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Estratto del documento

AMBROSOLI.

Seguendo le sue tracce e quelle dell’altro Banchiere d’assalto, ROBERTO CALVI

nel 1981, i Magistrati COLOMBO E TURONE, trovarono gli elenchi degli affiliati

della MASSONICA “LOGGIA PROPAGANDA DUE” (P2):

Oltre ai nomi di SINDONA E CALVI, gli inquirenti trovarono nelle liste quelli di altri

protagonisti di grandi scandali italiani.

Ogni loggia massonica è una struttura intesa a mettere in collegamento persone

che hanno un posto importante nella società.

Il ruolo particolarmente elevato occupato dai suoi affiliati faceva la differenza tra la

P2 e le altre massonerie, rendendola così una struttura del potere alternativa o

parallela a quella legale, per qualche buona o pessima ragione tenuta segreta.

 LICIO GELLI: dal 1970 dirigeva la Loggia essendone poi divenuto il “VENERABILE

MAESTRO” e va ricordata una battuta di CRAXI: “ Dietro quel BELFAGOR, si

nasconde di certo un BALZEBù che manovra il manovratore.” Voleva riferirsi ad

ANDREOTTI, che si attivò a sostegno di SINDONA nel momento della difficoltà.

L’immagine di Andreotti è quella di produttore-consulente suggerita dal genero di

Sindona in una lettera scritta nel 1973 allo stesso Andreotti,

Dopo le elezioni del 1976, MORO, delegò Andreotti alla guida del governo di unità

nazionale, ma era un bel paradosso e Moro ne era cosciente.

Affidava l’apertura a sinistra, forse l’atto preliminare del compromesso storico,

all’esponente della destra Dc, che in antico aveva abbracciato il generale

GRAZIANI, per compiacere la destra estrema.

La P2 si proponeva come un pezzo importante della destra che non riusciva a farsi

partito, la cui principale ragion d’essere era l’ANTICOMUNISMO.

 SOGNO: “Aderii alla P2 nel ’78 perché mi venne presentata come

un’organizzazione fortemente anticomunista.

 Andreotti collaborava con la destra per usarla e quindi la sua relazione con GELLI

era di mutua strumentalizzazione.

 Problemi economici italiani sono ricondotti dagli analisti della P2 alle eccessive

pretese sindacali.

 Problemi morali al tentativo scriteriato delle componenti laiche e radicali della

società civile di portare il paese di colpo al livello nordeuropeo.

 Problemi politici all’effetto corruttore dell’azione dei partiti su singoli e gruppi.

28

In Italia c’era una situazione di GUERRA CIVILE strisciante che potrebbe portare ad una

MILITARICRAZIA nel caso di successi del Pci.

La Dc, da Fanfani in poi, in mano ad un apparato malamente ispirato al modulo comunista

non sarebbe in grado di impedirlo.

Le soluzione proposte in due documenti:

Rafforzare l’esecutivo nei confronti del legislativo

 Mutare la legge elettorale da proporzionale in maggioritaria

 Distaccare la Magistratura inquirente da quella giudicante e subordinarla al governo

 Demolire il monopolio televisivo Rai

 Nei confronti dei PARTITI l’ideale sarebbe stato averne DUE, l’uno LIBERAL-

 MODERATO e l’altro RADICAL-LABURISTA; in mancanza bisognerebbe puntare

su una NEOFORMAZIONE DI DESTRA la quale permetta lo scongelamento dei

due milioni di voti moderati affluiti al Msi tra il 1971-72.

Si dovrà soprattutto rifondare la Dc, sostituendone l’80% dei dirigenti, e creando

una struttura articolata in clubs territoriali e settoriali composti da nuove leve

provenienti dalla società civile, dal mondo esterno.

Primario obiettivo ed indispensabile presupposto dell’operazione è la costituzione di

 un club di natura rotariana di pochissimi (30-40) e selezionatissimi uomini politici

Bisognerà impiegare 10 miliardi per acquistare la Dc ed altrettanti per favorirne una

 scissione sindacale e formare una libera confederazione

30-40 miliardi per permettere ad uomini selezionati e molto abili di conquistare le

 posizioni chiave ed impadronirsi di quotidiani e rotocalchi

Conquistare e manipolare l’informazione

LA FINALITA’ DELLA LOGGIA P2 ERA PROPRIO QUELLA DELLA PROPAGNADA.

FU questo ad attirare SILVIO BERLUSCONI, il cui nome ritroviamo nelle liste della P2:

nato nel 1936 sta puntando proprio verso sul settore dell’informazione, stampa e

televisione.

Tra gli affiliati vi sono altri imprenditori del ramo:

 ANGELO RIZZOLI, che nel 1975 conquista il “Corriere della sera” e lo riporta in

una posizione centrista tradizionale.

Nel 1980 vi comparirà un’intervista fatta da MAURIZIO COSTANZO a GELLI,

intesa a comunicare al volgo una versione semplificata del loro progetto:

“ I Partiti fanno schifo, ci vorrebbero la REPUBBLICA PRESIDENZIALE e la

pena di morte”

 MONTANELLI ebbe un dibattito con Gelli nella fase di fondazione del

“GIORNALE NUOVO” , avvenuta nel giugno del 1974 grazie al sostegno di un

gruppo di finanziatori tra cui emerse proprio Berlusconi.

Dopo l’esplosione dello scandalo del coinvolgimento del co-autore di tanti suoi

libri, ROBERTO GERVASO, Montanelli dichiarò che la loggia non era un cosa

seria, con lo stile banalizzante che era in lui usuale quando si riferiva agli intrighi

della destra.

Montanelli forse rimpiangeva il periodo dell’Ambasciatrice LUCE, e rimproverò il

nuovo ambasciatore R. GARDNER, che a suo dire non faceva abbastanza

contro i comunisti.

Il grande giornalista voleva dare voce ad una maggioranza silenziosa, ostile

all’estremismo di sinistra, agli scioperi, ai sindacati, ai comunisti e a chiunque li

favorisse. Diffidava di SOGNO E PACCIARDI, consapevole della necessità di

uscire dalla subalternità estremista di cui la destra soffriva.

29 Montanelli affermava che i politici di professione ritengono di squalificare chi si

schiera contro di loro definendolo QUALUNQUISTA, ma adesso si tratta anche

di delusione e rabbia per la sua incapacità di tendere l’orecchio alla voce del

paese.

Conveniva con GIANNINI, sul fatto che i partiti si comportavano come bande di

saccheggiatori.

I suoi interlocutori però gli indicavano la strada delle riforme istituzionali.

Voleva salvaguardare la Dc e nel momento decisivo delle elezioni invitò i suoi

sostenitori a schierarsi dietro lo scudo magari turandosi il naso.

Passate le elezioni tornò a mettere in guardia contro i professionisti del

tradimento della sinistra Dc, contro il Psi ed ovviamente contro il compromesso

storico proposto dall’arcinemico comunista.

 GUIDO PIOVENE, ENZO BETTIZA E ROSARIO ROMEO: cercarono di

cooptare nell’impresa:

- ROSARIO ROMEO era un liberal democratico di sicura fede, già vicino al

Partito Repubblicano, ora impegnato nell’impegnato progetto di terza forza,

detto ALLEANZA LAICA

30 5. LA POLITICA DELLA STRAGE

Violenze di piazza e cedimenti istituzionali;

 I SOCIALISTI che fanno da trai d’union tra i COMUNISTI e la sinistra cattolica

 Il Tradimento della Dc da sempre al governo grazie al voto anticomunista, che

 apriva le porte all’arcinemico comunista.

L’andamento della politica italiana all’indomani del ’68 confermava i peggiori incubi

della destra, che si sentiva maggioranza nel cuore della nazione.

Ne scaturirono due progetti di golpe, che però non vennero attuati; erano delle vere e

proprie pressioni sulla Dc intese a bloccare il meccanismo di apertura a sinistra in

qualche modo congenito alla Repubblica dei partiti.

Nel dicembre del 1970, un commando neofascista fece irruzione in armi nel

1. corso della notte nella sede del Ministro degli Interni, capitanato dal Principe

nero J.V. BORGHESE che fondò uno dei gruppi extraparlamentari dell’ultra-

destra, AVANGUARDIA NAZIONALE. Ma venne a mancare il previsto sostegno

di altri gruppi.

Il secondo progetto su partorito nel periodo successivo all’ambasciatore SOGNO

2. che parlava di GOLPE BIANCO: sosteneva di aver convinto molti suoi ufficiali a

muoversi in vista di una seconda Repubblica presidenzialista, perché il popolo

non fosse trascinato sulla strada della sovietizzazione dai traditori della

democrazia.

Nel Maggio del 1976 venne arrestato su mandato di cattura del giudice istruttore

LUCIANO VIOLANTE, ma finì assolto.

L’Ambasciatore, era stato sempre convinto che tra Comunisti ed Italiani ci fosse

permanentemente una situazione di guerra civile, e lui si dichiarò pronto

combatterla, quella guerra civile, in caso di vittoria elettorale comunista,

fornendo un esempio raro nel discorso pubblico italiano.

 GIORGIO ALMIRANTE: Leader del Msi nel 1972 diceva che la guerra civile non

è una prospettiva, ma è una realtà in atto nel nostro paese da quando le

elezioni diedero ragione ai comunisti.

I voti dei comunisti per lui rappresentavano una minaccia .

TERRORISMO INDISRCIMINATO

Fece i suoi esordi con la strage di Piazza Fontana, a Milano nel 1969. Seguirono quelli di

Brescia e quello di Bologna. Il culmine si ebbe nel 1980 con gli 80 morti alla stazione di

Bologna.

Le sentenza hanno messo hanno stabilito che venne messo in atto da elementi dell’ultra-

destra con la copertura o su mandato di qualche spezzone dei servizi segreti; per sapere

le motivazioni si potrebbe leggere:

Documento del maggio 1969, scritto dal generale GIANNETTINI, agente

- del servizio segreto militare (Sid), e giornalista di destra : in questo

documento si svela un’occulta operazione intesa a restaurare il centrismo

attraverso la scissione del Psi ed il sostegno della Dc alla leadership

centrista di FLAMINIO PICCOLI, ed infine si svela un’ondata di attentati

terroristici per convincere l’opinione pubblica della pericolosità di mantenere

l’apertura a sinistra, affidata a gruppetti isolati di neo-fascisti.

Con questo documento, GIANNETTINI, intendeva lanciare nei sotterranei del potere

allarmi che erano insieme minacce , in attesa che la strategia della tensione esplodesse in

superficie per manipolare l’opinione pubblica, forzare la Dc a costruire un fronte nazionale

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anticomunista, intimidire la sinistra, fare terra bruciata nei territori di comunicazione tra

l’uno e l’altro campo.

L’obiettivo era quello di sempre, il metodo però era nuovo.

I pianificatori del terrore si compiacquero quando gli inquirenti imboccarono una PISTA

ROSSA dando colpa agli ANARCHICI; la sinistra si mise così a denunciare la “strage di

Stato” ; ad un certo punto gli inquirenti iniziarono ad imboccare la PISTA NERA.

GIANNETTINI, VENTURA ed altri neofascisti furono incriminati ma vennero assolti.

Ai fini di una rivoluzione nazionale, la strategia della tensione si rivelò feroce e vana, visto

che lo stato d’emergenza e la messa fuori legge dei comunisti non giunsero mai e che

l’arco costituzionale non fu rotto, anzi RAFFORZATO.

Il ritorno al CENTRISMO, si realizzò con ANDREOTTI

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Publisher
A.A. 2012-2013
45 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Monyka88 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Lupo Salvatore.