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ALVAR AALTO
“La vita delle forme”
(1898-1976)
Diversa e particolare è l’esperienza del Razionalismo maturata dall’architetto finlandese Alvar
Aalto. Figlio di un ingegnere specializzato nel rilievo topografico, Aalto nasce a Kuortane il 3
febbraio 1898. Nel 1921 si laurea presso il Politecnico di Helsinki e due anni più tardi, dopo aver
fatto esperienza presso vari architetti europei, intraprende la libera professione aprendo un proprio
studio nella città di Jyvaskyla. Nel 1927 si trasferisce a Turku e poi, nel 1931, a Helsinki, ove
risiede fino alla morte, avvenuta l’11 maggio 1976. Nel corso della sua lunga carriera lavora sia in
Europa sia in America, operando come architetto, ma anche quale urbanista e designer. Si parla
della sua poetica si un razionalismo empirico-fenomenico, in cui il rapporto che sussite tra l'uomo e
la natura circostante è mediato da un “organicismo” tutto “sui generis”, in cui si ricerca una
continua armonia tra il contesto e la forma architettonica, tra i materiali usati all'esterno e il disegno
del mobilio interno, secondo la triade che a detta di Aalto costituisce il perno dell'architettura:
uomo, natura e luce.
Nella Biblioteca di Viipuri, l'idea aerea della copertura della sala è resa possibile grande luce
lasciata diffondere al suo interno grazie ai numerosi oblò che vi si aprono. L'elemento qualificante
dello spazio compositivo è il corrimano. Sovradimensionato, superamento del funzionalismo e idea
di movimento: questi i suoi caratteri salienti. Il compito di accompagnare i fruitori lungo la
discesa/salita sulle scale spettava al parapetto laterale, ma Aalto inserisce il corrimano per
enfatizzare la linea sinuosa e movimentata della sua concezione di architettura, contro la stiticità del
parapetto meramente funzionale. Biblioteca di Viipuri
Nei suoi progetti d’esordio Aalto fa uso di un linguaggio ancora molto vicino al classicismo
europeo che, per la società finlandese, è espressione di un vero e proprio senso di identità nazionale.
Dalla seconda metà degli anni Venti, invece, l’esigenza di seguire orientamenti più moderni e
innovativi lo porta ad adottare criteri progettuali di netta ispirazione razionalista. Questo avviene,
comunque, con una profonda coerenza, senza mai limitarsi al solo aspetto formale e rivolgendo
sempre una particolare attenzione all’uso di materiali naturali e allo studio degli inserimenti
paesaggistici.
Una delle sue realizzazioni più importanti, esemplare di questa personale adesione al Razionalismo,
è il Sanatorio antitubercolare a Paimio, del 1929-1933. Il complesso è collocato in una zona lontana
da ogni centro abitato , tra colline coperte da fitti boschi. Destinato a ospitare 300 degenti,
l’impianto si compone di una serie di padiglioni dalle diverse volumetrie, nei quali trovano sede tre
diverse funzioni principali: la degenza ( con le sue terrazze e il solarium), le attività collettive e i
servizi. I corpi di fabbrica sono definiti da nitide superfici continue , incise da lunghe finestrature
orizzontali. La loro distribuzione planimetrica è varia e articolata, per consentire la migliore
relazione con la luce e il sole, fondamentali nella cura delle malattie polmonari. Numerosi sono
anche i dettagli studiati appositamente da Aalto, come l’uso del colore sul soffitto delle camere o il
sistema di ricambio dell’aria, pensato in modo da evitare le dannose correnti d’aria. Tutto ciò con il
preciso intento di tutelare in primo luogo le esigenze di cura e di fruizione di degenti.
Proprio per questo, Aalto si occupa anche degli arredi. In particolare, egli progetta una poltroncina
in legno e compensato, detta appunto Poltrona Paimio. Tale oggetto rappresenta con efficacia la sua
concezione dell’uso di materiali naturali nella costruzione di mobili. Una struttura in legno di
betulla, sagomata a nastro in modo da formare anche i braccioli, sostiene un’unica striscia di
compensato curvato a caldo, che riunisce in una sola forma sintetica e funzionale la seduta e lo
schienale. Leggerezza, semplicità e maneggevolezza sono le caratteristiche indispensabili e
qualificanti individuate dall’architetto per venire incontro alle esigenze di sicurezza e igiene degli
ospiti del sanatorio. Aalto riesce a perseguire questi obiettivi usando il legno di betulla, un materiale
tipico della tradizione finlandese, ma senza condizionamenti e con piena libertà inventiva.
Superando la tendenza ad assumere forme astratte e predeterminate, egli interpreta il Razionalismo
in una chiave più ampia e profonda, con l’obiettivo di dare risposta tanto alle esigenze funzionali
degli utenti, quanto a quelle spirituali, psicologiche e percettive.
Sanatorio antitubercolare a Paimio
Nel 1935 Aalto fonda, con la moglie Aino, ARTEK, secondo impostazioni semplici nel progettare
sedute ed elementi di design, nel quale Aalto si mostra attento e conscio dei dettami
dell'International Style e da quanto operato da altri grandi maestri passati e suoi contemporanei.
Nel 1932 al MoMa di New York si aprì una mostra, intitolata “Modern Architecture. International
Exhibition”. Sollecitata da Alfred Barr (direttore del MoMa) e dallo storico dell'arte e
dell'architettura Hitchock, con la collaborazione del giovane critico Philip Johnson. Si proposero in
esposizione le opere dei “grandi maestri del movimento moderno”: Le Corbusier, Gropius, Mies
van der Rohe, Oud e Wright. Nella sezione dedicata alla diffusione dell'architettura moderna nel
mondo sono invece presenti 15 paesi, tra i quali la Finlandia. Aalto ebbe la possibilità di subire un
raffronto con le opere di Wright, massimo esponente dell'organicismo. Il punto di contatto venne
trovato nella volontà, di entrambi, di partire da un contesto locale sdoganando poi da qualsiasi
rigidità l'architettura e, tramite l'approccio delle avanguardie, fondare un nuovo linguaggio che sia
però rispettoso delle tradizioni.
Parliamo di Villa Mairea, a Noormakku. Considerato il suo massimo capolavoro, Aalto è già
architetto famoso quando riceve questa committenza prestigiosa. Il committente possedeva una
fabbrica di cellulosa. Si tratta di un'opera dalla struttura mista, il che fu dettato da motivi validi. Il
cls poteva essere gettato in opera solo in due mesi l'anno in luoghi dal clima così rigido ed umido.
Aalto media un sincronico dialogo tra il legno (elemento della tradizione finlandese) e il cls
(materiale fatto proprio dall'International Style). Nell'apparente semplicità dello schema costruttivo,
si nascondono in realtà allusivi giochi di rimando ( ad esempio quello del legno con il cls). Appare
in pianta una fluidità nella zona giorno, secondo la suggestione della “villa meditteranea” con uno
schema ad “L”, ripetuto anche nell'esterno che ci crea un collegamento coperto tra l'abitazione e la
zona piscina, sauna esterna. Importantissimi sono la pensilina esterna e i fasci lignei in suo
sorreggimento verticale (ci rimandano alla tradizione e ai tronchi d'albero). La scala interna segue
una fitta intelaiatura in legno non portante, che ha il solo scopo di far apparire aerea e leggera una
struttura per la consistenza materica molto pesante. I ritti verticali interni sono fasciati a livello
d'uomo (razionalismo empirico-fenomenico) da fasce lignee.