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Capitolo 10: La regolamentazione e le soluzioni gestionali della crisi d'impresa
1. Il cambiamento e la ristrutturazione
Il cambiamento è una condizione necessaria e sufficiente per la sopravvivenza del sistema impresa, il quale deve essere in grado di prevenire o reagire agli eventi ambientali. Cambiare significa modificare o ristrutturare l'assetto e la combinazione dei fattori produttivi al fine di migliorare il rapporto input-output adeguandolo alle diverse combinazioni prodotto-mercato. Possiamo distinguere tre tipi di ristrutturazione:
- Ristrutturazione organizzativa, perseguibile tramite la revisione delle unità operative in modo da rivedere l'ambito delle attività dell'impresa ed i suoi obiettivi, rendendoli coerenti con le potenzialità presenti e le modifiche del mercato. Questo processo prevede un ridimensionamento della struttura a partire dal personale.
- Ristrutturazione di portafoglio, caratterizzata dall'analisi
dell'area di business su cui competere cercando soluzioni strategiche differenti dal passato e più efficienti. Questo tipo di ristrutturazione prevede un più marcato interessamento verso l'ambiente esterno all'impresa al fine di riconoscere i segnali del cambiamento presenti nella domanda- ristrutturazione finanziaria, con cui si ricerca il perseguimento dell'equilibrio attuabile tramite metodologie finanziarie più o meno complesse a seconda della situazione di riferimento. Attualmente nelle ristrutturazioni la semplice riduzione della struttura non costituisce fonte di migliorie che consentono all'impresa di riprendere la propria capacità di creazione di valore. Affinché si possa pensare di avere successo si rende necessario prevedere percorsi di crescita della capacità innovatrice e di marketing.
2. Il ruolo della normativa nella crisi d'impresa
L'intervento del legislatore nell'ambito della crisi
l'intero corpo dei creditori. Inoltre, la procedura concorsuale permette di ottenere una distribuzione equa e omogenea dei beni dell'impresa insolvente tra i creditori, evitando così situazioni di privilegio o discriminazione. Le norme che regolano la liquidazione dell'impresa insolvente o che mirano a prevenirla sono fondamentali per garantire la tutela dei creditori e la salvaguardia dell'attività economica. Attraverso il fallimento, si cerca di evitare che l'impresa si estingua completamente, consentendo invece una gestione organizzata e controllata delle passività. È importante sottolineare che il principio della concorsualità riduce i rischi di estinzione delle passività che non rispondono a criteri di equità ed omogeneità delle diverse posizioni creditorie. In questo modo, si elimina la possibilità di clausole contrattuali che potrebbero favorire alcuni creditori a discapito degli altri. Le procedure concorsuali offrono anche vantaggi in termini di economicità e coordinamento. L'avvio di una procedura concorsuale impedisce l'attivazione di azioni individuali da parte dei creditori, che potrebbero agire autonomamente e liquidare gli attivi disponibili senza garantire il soddisfacimento di tutti i creditori. Inoltre, la procedura concorsuale permette di gestire in modo unitario e coordinato l'intero processo di liquidazione dell'impresa insolvente. In conclusione, le norme aziendali che regolano la liquidazione dell'impresa insolvente o che mirano a prevenirla sono fondamentali per garantire la tutela dei creditori e la salvaguardia dell'attività economica. Il principio della concorsualità riduce i rischi di estinzione delle passività e assicura una distribuzione equa e omogenea dei beni dell'impresa insolvente tra i creditori. Le procedure concorsuali offrono inoltre vantaggi in termini di economicità e coordinamento.i creditori "ritardatari". Questa attività di coordinamento comporta dei costi che gravano sulle disponibilità finanziarie che provengono dalla stessa procedura. Si distinguono i costi diretti dai costi indiretti. I primi sono rappresentati dall'onerosità intrinseca della procedura, mentre i secondi possono considerarsi come gli effetti negativi delle azioni volte non alla creazione di valore dell'impresa, ma alla sua eliminazione. In questa categoria rientrano gli oneri da distorsione che si generano nell'ipotesi in cui sarebbe più vantaggioso proseguire nell'attività d'impresa. Tra i costi indiretti rientrano anche gli oneri "politici" che discendono dall'incompletezza dei mercati che impedisce l'autonomo funzionamento dell'economia. I costi del fallimento rappresentano una categoria rilevante della procedura che spesso ne invalida l'utilità economica poiché icreditori ottengono percentuali molto ridotte del loro credito. Un'ulteriore difesa dellavitalità economica del fallimento si ritrova nella teoria del creditors'bargain che attribuisce a questa procedura la capacità di eliminazione degli oneri che discendono dalle diverse azioni poste in essere singolarmente dai creditori i quali, in presenza di un attivo inferiore al passivo fallimentare, provocherebbero un inutile frazionamento dell'impresa. L'efficienza delle procedure concorsuali viene riconosciuta nella loro possibilità di ottenere un maggior valore dell'attivo rispetto all'azione dei singoli creditori. Il presupposto della dichiarazione di fallimento è rappresentato dall'incapacità di far fronte con le proprie disponibilità alle obbligazioni contratte e scadute. La procedura dà così avvio alla liquidazione delle attività aziendali al fine di rimborsare i crediti vantati dai terzi. Questaratio presenta dei limiti:
- l'insolvenza viene valutata senza considerare le prospettive future relative ai flussi reddituali e finanziari attesi
- l'insolvenza viene stabilita dal giudice il quale è privo delle informazioni e delle conoscenze necessarie per valutare la situazione reale e prospettica dell'impresa
- la procedura è priva delle informazioni necessarie per consentire l'ottimizzazione della fase liquidatoria
- l'estromissione del debitore dalla procedura determina, nella fase pre-fallimentare, l'attivazione di meccanismi non ottimali per la conservazione del patrimonio
- il rispetto della normativa fallimentare burocratizza l'azione esecutiva prolungandone la durata
- la chiusura della procedura non consente ai creditori insoddisfatti di far valere diversamente i propri titoli e costituisce uno degli aspetti fondamentali della normativa fallimentare
Questa ratio estende la limitazione della responsabilità anche
All'imprenditore individuale, garantendo una sorta di equità e di incentivo economico.
Le attuali tendenze normative
Anche a livello internazionale, l'intervento normativo è stato rivolto a privilegiare la liquidazione dell'impresa dal punto di vista giuridico tramite lo spossessamento, al fine di rimborsare le diverse posizioni creditorie.
La normativa tedesca in ambito fallimentare prevede una procedura volta alla liquidazione aziendale ed al rimborso delle posizioni creditorie. Questa procedura si avvia su istanza dei creditori ed in seguito alla verifica dell'esistenza dello stato di insolvenza. Nell'ambito di questa previsione normativa è presente il concordato fallimentare che prevede la possibilità di individuare nel piano d'insolvenza soluzioni differenti dalla liquidazione, orientate a consentire la sopravvivenza dell'impresa.
L'approvazione del piano avviene con l'ottenimento del voto favorevole della
tedesco prevede che i creditori, riuniti in assemblea, assumano un ruolo determinante nella procedura di insolvenza. Essi esercitano la funzione deliberante su alcuni argomenti e, tramite il comitato dei creditori, svolgono la funzione di vigilanza e controllo sull'attività della procedura. Nell'ordinamento francese, invece, esistono tre procedure alternative al fallimento. La prima è la procedura d'allarme, che viene attivata su impulso del revisore dei conti nel caso in cui egli rilevi situazioni che potrebbero compromettere la continuità dell'impresa. La seconda è la procedura di composizione amichevole, che prevede il riassetto dell'impresa attraverso la nomina di un conciliatore da parte del tribunale. Infine, vi è la procedura giudiziaria, che comprende il risanamento e la liquidazione dell'impresa. inglese distingue le procedure di pre-insolvenza, in cui si prevedono accordi formali o informali per l'estinzione delle passività aziendali, da quelle in cui si accetta l'insolvenza che viene valutata sulla base dell'insufficienza dei beni per il soddisfacimento dei debiti. Nell'ambito delle procedure di insolvenza previste per le società rientrano: 1. Administration: ha lo scopo di salvaguardare le sorti dell'impresa e garantire ai creditori una migliore soluzione rispetto a quella ottenibile con la liquidazione. 2. Administration Receivership: in cui un creditore garantito sul patrimonio della società nomina il curatore che ha il compito di realizzare attività necessarie per il soddisfacimento delle ragioni creditorie. 3. Liquidazione: che può essere volontaria o coatta, quindi avviata dal Tribunale nel caso in cui si sia manifestata l'insolvenza. L'administration consente alle imprese potenzialmente efficienti di potercontinuare ad operare evitando la liquidazione tramite il concordato preventivo che deve trovare l'approvazione da parte del 75% dei creditori.
La presenza più incisiva dell'autorità giudiziaria, oltre a tutelare gli interessi del ceto creditorio, può essere anche di utilità economico-sociale per tentare la salvaguardia di interi ambiti o di macro-realtà di particolare rilevanza per il territorio.
La decisione di avviare o meno la procedura attualmente è di competenza del giudice il quale non possiede le conoscenze necessarie e competenze utili per cercare di ridurre la complessità presente in questa deliberazione. Le soluzioni concordatarie possono rappresentare una formula utile per contenere la problematica, visto che i creditori e l'impresa in decozione possiedono informazioni e know-how utili per cercare di mirare a soluzioni meno rischiose rispetto a quelle demandate al giudice.
Il debitore potrebbe avere un ruolo attivo.
nell'ambito della procedura e vedersi anche riconoscere una parte delle risorse qualora la crisi non sia sanabile. La validità delle soluzioni concordate della crisi dipende dalla presenza di alcune caratteristiche tra cui la tempestività della loro proposta, la trasparenza e veridicità dello stato di decozione, la salvaguardia degli interessi dei creditori, l'efficacia prospettica del piano di risanamento. 4. Le soluzioni concordatarie Tra gli strumenti utilizzati per la ristrutturazione delle imprese in crisi troviamo: - il concordato preventivo - gli accordi di ristrutturazione 4.1 Il concordato preventivo Il presupposto oggettivo del concordato preventivo è rappresentato dall'esistenza di uno stato di crisi cui si intende far fronte con l'implementazione di un piano di risanamento che prevede il soddisfacimento delle esposizioni debitorie, attuabili tramite qualsiasi formula di rientro. La crisi è lo stadio non terminale, quindi recuperabile.uo;azienda. Questo processo può essere causato da diversi fattori, come una cattiva gestione finanziaria, una mancanza di innovazione o una concorrenza troppo agguerrita. Inoltre, l'impresa potrebbe trovarsi in difficoltà a causa di cambiamenti nel mercato o di eventi imprevisti, come una crisi economica o una pandemia. Per contrastare questo processo degenerativo, è fondamentale adottare misure correttive tempestive, come ridurre i costi, migliorare l'efficienza operativa e cercare nuove opportunità di mercato. Inoltre, è importante avere una solida strategia di gestione del rischio e una buona pianificazione finanziaria. Solo così si può sperare di evitare l'insolvenza e garantire la sopravvivenza dell'impresa nel lungo termine.