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PROTEINE GLOBULARI
FIBROSE EMOGLOBINA
CHERATINA MIOGLOBINA
COLLAGENE 10
In definitiva possiamo distinguere tra:
a) proteine fibrose- presentano una forma fibrosa e sono insolubili in H O, dal punto di vista
2
funzionale sono principalmente materiali strutturali passivi. Hanno in prevalenza struttura
secondaria. Esempi: cheratine e collagene.
b) proteine globulari- hanno in prevalenza struttura terziaria con amminoacidi idrofobici
all'interno della molecola e amminoacidi idrofilici esposti all'ambiente acquoso esterno che le
rendono solubili in H O. esempio: emoglobina e mioglobina.
2
c) proteine fibroglobulari- sono composte da parti fibrose e da parti globulari, spesso unite
come sub-unità indipendenti ma complementari nella funzione. Esempio: miosina.
11
3- Struttura delle proteine
Le proteine sono macromolecole naturali formate da amminoacidi legati fra loro mediante il legame
peptidico che si instaura tra il gruppo carbossilico di un amminoacido ed il gruppo amminico
dell’amminoacido successivo.
In pratica il legame peptidico (che è un legame covalente) consiste nella condensazione del
gruppo carbossilico di un amminoacido con il gruppo amminico di un altro con eliminazione di una
molecola di acqua. Il dimero che così otteniamo, prende il nome generico di dipeptide.
Il legame peptidico è un legame ammidico, come quello che si forma fra un acido carbossilico e
una ammina primaria
Il legame peptidico è un legame rigido,cioè non esiste la possibilità di rotazione di C rispetto ad
N,contrariamente a quanto potremmo ritenere osservandolo come legame semplice. Questa rigidità
si spiega poiché il legame C-N ha parziali caratteristiche di doppio legame. Le parziali
caratteristiche di doppio legame impediscono la libera rotazione attorno al legame peptidico, C-N,
che costituisce così un punto di rigidità della catena polipeptidica. La barriera energetica che si
oppone alla libera rotazione è di circa 20 kcal/mole.
12
Il legame C-N ha parziali caratteristiche di doppio legame
Si noti che dopo la condensazione, restano liberi alle due estremità del dipeptide, un gruppo -COOH
–NH
ed un gruppo disponibili per altre eventuali condensazioni. La condensazione di più
2
amminoacidi porta alla formazione di un polipeptide; le proteine sono formate dunque da catene
4 6
polipeptidiche con più di 50 amminoacidi e con MM = 10 - 10 . Le proteine per idrolisi -->
restituiscono i singoli amminoacidi.
Vediamo adesso da vicino la struttura delle proteine ovvero i livelli di organizzazione delle
.
proteine Il comportamento biologico di una proteina è completamente interpretabile solo quando
ne è chiara la struttura. La struttura delle proteine può risultare anche molto complessa e viene
tradizionalmente suddivisa in 4 livelli di organizzazione. Va osservato che le catene laterali degli
amminoacidi sono libere di ruotare sullo scheletro formato dai legami peptidici e possono instaurare
tra loro molteplici tipi di legami chimici e interazioni, in particolare possono formare legami
covalenti, legami ionici, legami idrogeno, interazioni dipolo-dipolo e così via. In questo modo ogni
proteina assume una conformazione propria, una forma tridimensionale unica ed una funzione
biologica specifica. Quindi lo studio di una proteina richiede una suddivisione della sua struttura in
4 gradi di complessità:
a) struttura primaria: è la semplice sequenza degli amminoacidi e non considera la
tridimensionalità della molecola
b) struttura secondaria: riguarda l'organizzazione tridimensionale locale della catena di
amminoacidi
c) struttura terziaria: si ottiene quando il polipeptide è ripiegato in una conformazione stabile
e che ne consenta la corretta funzionalità 13
d) struttura quaternaria: è la struttura più complessa che si ottiene per assemblaggio di più
subunità proteiche, già ripiegate in struttura terziaria. Di seguito si riporta uno schema delle 4
strutture: 14
a) Struttura primaria
La struttura primaria di una proteina è data dalla sequenza degli amminoacidi che formano la
proteina stessa e dal loro numero (in pratica è data dall'ordine con cui gli amminoacidi si
susseguono nella catena polipeptidica.). All'interno della stessa molecola o fra molecole diverse,
le proteine possono formare dei ponti disolfuro, ovvero dei legami di tipo covalente che si
instaurano tra gli atomi di zolfo di due cisteine. In pratica questi ponti disolfuro si formano ad
–SH di due molecole dell’amminoacido cisteina;
esempio tra gruppi questi gruppi -SH si vengono
a trovare occasionalmente a distanza di legame ed in seguito a una reazione di ossidazione
–SH
(deidrogenazione), i due gruppi perdono i rispettivi atomi di idrogeno e si legano tra loro
–S-S-
mediante un legame covalente come si può vedere in figura:
cisteina
Il ponte disolfuro contribuisce in maniera significativa alla struttura primaria di una proteina, perchè
riduce la flessibilità della catena polipeptidica, può unire due catene polipeptidiche diverse oppure
due ramificazioni della stessa catena.
L'ordine con cui gli amminoacidi si susseguono nella catena non è casuale, ma è rigorosamente
immutabile per ogni particolare proteina di un organismo. Così ad esempio l'albumina (una
proteina presente in numerosi organismi animali), ha in ogni individuo appartenente alla stessa
specie, sempre la stessa composizione in amminoacidi, i quali sono legati l'uno all'altro sempre con
l’emoglobina
lo stesso ordine. Ad esempio consideriamo umana è una proteina globulare contenuta
nei globuli rossi e ha la funzione di trasportare l’ossigeno dai polmoni ai tessuti. È composta da 4
sub-unità uguali a due a due (2 catene polipeptidiche indicate con la lettera composte da 141
amminoacidi, e 2 catene polipeptidiche indicate con la lettera composte da 146 amminoacidi). La
sequenza normale di amminoacidi nell'emoglobina è la seguente:
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Valina-Istidina-Leucina-Treonina-Prolina-acido glutammico-Glicina-Lisina
Val- His- Leu- Thr-Pro-Glu- Gly- Lys
Questa è una sequenza, una succesione di residui amminoacidici; anche una variazione molto
piccola in tale sequenza o la mancanza di un solo amminoacido o la sua sostituzione con un
possono cambiare l’intera proteina e quindi la sua funzione biologica. l’
altro, In questo caso
amminoacido in posizione 6 è Glu (acido glutammico). Se per una biosintesi errata al posto di
Glu ---> compare Val (Valina)--> si ha una forma anomala di emoglobina, detta emoglobina S,
l’anemia falciforme.
che è causa di una grave malattia genetica:
La sola differenza tra l'emoglobina normale è quella dei malati di anemia falciforme è la
,
sostituzione di un singolo amminoacido della catena l' acido glutammico che ha un radicale R
polare, con la valina, un altro amminoacido che ha un radicale R apolare. La sostituzione di un solo
amminoacido su 574, causata da un errore genetico, può provocare una grave malattia.
Globuli rossi in condizioni normali
(a) (b)
Fotografia al microscopio elettronico a scansione di (a): un globulo rosso
umano contenente emoglobina normale; e (b): un globulo rosso contenente
emoglobina anomala
Nell'anemia falciforme (o anemia mediterranea), i globuli rossi anziché presentare forma
una forma “a falce”(o a mezzaluna); risultano rigidi e la loro vita media si
tondeggiante assumono
riduce drasticamente da 120 a 20 giorni circa, inoltre questi globuli rossi sono incapaci di scorrere
16
normalmente all'interno dei capillari (vasi strettissimi dove i globuli rossi normali passano proprio
grazie alla loro elasticità) e quindi tendono a bloccarsi, causando "ingorghi" e quindi occlusioni
nella circolazione che possono causare trombosi.
La struttura primaria di una proteina è dunque fondamentale in quanto tutti i livelli strutturali
dall’informazione
superiori dipendono dovuta alla successione degli amminoacidi contenuti in ogni
proteina.
b) Struttura secondaria
La struttura secondaria di una proteina coincide con la configurazione tridimensionale a livello
locale della catena di amminoacidi, tale configurazione tridimensionale viene assunta dalla catena
polipeptidica a seguito delle interazioni a corto raggio (legami idrogeno) dei residui amminoacidici.
-elica, regioni
Questa struttura tridimensionale può essere di tre tipi differenti: foglietto loop.
Vi sono quindi diversi tipi di configurazioni secondarie, tutte rese stabili da ponti idrogeno che si
instaurano tra i gruppi peptidici (CONH) che la torsione interna del filamento porta uno di fronte
all'altro (l'idrogeno fa da ponte tra due elementi molto elettronegativi: l'azoto (=4) e
l'ossigeno ( =3.5) ).
I ponti idrogeno si instaurano tra un gruppo carbonilico C=O di un amminoacido ed il
gruppo amminico -NH di un altro amminoacido della stessa catena proteica o di una catena
vicina. I ponti idrogeno sono singolarmente abbastanza deboli però sono numerosi, per cui la
struttura presenta una buona stabilità.
In definitiva due i fattori che determinano la struttura secondaria di una proteina e che hanno
l'effetto di rendere minima l'energia potenziale della molecola sono:
1) minimizzazione dell'ingombro sterico fra i gruppi R
2) ottimizzazione della formazione di legami H intracatena
Il risultato di queste restrizioni fa sì che gli elementi di struttura secondaria si possano ricondurre
sostanzialmente alle tre sole diverse tipologie stabili: alfa-elica, foglietto-beta e ripiegamenti (loop).
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Nelle rappresentazioni proteiche schematiche questi tre elementi strutturali vengono visualizzati nel
modo seguente: le a-eliche sono disegnate in genere come nastri avvolti o come cilindri pieni, i
foglietti sono frecce schiacciate e larghe spesso leggermente incurvate come la loro stessa
conformazione prevede e le regioni loop sono dei semplici fili curvilinei (vedi figura seguente).
-elica
La struttura ad presenta una geometria a spirale, sempre destrorsa (l'andamento è
quello della filettatura di una vite tradizionale) giacché gli amminoacidi che la costituiscono hanno
tutti configurazione L; inoltre, in un'elica sinistrorsa i gruppi laterali R risulterebbero troppo vicini
ai gruppi C=O, destabilizzando la struttura. La catena polipeptidica si avvolge dunque a spirale (o
ad elica) intorno ad un ipotetico asse centrale; ogni singola spira contiene 3,6 residui amminoacidici
e la conformazione ad elica è stabilizzata da legami idrogeno che si formano tra il gruppo C=O di
un residuo n ed il gruppo NH del residuo (n+4) ( cioè ogni le