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Teorema sulla convergenza di una successione in uno spazio metrico euclideo
Sia S = R uno spazio metrico euclideo e { x } una successione di elementi di S. Ogni elemento di questa successione avrà p componenti. Al variare di n avremo quindi p successioni di numeri reali. Se { x } tende ad un elemento x*, costituito da p componenti x*1, x*2, ..., x*i, ..., x*p, le successioni di numeri reali ottenute dalle componenti di { x } tenderanno alla corrispondente componente di x*.
In simboli:
R → n x1 → x1*
R → n x → x*
R → n xp → xn*
Parte I: Fissato ε > 0, per ipotesi, esiste un numero naturale N tale che, per ogni n > N, risulta d( xn, x* ) < ε. Applicando la disuguaglianza triangolare, otteniamo:
d( xn, x* ) < ε → √Σ(xn i - x*i) < ε
Evidentemente, vale la seguente:
√Σ(xn i - x*i) < ε → √Σ(xn i - x*i) < ε |x1 - x*1| + ... + |xp - x*p|
per la proprietà
transitivan| x1 - x*1 | < e. Abbiamo quindi dimostrato che, per qualunque valore di e, esiste un indice v a partire dal quale, la successione { x1 } tende a x*1. Ripetiamo l'operazione per tutti gli indici fino a p e otteniamo la tesi.
parte II: √p. Fissiamo e > 0 e consideriamo e / √p, che è ancora maggiore di zero. Per ipotesi esisterà un indice v1 a partire dal quale | x1 - x*1 | < e / √p. Eleviamo al quadrato: 2( x1 - x*1 ) < e / p. Reiteriamo l'operazione fino a vp. Definiamo a questo punto v' = max( v1, v2, ..., vp).
Consideriamo n > v'. Sommiamo quindi le diseguaglianze così ottenute: ∑( n2 (xi - x*i) ) < p ( e / p). Estraiamone la radice: ∑( n2 (xi - x*i) ) < e, che in sostanza vuol dire nx → x*.
Successioni di Cauchy o fondamentali: Dato uno spazio metrico ( S,d ) e una successione { x } S, la successione si dice di Cauchy se si verifica la seguente condizione: per ogni e > 0 esiste un N
Teorema 4: Una successione convergente è di Cauchy.
Fissiamo un ε > 0 e consideriamo ½ε. Supponiamo la successione { x }n convergente ad un limite x*. Esisterà allora un indice v' a partire dal quale d( x , x* ) < ½ε. Siano quindi n ed m maggiori di v'. Per la proprietà triangolare, possiamo scrivere d( x , x ) ≤ d( x , x* ) + d( x*, x )n m. Per la convergenza ad x*, possiamo maggiorare i termini a destra d( x , x* ) + d( x*, x ) < ½ε + ½εn m. Infine, per la proprietà transitiva d( x , x ) < εn m.
Mostriamo con un contro esempio che il viceversa in generale non è valido. Consideriamo la successione infinitesima { 1/n } in R. Essa è convergente a zero, di conseguenza è una successione di Cauchy. Consideriamola ora nel sottoinsieme di R ] 0, 1 ]. Essa è ancora di Cauchy, ma non converge in ] 0, 1].
Spazio metrico completo: Uno spazio metrico si dice
completo se ogni sua successione di Cauchy è convergente. Proviamo ora che uno spazio euclideo è completo.
Sia { x } R una successione di Cauchy. Definiamo una diseguaglianza:
|a1||a2| ≤ √(2^2 + 2^2 + ... + an^2) diseguaglianza A.
Essendo { x } una successione di Cauchy, fissato un ε > 0, esisterà un indice v a partire dal quale d( x , x ) < ε. Ossia:
√(Σ(n m (xi – xi)^2)) < ε n,m > v
Applichiamo la diseguaglianza A per le componenti 1 del vettore x:
√(Σ(n m (| x1 – x1 |)^2 < (xi – xi)^2)) < ε
Ripetendo questa operazione per tutte le p componenti, ricaviamo che tutte le successioni ottenute fissando l’indice al variare di n sono successioni di Cauchy. Queste successioni appartengono ognuna all’insieme R. Per il Teorema di Cauchy in R, convergono quindi tutte ad elementi di R, che indicheremo con x*1, x*2, ... x*p. Infine, dal Teorema 3 ricaviamo:
quindin pche la successione originaria { x } converge in R ad un elemento x*, dicomponenti x*1, x*2 ………. x*p. n pTeorema 5: Si abbia una successione { x } R limitata. Esisterà allora una sua Pestratta tendente ad x* R .
Teorema 6: Sia ( S,d ) uno spazio metrico, e X un suo sottoinsieme:S n nx0 DX {x } X di elementi distinti tale che x x0Insieme sequenzialmente compattoSia X un sottoinsieme di uno spazio metrico ( S,d ). Esso si dice sequenzialmentecompatto se è l’insieme vuoto, oppure da ogni successione di elementi di X se ne puòestrarre una convergente ad un elemento di X. X si dice invece relativamentesequenzialmente compatto se la sua chiusura è un insieme sequenzialmente compatto.
Teorema 1 : Sia ( S,d ) uno spazio metrico ed X S diverso dall’insieme vuoto. Se Xè sequenzialmente compatto allora è anche chiuso e limitatoparte I: proviamo che X è chiuso
nX si dice chiuso se
Per il teorema 6, esiste una successione {x } appartenente a X tale che x tende a x0, con x0 appartenente a S. Essendo l'insieme X sequenzialmente compatto, possiamo estrarre da { x } una successione { x } tendente a x* appartenente a X. Ma, per il Teorema 2 sulle Successioni estratte, e per l'unicità del limite, x0 = x*. Da ciò x0 appartiene a X. Parte II: proviamo che X è limitato. Supponiamo per assurdo che X non sia limitato, allora, fissato x0 appartenente a S, esiste x1 tale che la distanza tra x1 e x0 è maggiore di 1, esiste x2 tale che la distanza tra x2 e x0 è maggiore di 2, e così via fino ad ottenere una successione { xn } definita come segue: la distanza tra xn e x0 è minore di n. Essendo X sequenzialmente compatto, esiste allora una successione { xn } estratta da { x } convergente ad un certo x* appartenente a S. Per cui, la successione di numeri reali definita da d( xn, x*) tende a zero; e una successione di numeri reali convergente è limitata. Esiste quindi un numero reale M positivo tale che d( xn, x* ) <= M. Applicando la proprietà triangolare, d( xn, x0 ) <= d( xn, x* ) + d( x*, x0 ), otteniamo che d( xn, x0 ) <= M + d( x*, x0 ). Ma poiché d( xn, x0 ) è minore di n, otteniamo che n <= M + d( x*, x0 ) per ogni n, il che è assurdo. Quindi X deve essere limitato.x0 ) <= d( x , x* ) + d( x*, x0 ) <= M + d( x*, x0 )essendo d( x*, x0 ) una quantità costante, poniamo L = M + d( x*, x0 )Knd( x , x0 ) <= Lche contraddice l’ipotesi di illimitatezza di X.
Corollario 1: Sia ( S,d ) uno spazio metrico, e sia X un sottoinsieme non vuoto di S.Se X è sequenzialmente compatto, allora esso è anche relativamente sequenzialmentecompatto.Dal teorema 1, se X è sequenzialmente compatto, esso è chiuso, quindi Xcoincide con la sua chiusura. Quindi la chiusura di X è sequenzialmentecompatta; per cui X è relativamente sequenzialmente compatto.
Corollario 2: Se X S è non vuoto e sequenzialmente compatto, allora X è limitato.Se X è sequenzialmente compatto, lo è anche la sua chiusura. Quindi per ilteorema 1, la chiusura di X è un insieme chiuso e limitato. Essendo_X Xanche X è chiuso e limitato.In generale, se X è limitato, non sempre è
sequenzialmente compatto. Presi per esempio S = Q e d( x,y ) = | x – y |, e preso X Q, consideriamo l’insieme x = { ( 1 + (1/n)), n N } si può dimostrare che questo insieme è limitato, ma non sequenzialmente compatto.
Teorema 2 : Sia X un sottoinsieme non vuoto di uno spazio metrico euclideo, allora X è sequenzialmente compatto.
Sia { x } una successione di elementi di X. Essendo X limitato, allora anche la successione sarà limitata. Essendo limitata, esisterà una sua estratta Kn convergente { x } (Teorema 5: ) ad x*. Per il Teorema 6: , x* appartiene alla chiusura di X. Dato che X è chiuso, esso coincide con la sua chiusura, quindi x* appartiene anche ad X.
Teorema 3 : Caratterizzazione degli insiemi sequenzialmente compatti negli spazi euclidei.
Sia X R . X è sequenzialmente compatto X è chiuso e limitato
Corollario : Caratterizzazione degli insiemi relativamente sequenzialmente compatti negli spazi euclidei.
è relativamente sequenzialmente compatto X è limitato
Teorema 4 : Dato uno spazio metrico ( S,d ) e due insiemi X,Y tali che Y X S,se X è sequenzialmente compatto ed Y è chiuso, allora Y è sequenzialmentecompatto
Teorema 5 di Bolzano : Sia X un sottoinsieme infinito e relativamentesequenzialmente compatto di uno spazio metrico ( S,d ), allora DX = 0.nEssendo X infinito, si può costruire una successione { x } di elementi distintidi X. Siccome X è compreso nella sua chiusura, allora la successione data staràanch’essa nella sua chiusura. In oltre, essendo X relativamentesequenzialmente compatto, la sua chiusura sarà un insieme sequenzialmentecompatto. Quindi esisterà una successione estratta dalla prima tale cheS _Kn{ x } x* X.Quindi, dal Teorema 6 otteniamo la tesi.
Corollario : Teorema di Bolzano per gli spazi euclidei. PSia X un sottoinsieme infinito e limitato di uno spazio euclideo R . Allora DX
è nonvuoto. Se X è limitato, allora dal Teorema 3 si deduce che esso è sequenzialmente compatto. Dal teorema di Bolzano infine troviamo che DX <> 0;
Distanza tra due insiemi
Dato uno spazio metrico ( S,d ) e due suoi sottoinsiemi X,Y non vuoti si definisce nel seguente modo le loro distanza d(X, Y) = inf{ d(x, y) con x X, y Y }
Osservazione : se X Y <> 0 allora d( X, Y ) = 0.
Perché, preso x* X Y, d( x*, x*) = 0, ed x* appartiene sia ad X che ad Y.
Essendo { d( x, y ) con x X, y Y } un insieme di distanze, esso è costituito da numeri non negativi, per cui, se lo zero appartiene a questo insieme, esso ne sarà sicuramente l'estremo inferiore.
Il viceversa in genere non è valido. Prendiamo ad esempio S = R, X = [ 0, 1 ] ed Y = ] 1, 0 ]. Allora d( X, Y ) = 0, ma la loro intersezione è l'insieme vuoto. Due insiemi che non hanno elementi in comune, ma la cui distanza è zero, si dicono
asintotici.Funzioni ƒ: X → S′.
Dati due spazi metrici (S, d) ed (S′, d′), ed X ⊂ S, definiamo funzioni definite in un sottinsieme X di uno spazio metrico S, a valori in un secondo spazio metrico S′.