Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
P
( ) =lim
0
∂x t
t →0 f x , y , y
( )
+t −f (x )
∂f 0 0 0 0
P
( )
=lim
0
∂ y t
t →0
DERIVATE DIREZIONALI
f x , y , y
( )
+at +bt −f (x )
∂f 0 0 0 0
P
( )
=lim
0
∂ y √ 2 2
t a +b
t →0 { x=x +at
Lungo r : 0
y= y +by
0
CONTINUITÀ
lim f x , y x , y
( ) ( )
=f 0 0
x, y →(x , y
( ) )
0 0
DIFFERENZIABILITÀ
∂f ∂f
lim f x , y P P x−x P y− y
( )−[f ( ) ( )( ) ( )( )
+ + ]
0 0 0 0 0
∂x ∂y
x , y →(x , y
( ) ) ¿0
0 0 √ 2 2
x−x y y
( ) ( )
+ −
0 0
Teo. del Differenziale totale
Sia . Se ovvero è continua e con derivate continue
1
f : A→R f ∈C (A)
f è differenziabile il A
CONSEGUENZE
Se f è differenziabile f è continua in P ;
1. 0
∂f
( )
P
( )
0
∂ x
Teo. Del gradiente .
P
( )
2. ∇f =
0 ∂f P
( )
0
∂y
∂f v
Se f è differenziabile P P
( ) ( )
=∇f
0 0
∂v ∣ ∣
v
∣ ∣
∂f a ∂f b
P P
( ) ( )
¿ +
0 0
∂x ∂ y
√ √
2 2 2 2
a a
+b +b
individua la direzione di massima crescita di f;
3. ∇f (P )
0 è ortogonale alle curve di livello.
4. ∇f (P )
0 LIMITI
lim f x , y
( )=l
x, y → x , y
( )
( ) 0 0 ∣ ∣
l P :∀P P → f P
( ) ( )−l
( ) ( )
∀U ∃U ∈U <ε
ε δ 0 δ 0
MOSTRARE L’ESISTENZA DI UN LIMITE
Supponiamo che esista e una funzione R della sola variabile ρ tale
l∈R
che in un intorno di P si abbia:
0
∣ ∣
f x y ≤R ρ T θ ≤ R ρ
( ) ( ) ( )
( )
+ρcosθ, +ρsinθ −l
0 0 lim f x , y
( )=l
Che, per ,tende a 0. Quindi
ρ→0 x, y → x , y
( )
( ) 0 0
MOSTRARE LA NON ESISTENZA DI UN LIMITE
Basta mostrare che, per due restrizioni differenti A e B il valore del limite è
differente per mostrare la non esistenza del limite.
PIANO TANGENTE
Se f è differenziabile in P allora sarà approssimata da un piano tangente di
0 equazione: { x−x
con v=
z=f P P v
( ) ( ) 0
+∇f
0 0 y− y 0
∂f ∂ f
Quindi: z=f P P x−x P y− y
( ) ( )( ) ( )( )
+ +
0 0 0 0 0
∂x ∂y
N.B. infatti una funzione è differenziabile in un punto se e solo se è ben
approssimata dal suo piano tangente.
SVILUPPI DI TAYLOR
Teo. di Schwarz: le derivate miste di funzioni continue sono coincidenti.
Il polinomio di Taylor al secondo ordine di una generica f(x,y) in P è:
0
+1
T P P , v> ,Hf P v>¿
( ) ( ) ( )
=f +¿∇f <v
2 0 0 0
2 [ ]
2 2
∂ f ∂ f
∂f
( ) P P
( ) ( )
P
( )
{ x−x 0 0
∂ x ∂ y
0 2
∂ x ∂ x
Dove , e
v= 0 f P
( )
∇ = Hf P
( )
0
y− y ∂f 0 2 2
∂ f ∂ f
P
( )
0 P P
( ) ( )
0
∂y 0 0
2
∂ x∂ y ∂y
Quindi:
[ 2 2 2
∂f ∂f 1 ∂ f ∂ f ∂ f
2 2
T P P x−x P y− y P x−x P x−x y− y P y− y
( ) ( )( ) ( )( ) ( )( ) ( )( )( ) ( )( )
=f + + + +2 +
2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
2 2
∂x ∂y 2 ∂ x∂ y
∂x ∂y
FORME QUADRATICHE
Polinomio quadrico (di secondo grado)
2 2
q x , y x y
( ) =a +bxy+c
TEO. DI RAPPRESENTAZIONE
Ogni forma quadrica può essere rappresentata in modo unico da una matrice
simmetrica. [ ]
b
a 2
T T
q x , y v , Av v Av con A=A
( ) =¿ >¿ = b c
2
TEO. FONDAMENTALE DELLE FORME QUADRICHE
Se gli autovalori di A:
Sono tutti positivi q(x,y,…) è definita positiva.
• Sono tutti negativi q(x,y,…) è definita negativa.
• Sono discordi q(x,y,…) è indefinita.
• Praticamente:
[ ]
a b
Se :
A= valgono≤seguenti considerazioni
b c
{ { a → q x.. è definita positiva
( )
>0
detA>0 → 11
a → q x … è definita negativa
( )
<0
11
detA<0 → q x … è indefinita
( )
detA=0 → q x … è semidefinita
( )
Per matrici (n,n) vale il criterio di Silvester: considero le matrici di nord-
ovest. Se il determinante delle matrici di nord-ovest:
Sono tutti positivi .
→ q x … èdefinita positiva
• ( )
Sono alternati in segno con a < 0 →q x… è definitanegativa.
( )
• 11
Sono alternati in modo casuale →q x… èindefinita.
• ( )
PROBLEMI DI OTTIMO (LIBERO)
TEO. DI FERMAT
(condizione necessaria del I ordine)
Hp. f è differenziabile in un punto P A interno e di estremo relativo, ovvero:
ϵ
0
f P ≥f P
( )
( ) ∀P∈U (P )
0 r 0 ∂f
( )
P
( )
0
∂ x
Th. P è punto stazionario, ovvero f P
( )
∇ = =0
0 0 ∂f P
( )
0
∂y
Quindi, nei problemi di ottimo faccio la mia ricerca nei punti stazionari della
funzione. Ho bisogno ora, di una condizione del secondo ordine per stabilire
la natura dei punti trovati.
CRITERIO SUFFICIENTE DEL II ORDINE PER L’ESISTENZA DI:
Massimo locale Hf(P ) è definita negativa.
↔
• 0
detHf P trHf P
( ) ( )
>0e <0
0 0
Minimo locale Hf(P ) è definita positiva.
↔
• 0
detHf P trHf P
( ) ( )
>0e >0
0 0
Punto di sella Hf(P ) è indefinita.
↔
• 0
detHf P
( ) <0
0
Se nessuna conclusione.
detHf P 0→
( )
=
• 0
TEO. DI WEIERSTRASS
Siaf continuasu A chiusoelimitato→∃m,M t.c.
m≤f P ≤M A
( ) ∀P∈
PROBLEMI DI OTTIMO (VINCOLATO)
Cerco max/min di f(x,y) sub x, y oppure g x , y
( ) ( )
∈γ =b
VINCOLI ESPLICITABILI
Data , se posso esplicitare x o y in funzione di una delle due
g x , y
( )=b
variabili, la esplicito e sostituisco. Quindi diventa un problema in una variabile
(diminuisco i gradi di libertà).
VINCOLI NON ESPLICITABILI
Studiando le linee di livello di una qualsiasi funzione, fintanto che il vincolo
non è tangente ad una di esse, posso sempre crescere/decrescere lungo
una qualche direzione. Quindi, studio le condizioni di tangenza tra il vincolo e
le curve di livello come parallelismo tra i gradienti della funzione e del vincolo
dove è detto moltiplicatore di Lagrange. Introduco quindi
λ
∇f=λ∇g la lagrangiana (in ):
2
R
∶=f
L x , y, λ x , y x , y
( ) ( )−λ(g ( )−b)
Ne cerco i punti stazionari:
{ L λ g
=f − =0
x x x
L g
=f −λ =0
y y y
L g−b
=−( )=0
λ
Trovati i punti stazionari, dovrò valutare di che tipo di punti si trattano.
METODO RISOLUTIVO PER EQUAZIONI
DIFFERENZIALI DEL SECONDO ORDINE A
COEFFICIENTI COSTANTI
Sia 2 o
L:C R →C R
( ) ( )
(operatore lineare)
' ' '
y(t)→a y y
+b +cy
CASO OMOGENEO
Posso avere: λ e λ
Due soluzioni reali .
1. 1 2 λ t λ t
Avrò un integrale generale di tipo: y t e e
( )=c +c
1 2
1 2
Due soluzioni coincidenti .
λ
2. λt λt
Avrò un integrale generale di tipo: y t e x e
( )=c +c
1 2
Due soluzioni complesse e coniugate .
λ=a±ib
3. Avrò un integrale generale di tipo:
at at
y x e cos bt e sin bt)
( )=c ( ) +c (
1 2
CASO NON OMOGENEO
f(x) Soluzione tipo Eccezioni
Polinomio di grado n di Se c = 0, pol. di grado
tipo: n+1;
Polinomio di grado n Se c=b=0, pol. di grado
n n−1
A x x
+B +…+C n+2;
Se è soluzione
λt
e
dell’omogenea scelgo
λt λt
Ae Be oppure
λt 2 λt
Bt e Bt e
Se b = 0 e è
c cos ωt sin ωt)
( )+c (
1 2
soluzione dell’omogenea,
acos ωt Acos ωt
( ) ( )+Bsin(ωt)
+bsin(ωt) scelgo
c
t(¿¿1cos ωt sin ωt
( )+c ( ))
2
¿
Se non è radice di allora scelgo
λ=α±iβ P(λ)
oppure
at
A e cos βt)
( . Se è radice aggiungo una t
αt ( )
B e kcos βt βt
( )+hsin ( )
at
A e sin βt)
( alla soluzione precedente.
METODO APPLICATIVO DELLA FORMULA DI EULERO
Data l’equazione differenziale:
'' ' αt
a y y e cos βt
( )
+b +cy=A (1)
' ' ' αt
a y y e sin βt
( )
+b +cy=A (2)
Nella ricerca della soluzione particolare, posso risolvere l’equazione
complessa associata e prendere, rispettivamente, la parte reale per la (1) e
quella immaginaria per la (2).
Ovvero, scrivo l’equazione come:
'' ' α+i t
( )
aw e
+bw +cw=A
E cerco una soluzione della forma: . Trovata la B che verifica
α+i t
( )
w t
( )=Be
l’eq. differenziale, l’integrale generale dell’equazione reale sarà:
per la (1)
[ ]
αt
( ) ( )
y t w t Be cos βt βt
( )=ℜ ( ) ( )+isin ( )
=ℜ per la (2)
[ ]
αt
( ) ( )
y t w t B e cos βt sin βt
( )=ℑ ( ) ( ) ( )
=ℑ +i
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI
{ '
x =ax+by
'
y =cx+dy ∣ ∣
x t
( )
Le soluzioni sono del tipo r =
t y t
( ) λ e λ
L’equivalente matriciale del sistema è . Sopponiamo
r=Ar 1 2
h eh
autovalori distinti di A con relativi autovettori. L’integrale generale
1 2 sarà:
λ t λ