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Geometria IX (06/10/2021)
Il concetto di campo vettoriale
Sia K un campo, definiamo l'operazione +
(a1, ..., an) + (b1, ..., bn) = (a1 + b1, ..., an + bn)
(K, +) è un gruppo abeliano
∗ : K × K → K
λ(a1, ..., an) = (λa1, ..., λan)
Una simile struttura possiede le seguenti proprietà
- 1K(a1, ..., an) = (a1, ..., an)
- (λ + μ)(a1, ..., an) = λ(a1, ..., an) + μ(a1, ..., an)
- λ((a1, ..., an) + (b1, ..., bn)) = λ(a1, ..., an) + λ(b1, ..., bn)
- (μλ)(a1, ..., an) = λ(μ(a1, ..., an))
Questo è un esempio canonico di spazio vettoriale su un campo K
Quindi ad esempio sia K un campo e V un insieme non vuoto
K × V → V (λ, a) → λa
(K, +) deve essere un gruppo abeliano
- 1K ∗ a = a
- (λ + μ)a = λa + μa ∀ μ ∈ K ∀ a ∈ V
- (λa + b) = λa + λb ∀ a ∈ K ∀ b, c ∈ V
- (μλ)a = μ(λa)
Chiamiamo:
- Gli elementi di V → vettori
- Gli elementi di K → scalari
- ∗ → moltiplicazione per gli scalari
- Ov → vettore nullo
Geometria X (07/10/2022)
Ecco una serie di esempi di spazi vettoriali:
- Km
- Se K1 ⊆ K2 e un K1-spazio vettoriale.
- Le soluzioni di un sistema lineare omogeneo di grado m a coefficienti in K e un K-spazio vettoriale. Se il sistema non e omogeneo non e uno spazio vettoriale poiche manca il vettore nullo 0m. Somiglia però ad uno spazio vettoriale poiche le sue soluzioni sono del tipo S = S0 + W dove S0 sono le soluzioni del omogeneo associato e W e una soluzione particolare e quindi un traslato di uno spazio vettoriale detto spazio affine.
- Km×l e un K-spazio vettoriale m ∈ N
Km×l = {f | f ∈ Kl, ∃d s. t. d ≤ m}
- Siano m, n ∈ N, Mm,n (K) e un K-spazio vettoriale poiche
(aij) 1≤i≤m 1≤j≤n+ : (aij) + (bij) = (aij + bij)λ(aij) = λaij
E ha le seguenti proprieta
- 0m a = 0m
- b a = 0m b b a∨ = b∨ ∧ a∨ b∨ = ∅ ∧ a a∨ = 0m
- a a∨ + b∨ = b∨
- a • (−1) a∨ = a∨ ∀ e ∈ v
Ogni spazio vettoriale contiene sempre due sottospazi vettoriali, il suo vettore nullo e se stesso.
Esempio di spazio vettorialis
Preso l3 e a, b Indico con (a, b) il segmento orientato di origine a e di estremo b
Fissiamo un punto o e3 e indiciamo E = −3 {o, p | p ∈ E3}
V p, q∈E3 (o, q) = (o, r) / o / r dove r e ottenuto con la regola del parallelogramma.
Geometria XI (11/10/2022)
- I sottospazi di V(E²)
Sia W un sottospazio di V(E²) allora:
- W = {0V(E²)}
- W = V
- W è l'insieme di tutti i vettori del piano paralleli ad una retta data
Sia quindi WΠ = {0V(E²)} ∃v∈V, v∉0V(E²) : V ⊂ W
Sia V = P0 giacente sulla retta r
Definiamo WΠ come l'insieme dei vettori paralleli ad r (c)
Allora v ∈ VΠ ⊂ W
Supponiamo esista un vettore W non parallelo ad r
W ⊂G WWWΠ -> r ⊂ E² | WΠ = PR
Possiamo quindi dimostrare che W : V(E²). Dobbiamo quindi dimostrare che:
- W ⊂ V(E¹) (per definizione)
- V(E²) ≢ W
Sia quindi u ∈ V(E¹) allora ∃ t ∈ E² | u = Ps = v
Vi sono 3 possibili casi:
- a) u giace su ∆ e quindi appartiene a W∆
- b) u giace su τ e quindi appartiene a W∆ -> u ∈ W
- c) u non giace su nessun vWF in tal caso tracciamo vE parallela a Qs passanti per S che chiamiamo rE X
E i punti Q = r ∩ ∆ e r = m ∩ ∆
Esempio
{1, x, x2, ...} sono a base di K[x]
Teorema
Sia V uno spazio con V ≠ ∅
G = {H ⊂ V che H ≈ V}
F = {E | E ⊂ V lin. ind.}
G ≠ ∅ ⇔ F ≠ ∅
F ≠ ∅
- Da un elemento di G togliamo opportuni vettori in modo da renderlo lin. ind.
- Ad un elemento di F aggiungiamo opportuni vettori per generare V ma rimanendo lin. ind.
Quindi B è base se:
- È minimale in (G, ç)
- È massimale in (F, ç)
Le dimensioni di uno spazio vettoriale
Sia V un K-spazio finitamente generato, definiamo dimensioni di V su K
dimK V = |B| dove B è una base (se V non è finitamente generato allora dimK V = ∞)
- Proprietà
- Sia V un K-spazio di dimK V = m e sia C = {v1, ..., vm} ⊆ V
- Sono equivalenti i seguenti enunciati:
- Sia C lin. ind. e |C| = m, se m = n allora C è base di V
- <v1, v2, ..., vm> = V ed |M| = m = n allora C è base di V (cioè implica che sia anche il numero minimo di generatori e il numero massimo di vettori lin. ind.)
- Sia W con W sottospazio di V
- Se dimK V ≠ ∞ allora ∀m ∊ N e ∀vn, ..., vm ∊ V
<v1, v2, v3, v4, v5, v6 < vv, v2, vv < vv, v3, vn
allora dimK W = ∞
In generale dimK W ≤ dimK V' , ma in questo caso
dimK W = dimK V allora W ≡ V
Somma di sottospazi e formula di Grassmann
Sia V un K-spazio e U, W due sottospazi finitamente generati.
dimK U = p dimK W = q
Esisterà <u1, ..., up> base di U, U + W : K(u1, ..., up, v1, v2>
<w1, w2, w3> base di W
per cui
dimK (U + W) ≤ dimK U + dimK W
(Formula di Grassmann)
dimK (U + W) = dimK U + dimK W - dimK (U ∩ W)