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BEVANDE ALCOLICHE
VINO
Quando si parla di bevande alcoliche ci si riferisce a degli alimenti con quantità variabili di alcol etilico; le
bevande alcoliche possono essere fermentate (vino, birra, sidro) per fermentazione di soluzioni zuccherine,
oppure distillate/liquorose ottenute per distillazione e scioglimento di sostanze aromatiche. Si ottengono
per fermentazione di liquidi contenenti zuccheri fermentescibili (Bevande alcoliche fermentate), o dalla loro
successiva distillazione (Bevande alcoliche fermentate e distillate) oppure sciogliendo sostanze aromatiche
in soluzioni alcoliche zuccherine (Bevande liquorose).
Il vino è definito come il prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche
pigiate o non o di mosti d’uve con gradazione alcolica complessiva di 10° e almeno 3/5 devono essere
svolti. Le uve fresche sono il frutto matura della vite della specie Vitis vinifera e devono essere tali da
consentire la pigiatura o la torchiatura con gli ordinari mezzi di cantina e da ingenerare una fermentazione
alcolica spontanea in quanto la buccia dell’uva è sede di numerose attività, come quella microbica dei
lieviti, i quali vengono portati dalla polvere e dagli insetti sulla buccia. La legge permette di guidare la
fermentazione con l’aggiunta di colture pure per avere una fermentazione guidata; il mosto è il prodotto
liquido ricavato naturalmente o con processi fisici da uve fresche, avente un titolo alcolimetrico volumico
effettivo pari o inferiore a 1% in volume.
Il titolo alcolometrico volumico rappresenta il titolo alcolometrico effettivo che realmente c’è nel
prodotto; si misura in parti di volumi di alcol puro presenti in 100L di prodotto, ambedue misurati a una
temperatura di 20°C. Si tratta della definizione dell’alcol svolto che si ingerisce. La degradazione alcolica è
riportata in etichetta in percentuale % volume di alcol/100 parti di prodotto; l’alcol ha una densità pari a
0,79 mg/mL. Oltre al volume effettivo si ha anche quello potenziale, cioè l’alcol non presente ma che può
essere prodotto dalla fermentazione totale degli zuccheri contenuti in 100 parti in volume del vino. La
gradazione alcolica complessiva à la somma tra l’alcol svolto e quello potenziale. Sull’etichetta è
obbligatorio indicare il titolo effettivo; alcuni vini di qualità riportano anche il contenuto di alcol
complessivo quindi si ha la possibilità di calcolare quello potenziale che permette di sapere il contenuto di
zuccheri presenti nel prodotto. La resa della fermentazione alcolica è il 60%: se il mosto ha il 20%, il vino
avrà 12° alcolici e dividendo per 0,6 si ha il contenuto di zuccheri presenti nel vino.
L’alcol è una sostanza che non deve essere assunta in eccesso in quanto viene metabolizzata nel fegato e
causa effetti non benefici; non si dovrebbero assumere oltre 60g di alcol per un uomo adulto.
L’uva è l’infruttescenza che deriva dall’inflorescenza di Vitis vinifera che ha una forma di grappolo; in Italia
(come olivo) la vite prospera tra il 30° e il 50° di latitudine; i paesi di maggior produzione sono Italia (Sicilia
Puglia Veneto Toscana Piemonte) Francia e Spagna. L’Italia possiede il primato del 30% nell’Unione
Europea, la quale rappresenta i paesi che sono il 20% della produzione mondiale; il vino una volta era
consumato di più, ora è diminuito a favore della birra, sidri alcolici a causa di un cambio delle abitudini e il
vino viene visto come un prodotto di qualità e quindi si cerca l’abbinamento tra il prodotto a un piatto
(maggior costo). L’uva è una bacca, è un’inflorescenza che si presenta sotto
forma di grappolo costituito da una parte erbacea che prende
nome di raspo dove si hanno delle ramificazioni dette racimoli
con ulteriori ramificazioni che portano l’acino che è la materia
prima (insieme ai raspi che vengono allontanati); il raspo è
solo il 2,5-8% della pianta mentre l’acino rappresenta la quota
più elevata, si presenta sotto forma di sfera o allungata in
relazione alla cultivar e la colorazione varia dal giallo al
rosso/nero ottenendo vini bianchi/rossi in relazione al colore.
Le caratteristiche organolettiche sono in relazione alle
sostanze coloranti e alla tecnica di vinifica; gli acini hanno un
peso variabile da 1 a 5g e all’interno contengono i vinaccioli (noccioli)
che sono in numero variabile. Si hanno quindi l’epicarpo (buccia), il
mesocarpo (polpa) e l’endocarpo dove i vinaccioli sono in genere 3/4 e
rappresentano il numero degli ovoli fecondati e quindi il numero può
diminuire; il peso è in relazione al numero di vinaccioli. I vinaccioli
contengono sostanze grasse in misura elevata (olio) per il 10-15% che
possono essere estratte e utilizzate per l’alimentazione umana
producendo l’olio di vinaccioli; ci sono poi sostanze fenoliche presenti
nelle bucce, le quali sono portatrici di sostanze tanniche quindi la
pigiatura deve essere fatta in modo tale da evitare la rottura dei vinaccioli. Il mesocarpo è la parte centrale
formato da un parenchima di cellule turgide con zuccheri acidi organici e sostanze azotate a colloidali;
l’epicarpo è la sede del colore e delle sostanze odorose quindi contiene cellulosa, pectine, sostanze
polifenoliche e pruina (cera) che va ad attaccare sulla superficie i lieviti. La pruina è una cera formata da
acido palmitico 16C e da un alcol con tre gruppi OH 26C, è un estere formato da alcoli a lunga catena e
acidi grassi a lunga catena. I grappoli hanno in genere peso che non supera 500g rispetto alle uve da tavola
che arrivano anche a 3 kg; l’assenza di vinaccioli si ha nelle uve utilizzate per la produzione di vini passiti.
La distribuzione delle sostanze all’interno dell’acino è organizzata in
diverse zone: la polpa è la parte principale, dove la zona esterna è
ricca di sostanze coloranti e vitamine e povera di zuccheri; la zona
mediana è ricca di zuccheri e povera di acidi; la zona interna è
rappresentata da acidi e meno da zuccheri. Si passa attraverso
diversi periodi del ciclo di sviluppo: erbaceo, invaiatura e
maturazione; nel primo periodo si assiste ad un accumulo di clorofilla e si ha il raggiungimento del peso e
del volume definitivo; nella seconda fase si verificano variazioni cromatiche con la scomparsa della
clorofilla e il passaggio da verde a giallo o rosso/nero acino, si arricchisce di zuccheri e acidi organici; infine,
si raggiunge il massimo contenuto di zuccheri, mentre gli acidi organici tendono a sanificare e vengono
consumati per l’attività respiratoria. La crescita e lo sviluppo si identificano come un aumento del
contenuto di zuccheri che arriva fino a 18-20% in relazione alle condizioni climatiche, all’intensità colorante
(antociani aumentano in parallelo a contenuto di zuccheri) e
all’insolazione; con la maturazione si ha una diminuzione di acidi di
10g/L circa. L’acino assume caratteristiche in relazione alle condizioni
climatiche: nei luoghi caldi si hanno più zuccheri, mentre in quelli
freddi si hanno meno zuccheri e più acidi. Si assiste poi anche a un
incremento di sostanze azotate fino a 0,1-12 g/L, le quali sono un
substrato importante per i lieviti che trasformano lo zucchero in alcol;
ecco perché la legge prevede l’aggiunta di fosfati e la fermentazione
può anche bloccarsi se non si hanno i fattori di accrescimento e
per temperature superiori di 40°C. Si ha anche un incremento di
sostanze minerali fino a 4-5g/L. Quando si parla di maturazione ci
si riferisce al momento in cui la polpa è al più alto contenuto
zuccherino e il grappolo ha raggiunto il suo massimo peso
altrimenti si ha una sovra-maturazione dove il raspo tende a
lignificare e a portare meno sostanze nutritive, l’acino
raggrinzisce e diminuisce la resa in termini di zuccheri; la
maturazione industriale può coincidere con la maturazione
fisiologica del vinacciolo: in base a questo si può avere una coltura tardiva (vinacciolo maturazione
successiva a maturazione industriale) o precoce. L’indice di maturazione va valutato correttamente per
avere il massimo contenuto di zuccheri anche se in realtà varia e si considera quindi non il contenuto
zuccherino ma il rapporto tra contenuto di zuccheri
per 100 mL e di acidi acidità totale per litro. Si hanno
formule diverse per determinare la maturazione
industriale.
Le operazioni principali della produzione prevedono: la raccolta a maturazione industriale e il trasporto
evitando i fenomeni di macerazione e di ossidazione perché sono insidiosi e si verificano maggiore è il
tempo tra la raccolta e la vinificazione; le uve vanno conferite integre e sane alla cantina; il mantenimento
della sanità è necessario perché poi influiscono sulle caratteristiche del futuro vino. La pigiatura permette
di liberare il mosto dall’acino a cui segue la successiva fermentazione. Il mosto viene separato dalle vinacce
quindi si è in grado di torchiare il succo senza lacerare le bucce dei vinaccioli e questo richiede una
separazione prima della fermentazione altrimenti possono conferire al vino un colore giallo e un gusto di
rancido. Importante è la separazione delle vinacce e il controllo dell’ossigeno; nella vinificazione in rosso le
vinacce vengono allontanate dalle bucce e la fermentazione è in base alla durata della pigiatura e dipende
dalle caratteristiche del futuro vino (rapida poco colorati). Dopo fermentazione si ha una fase di
decantazione e di stabilizzazione e poi di affinamento in acciaio inox o in botti; segue l’eventuale
invecchiamento prima dell’imbottigliamento.
(caratteristiche tre parti dell’uva??)
Il mosto Il mosto viene ottenuto con una resa di 65-80 litri per
quintale; il componente più elevato è l’acqua 65-80%. Le
caratteristiche dell’uva dipendono dalle condizioni
climatiche e da numerosi fattori che possono essere
permanenti, variabili o eccezionali; quelli permanenti
sono costanti come la cultivar di appartenenza, quelli
variabili sono l’insolazione, il clima, la concimazione e le
potature; quelli eccezionali sono l’attacco di parassiti,
ovvero su cui non si possono fare previsioni (o grandine e
forti piogge). Il terreno deve essere in grado di drenare le
forti piogge e di trattenere la quantità d’acqua che serve per l’accrescimento: l’acqua in maturazione può
creare danni e umidità e quindi la crescita di muffe che attaccano gli acini e decompongono le sostanze
polifenoliche. La composizione del mosto è complessa perché contiene numerose
sostanze ma soprattutto zuccheri e acidi quindi la sua densità è
determinabile e pari a valori che superano l’u