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CROMATOGRAFIA: DEFINIZIONI E GRADIENTI
Il comportamento di un soluto in un sistema cromatografico deve essere descritto in
termini precisi mediante l’uso di opportuni parametri per effettuare confronti
obbiettivi tra i vari soluti, acquisire elementi utili alla loro identificazione e validare il
sistema cromatografico.
In un processo cromatografico parliamo oltre che di tempo di ritenzione, anche di
tempo morto, che è il tempo impiegato da una molecola non trattenuta per
percorrere la FS.
Ho anche un volume di ritenzione cioè, il volume di eluente richiesto per l’eluizione
di un’analita. Il volume morto, invece è il volume di eluente che si trova negli spazi
interstiziali.
Fattore di capacità (di ritenzione)
Questo parametro ci dà informazioni sul grado di ripartizione tra le due fasi e
descrive la velocità di migrazione dell’analita lungo la colonna.
Può essere usato per confrontare le prestazioni di
colonne diverse a parità di eluente.
Può essere modificato in GC variando la
temperatura e in HPLC la composizione della fase
mobile.
Efficienza cromatografica
Queste 3 sostanze che eluiscono con tempi diversi hanno un diverso
profilo del picco, i primi picchi che escono hanno tutti una base più
piccola e mano a mano che escono gli ultimi avrò picchi più allargati,
questo vuol dire che le ultime sostanze hanno trascorso tempi più
lunghi all’interno della colonna, questo è un inconveniente perché
potrebbero verificarsi fenomeni di sovrapposizione dei picchi.
Questo allargamento dipende da diversi fattori che vedremo.
Si parla di efficienza cromatografia (capacità di ridurre al minimo
l’allargamento di queste bande). 25
In termini quantitativi sulla base della teoria dei piatti, l’efficienza è espressa dal
numero dei piatti
teorici (N) della colonna
e può essere definita
come:
N= indica l’efficienza (
Il numero di piatti
teorici viene espresso
per metro), Wb=
ampiezza del picco alla
base.
W1/2= ampiezza del picco a metà altezza).
Il piatto teorico è la sezione della colonna che consente di realizzare un equilibrio
reversibile di distribuzione di un componente fra le fasi.
Normalmente le colonne HPLC possono esprimere 50000 piatti teorici per metro,
vuol dire che ogni 0,02 mm c’è un piatto teorico, per mantenere il più possibile
accorpate queste sostanze.
H = L/N questa è l’altezza del piatto teorico e dipende da numerosi fattori specifici
della colonna usata come le dimensioni delle particelle delle fasi stazionarie,
l’impaccamento della colonna, poi abbiamo anche dei fattori come la velocità della
fase mobile che dipende dall’operatore.
H basso bande strette migliore la separazione
à à
L’HETP deve essere basso perché significa che in un piccolo cammino si verifica un
equilibrio completo.
La selettività esprime la capacità del sistema
cromatografico di eluire in tempi differenziati specie
chimiche diverse o simili. Slide quindi la valutazione
dell’alfa ci può dare indicazioni su come alcune
sostanze possono essere separate.
La risoluzione esprime in maniera quantitativa la
capacità del sistema cromatografico di separare in
maniera netta e distinta i diversi analiti della
miscela (diversa dalla selettività).
Una buona risoluzione può derivare sia da una buona efficienza (picchi molto stretti,
elevato numero di piatti
teorici) sia da una buona
differenziazione del
comportamento dei soluti
(selettività).
eNel secondo caso ho una
buona risoluzione 26
Dobbiamo quantizzare il parametro della risoluzione attraverso alcune formule cioè:
Quindi la differenza di selettività non dipende solo dal tempo di ritenzione ma anche
dall’efficienza.
La risoluzione quindi dipende dall’efficienza, selettività o ritenzione.
Si può aumentare la risoluzione:
- Allunganfo la colonna, quindi cambiarla
- Ridurre l’HETP
- Modificare la k’ attraverso T (GC) o composizione FM (LC).
- Modificare alfa FM, FS, T o usando particolari additivi alla FM.
La prima scelta non è quella di cambiare la colonna ma prima modifico questi fattori,
cioè cambiare FM, aggiungere additivi… mi dà risposte di efficienza notevoli.
Un'altra cosa importante è l’asimmetria dei picchi, quindi avere dei picchi
caratterizzati da fronting (tracciato che sale lentamente e scende bruscamente) o un
trailing (tracciato che ha una scodatura finale).
Le cause sono un analita fortemente adsorbito, un carico eccessivo oppure delle
decomposizioni. 27
Le soluzioni per ovviare a questi problemi sono: aumento della ritenzione,
aggiustamento delle condizioni cromatografiche, modifica del sistema
cromatografico.
Anche questo è quantizzato dal fattore di asimmetria
Un altro punto fondamentale è che la risoluzione è influenzata da eluizioni in
gradiente, posso pensare di cambiare la temperatura: al
posto di fare un’isoterma a 45°C la faccio a 145°C, quindi
aumento la temperatura e diminuisce il t , vengono
R
rilevati componenti che a bassa temperatura non c’erano,
ma ho una scarsa risoluzione perché i picchi sono tutti
molto sovrapposti e non posso fare un’analisi quantitativa
poiché i soluti tendono ad avere un minore t .
R
Allora ovvio questo problema usando una temperatura
programmata, cioè la temperatura aumenta in sequenza
e ottengo un
sistema con
un’ottima
risoluzione di
tutti i picchi,
non lavoro in situazioni di costanza di
temperatura, quindi prima vengono
eluite le sostanze più volatili e poi quelle
meno.
La stessa cosa la ottengo se la faccio in HPLC, però al posto di variare la
temperatura, modifico il potere eluente della FM, non faccio un’eluizione isocratica,
ma se siamo in fase normale aumento la polarità (in fase inversa invece, diminuisce
la polarità) nel tempo (gradiente di solvente). 28
13/03/18
Allargamento delle bande cromatografiche
Molecole di uno stesso composto, pur avendo lo stesso fattore di
capacità, impiegano intervalli di tempo diversi per attraversare la
colonna.
H = H diffusione vorticosa + H diffusione longitudinale + H
trasferimento di massa.
Diffusione vorticosa: porta ad un allargamento della banda, ed è caratteristica di
colonne impaccate nelle quali c’è
un sopporto all’interno. Questo
viene dal fatto che quando
facciamo partire la sostanza a capo
della colonna, qualcuna si può
perdere e altre invece vanno più
veloce, quindi alla fine della colonna le particelle seppur della stessa sostanza
arrivano con tempi diversi in fondo alla colonna. Riusciamo a limitare questo
fenomeno di diffusione se abbiamo delle particelle più piccole e regolari, e se
all’interno del sistema si abbia un impaccamento omogeneo.
Le colonne capillari non hanno un impaccamento all’interno ma
hanno questo tipo di fronte, quindi anche con queste ho la
possibilità di partire da una banda stretta ed arrivare ad una
allargata.
La diffusione longitudinale viene dal fatto che per la presenza di un gradiente di
concentrazione, le molecole tendono a
diffondere sia da un lato che dall’altro.
Più l’analita percorre lentamente la
colonna e più il fenomeno è consistente.
È più evidente in gascromatografia, mentre trascurabile in cromatografia liquida.
Abbiamo un altro fenomeno che porta all’allargamento di banda che è il
trasferimento di massa, si verifica poiché il movimento del soluto all’interno della
FM o della FS non è abbastanza veloce
da mantenere una distribuzione
all’equilibrio del soluto tra le due fasi.
Un’elevata velocità del flusso impedisce
il raggiungimento dell’equilibrio (tempo
per raggiungere l’equilibrio), ci sono
quindi rallentamenti dovuti al trasferimento di massa.
Più nel dettaglio, posso suddividerla in due categorie di resistenza al trasferimento
di massa: 29
- Resistenza al trasferimento nella fase mobile: le stesse molecole se sono
molecole analoghe ci impiegano un tempo diverso per arrivare nello stesso
punto. Oppure se la superficie è molto irregolare esistono delle sacche di
ristagno, quindi se raggiunge profondità elevate nella superficie fa fatica a
risalire e quindi di conseguenza provoca allargamento di banda.
- Resistenza al trasferimento nella fase stazionaria: se lo spessore della fase
liquida (FS) non è regolare, due molecole della stessa sostanza possono essere
ripartite in maniera diversa. Quindi ancora una volta è importante che la fase
stazionaria risulti il più possibile regolare.
Tutto si riassume in un’equazione, quella di Van Deemter.
H= misura l’efficienza della colonna
A= diffusione microvorticosa
B= 2 x coefficiente di diffusione dell’analita;
C= parametro composto da termini relativi alla
velocità di diffusione dell’analita nelle fasi gassosa e liquida, e u è la velocità del gas
di trasporto (carrier).
In una colonna capillare, A non contribuisce all’allargamento della banda, quando si
usa azoto come gas di trasporto, il rapporto B/u è favorevole perché i coefficienti di
diffusione delle molecole di questo gas sono minori rispetto a quelli nell’idrogeno e
nell’elio. Tuttavia, l’azoto garantisce una migliore efficienza solo quando la velocità
del gas u è bassa, poiché una velocità di flusso d’azoto elevata riduce l’interazione
dell’analita con la FS.
In una colonna impaccata, l’efficienza della separazione è bassa perché, sebbene il
coefficiente di diffusione sia minore, il contributo di A provoca l’allargamento delle
bande. Inoltre, in una colonna impaccata gli effetti di trasferimenti di massa sono
maggiori a causa della forma irregolare delle particelle dell’impaccamento, le quali
di conseguenza presentano un rivestimento irregolare costituito da uno strato di FS
liquida relativamente spesso.
Dobbiamo considerare numerosi fattori che rientrano nell’efficienza del processo. 30
TLC (cromatografia planare)
Ha un’importanza anche in campo analitico, tanto che nelle monografie della FU
molte sostanze vengono identificate con questa tecnica. È versatile come tecnica
anche come disponibilità di saggi… posso fare un’analisi sia qualitativa che
quantitativa e rivelare impurezze anche in tracce.
La cromatografia è su una superficie piana, mentre que