vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SEMPIO
3.1.2 C ’ ..........................................................................................................16
ONSIDERAZIONI SUL RANGO A PARTIRE DALL ESEMPIO
3.1.3 C ...........................................................................................................................................................16
ASI PARTICOLARI
3.2 S .............................................................................................................................................16
ISTEMI OMOGENEI
3.2.1 O ......................................................................................................................17
RTOGONALIZZAZIONE DI SISTEMI OMOGENEI
3.2.2 N .........................................................................................................................18
UCLEO DI UNA TRASFORMAZIONE LINEARE
3.2.3 S .........................................................................................................18
OLUZIONE GENERALE DI UN SISTEMA NON OMOGENEO
Pagina 2 di 18
1 Vettori
1.1 Spazio vettoriale
è uno spazio vettoriale di dimensione m con vettori a n componenti, ovvero un insieme di vettori ad n
componenti chiuso rispetto alle operazioni di moltiplicazione per uno scalare e addizione (
in pratica operando su
uno o più vettori dell’insieme le operazioni di addizione/sottrazione il vettore risultante deve rimanere nello stesso insieme degli altri
).
due
1.1.1 Dimensione dello spazio vettoriale
La dimensione di uno spazio vettoriale è definita come:
• tutti quelli dello spazio
Il numero minimo di vettori necessari a generare
• Il numero massimo di vettori indipendenti nello spazio vettoriale
1.1.1.1 Base vettoriale
Una base vettoriale è costituita da un
insieme di m vettori linearmente indipendenti nello spazio vettoriale
• La dimensione dello spazio vettoriale coincide con il numero di vettori necessari a costituire una base
m.
Quando m = n abbiamo uno spazio vettoriale completo di dimensione
Con la base si può generare qualsiasi vettore dello spazio operando una combinazione lineare dei
vettori che la compongono:
con quali vettori della base e X quale vettore qualsiasi dello spazio
Abbiamo diversi tipi di basi:
Base canonica
• espresso in base canonica il vettore generico
Base ortogonale
• È formata da m vettori ortogonali (quindi perpendicolari) e quindi indipendenti tra loro
Base ortonormata
• È formata da n vettori ortogonali (quindi perpendicolari) e quindi indipendenti tra loro di lunghezza 1
Base qualsiasi
• È formata da n vettori indipendenti qualsiasi nello spazio
1.2 Dipendenza e indipendenza lineari
m vettori sono linearmente dipendenti se:
con quali costanti una delle quali almeno diverse da zero si può riuscire a portarli tutti sullo stesso
Geometricamente questo si verifica quando, tramite operazione di somma fra i vettori
segmento (si dice che sono dipendenti perché a partire da un vettore su di un segmento, moltiplicandolo per uno scalare, possono
ottenerne un altro qualsiasi)
Se m vettori sono linearmente dipendenti uno qualsiasi di essi può essere espresso come una combinazione
(vedi immagine sopra)
lineare degli altri
Valgono le seguenti proprietà:
1. m vettori a n componenti sono linearmente dipendenti se sono proporzionali
2. m vettori a n componenti sono linearmente dipendenti se m > n (vedi grafico)
3. m vettori non nulli sono linearmente dipendenti se sono mutualmente ortogonali
Pagina 3 di 18
1.3 Addizione/sottrazione Proprietà
Y+X=X+Y
(X+Y)+Z=X+(Y+Z)
1.4 Moltiplicazione per uno scalare Proprietà
1.5 Prodotto interno o scalare di due vettori Proprietà
Può anche essere calcolato moltiplicando la Si vede benissimo che quando i due
lunghezza della proiezione di a su b per la i vettori sono ortogonali e anche
vettori sono ortogonali
lunghezza di b (se le frecce puntano in direzioni (perpendicolari) e quindi linearmente indipendenti
opposte il risultato sarà negativo) anche il prodotto scalare fra i due
vettori è nullo!
Lunghezza di un vettore X 1.7 Ortogonalità
1.6 Due vettori sono ortogonali quando sono
La lunghezza di un vettore è calcolata In questo caso
geometricamente con il teorema di pitagora e perpendicolari uno all’altro.
algebricamente questo si riassume nella valgono le seguenti condizioni:
formula seguente: Nel caso di ortogonalità vale perché il prodotto scalare di
due vettori perpendicolari tra loro da 0 (vedi pagina precedente)
Due o più vettori ortogonali fra loro sono pure linearmente
indipendenti
1.8 Ineguaglianza di Schwarz 1.9 Ineguaglianza Triangolare
Siccome è il prodotto scalare, si vede In altre parole la somma della lunghezza dei cateti sarà sempre superiore o
benissimo che al minimo uguale all’ipotenusa
Pagina 4 di 18
1.10 Trasformazioni o applicazioni lineari
Ci troviamo confrontati con Per esempio consideriamo l’applicazione seguente e verifichiamo se si tratta di
un’applicazione lineare:
applicazioni/trasformazioni lineari se valgono
le seguenti condizioni: Per verificarlo prendiamo 2 vettori qualsiasi di e verifichiamo che valgano le due
1. condizioni:
2.
1.10.1 Matrice dell’applicazione lineare
Per costruire la matrice dell’applicazione 1.
lineare (ad esempio quella dell’esempio),
applicare la trasformazione ai primi n vettori
della base canonica nello spazio di partenza: 1.
Le due condizioni sono soddisfatte quindi si tratta di un’applicazione lineare.
La matrice può essere intuita immediatamente guardando i coefficienti dell’applicazione lineare che, nel
nostro caso, erano: , per cui la matrice dell’applicazione lineare risulta essere
Tramite la matrice dell’applicazione lineare possiamo costruire qualsiasi immagine di un vettore X:
1.10.2 Applicazioni lineari composte
Un’applicazione lineare composta è rappresentata nello schema seguente (C):
Per trovare C prendiamo un vettore generico X e applichiamo la trasformazione in Y
e poi in Z con le due matrici disponibili:
che l’applicazione C composta è definita dalla matrice
Si trova quindi
1.10.3 Tipi di applicazione lineare
Iniettiva: quando le immagini di due vettori differenti sono anch’esse differenti
indipendenti e se m ≥ n
Si verifica se le m colonne della matrice dell’applicazione lineare sono
Suriettiva: quando ogni vettore Y è immagine di un certo X
Si verifica se le m colonne della matrice dell’applicazione lineare sono indipendenti e se m ≤ n
Biettiva: quando è sia iniettiva sia suriettiva. L’applicazione biettiva può sempre essere invertita e si dice
quindi anche che è non-singolare o regolare.
Si verifica se m=n e le colonne della matrice dell’applicazione lineare sono indipendenti
Pagina 5 di 18
1.10.4 Il nucleo di un’applicazione lineare
Il nucleo dell’applicazione lineare A da è l’insieme dei vettori X Є che se “trasformati” danno
origine al vettore nullo in .
Se per una componente del vettore X, ad esempio otteniamo che Y = 0 allora X appartiene al nucleo (le componenti A si riferiscono
alle colonne della matrice dell’applicazione lineare)
Proprietà del nucleo:
1. Il nucleo forma uno spazio vettoriale di dimensione 1 ( )
c’è un solo vettore indipendente al suo interno
2. Il vettore nullo appartiene sempre al nucleo
contiene dei vettori diversi da quello nullo solo se (ovvero le colonne della
3. Il nucleo
matrice dell’applicazione lineare) sono dipendenti (se sono indipendenti l’unica combinazione lineare
che dà 0 è quella che si riferisce al vettore nullo)
4. Tutti i vettori del nucleo sono dipendenti (sono quindi proporzionali e non ortogonali fra loro)
2 Matrici
2.1 Definizione , dove è l’ordine
Una matrice A è un’applicazione lineare che da conduce verso e si scrive
della matrice m-righe n-colonne
indice i indice j
è una matrice con m righe e n colonne. Quando m=n si dice matrice quadrata
2.2 Somma di matrici
2.3 Moltiplicazione per uno scalare Proprietà: ; ;
2.4 Prodotto fra matrici
Il prodotto è possibile solo se le colonne di una matrice sono uguali alle righe dell’altra: =
Proprietà: matrice unitaria I
L’elemento neutro per la moltiplicazione è la
AB≠BA n
A(BC)=(AB)C
A(B+C)=AB+AC , zero ovunque tranne che sulla diagonale (piena di 1)
(B+C)D = BD + CD
Il prodotto di due matrici diagonali è una matrice i cui elementi sulla diagonale principale sono il
prodotto degli elementi corrispondenti.
Se A è una matrice qualsiasi d’ordine mxn e D è una matrice diagonale, allora AD è la matrice la cui j-esima colonna è uguale alla j-
esima colonna di A moltiplicata per di.
Pagina 6 di 18
2.5 La trasposta di una matrice qualsiasi Nota: la trasposta di una matrice
quadrata si ottiene facendo girare la
matrice sulla propria diagonale.
2.6 Traccia di una matrice quadrata
somma degli elementi sulla diagonale e si può fare solo per matrici quadrate. Valgono le
La traccia è la
seguenti proprietà:
tr(A+B) = tr(A) + tr(B)
tr( A)= tr(A)
’
tr(A ) = tr(A)
tr (AB) = tr (BA)
2.7 Determinante di una matrice quadrata
Pagina 7 di 18
Pagina 8 di 18
2.7.1 Sviluppo del determinante per i cofattori
Pagina 9 di 18
2.7.2 Proprietà dei determinanti
’
1. det(A) = det(A )
2. Se si scambiano due righe o due colonne il determinante cambia segno
3. Se la matrice ha 2 righe o colonne identiche il suo determinante è 0
4. Se la matrice ha una riga o una colonna di 0 il determinante è 0
5. Se la matrice è antisimmetrica d’ordine dispari il suo determinante è 0
6. Se si aggiungono agli elementi di una riga un multiplo degli elementi corrispondenti di un’altra riga,
il determinante non cambia
7. Se tutti gli elementi di una riga sono moltiplicati per un numero il determinante è moltiplicato per lo
stesso numero
8. Il determinante di una matrice triangolare o diagonale è uguale al prodotto degli elementi della
diagonale principale (il determinante della matrice unitaria è uguale a 1)
9. Per A e B quadrate dello stesso ordine det(AB) = det (BA) = det(A)det(B)
10. Se le n colonne (righe) di una matrice quadrata di ordine n sono linearmente dipendenti il
determinante della matrice è 0 (se invece sono indipendenti il determinante è diverso da 0)
2.7.3 Esempio del calcolo di un determinante
Pagina 10 di 18
2.8 L’inversa (una matrice non singolare è una matrice invertibile)
2.8.1 Proprietà dell’inversa -1 -1 -1