfosi simboliche del corpo). È una sorta di iniziazione post-mortem. I medici che ne analizzano il corpo lo trovano senza cuore, l’interno consumato dal fuoco, “dileguato dallo spirito santo”. Il tema dellavacuità del corpo
disegna la forma cava della vox populi: la vita santa è liberazione dai vincoli del mondo, l’esser vuoti significa essere puro spirito di santità.
Fervidi umori. San Gennaro ovvero della microfisica del sangue
I tentativi della giustificazione del miracolo di San Gennaro sono molteplici e durano da secoli. La prodigiosa liquefazione sarebbe solo un inganno di preti furbi per tener buono il popolo. Per i credenti la verità del miracolo è fuori discussione. I fattori che danno questa certezza sono psicologici, sociali, antropologici, religiosi, storici, e anche spiegando scientificamente il miracolo, sarebbe impossibile strappare le radici che ha messo in tutti questi campi. Il valore simbolico del miracolo ha una portata antropologica di importanza almeno pari al suo valore religioso. Il linguaggio attraverso cui si esprime è quello del sangue e del corpo. Il sangue, “sugo della vita” ha una centralità simbolica.
Particolarmente legata a Napoli. Il possesso del sangue dei santi significa possederne praesentia epotentia. Il miracolo si registra per la prima volta nel 1389, dove viene accolto come un secondo martirio di San Gennaro per la sua città in un momento difficile, riflettendo l'antica concezione espiatoria del battesimo di sangue.
Tra tutte le reliquie dei santi a Napoli (oltre 600 corpi interi e migliaia di "pezzi") le ampolle del sangue dei santi sono i "pezzi pregiati". Il sangue che si scioglie è frequente: oltre a quello di San Gennaro c'è San Giovanni Battista, santa Patrizia, Lorenzo, Pantaleone. A Pozzuoli invece si assiste al prodigio del "latte", della Gloriosa Vergine, che si liquefa alla vigilia dell'Assunzione. Esiste un vero e proprio linguaggio delle reliquie: le reliquie "riconoscono" la testa, lo stesso sangue di San Gennaro si scioglie quando accostato alla testa dell'autorità religiosa.
La densità direliquie diffuse per la città corrisponde con la frammentazione dello spazio urbano, fatto di intrecci labirintici. Storicamente il patrono difende la città dai pericoli, dalle epidemie, dalle eruzioni (in particolare quella del 1631 quando inizia l'iconografia ianuariana dopo che la testa e il sangue del santo deviarono la nube). L'associazione tra patrono e fuoco del vulcano è stretta. Così come il Vesuvio è chiamato "jetteco", cioè tisico (giallo zolfo), così il santo quando viene bestemmiato è chiamato "faccia gialla(o verde)" in corrispondenza del color malus che contraddistingue la jettatura. Anche il contagio del 1656, "annunciato" dalla mancata liquefazione, è associato alle divinazioni ianuariane. Nel 1647 il Santo si "schiera" con la popolazione nella rivolta antispagnola. Il legame tra San Gennaro e politica e società è fortissimo.Quando nel 1799 il miracolo si compie davanti alle truppe francesi, la plebe è arrabbiatissima con il Santo, che doveva schierarsi con lei: il santo viene raffigurato come fustigato da Sant'Antonio di Padova e la sua statua bagnata nelle acque del golfo. A differenza di santi minori, San Gennaro non offre grazie o benefici particolari: il suo sangue è lasciato all'interpretazione della città, una sorta di "grazia globale". Il prodigio rivela in quanto segno, simbolo allo stato puro. Levi Strauss nota che il significante (il sangue) eccede rispetto al significato (l'interpretazione), è preponderante il simbolo rispetto al suo significato. E' quasi un atto linguistico, un processo semiotico. Corpo in figura. Nuova appendice ragionata Il barocco, per Anceschi, porta allo stupore, alla meraviglia, allo stordimento. Il Seicento apre una nuova interpretazione dell'anima, non più in bilico tra inquietudini religiose.filosofie naturalistiche, scoperte, scienze. Diventa uno snodo figurale della conoscenza e del sentire, e in connubio con il corpo, elemento fondamentale del barocco, che fa ampio uso del linguaggio figurato. Il barocco tenta di fondare equilibrio tra strutture barcollanti del vecchio mondo, e stabilità scientifica dell'empirismo galoppante. L'armonia della Natura si manifesta attraverso il corpo, delicato e ammirato. È un corpo mirabile, cioè figurabile, descrivibile, osservabile sia dal punto di vista estetico che scientifico. La metafora barocca non è semplice ornamento, ma strumento epistemologico di verità. La poetica del barocco primeggia tra i temi antropologici, in particolare con il linguaggio del sangue, i prodigi dei corpi incorruttibili dei santi, la corruzione dei corpi mortali. Lo smembramento del corpo assume significati sia di vita (il santo) sia di morte (il mortale). Non manca una fiorente produzione poetica e linguistica.
Proprio sul reliquismo suentrambi i versi: è mirabile il corpo dei santi, è mirabile quello dei mortali, ma per vie diverse. Santi e mostri. Imostri sono signa della natura. La poetica della mostruosità si affida al reperto anatomico parallelamente alla poeticadel corpo santo. Discorso analogo per il martirio e il supplizio. I trattati su tortura sono ben precisi su come sirappresenta il martirio e che effetti ha sul corpo, con una iconologia ben precisa. I testi non esitano a descrivere isupplizi dei cristiani in tutta la loro crudezza. La poetica barocca non esclude da questa crudezza le testimonianzedi malattia fisica e mentale come il tarantismo. Le descrizioni sia del fenomeno provocato dalla puntura dei ragni(approccio scientifico) sia dei comportamenti da esso dipendenti (approccio “poetico”) sono precisissime.
Il Corpo mirabileIntroduzione. Lo sguardo barocco e l’antropologiaA distanza di mezzo secolo sia Lacan che Benjamin si soffermano
sul significato che assume nell'età barocca l'esibizione di corpi martoriati, lacerati, scorticati. Entrambi indicano la cifra profonda del barocco in una segmentazione allegorica che trova nel corpo una fonte inesauribile (una cosa da segmentare...). Il corpo è smembrato dai saperi (la scienza) e lacerato dalle devozioni (la religione): ogni sua parte è ascritta ai diversi luoghi del significare, è un dispositivo del sapere (da lingue di coltelli interrogato) -> è una barriera mobile fra la physis (natura) e significato. L'allegorizzazione della physis si impone con maggiore energia attraverso il cadavere. Lo smembramento e la decostruzione del corpo e la distillazione dei suoi umori assumono significati di vita nella morte rispetto al corpo santo e di morte nella vita rispetto al corpo mortale. Esiste un parallelo fra l'anatomia del corpo e quella dell'anima, fatto di rifrazioni che sono a loro volta intrecciate alla.