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I lipidi si possono distinguere in saponi cabili e insaponi cabili, in base alla presenza o
meno di acidi grassi. Gli acidi grassi sono catene di atomi di C e H, con un -COOH
terminale, legate tramite legami semplici o doppi, a dare catene sature (solo legami
semplici) o insature (anche legami doppi). Generalmente le catene di acidi grassi hanno
un numero di C>10, ma ad esempio nel latte troviamo anche acidi grassi a corta catena. Il
punto di fusione degli acidi grassi aumenta:
− All’allungarsi della catena
− Al diminuire del numero di instaurazioni
− Negli isomeri trans rispetto ai cis.
Possiamo classi care i lipidi insaturi in base alla posizione del primo doppio legame:
− Partendo dal COOH: Δ
− Partendo dal metile terminale: ω.
Esistono anche degli acidi grassi essenziali, che non possono essere sintetizzati dai
nostri sistemi enzimatici, perché non sono in grado di insaturare oltre la posizione ω-6;
dobbiamo cos“ assumerli con la dieta: acido linoleico (ω-6) e acido linolenico (ω-3). Essi
sono i precursori
degli eicosanoidi, oltre a regolare i livelli di colesterolo nel sangue e strutturare le
membrane biologiche.
I LIPIDI SAPONIFICABILI costituiscono il 99.9% degli oli vegetali e contengono acidi
grassi. Tra essi troviamo i gliceridi, che sono esteri del glicerolo con acidi grassi, e
possono essere:
• Monogliceridi, 1 acido grasso esterificati
• Digliceridi, 2 acidi grassi esterificati
• Trigliceridi, 3 acidi grassi esterificati.
I trigliceridi in particolare costituiscono la maggior componente lipidica di un alimento, e
possono essere semplici o misti, ossia possedere lo stesso acido grasso, oppure diversi.
Se il trigliceride misto, si teorizza che l’acido grasso in posizione 2 sia insaturo (negli oli
quello maggiormente presente nella matrice, mentre le posizioni 1 e 3 sono casuali. Gli
alimenti grassi sono caratterizzati da diverse percentuali di composizione di trigliceridi:
SSS, SIS, SII, ISI, III, etc, che danno intervalli di fusione caratteristici.
I fosfolipidi sono lipidi che contengono anche acido fosforico e basi azotate. Sono
costituiti da una testa idro la (polare) formata da un gruppo fosfato, e da una coda lipo la
(apolare) composta da 2 acidi grassi. Tra essi si ricordano le cefaline e le lecitine, queste
ultime utilizzate come additivi alimentari grazie alle loro proprietˆ emulsionanti.
Le cere sono composti a alto peso molecolare, sono esteri di un alcol a lunga catena con
acido grasso, i diffusi hanno catene di C , C , C . Si trovano nei vegetali sulla
un 26 28 30
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super cie di frutti e foglie, con funzione protettiva, oppure impermeabilizzano le piume
degli uccelli.
I LIPIDI INSAPONIFICABILI non contengono acidi grassi, ma hanno delle importanti
funzioni
per l’organismo. Essi sono terpeni e steroli.
I terpeni sono composti che hanno la struttura base dell’isoprene. 2 unità di
isoprene
costituiscono un monoterpene. Sono terpeni la vitamina A, lo squalene e i caroteni.
Gli steroidi sono derivati del ciclopentano diidrofenantrene, composto a 4 anelli
condensati. A questo gruppo appartengono diversi composti di grande importanza
biologica: acidi biliari, ormoni corticosurrenali, ormoni sessuali, provitamina D e steroli. Gli
steroli in particolare hanno una struttura comune che differisce per una catena R, che
caratterizza ogni sterolo. Essi sono importanti costituenti delle membrane cellulari, e
hanno il suf sso -OLO perché di origine animale, e può˜ formare esteri con gli acidi
grassi.
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Reazione di formazione degli acidi grassi liberi.
detta idrolisi o lipolisi o irrancidimento idrolitico. Essa consiste nel distacco del glicerolo
dagli acidi grassi in presenza di acqua, ad opera di lipasi microbiche.
Essa riguarda i semi oleaginosi e le drupe (es. olive) stoccate per molto tempo, ma anche
prodotti animali come i grassi delle carni, il burro oppure il formaggio in fase di
stagionatura. In quest’ultimo caso la lipolisi è gradita perché rilascia acidi grassi che
conferiscono l’aroma tipico.
Classi cazione dei polifenoli.
I polifenoli sono sostanze derivanti dal metabolismo secondario delle piante, con
funzione antiossidante primaria. Essi sono caratterizzati dalla presenza di anelli aromatici.
Si distinguono in 2 gruppi.
1. Acidi fenolici
Sono costituiti da un solo anello aromatico e a loro volta si distinguono in: acidi benzoici e
acidi cinammici.
2. Flavonoidi
Costituiti da una struttura base di 2 anelli aromatici e un anello eterociclico ossigenato.
In base alle modi che della struttura di partenza, otteniamo 3 gruppi di sostanze:
− ANTOCIANIDINE
Conferiscono a frutti e ori colorazioni blu viola-rosse, in funzione del pH; infatti
anche in base ai sostituenti R1 e R2. Esempi:
l’ossigeno è tetravalente. Il colore varia
cianidina, enocianina.
Sono agliconi, se vengono glucosilati diventano antociani: monoglucosidi o diglucosidi,
generalmente nel vino ci sono solo i 3-monoglucosidi. La maggior parte delle
sostanze polifenoliche tende a idrolizzare e liberare lo zucchero durante la maturazione.
− FLAVONI
Hanno una colorazione stabile gialla e si trovano in uva, arance, mandarini, miele,
limoni. Esempi: quercetina, campferolo.
− FLAVANI
Essi sono catechine ed epicatechine, unità di base per la sintesi dei tannini. La
avviene tra il C e il C tramite legame covalente. Sono responsabili
condensazione 4 8
dell’astringenza dei vini.
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I carotenoidi invece sono antiossidanti sia primari che secondari (singlet oxygen
quencher), costituiti da 4 unità terpeniche. Si dividono in 2 gruppi.
1. Caroteni
Sono delle lunghe catene alifatiche costituite solo da atomi di C e H, con doppi legami
coniugati, che danno la colorazione alla molecola. Sono facilmente ossidabili e sensibili
agli agenti atmosferici. Hanno una struttura idrofobica che può terminare con delle
strutture cicliche. Sono i precursori della vitamina A. il più importante carotene è il β-
carotene.
2. Xanto lle
Derivano dall’idrossilazione dei caroteni, presentano perciò dei gruppi OH. La presenza
dell’ossigeno determina una diversa colorazione di questi composti (dal giallo al rosso).
Ne sono esempi la luteina, la zeaxantina, la cantaxantina.
fi Descrivere le reazioni ed il procedimento del metodo Kjeldhal
utilizzato per determinare la percentuale di azoto e quindi di
proteine in uno sfarinato. Sapendo che per la determinazione
di questo parametro sono stati utilizzati 14 mL di HCl 0.05M
per la titolazione e 0.5000 g di campione di semola, calcolarne
il contenuto sul tal quale. Inoltre, sapendo che l’umidità del
10%, calcolare il risultato sul secco.
Importanza del saggio della fosfatasi e della perossidasi. Se un
latte crudo i saggi della fosfatasi e perossidasi risulteranno
+/-?
I saggi della perossidasi e della fosfatasi sono molto importanti per valutare i trattamenti
termici subiti dal latte. In particolare un enzima termolabile, che quindi viene distrutto da
tutti i trattamenti termici, quindi il saggio della f termostabile, tuttavia viene distrutta a 80¡C
per 30 secondi, per cui il saggio della fosfatasi risulta positivo solo per i latti crudi e quelli
pastorizzati; per i pastorizzati negativa.
Cosa si intende per latte fresco pastorizzato di alta qualità?
Il latte fresco pastorizzato di alta qualità un latte pastorizzato, derivato per˜ da latte crudo
con delle caratteristiche compositive leggermente diverse da quello standard: contenuto
elevato in grassi e proteine, per cui deve subire un trattamento di pastorizzazione meno
drastico.
Indicare il pH del latte, le densità' di un latte intero e scremato.
pH: 6.5-6.7
−
− densità latte intero: 1.030-1.033
− densità latte scremato: 1.035-1.036
Sono stati utilizzati 3.5 mL di NaOH 0.25M per titolare l’acidità
di 50 mL di latte.
Calcolarne l’acidita in SH.
SH = 3.5 x 2 = 7
% acido lattico = 7 x 0.225
De nisci il vino. Quale è la sua composizione chimica,
relativamente agli acidi organici e zucchero.
Il vino il prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o parziale di
uve fresche o mosti d’ di circa il 20%, che poi viene fermentata ad opera di microrganismi,
Saccharomyces,
soprattutto appartenenti al genere a dare alcol etilico. Gli zuccheri
principali sono esosi, fruttosio e glucosio in parti uguali, ma ci sono anche pentosi, che
per˜ non sono fermentescibili.
Ci sono acidi organici preesistenti nel mosto, come l’acido tartarico, malico e citrico,
mentre durate la fermentazione se ne generano altri, come il succinico e il lattico. Tutti
questi vanno a dare l’acidità’ ssa del vino. L’acido acetico costituisce invece l’acidità
volatile, e viene sintetizzato durante la fermentazione del vino. Acidità ssa e volatile
danno insieme l’acidità’ totale del vino.
Indica l’importanza della SO in enologia.
2
La SO un composto aggiunto ai mosti in vini cazione per le sue molteplici funzioni:
2
− Antisettica selettiva, nei confronti dei microrganismi indesiderati
− Acidificante
− Antiossidante
− Defecante
− Solubilizzante.
Essa può essere aggiunta come gas o come sali: bisol to di potassio o metabisol to di
potassio. All’interno della matrice del vino la possiamo trovare in diverse forme: libera
(SO oppure bisol to/metabisol to), oppure complessata con composti carbonilici
2
(reversibile), oppure con acetaldeide (irreversibile).
Il titolo alicolimetrico volumico e ettivo e complessivo cosa
rappresentano?
Il titolo alcolimetrico volumico effettivo rappresenta le parti in volume di alcol puro su 100
parti in volume di vino, a 20¡C, mentre il titolo alcolimetrico volumico totale rappresenta la
somma di titolo alcolimetrico volumico effettivo e potenziale. Quest’ de nito come le parti
in volume di alcol puro che possono essere prodotte dalla fermentazione totale degli
zuccheri presenti in 100 parti di vino, a 20¡C. per legge il titolo alcolimetrico effettivo deve
essere almeno 3/5 del titolo alcolimetrico totale, in un vino in vendita.
Acidità totale e volatile di un vino: de niscile e indicane i
rispettivi limiti di legge. Come procedi e come prepari il
campione in questa determinazione?
L’acidità costituita dalla componente volatile, essenzialmente acido acetico. Si determina
con distillazione in corrente di vapore seguita da titolazione del distillato con NaOH. Per
legge l’acidità volatile viene espressa in g di acido acetico su L vino, e deve essere:
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− <1.08 g/L per i vini bianchi e rosati
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