Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 21
Analisi completa del IV canto del "Paradiso" di Dante Pag. 1 Analisi completa del IV canto del "Paradiso" di Dante Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Analisi completa del IV canto del "Paradiso" di Dante Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Analisi completa del IV canto del "Paradiso" di Dante Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Analisi completa del IV canto del "Paradiso" di Dante Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 21.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Analisi completa del IV canto del "Paradiso" di Dante Pag. 21
1 su 21
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

INDICE:

1 - 27 Due dubbi di Dante intuiti da Beatrice

28 - 63 Soluzione del secondo dubbio: la sede dei beati

64 - 90 Soluzione del primo dubbio: i voti inadempiuti e la volontà

91 - 117 Volontà assoluta e volontà relativa

118 - 142 Nuovo dubbio di Dante

1 - 27 DUE DUBBI DI DANTE INTUITI DA BEATRICE. Le parole di Piccarda hanno suscitato in Dante due dubbi molto intensi. Egli è in dubbio su quale esporre per primo e tergiversa, ma Beatrice legge in Dio il pensiero di Dante e formula i due dubbi: il primo riguarda il voto inadempiuto per violenza altrui, che sembra non dover essere imputato a merito di coloro che han subito la violenza; il secondo si collega alla dottrina platonica e al fatto che le anime siano apparse nelle varie stelle.

Intra due cibi, distanti e moventi d'un modo, prima si morria di fame, che liber'omo l'un recasse ai denti; sì si starebbe un agno intra due brame di fieri lupi, igualmente temendo; sì si

starebbe un cane intra due dame: 6per che, s’i’ mi tacea, me non riprendo, da li miei dubbi d’un modo sospinto, poi ch’era necessario, né commendo. 9

Fra due cibi posti alla stessa distanza ed egualmente appetitosi, un uomo del tutto libero di scegliere morirebbe di fame prima di portare alla bocca uno dei due; nello stesso modo si sentirebbe un agnello in mezzo a due feroci lupi affamati, con la stessa paura nei confronti di entrambi, o un cane posto fra due prede: e perciò, se io, sollecitato da dubbi che mi attanagliavano in modo eguale, rimanevo in silenzio, non ho di che rimproverarmi, né di che lodarmi, nascendo il mio tacere da una necessità.

Intra = fra | morria = morirebbe | agno = agnello | riprendo = rimprovero | commendo = lodo

STILE: "dame" è un latinismo per "daini" o animali simili. Notare le molte metafore di queste prime tre terzine. I due dubbi che al contempo lo attanagliano sono paragonati

A due prelibatezze di fronte a un uomo affamato, a due lupi intorno a un agnello e a due prede per un solo cane da caccia.

CONCETTO CHIAVE: Dante è attanagliato da due dubbi, tanto che tace perché non riesce a scegliere quale voglia porre per primo a Beatrice.

COMMENTO: Si suppone che la perfetta equivalenza fra due oggetti del desiderio possa paralizzare la volontà. Dante, per questo, non è troppo cattivo con se stesso.

Io mi tacea, ma 'l mio disir dipinto m'era nel viso, e 'l dimandar con ello, più caldo assai che per parlar distinto. Fè sì Beatrice qual fé Danïello, Nabuccodonosor levando d'ira, che l'avea fatto ingiustamente fello; e disse: "Io veggio ben come ti tira uno e altro disio, sì che tua cura sé stessa lega sì che fuor non spira. Io tacevo, ma il mio desiderio di sapere, così come quello di domandare, era più fervidamente evidente nel mio."

ma riesce anche a comprendere il motivo di tali dubbi. Lei vede come i dubbi stessi attraggano la mente di Dante, creando un interesse che si impiglia in se stesso e non riesce a trovare una via d'uscita. Questo è evidente nella frase "il tuo interesse s'impiglia in se stesso e non soffia all'esterno". Nel testo si fa anche riferimento a Daniele, che aveva liberato Nabuccodonosor dall'ira che l'aveva reso crudele. Questo rafforzamento della similitudine tra Beatrice e Daniele sottolinea la capacità di Beatrice di comprendere e aiutare Dante, proprio come Daniele aveva aiutato Nabuccodonosor. Lo stile del testo è caratterizzato da un'allitterazione che inizia con il suono "d" in parole come "disir", "dipinto", "dimandar", "distinto", "Daniello" e "d'ira". Questo crea un effetto sonoro che richiama l'attenzione del lettore. In conclusione, Beatrice riesce a leggere i dubbi di Dante sul suo volto e comprende il motivo di tali dubbi. La sua capacità di comprendere e aiutare Dante è paragonata a quella di Daniele che aveva aiutato Nabuccodonosor.

ma "indovina" (perché, come detto, per volontà divina può leggere Dante come fosse un libro aperto) anche la natura dei suoi dubbi.

Il re Nabuccodonosor aveva fatto un sogno e pretendeva che i suoi maghi lo indovinassero e lo spiegassero. Quelli dichiararono che la cosa non fosse possibile e il re si irò moltissimo, tanto che volle l'esecuzione dei sapienti di Babilonia. A quel punto si fece avanti il profeta Daniele che, in cambio del perdono per i sapienti, indovinò e spiegò il sogno senza che il re lo narrasse (aneddoto della Bibbia).

Tu argomenti: "Se 'l buon voler dura, la vïolenza altrui per qual ragione di meritar mi scema la misura?". Ancor di dubitar ti dà cagione parer tornarsi l'anime a le stelle, secondo la sentenza di Platone. Queste son le question che nel tuo velle pontano igualmente; e però priatratterò quella che più ha di felle. "Tu ti chiedi: - Se il

voto rimane nonostante l'intervento esterno, perché allora diminuisce il mio merito agli occhi di Dio?. -Inoltre sei perplesso perché sembra che, come sostiene Platone, le anime ritornano a dimorare negli astri. Queste sono le questioni che ti attanagliano in modo eguale, ma io tratterò prima quella più pericolosa".

dura = persiste | scema = diminuisce | cagione = causa | tornarsi = ritornare | velle = volontà | pontano = premono | felle = veleno

STILE: "velle" è latinismo ed è l'infinito usato spesso nel linguaggio scolastico, tipico del ragionamento.

CONCETTO CHIAVE: Beatrice espone i dubbi di Dante: 1. come mai se si mantiene vivo il voto nel proprio cuore, nonostante la violenza altrui, ottengo comunque un demerito? 2. Come mai sembra, come sosteneva Platone, che le anime dopo la morte tornino agli astri? La beata inizierà a fugare il dubbio più pericoloso per

l'ortodossia cattolica.Timeo,COMMENTO: La tesi di Platone di cui si parla è esposta nel suo dialogo Timeo, dove si racconta che il Demiurgo assegna ciascuna anima ad un astro. Coloro che vivessero nel giusto, alla morte ritornerebbero alla stella loro assegnata e vivrebbero eternamente in beatitudine.Questo sarebbe pericoloso per la fede cattolica, perché implicherebbe l'esistenza di un mediatore (l'astro = la stella) fra Dio e gli uomini, e una dipendenza più stretta fra le due entità, rispetto a quella fra gli uomini e Dio. Il fine ultimo degli uomini sarebbe il ritorno alla stella e non la contemplazione di Dio! Le contaminazioni fra la dottrina cristiana e il platonismo sarebbero quindi pericolose e da evitare.28 - 63 SOLUZIONE DEL SECONDO DUBBIO: LA SEDE DEI BEATI. Beatrice sceglie di risolvere prima il secondo dubbio, perché più pericoloso. Tutte le anime beate dimorano nell'Empireo, ma appaiono a Dante nei diversi cieli, non perchésia quella la loro sedeassegnata, ma per mostrare a Dante, in modo semplice, i diversi gradi di beatitudine.Beatrice spiega che quello è il modo più semplice di parlare ai mortali: facendo leva sui lorosensi, cui credono prima che a ogni altra cosa. Per quello la Sacra Scrittura attribuisce a Diomani e piedi e la Chiesa rappresenta gli angeli in forma umana. Platone, però, nel suoTimeo , voleva parlare dell'influsso delle stelle sugli uomini e in tal caso la sua opinione nonera così lontana dal vero.D'i Serafin colui che più s'india,Moïsè, Samuel, e quel Giovanniche prender vuoli, io dico, non Maria, 30non hanno in altro cielo i loro scanniche questi spirti che mo t'appariro,né hanno a l'esser lor più o meno anni; 33ma tutti fanno bello il primo giro,e differentemente han dolce vitaper sentir più e men l'etterno spiro. 36"Il più vicino a Dio dei Serafini, Mosè,Samuele o uno aPARAFRASI: [Beatrice continua] scelta fra i Giovanni, perfino Maria, nessuno di questi ha in cielo una sede diversa da quella delle anime che ti sono appena apparse, né godono della loro condizione per una durata maggiore o minore, tutti quanti invece abbelliscono il cielo più alto, godendo la felicità in maniera diversa in quanto ricevono in diversa misura lo Spirito Santo". s'india = partecipa della beatitudine di Dio | scanni = seggi, troni | primo giro = l'Empireo | etterno spiro = lo Spirito Santo, quindi l'eterno amore da e verso Dio. STILE: "scanni" è latinismo per "troni" | Il verbo "indiarsi" è inventato da Dante. CONCETTO CHIAVE: Le anime più care a Dio e quelle che sono apparse nell'ultimo cielo, tutte condividono l'Empireo come sede della loro beatitudine. L'unica differenza sta nella diversa connessione con lo Spirito Santo, l'amore di Dio e per Dio. HTML:

Samuele o uno aPARAFRASI: [Beatrice continua] scelta fra i Giovanni, perfino Maria, nessuno di questi ha in cielo una sede diversa da quella delle anime che ti sono appena apparse, né godono della loro condizione per una durata maggiore o minore, tutti quanti invece abbelliscono il cielo più alto, godendo la felicità in maniera diversa in quanto ricevono in diversa misura lo Spirito Santo". s'india = partecipa della beatitudine di Dio | scanni = seggi, troni | primo giro = l'Empireo | etterno spiro = lo Spirito Santo, quindi l'eterno amore da e verso Dio. STILE: "scanni" è latinismo per "troni" | Il verbo "indiarsi" è inventato da Dante. CONCETTO CHIAVE: Le anime più care a Dio e quelle che sono apparse nell'ultimo cielo, tutte condividono l'Empireo come sede della loro beatitudine. L'unica differenza sta nella diversa connessione con lo Spirito Santo, l'amore di Dio e per Dio.

Dio.

I serafini sono la prima gerarchia angelica, quindi il più vicino a Dio deiserafini è da intendere come la più alta delle intelligenze angeliche

Mosè è il più grande fra i profeti

Samuele è il primo giudice di Israele e instauratore della monarchia

Maria è l'essere più caro a Dio

Nota che, come spiega Beatrice, la beatitudine delle anime è perpetua ed extratemporale, quindi non misurabile in anni. Beatrice contrasta qui, evidentemente, la visione di Platone: le anime risiedono tutte nell'Empireo, non sono associate alle stelle! Ora ci spiegherà perché allora Dante ne ha incontrate già alcune nel cielo della Luna: Qui si mostraro, non perché sortita sia questa spera lor, ma per far segno de la celestïal c' ha men salita. Così parlar conviensi al vostro ingegno, perché solo da sensato apprende ciò che fa poscia d'intelletto degno.

42"Si mostrarono qui, non perché questo cielo sia stato assegnato loro, ma per servirsi del cielo più basso come immagine della propria condizione. Così conviene che si parli all'ingegno umano, poiché ad esso è intellegibile solo ciò che esso ha ricevuto dalla percezione sensoriale".

PARAFRASI: [Beatrice continua] Le anime si sono mostrate qui non perché questo cielo sia stato loro assegnato, ma per utilizzare il cielo più basso come immagine della loro condizione. È quindi opportuno parlare in questo modo all'intelletto umano, poiché esso può comprendere solo ciò che ha ricevuto dalla percezione sensoriale.

CONCETTO CHIAVE: La presenza delle anime che Dante ha visto nel cielo della Luna è dovuta al fatto che, per i mortali che si affidano ai sensi per comprendere le cose, è possibile percepire la diversità nella loro beatitudine.

COMMENTO: La conoscenza umana si basa sulla percezione sensoriale, anche se non si limita ad essa. In parole

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
21 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher drollentigo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Rossi Luca Carlo.