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RICLASSIFICAZIONE PASSIVO CORRENTE

Partiamo dal fondo , il capitale proprio è il patrimonio netto (N), nel passivo quindi

troviamo il capitale proprio che corrisponde al patrimonio netto e il capitale di terzi che

si suddivide in passività correnti(PC) e passivo consolidato(PD):

- Durante la riclassificazione nelle passività correnti andremo a collocare tutti i

debiti “esigibili entro l’anno”, poi collocheremo inoltre i ratei e i risconti. Ora

ottengo un totale del passivo corrente

- Nelle passività consolidate ci metto invece tutte le voci “esigibili oltre l’anno”

(da 1 a 14) poi ci sono anche i fondi rischi e oneri e il fondo TFR

Esempio: ci potrebbe essere scritto che il 35% del fondo TFR è relativo a un

dipendente in pensionamento nel primo trimestre dell’anno prossimo, lo metto

nelle passività correnti e lo chiamerò “quote di TFR esigibili entro l’esercizio.

Esempio: 2000 euro del fondo rischi e oneri è relativo a un contenzioso con

l’agenzia delle entrate di cui il legale che ci segue stima che si avrà esito entro il

primo settembre dell’anno prossimo. Questo esempio lo collocheremo nella

voce “quota di fondo rischi e oneri entro l’esercizio”.

(Nella prossima simulazione troveremo anche le voci azionisti conto sottoscrizione, le

rimanenze , titoli obbligazionari in scadenza e rischi del fondo TFR)

Ora siamo in grado di calcolare un capitale di terzi( PC+PD), che ci può servire per

capire quanto è solida patrimonialmente l’azienda, cioè quant’è il patrimonio netto

rispetto ai finanziamenti di terzi.

Esempio: consideriamo un azienda che è finanziata con mezzi propri pari a 2/3, quindi

presenta un ottima solidità patrimoniale, vuol dire che su 100 fonti i due terzi di questi

i 2/3 sono venuti i mezzi propri( autofinanziamenti) e solo 1/3 viene da mezzi di terzi.

CALCOLO DEI MARGINI

CCN= attivo corrente – passivo corrente; quando è maggiore di 0 si esprime un

giudizio positivo, in quanto le attività correnti dovrebbero essere in grado di coprire le

passività correnti nel corso dell’anno. Se l’azienda ha un CCN negativo indica un

incapacità a far fronte a i debiti con i crediti in scadenza.

MT (margine di tesoreria) = attività correnti – rimanenze; ove rimanesse ancora

positivo da sole le liquidità immediate e differite senza l’ausilio delle rimanenze sono

in grado di coprire le passività correnti. Nonostante io abbia un margine di tesoreria

maggiore di zero posso trovarmi un giorno con un debito in scadenza senza avere

abbastanza disponibilità liquide sul conto corrente, perché i margini sono calcolati su

valori a fine anno, su dei valori che considero stock (delle fotografie), ma poi questi

valori si movimentano quando inizia l’anno e questo lo vedremo l’anno prossimo.

Invece il margine di tesoreria , ma non il CCN , le rimanenze sono le uniche a poter

sollevare le sorti in termini di liquidità dell’azienda. Se le rimanenze sono tali da

tornare liquide velocemente il margine di tesoreria non ci deve spaventare perchè alla

liquidità contribuiranno positivamente anche le rimanenze. Sicuramente è impossibile

avere un CCN negativo e un MT positivo. Il margine di struttura è un margine

particolarmente potenziale, perché è un margine che considera le coperture delle

attività fisse soltanto in patrimonio netto, anche con un margine di struttura meno

potenziale che viene chiamato margine di struttura allargato il valore viene uguale al

CCN , quindi

CCN=MS allargato

*il margine di struttura può venire anche negativo

*le attività fisse non è detto che debbano essere coperte solo con il patrimonio netto

ma anche le passività consolidate è normale che contribuiscano alla copertura delle

attività consolidate, quindi se dovesse venire un margine di struttura negativo

andremo a vedere com’è il margine di struttura allargato che è il CCN. Quindi in

questo caso confermeremo che le decisioni sbagliate in termini di coerenza temporale

fra impieghi e fonti nel breve termine si sono riflettute anche in uno squilibrio nel

lungo termine.

Se il MASA viene negativo vuol dire che neanche le passività correnti insieme al

patrimonio netto sono in grado di coprire le attività fisse, quindi le attività fisse sono

state coperte anche con una parte di passività correnti , ma non va bene , perché ci

vuole una coerenza temporale del profilo e della consistenza qualitativa di impieghi e

fonti. RICLASSIFICAZIONE CONTO ECONOMICO

*A-5 affitti attivi per canone di locazione porzione fabbricato industriale,quindi a-5 non

andrà nel PIL, ma andrà nella gestione accessoria, se ho una gestione accessoria che

mi da dei ricavi perché ci potrebbero essere dei costi in B-14 non ce niente di

riconducibile alla locazione del patrimonio immobiliare. Per ipotesi ci poteva essere

scritto che una parte poteva essere relativo alla gestione accessoria.

Quindi nella riclassificazione del PIL ci vanno le prime 4 voci del conto economico che

sono:

- ricavi netti delle vendite

- la variazione delle rimanenze dei prodotti finiti

- variazione dei lavori in corso su ordinazione

- incrementi di immobilizzazioni per lavori interni

- ci poteva andare anche parte di A-5 ma visto che ce scritto che è riferibile alla

gestione accessori non ci va.

Dopo il pil ci sono I CONSUMI NETTI (costi esterni) che sono:

- consumo materie prime (B6)

- consumo sevizi (B7 e B8) con servizi si intende anche leasing

Visto che sono dei consumi devo guardare anche le rimanenze (B11) e visto che gli

oneri diversi di gestione (B14) non si riferiscono alla gestione accessoria ci metto

anche :

-altri costi esterni PIL – CONSUMI NETTI

Poi ottengo il VALORE AGGIUNTO che lo ottengo facendo e che

è la ricchezza prodotta dall’azienda che va distribuita ai portatori di fattori produttivi

che sono: B9 costo del personale.

Quindi togliendo B9 cioè il costo del lavoro al valore aggiunto trovo:

IL MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL) che è fondamentale nell’analisi perché non

è inquinato dalle politiche monetarie, cioè alle politiche di accantonamento:

quindi dal MOL tolgo :

-ammortamenti ( B10-B12-B13)

-accantonamenti

Ottengo quindi il REDDITO OPERATIVO CARATTERISTICO( ROC) dove quindi andrò

a sottrarre

-i proventi da partecipazioni (C16)

-altri proventi finanziari (B16)

-proventi accessori

-oneri accessori

Quindi ottengo in RISULTATO DELLA GESTIONE ACCESSORIA da sommare al

RISULTATO DELLA GESTIONE OPERATIVA CARATTERISTICA ottengo il così detto;

REDDITO OPERATIVO GLOBALE (ROG) che è indipendente dalle politiche di

finanziamento perché gli interessi passivi vengono dopo; quindi se voglio confrontare

due aziende dello stesso settore valutando con riferimento alla loro gestione operativa

è meglio usare quindi il ROG rispetto al reddito netto.

Al ROG tolgo gli oneri finanziari (C17) , ci vanno tra gli oneri finanziari anche gli utili o

le perdite su cambi e ottengo:

Il REDDITO ORDINARIO DI COMPETENZA(RCM) a cui tolgo la gestione straordinaria

(E) e ottengo il REDDITO ANTE-IMPOSTE(RAI) da cui tolgo le imposte e tasse e

trovo il REDDITO NETTO(RN). ANALISI PER FLUSSI

Nell’analisi per flussi vogliamo analizzare gli andamenti economici, finanziari o

parimoniali di un azienda costruendo attraverso il bilancio d’esercizio i flussi cioè le

variazioni di voci che hanno portato l’azienda da determinate poste (quando si

l’apertura delle poste a inizio anno) a un valore di quelle stesse poste a fine esercizio.

Sostanzialmente nell’analisi per flussi voglio ricostruire tutta la variazione che è

intervenuta tra un momento storico e uno successivo sulle singole poste i bilancio.

Questo lo faccio prendendo un bilancio d’esercizio e andremo ad analizzare i flussi

ovvero quali sono le modifiche che sono intervenute nelle singole poste

cercando di capire “il perché” si sono modificate, cosi che lavora in azienda( menager

aziendale) può programmare meglio il futuro studiando cosa è successo in passato,

perché si sono modificate in quel modo le poste? .

Il rendiconto finanziario si realizza andando a prendere i valori dello stato patrimoniale,

quindi prendendo due stati patrimoniali di due periodi diversi e verificando le

variazioni tra un valore e l’altro dell’attivo possiamo capire come è cambiata la

situazione aziendale in termini di capitale investito e analizzare quali fonti hanno

finanziato quella modifica di capitale investito, valutare se le fonti di finanziamento

sono state ottimali rispetto ai tipi di investimento che sono stati fatti. Nell’analisi per

flussi la stesura del foglio di lavoro e del rendiconto finanziario viene fatta in termini

sintetici, può essere fatta anche da un analista esterno. Infine andremo a giudicare i

flussi finanziari, perché il capitale nello stato patrimoniale troviamo nell’attivo tutti gli

impieghi di capitale e nella parte del passivo tutte le fonti, quindi da dove entra il

denaro in azienda e come quel capitale va in gestione e quindi possiamo anche vedere

se il menager aziendale ha lavorato bene in termini di correlazioni tra le forme di

finanziamento e le forme di impiego.

Quindi inizialmente ci andremo a calcolare la variazione grezza (valore 2017-valore

del 2016) e a questo punto troviamo un valore che rappresenta una riduzione del

capitale investito. Questo valore è un flusso di risorse finanziarie che non è più

investito in una determinata voce (ad esempio macchine d’ufficio) e si dice che ha

liberato risorse liquide che sono fonti che inizialmente erano investite in quella

voce ( macchine d’ufficio) e si sono liberate per essere investite in un'altra voce

dell’attivo ( ad esempio può andare nella voce cassa).

Il rendiconto finanziario ci mostra :

- In termini complessivi ci mostra quale è stata la variazione che le risorse

investite in azienda, impieghi e fonti hanno subito in un esercizio per effetto

della gestione aziendale una variazione complessiva

- Capire le cause , per capire se la gestione compiuta in quel periodo ha

incrementato o ha ridotto le risorse finanziarie iniziali e in secondo luogo capire

le cause , cioè capire in maniera endogena all’interno delle singole voce

dell’attivo degli impieghi e delle fonti e del passivo come sono modificati i valori

delle poste.

Grazie a questo studio possiamo risponde alla domanda “ il capitale di un azienda è

aumentato o diminuito?” e ci permette di programmare il futuro. Inoltre è importante

per l’azienda per cap

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A.A. 2018-2019
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher samueledellanna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Analisi della performance economico finanziaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Del Sordo Carlotta.