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Introduzione alla teoria degli insiemi
x ∈ A
A ∪ B = { l'insieme di tutti e soli gli elementi che appartengono ad A o B }
A ∩ B = { l'insieme composto da tutti e soli gli elementi che appartengono ad A e B }
A \ B = differenza = { x ∈ A : x ∉ B }
Ø é unico! (Presi due insiemi vuoti essi hanno gli stessi elementi e sono lo stesso insieme.)
Esempio:
A - insieme delle donne B - insieme delle persone coniugate
A ∪ B = donne e mariti A ∩ B = mogli A \ B = donne singole B \ A = mariti
Esempio:
N3 = { 1, 4, 9, 3 ... }
A := { M ∈ N : divisibile per 4 }
B := { M ∈ N : divisibile per 6 }
A ∪ B = divisibili per 4 o per 6 A ∩ B = divisibili sia per 4 che per 6 A \ B = divisibili per 4 (ma non per 6 o anche solo per 2) B \ A = divisibili per 6 ma non per 4
Prodotto cartesiano degli insiemi
A × B = { (a, b), a ∈ A, b ∈ B } insieme delle coppie ordinate il cui primo termine appartiene ad A e il secondo termine a B.
f : A → B applicazione da A in B (legge che ad ogni elemento di A fa corrispondere un ben preciso elemento di B)
dominio = { l'insieme di anicio, uscenti } = codominio codominio = immagine
es. sin(x): R → [-1, 1] [5m (sin(x)] = immagine è [-5, 5]
Esempio:
5m (ex) = x > 0
Esempio:
y = x3 la sua immagine è tutto R.
Esempio:
Catalogo è un'applicazione di A → B in cui A=oggetti in vendita B=numeri con 2 cifre decimali (prezzi in €)
Esempio:
A = insieme dei nomi italiani B = insieme dei cognomi italiani
A × B = insieme dei possibili nomi e cognomi italiani.
F associa ogni cittadino italiano il suo nome e cognome, e la sua immagine sono gli effettivi nomi e cognomi italiani.
Gp = { (a, b) ∈ A × B: f(a) = b } = GRAFICO DI f (grafico funzione)
f: A → B può essere:
INIEITTIVA due elementi distinti devono avere immagini distinte
è vero anche che:
21 ≠ 22 ⇒ f(21) ≠ f(22), CONTROMANUALE: f(21)= f(22) ⇒ 21 = 22
SURGETTIVA Ogni elemento è immagine di qualcosa (IMMAGINE = CODOMINIO)
∀b ∈B ∃ a ∈ A : f(a) = b
BIGETTIVA quando è entrambe
APPLICAZIONE con insiemi generici FUNZIONE quando il CODOMINIO è un insieme numerico.
Esempi:
Quari delle seguenti definiscono una funzione f: IR → IR?
y = x sì
y = x2 sì
y2 = x no, xchè ∀x ci sono y e -y
y2 = x no, xchè il DOMINIO rich e tutto IR, se lo restringiamo ad IR+, otteniamo sì.
y = x3 sì
y = 1/x sì
y = | x | sì
| y | = x solo se il dominio è IR+
y = sin x sì
sin y = x no ⇔ y = arcsinx solo se il dominio è [-1, 1]
y = tg x solo se il dominio è IR \{multipli dispari di π/2}
tg y = x no y = arctgx y ∈ (-π/2; π/2) e ok già di suo
Verifichimo l’INIEITTIVITÀ e SUGETTIVITÀ
y = x ↔ id IR è certamente bisgettiva
y = x2 a, -a hanno la stessa immagine ⇒ non è iniettiva. non è neanche sugettiva xchè la sua immagine è IR+
y = 1/x in ogni punto lo è INIETTIVA (i reciproci di num. distinti sono num. distinti) non è surgetiva xchè 0 non c’è e reciproci di niente.
Esempio:
Troviamo e dimostriamo che è giusto S2(m).
S2(m) = 0 2 + 1 2 + 2 2 + ... + m 2
Siccome S1(m) = [m(m+1)] / 2 è 1 2 + 2 2 ..., m ha un andamento quadratico
ci aspettiamo che S2(m) = am 3 + bm 2 + cm +d ovvio un andamento cubico.
Chi possono essere a, b, c, d?
- S2(0) = 0 = d!
- S2(1) = 1= a + b+ c
- S2(2) = 5 = 8a + 4b + 2c
- S2(3) = 14 = 27a + 9b +3c
Risolv le sistema:
.-
Se la formula e vera e
Per induzione:
- S2(0) = VERA
- Supposiamo vera per h vediamo se'e vero che:
0 2 + 1 2 + 2 2 + 3 2 ...... h 2 + (h+1) 2 . 2(h+1) 3 + 3(h+1) 2 + (h+1)
C
Esempio:
Troviamo e dimostriamo che è giusto S3(m)
S2(m) =
Per induzione:
- S3(0) = VERA
- Supponiamo vera per h.
...
Potenze
a∈IR m∈N ....quasi&space;ne&space;possiamo&space;imporre&space;che&space;a&space;o&space;m&space;siano&space;0,
0a = 1
Proprietà fondamentale:
facilmente&space;verificabile&space;con&space;quanto&space;detto&space;sopra&space;(am = a&^bull; a&^bull; a&^bull; a)
- m∈Ν0
- bicettiva ∃ 3 √
- è&space;anche&space;monotona,&space;strettamente&space;crescente&space;=>&space;l'inversa&space;é&space;crescente&space;
Quindi&space;per&space;m&space;DISPARI&space;possiamo&space;definire&space;la&space;funzione&space;
x → x2IR →IR non è iniettiva Im (x2 = IR+
∃ l'inversa IR+ →IR in questo caso anche la continuiamo. è IR+
x → y2 y ≥ 0 quindi y √4 y
Generalizzando si ha che con m PARI R+ → 1R
x → x20
0 tutto causa coi naturah
0 allora con a丿 ≠ 0
¥> è l'unico modo per &space;esprimere &space;la potenza&space;negativa&space;in&space;modo &space;che venga &space;le&space;proprietà &space;fondamentale.
TEOREMA (ESSENZIALE)
Ogni intervallo chiuso e limitato è tale che, dato un suo ricoprimento costituito da intervalli aperti, è sempre possibile estrarne un ricoprimento costituito da un numero finito di quegli intervalli.
(Ui) = INTERVALLI APERTI
Ogni punto x è almeno un intervallo
Consideriamo l'insieme T = {t ∈ [x1,β], [d,t]}, è ricavato da un numero finito di Ui
- T ≠ ∅ x∊T è c.t ∈ t ⇔ c'è almeno un Ui
- t∊T, x ≤ S ≤ t ∈ S∊T
- T è superiormente limitato (senza max può succedere β)
1+2 ⇒ T ha estremo superiore (L) = L = β
L <β = dobbiamo dim. che è impossibile.
Un ricopre L, quindi c'è un estremo medio intervallo Ui che è più piccolo di L, che ∈ T, quindi un punto a e l'intervallo è ricopribile con un numero finito di intervalli, ci aggiungiamo intervallo Ui, otteniamo ancora un numero finito di intervalli.
Ma se L < β posso prendere S > L che è ancora in T ⇒ L non è estremo superiore.
⇒ sup = β
Dobbiamo dimostrare che β è anche inf MAX (e T). Siccome β∊T anche βi sta in un intervallo Ui. Si fa lo stesso ragionamento fatt sopra: c'è un t > β che ∈ T ⇒ Ui finiti (se ne aggiungo uno → ho ancora un numero finito di intervalli) ∮β∊T ⇒ β ∉ max
APERTA
A⊂R
A è aperto se ∀x ∊ A ∃ un intervallo contenente x e tutto contenuto in A.
es.: x ∊ (0,1)
IN non ha intervalli aperti
Es: intervallo chiuso I = 1 0 - x - 1 non è aperto: c'è che qui non è contenuto in A