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ANTROPOLOGIA DELL'EDUCAZIONE DUE TRADIZIONI

George Spindler, sede a università di Standford. Favorito convergenza tra studi antropologici e tematiche educative che deve molto alla corrente di cultura e personalità (relazione, scuola e società, trasmissione culturale nelle istituzioni scolastiche in maniera uniforme tra generazioni, rapporto D-d). Negli anni 80 grazie al lavoro di Wolcott antropologia educativa americana sposta la sua attenzione dalla trasmissione culturale all'acquisizione culturale: non solo trasmissione uniforme, ovvero persone che in circostanze simili si comportano sempre nel solito modo: no totale omogeneità perché significa trascurare il ruolo attivo di chi apprende. Legame tra antropologia educativa e studi di cultura e personalità evidente anche quando si studia l'approccio "studio della trasmissione culturale", usato da Spindler per spiegare mezzi e modi di trasmettere valori e comportamenti da.

Una generazione all'altra. Termine sottoposto poi a critiche per i limiti che questa trasmissione implica determinismo culturalista (evoluzionista). Mead e Herskovits alla fine '40 sostennero che accanto a trasmissione replicativa (prodotta dal passaggio identico di tratti culturali di generazione in generazione) fossero presenti anche meccanismi di rielaborazione in grado di presupporre una visione dell'apprendimento dinamica.

Solon Kimball, sede alla Culumbia University intraprese la sua attività accademica nel 1953 dietro invito di Margaret Mead. Oltre ad essere d'accordo con Spindler sul ritenere fondamentale l'inserimento di studi sull'educazione, il cambiamento culturale e la struttura sociale aggiunse anche l'importanza del fare ricerca ulteriore sui piccoli gruppi, gli studi di comunità, relazione di genere. Ricerca l'interazione tra diverse dimensioni e fattori che creano la complessità del contesto.

educativo: più che concentrarsi sulla trasmissione culturale preferisce approfondire all'analisi olistica, biologica, culturale dell'apprendimento umano.

INSUCCESSO SCOLASTICO. Di particolare rilevanza per gli antropologi dell'educazione fu l'IS e in particolare di come esso riguardasse le minoranze. Si ricerca a partire dall'attenzione negli usa alla comprensione delle ragioni per cui fossero i giovani delle minoranze etnico-culturali di bassa estrazione sociale a vivere la stigmatizzazione rispetto all'insuccesso scolastico fino al fenomeno della dispersione (totale abbandono di qualsiasi percorso formativo).

DISAGIO SCOLASTICO: comportamenti considerati disfunzionali come una disattenzione più o meno costante in aula, una partecipazione limitata alla lezione, assunzione di condotte di opposizione/disturbo e talvolta anche incrinando il rapporto con l'insegnante e i compagni. Ha una ripercussione sull'alunno ma anche sul gruppo classe.

Necessario guardare il disagio scolastico come non unicamente una colpa dell'alunno che lo esprime ma occorre anche guardare all'altro polo della relazione: l'istituzione scolastica in quanto portavoce di una determinata cultura e riflettendo l'influenza della società (sguardo partecipante e situato dell'antropologo): considerare non solo le peculiarità dello studente ma anche del contesto e dell'istituzione. Possono condurre a forme di EVASIONE/INADEMPIENZA: si verificano quando il soggetto occasionalmente non si presenta a scuola, si verificano mancati ingressi si prolungano nel tempo fino all'ABBANDONO SCOLASTICO (drop out): precoce e definitivo allontanamento dalla scuola prima di aver completato il ciclo formativo di base. DISPERSIONE SCOLASTICA: maggiore ampiezza semantica rispetto all'abbandono perché include anche esperienza della ripetenza anche reiterata/ripetuta come anche forme di interruzione temporanea. Antropologiadell'educazione ha affrontato il tema dell'insuccesso scolastico e cercando di comprendere le ragioni per cui principalmente le minoranze vivevano ciò. La scuola è vissuta come luogo di sosta, non come luogo dove abito e ho relazioni socialmente virtuose, maturo disinteresse e disimpegno in luogo non dove costruisco relazioni ma un luogo dove mi stufo/perdo tempo che potrei usare per attività più interessanti. Problematiche che vanno a ingrossare le fila dei NEET: giovani tra 15 e 29 anni che non sono inseriti in processi di educazione e formazione ma neanche in attività lavorativa (in Italia 26% della popolazione altissima, a livello europeo dopo la Grecia la più alta). DEPRIVAZIONE vs DISCONTINUITÀ. Fin dai suoi esordi, l'antropologia in contesti educativi ha sviluppato interesse particolare per l'impatto dell'istruzione sugli studenti appartenenti a gruppi di minoranza, concentrandosi in particolare su alunni di.

Origine immigrata e classe sociale bassa/disagiata. Con la volontà di reagire al determinismo biologico di impianto razzista che attribuiva l'insuccesso a caratteristiche biologicamente trasmesse, molti educatori aderirono alla teoria sulla deprivazione culturale (Oscar Lewis coniò l'espressione come anche "cultura della povertà"):

Nella prima metà del 900 enfatizzò la povertà come stile di vita stabile e strutturato, povertà come fattore determinante il comportamento individuale e in grado di forgiare tratti di personalità che appartenevano a questi gruppi sociali (sviluppo di certi tratti culturali). La povertà si perpetuava di generazione in generazione attraverso l'inculturazione dei bambini. I bambini poveri assorbivano attitudini della loro sottocultura ed erano incapaci di ignorare la propria condizione esistenziale (passivamente influenzati dall'inculturazione della povertà senza...)

possibilità di ribellione: adattamento). Inculturazione inevitabile dei bambini che determinava comportamenti disfunzionali che portavano all'insuccesso scolastico, privati delle caratteristiche necessarie per sopravvivenza sociale. Non più a causa delle caratteristiche genetiche come aveva sostenuto l'evoluzionismo biologico ma l'incapacità di uniformarsi alle regole fossero da attribuire ad una mancanza di competenze culturali che andavano compensate. Essi considerati deficitari e mancanti di qualcosa, nella speranza di colmare questa mancanza/vuoto (svantaggi di partenza definiti) iniziarono a venire promossi programmi nelle scuole di carattere compensatorio dei deficit (seconda lingua, capacità cognitive di base). Però sul finire degli anni 60 dietro l'impulso dei movimenti negli USA di rivendicazione dei gruppi minoritari (come Martin Luther King) che chiedevano autodeterminazione educativa e il riconoscimento della propria

Identità etnica/culturale, nelle università americane si viene quindi a formare un nuovo approccio allo studio delle difficoltà scolastiche degli alunni di minoranza (non deprivazione): DISCONTINUITÀ CULTURALE (la mancanza di un tratto non come un vuoto da riempire ma con codici comunicativi/cultura diversa di cui sono espressione: in quanto differenti richiedono diverse modalità). Attraverso ricerche micro-etnografiche perché il campo diventa un micro-campo che è la classe, iniziarono a mettere in luce come conflitti degli alunni appartenenti alla minoranza in classe non erano conseguenza dell'ambiente impoverito ma entra in gioco serie di interazioni differenti. Non creare quindi programmi per riempire le mancanze ma sforzarsi al fine di individuare tattiche per creare contesti di apprendimento più accoglienti verso le differenze culturali, viste come risorsa (tutti i gruppi umani nella loro storia hanno vissuto processi di evoluzione).

Anche se differenti, ogni contesto scolastico ha sviluppato propri stili di interazione o apprendimento, tutti differenti. È necessario esplorare in profondità la distanza tra la realtà scolastica e il contesto familiare di provenienza, ovvero lo stile educativo. È importante riflettere sugli impliciti culturali, come i valori e le norme di comportamento, oltre allo stile di comunicazione che caratterizzano il mondo della scuola.

Lee Hewitt (1905) accusa le scuole americane di non comprendere il background culturale dei bambini immigrati e di non rispettare la cultura degli indiani d'America. L'educazione dovrebbe essere sociale, etnica e individuale. L'obiettivo dovrebbe essere quello di creare americani, indiani, filippini migliori, non di americanizzare.

Franz Boas (1928) pubblica un must della letteratura antropologica, "Anthropology and Modern Life". Critica le istituzioni scolastiche contemporanee, accusate di incoraggiare l'individualismo e la conformità culturale, invece di valorizzare le diverse culture presenti nel territorio americano.

Rifiuta il mito della superiorità razziale/culturale/etnica. Riforma necessaria nel sistema scolastico in modo tale da adattarlo al sistema culturale degli alunni sviluppando potenzialità). Approccio della discontinuità culturale vede tra i due mondi la causa principale dei problemi di insuccesso scolastico: si arriva all'elaborazione dell'approccio del MODELLO ECOLOGICO-CULTURALE di John Ogbu. Aggiunge ai modelli precedenti la distinzione tra minoranze volontarie (immigrati volontariamente sono arrivati nei paesi in cui risiedono per migliorare proprio status, si distinguono perché sono disposte a pagare un prezzo per integrarsi, investimento sull'istruzione escolarizzazione dei figli visto come presupposto affinché progetto migratorio abbia successo. Oggi ad esempio bambini senegalesi che hanno progetto anche economico di scolarizzazione) e involontarie (per forza, non scelgono di essere minoranze come afroamericani e indiani).d'America percause geopolitiche e storiche si trovano in quella situazione. Solitamente occupano una posizionesubordinata in un ambiente in cui le relazioni solo loro ostili: percepiscono il loro bagaglio culturale nonsolo diverso ma in opposizione a quello dominante- individui sottoposti a pressione psicologica esociale: dilaniati dal dilemma se agire da bianchi o rimanere fedeli alla comunità). Convinto cheorientamento dei diversi gruppi verso la scolarizzazione e anche gli sforzi per ottenere il successoscolastico siano differenti, non considerate il punto di vista emico che le minoranze danno al processodi istruzione e scolarizzazione(punto di vista, credenze e valori, modello culturale). Necessario quindiindagare nelle classi e nelle famiglie in modo diacronico, che riesca a guardare nel tempo, le peculiaritàal percorso di incorporazione nella società americana/a livello storico. Antropologi iniziano ad adottareapprocci etnografici e micro-etnografici
  • Negli anni 80 si pone l'attenzione su fattori strutturali come le storie della migrazione.
  • Si approfondisce la relazione tra ineguaglianza e sistemi di credenze comunitarie.
  • L'ineguaglianza viene messa in relazione anche con il sistema valoriale, simbolico e religioso.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
18 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ntina.vale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia dei processi educativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Brambilla Chiara.