H CH
CH COOH
R 1
R
R 3 1 R
R R Acidi
R 2
R
R R Acidi
3 3
1 4 ben
2
1 cinnamici H O H
H Ac. p-
Ac. H
O H
H idro
cumarico
H O O
H O Ac.
H H
H gallico
O H
O Ac. Ac.
H H
OC O vanillic
H H
3 Ac.
H H O
O gensiti
H
H Ac.
H
H O O
In queste molecole i gruppi OH aumentano l’attività antiossidante, mentre i
sostituenti
ingombranti ostacolano il lavoro antiossidante.
Flavonoidi:
Costituiti da una struttura base di 2 anelli aromatici e un anello eterociclico
ossigenato.
In base alle modifiche della struttura di partenza, otteniamo 3 gruppi di sostanze:
ANTOCIANIDINE
Conferiscono a frutti e fiori
colorazioni blu- viola-rosse, in
funzione del pH; infatti R 1
l’ossigeno è tetravalente. Il colore
anche in base ai sostituenti R
varia 1 O
HO
e R . Esempi: cianidina, enocianina.
2
Sono agliconi, se vengono glucosilati diventano antociani: monoglucosidi o
diglucosidi, generalmente nel vino ci sono solo i 3-monoglucosidi. La maggior
parte delle sostanze
polifenoliche tende a idroliz zare e liberare lo zucchero durante la maturazione.
+
FLAVONI
Hanno una colorazione stabile gialla
e si trovano in uva, arance,
mandarini, miele, limoni. Esempi:
quercetina, campferolo.
FLAVANI
Essi sono catechine ed epicatechine, unità di base per la sintesi dei tannini. La
dei flavani avviene tra il C e il C tramite legame covalente.
condensazione 4 8
Sono responsabili dell’astringenza dei vini, dando questa sensazione grazie alla
precipitazione sui nostri recettori sensoriali.:
2-5 unità: poco astringenti
5-10 unità: molto astringenti.
Nell’olio di oliva troviamo anche: tirosolo, idrossitirosolo, oleuropeina e logstroside.
2. Antiossidanti secondari
Ritardano le reazioni di iniziazione attraverso diversi meccanismi:
oxygen scavengers
Riducenti e : rallentano l’ossidazione tramite
l’ossidoriduzione, generalmente reagiscono con l’ossigeno atmosferico
sottraendolo all’ossidazione. Un esempio è l’acido ascorbico.
Singlet oxygen quencher : spengono l’ossigeno singoletto. Un esempio
sono i carotenoidi, che trasferiscono su di loro l’energia di eccitazione
dell’ossigeno singoletto, che poi si dissipa sotto forma di calore. In questo
caso i carotenoidi coadiuvano l’azione della clorofilla, proteggendo il
substrato dalla fotossidazione.
I carotenoidi sono in realtà sia antiossidanti primari che singlet oxygen
quencher, e sono un gruppo di composti terpenici che comprende:
Caroteni: lunghe catene alifatiche contenenti solo C e H, con legami
coniugati, facilmente ossidabili, precursori della vitamina A
Xantofille, derivate dall’idrossilazione dei caroteni.
I carotenoidi in realtà sono antiossidanti sia primari che secondari (singlet
oxygen quencher), costituiti da 4 unità terpeniche. Si dividono in 2 gruppi.
Caroteni
Sono delle lunghe catene alifatiche costituite solo da atomi di C e H, con doppi
legami coniugati, che danno la colorazione alla molecola. Sono facilmente
ossidabili e sensibili agli agenti atmosferici. Hanno una struttura idrofobica che
può terminare con delle strutture cicliche. Sono i precursori della vitamina A. il
più importante carotene è il β-carotene. β-carotene
Xantofille
Derivano dall’idrossilazione dei caroteni, presentano perciò dei gruppi OH. La
presenza dell’ossigeno determina una diversa colorazione di questi composti
(dal giallo al rosso). Ne sono esempi la luteina, la zeaxantina, la cantaxantina.
Un altro esempio di antiossidante primario è la vitamina E, composto di natura
isoprenica, diviso in tocoferoli (saturi) e tocotrienoli (insaturi), il più importante
dei quali è l’α-tocoferolo. Esso agisce sui lipidi di membrana, diventando α-
tocoferil-chinone, reagendo con 2 radicali lipidici.
Agisce anche in sinergia con la vitamina C, che lo rigenera a α-tocoferolo dopo
aver reagito con i radicali lipidici.
La vitamina C, o acido ascorbico, svolge moltissime funzioni oltre a quella di
antiossidante. La vitamina A deriva dai carotenoidi, le sue fonti possono
essere si animali (fegato) che vegetali, ed è importante per le funzioni visive.
La vitamina D invece è importante per l’assorbimento del calcio. La fonte di
vitamina d è l’olio di fegato di pesce ma può venire sintetizzata anche
dall’organismo in presenza di luce.
Olio di oliva
Olio extravergine di oliva
Caratteristiche che lo differenziano dagli altri oli:
Olio vergine: ottenuto con soli mezzi meccanici consumabile non raffinato
Ottenuto da un frutto
Elevato contenuti di acido oleico (60-80%)
Rapporto acido oleico/linoleico ottimale (circa 71%) elevata
concentrazione di acidi grassi monoinsaturi e bassa concentrazione di
polinsaturi, quindi protetto da autossidazione.
Significativo contenuto di antiossidanti: ottimo per la salute.
L’olio extravergine di oliva è un prodotto diffuso in tutti i Paesi del
Mediterraneo, specialmente: Italia, Spagna, Grecia. In Italia quasi tutte le
regioni lo producono, ma soprattutto il sud e le isole.
Legislazione
Regolamenti CEE:
136/66
2568/91 con integrazioni 796/02
1513/01
1989/03
Essi dettano le caratteristiche chimico-fisiche e i metodi di anali degli oli. Il
Regolamento 1513/01 in particolare è in vigore dal 1 novembre 2003 e
classifica gli oli di oliva secondo 8 categorie.
Gli enti normatori sono:
Unione Europea
COI (Consiglio Oleico Internazionale)
Codex Alimentarius.
Olive Oleaceae,
L’olivo appartiene alla famiglia delle di cui le 2 specie importanti sono:
Olea europea sativa, che produce olive da olio e da mensa
Olea europea oleastera, selvatica.
L’oliva è una drupa, dal peso di 2-6g, formata da:
Epicarpo, o buccia, 2-3%
Mesocarpo, o polpa, 60-90%
Endocarpo, o nocciolo, 13-30%.
Componenti nell’oliva:
Acqua 50%
Olio 20%
Zuccheri
Cellulosa
Proteine
Minerali
Acidi organici
Polifenoli
Vitamine A, D, E e C.
La maturazione delle olive si divide in:
Maturazione dell’epicarpo, che diventa:
Verde (clorofilla)
o Giallo-aranciato (carotenoidi)
o Rosso vinoso/nero (antociano)
o
Maturazione del mesocarpo, che ha:
Protoplasma
o Gocce di olio.
o
La maturazione completa porta al raggrinzimento dell’oliva.
La raccolta tardiva nei Paesi caldi porta alla disidratazione, al distacco
spontaneo e quindi alla caduta delle olive, oppure all’attacco di
microrganismi che portano alla fermentazione del frutto. La raccolta
tardiva nei Paesi freddi invece porta al lessamento, ossia al fenomeno
che rende l’epicarpo resistente.
Per quanto riguarda l’olio, nelle olive è contenuto per il 99% nei vacuoli
delle cellule oleifere del mesocarpo, mentre l’1% è contenuto nel
citoplasma, ma questa frazione è di difficile estrazione.
Raccolta delle olive
La raccolta delle olive è un’operazione molto delicata, da svolgere con
attenzione, per mantenere sana la drupa. L’epoca di raccolta va da novembre
ad aprile, a seconda di cultivar di olive, località e andamento stagionale. L’olivo
è una pianta che può raggiungere altezze di 3-15m, ma per la produzione di
olive si cerca di mantenere ad un’altezza non elevata.
La produzione delle olive va ad anni alterni: un anno si ottiene una fruttificazione
intensa,
l’anno successivo la fruttificazione è meno intensa.
I sistemi di raccolta sono 2:
1. Brucatura: consiste nello strisciare il ramoscello di olivo nella mano e
portarsi dietro le olive. Esso è il metodo che garantisce la massima qualità
dell’olio (non avviene la lipolisi dei trigliceridi, per cui l’acidità libera è
bassa), tuttavia i costi di questo metodo di raccolta sono elevati.
2. Raccattatura: ne esistono di diversi tipi:
a. Scrollatura e pettinatura: avviene con sistemi agevolati, come rastrelli
o pettini, ma danneggia molto la drupa
b. Caduta spontanea, su teli posti ai piedi degli alberi; è un metodo molto
lungo (1- 2 mesi) e la materia prima risulta molto contaminata
c. Bacchiatura, che provoca il danneggiamento dell’albero e della materia
prima
d. Cascola artificiale, con sostanze chimiche per facilitare il distacco
spontaneo delle olive, che però ha un costo elevato e viene utilizzato
poco.
Il trasporto e a conservazione avvengono in cassette rigide, areate, non in
sacchi di juta o plastica, che rovinerebbero le olive. La conservazione avviene a
temperature inferiori ai 10°C per un massimo di 15 giorni.
Lavorazione delle olive
Le operazioni fondamentali sono:
1. Defogliatura, cernita e lavaggio, che sono passaggi comuni a molti prodotti
2. Preparazione della pasta di olive, che consiste in 2 fasi:
Molitura o frangitura: schiaccio le olive. Lo posso fare con il metodo
tradizionale, ossia la molitura, mediante dei macelli (ruote in granito)
che ruotano in una molazza (vasca) e provocano la schiacciatura e il
rimescolamento, lavorando in discontinuo. La frangitura è invece un
metodo più moderno, che avviene in un frangitoio, in cui alcuni organi
metallici schiacciano le olive contro una griglia, ma
non avviene alcun rimescolamento (quindi ho un maggiore rischio di
ottenere emulsioni)
Gramolatura, che consiste in un continuo rimescolamento della
pasta ottenuta per creare gocce sempre più grandi di fase oleosa,
facilmente separabile poi da quella acquosa e dal residuo solido. La
gramolatura avviene per 15-20 minuti a 30-35°C, mediante una
resistenza elettrica o una camicia. A 25°C infatti si attivano le
lipossigenasi e legano ossigeno agli acidi grassi, dando origine a
composti aromatici.
3. Estrazione dell’olio: dalla pasta di olive otteniamo:
40% sanse
60% mosto oleoso, di cui 1/3 è olio e 2/3 sono
acqua. I sistemi di estrazione possono essere:
In discontinuo: pressa idraulica
In continuo: centrifugazione oppure percolamento selettivo.
La pressa idraulica è un sistema che prevede che la pasta di olive venga
caricata su dei fiscoli (diagrammi filtranti sintetici), alternati a diaframmi
metallici, a formare una torre. Si aziona la pressa e la sansa finisce nei
fiscoli, mentre il mosto oleoso scende. Dal mosto oleoso si ottiene l&rsqu
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