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I formula di De Moivre

Quando il prodotto tra due numeri complessi in forma trigonometrica :

z1 = p1(cosΘ1 + isinΘ1) z2 = p2(cosΘ2 + isinΘ2)

z1z2 = p1p2(cosΘ1 + isinΘ1)(cosΘ2 + isinΘ2) =

= p1p2[cosΘ1cosΘ2 - i2senΘ1senΘ2 + i(cosΘ2senΘ1 + senΘ1senΘ2cosΘ2)] =

= p1p2[cosΘ1cosΘ2 - senΘ1senΘ2 + i(cosΘ2senΘ1 + senΘ1senΘ2cosΘ2)] =

= p1p2[cos(Θ1 + Θ2) + isin(Θ1 + Θ2)]

= p1p2[cos(Θ1 + Θ2) + isin(Θ1 + Θ2)]

II formula di De Moivre

È una generalizzazione della I formula di De Moivre:

z1z2....zm = p1p2...pm [cos(Θ1 + Θ2 +.... + Θm) + isin(Θ1 + Θ2 +.... + Θm)]

Se I fattori sono tutti uguali :

z1 = z2 = .... = zm p1 = p2 = .... = pm Θ1 = Θ2 = .... = Θm

Allora

zm = pm[cos(mΘ) + isin(mΘ)]

III formula di De Moivre

(Resto uguale)

z1 ---------- = z2

p1(cosΘ1 + isinΘ1 ------------- ⋅ cosΘ2 - isinΘ2 p2(cosΘ2 + isinΘ2

[cosΘ1cosΘ2 + isinΘ1sinΘ2 + isinΘ1cosΘ2 - isinΘ2cosΘ1]

=[cosΘ1cosΘ2 + sinΘ1sinΘ2 + isinΘ1sinΘ2 - isinΘ2cosΘ1]

[cos2Θ2 - i2sin2Θ2]

=[cosΘ1cosΘ2 + isinΘ2][cosΘ1 + Θ2 + isinΘ1cosΘ2....]..

cos2Θ2+ sinΘ1 and ..]

....

ط बन

Metodo di Riduzione di Gauss

(Metodo di risoluzione di sistemi lineari)

Un sistema lineare è costituito da un certo numero di righe e ciascuna di esse porto una combinazione lineare delle variabili ≥ al membro il termine noto.

Operazioni ammesse:

  • Moltiplicare per un moltiplicatore ≠0 ogni riga
  • Sommare le righe

Si possono quindi combinare linearmente le righe e sostituire poi uno dei due righe con la combinazione ottenuta.

  • I
  • II
  • I → αI + βII

Portare progressivamente il sistema in una forma a scala.

  • αx + βy + ... =d1 pivot, coefficiente che appare sulla scala
  • 0x + βy + ... =d2
  • 0x + 0y + γz + ... =d3

In questo modo nell’ultima riga rimane solo l’ultima variabile = termine ≠0, me si fa la sostituzione (retrograda) in questa riga e nelle variabili.

Se esce tutti di 0=6 (b≠0), ossia impossibile, allora il sistema è impossibile.

Se appare un’ultimo uguale a un valore (b=0), un di =0 (pivot), una riga può essere eliminata.

→ La variabile senza pivot diventa parametro (è libera), e risolvendo partendo a destra i valori con un parametro.

Teorema di Cramer

Sia Ax = b un sistema lineare quadrato di m equazioni in m incognite. Se V(A)=m, il sistema ammette una unica soluzione, qualunque sia b ∈ ℜm.

Dato un sistema lineare quadrato e non singolare det(A)≠0

  • a11x1 + a12x2 + ... + a1mxm=b1
  • a21x1 + a21x2 + ... + a2mxm=b2
  • ...
  • am1x1 + am2x2 + ... + ammxm=bm

A x = b A = [

  • a11', n',
  • a1m', m
  • ..
  • 'am1''
  • 'amm'
] x = [
  • x1/l1
  • 'converter'
  • '..'
  • 'converter'
] b =[
  • b1''
  • b'1''
  • '..''
  • 'bm'''
]

Insieme di vettori linearmente indipendenti

{v1, v2,..., vk}

Gli elementi sono linearmente indipendenti se l'unica combinazione lineare che dà zero è quella con tutti i coefficienti pari a zero.

αv1 + β v2 + ... + γ vk = 0 ↔ α = β = ... = γ = 0

|λ| ≠ 0

Conseguenze della l.i.

Nessun dei vettori può essere scritto come combinazione lineare di altri.

Insieme di vettori linearmente dipendenti

{v1, v2, ..., vk}

Gli elementi sono linearmente dipendenti se esiste una combinazione lineare, con alcuni coefficienti ≠0, che dà 0.

|λ| = 0

αv1 + β v2 + ... + γ vk = 0 ∃ α ≠ 0

Compriendo un coefficiente non nullo α ≠ 0.

Conseguenze della l.d.

Almeno un vettore può essere scrito come combinazione lineare degli altri (quella con coefficiente non nullo).

αv1 + β v2 + ... + γ vk = 0 ∃ α ≠ 0

αv1 = -βv2 - ... - γ vk

v1 = -β/α v2 - ... - γ/α vk

Oss: Il vettore nullo 0 è sempre l.d.

Sottospazi vettoriali.

W ⊆ V W è un sottospazio vettoriale dello spazio vettoriale V se:

  • È un sottospazio
  • È chiuso rispetto alle combinazioni lineari (di suoi elementi)

⇒ È uno spazio vettoriale.

Il vettore nullo 0 appartiente a V

Sottospazi vettoriali di R2

  • Origine
  • Rette per l'origine
  • Tutto R2

Sottospazi vettoriali di R3

  • Origine
  • Rette per l'origine
  • Piani per l'origine
  • Tutto R3

dim Ker(f) è un sottospazio vettoriale di V

Dimostrazione: due elementi del Ker si ottiene ancora un elemento del Ker!

f: V → W u → w = f(u)1 con lineare

Sia u1, u2 ∈ Ker(f) → f(u1) = 0W e f(u2) = 0W

per la linearità di f: f(αu1 + βu2) = αf(u1) + βf(u2) = α0W + β0W = 0W

c.v.d. ∈ Ker(f)

dim Im(f) è un sottospazio vettoriale di W

Dimostrazione: con lineare f: V → W u → w = f(u)1

preso w1, w2 ∈ Im(f) ∃ u1, u2 | f(u1) = w1 ^ f(u2) = w2

αw1 + βw2 ∈ Im(f)? f( αu1 + βu2) = f(u1) + βf(u2) = αw1 + βw2 ∴ ∈ Im(f) c.v.d.

per la linearità

Teorema (im)

f lineare: V = Rmm = W u → w = f(u)

f è lineare se Ker(f) = {0v}

Dim. per assurdo

ip. f1 ∈ Ker(f) ts. Ker(f) = {0v}

Leggo la tesi, suppongo che un elemento f diverso da 0v stia nel Ker(f), quindi il Ker(f) contiene almeno 2 elementi.

Si conclude il Ker(f) è il sottinsieme degli elementi di V che si trasformano nella origine di W.

Se f ≠ 0v ∈ Ker(f) contraddizione linearità perchè: f(u) = 0w = f(v) (I 2 elementi hanno la stessa immagine u1 ≠ u2 ∈ f(u1) ≠ f(u2)

→ Assurdo

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
23 pagine
1 download
SSD Scienze matematiche e informatiche MAT/02 Algebra

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher smilke di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Algebra lineare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Vegni Federico Mario Giovanni.