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RANGO DI UNA MATRICE
m,n
Sia A una matrice di K (K). Si dice rango della matrice A e si scrive p(A), l’ordine massimo di
un minore estraibile da A con determinante non nullo. Il rango dispone di cinque proprietà :
1. p(A) = 0 se, e solo se, A è la matrice nulla.
t
2. Il rango di A coincide con la sua trasposta A.
3. p(A) min {m,n}.
≤ m,p
4. Se B è una matrice di K (K), il rango della matrice prodotto AB p(A) e p(B).
≤
5. Se A e B sono matrici quadrate dello stesso ordine e A è invertibile allora p(AB) =
p(B).
SISTEMA LINEARE e MATRICI ASSOCIATE
Un sistema lineare (m equazioni in n incognite) è un sistema di equazioni lineari, ossia un
sistema costituto da equazioni in più incognite ove ogni incognita compare con esponente 1,
ovvero nella forma a x + a x + … + a x = b dove a , …, a e b sono numeri assegnati e x , …,
1 1 2 2 n n 1 n 1
x sono le incognite. Dal sistema lineare è inoltre possibile estrarre la corrispondente matrice
n
associata considerando solo i numeri assegnati (NB => A è la matrice associata, mentre A|B è
la matrice associata completa). E’ importante affermare che un sistema lineare può essere :
Omogeneo quando tutti i termini noti sono nulli (0,0,0) e per questo viene detta
soluzione banale.
Compatibile quando ammette soluzioni.
Non compatibile quando non ammette soluzioni.
SOLUZIONE DI UN SISTEMA LINEARE e SISTEMA LINEARE COMPATIBILE
Dato un sistema lineare è necessario considerare se il sistema ammette soluzioni e in caso
affermativo quale e quante sono tali soluzioni, le soluzioni di un sistema lineare pertanto
possono essere definite di due tipi :
Un sistema non ammette soluzioni quando date due o più equazioni e assegnate le
condizioni queste risultano non compatibili (es. x + x = 1, x + x = 3 sono
1 2 1 2
incompatibili perché la medesima equazione ammette due soluzioni diverse e non
compatibili).
Un sistema ammette soluzioni quando date due o più equazioni e assegnate le
condizioni queste risultano compatibili (es. x + x = 3, x = 1 sono compatibili).
1 2 2
Un sistema si dice compatibile se ammette soluzioni.
SISTEMA PRINCIPALE EQUIVALENTE ad un SISTEMA LINEARE COMPATIBILE
Due sistemi lineari si dicono equivalenti se hanno le stesse soluzioni. Nello specifico un sistema
principale equivalente a un sistema lineare compatibile è un sistema lineare che conserva lo
stesso insieme di soluzioni del sistema originario, ma è stato trasformato in una forma
semplificata mediante operazioni elementari sulle righe (o colonne) della matrice associata.
TEOREMA degli ORLATI
m,n
Una matrice A K (K) ha rango p se, e soltanto se, esiste un minore M di ordine p a
determinante non nullo e tutti i minori di ordine p + 1, che contengono M, hanno determinante
nullo.
POLINOMIO CARATTERISTICO DI UNA MATRICE QUADRATA
Il polinomio caratteristico è definito per le sole matrici quadrate e viene usato principalmente
per il calcolo degli autovalori e si calcola come determinante di una particolare matrice. Nello
specifico se A è una matrice quadrata di ordine n, il suo polinomio caratteristico p (λ) è il
A
determinante della matrice A - λId dove λ è una variabile è Id è la matrice identità di ordine
n n
n. p (λ) = det(A – λId )
A n
AUTOVALORE e AUTOVETTORE di UNA MATRICE QUADRATA
Si dice che lo scalare λ K è un autovalore della matrice quadrata A se esiste un vettore
0
n
colonna non nullo v K tale che A = λ v, dove il vettore v è detto autovettore relativo
v 0
all’autovalore λ .
0
AUTOSPAZIO RELATIVO ad un AUTOVALORE DI UNA MATRICE QUADRATA
Gli autovettori relativi a uno stesso autovalore λ di una matrice quadrata A di ordine n, insieme
0 n
al vettore nullo, formano un sottospazio vettoriale di K . Tale sottospazio prende il nome di
n
autospazio relativo all’autovalore λ , esso si indica V ed è definito V : = {v K tali che Av =
0 λ0 λ0
λ v}.
0 MATRICI SIMILI e MATRICE DIAGONALIZZABILE
Due matrici quadrate di ordine n sul camp K, A e B, si dicono simili quando esiste una matrice
-1
P, quadrata, di ordine n e non singolare tale che B = P AP o, equivalentemente, PB = AP. La
similitudine tra matrici è una forma di equivalenza tra matrici quadrate dello stesso ordine,
infatti è semplice dimostrare che :
Ogni matrice è simile a se stessa.
Se A è simile a B, allora B è simile ad A.
Se A è simile a B e B è simile a C, allora A è simile a C.
Una matrice A, quadrata di ordine n si dice diagonalizzabile se è simile a una matrice diagonale
D. E’ importante affermare che esiste un criterio di diagonalizzabilità il quale stabilisce che data
n
A M (K), A è diagonalizzabile se e soltanto se K ammette una base di autovettori di A.
n MOLTEPLICITA’ ALGEBRICA e MOLTECIPLITA’ GEOMETRICA di un AUTOVALORE di
una MATRICE QUADRATA
Sia A una matrice quadrata di ordine n e sia λ un suo autovalore. Si dice molteplicità algebrica
0
dell’autovalore λ e si indica con m (λ ), il numero che esprime quante volte l’autovalore
0 a 0
annulla il polinomio caratteristico. Sia A una matrice quadrata di
ordine n e sia λ un suo autovalore. Si dice molteplicità geometrica dell’autovalore λ e si indica
0 0
con m (λ ), la dimensione dell’autospazio relativo a λ , cioè il numero di elementi di una
g 0 0
qualsiasi base dell’autospazio relativo a λ .
0
PRODOTTO SCALARE
Una forma bilineare *, su uno spazio vettoriale V(K) si dice forma bilineare simmetrica o
prodotto scalare se, comunque si considerino due vettori v e w in V(K) si ha v * w = w * v.
BASE ORTOGONALE e ORTONORMALE
Una base dello spazio vettoriale B{v,w} è detta base ortogonale se è composta da vettori
ortogonali tra loro, ossia se il prodotto scalare dei vettori presi a coppia è uguale a zero, in altri
termini <v,w> = 0 Una base dello spazio vettoriale
v,w.
B{v,w} è detta base ortonormale se è composta da vettori ortogonali <v,w> = 0 (v w) e a
≠
norma unitaria ||v|| = ||w|| = 1. In altri termini possiamo dire che le condizioni di una base
ortonormale sono due :
1. I vettori della base hanno norma unitaria, ossia un modulo (lunghezza) uguale a 1.
2. I vettori della base sono diversi e ortogonali tra loro, in questi casi il loro prodotto
scalare <v,w> = 0 è nullo.
TEOREMA di ORTOGONALIZZAZIONE di GRAM-SCHMIDT
Siano V uno spazio vettoriale su R e v , v , …, v vettori linearmente indipendenti di V, e sia
1 2 n
assegnato un prodotto scalare definito positivo. Allora esistono w , w , …, w V tali che :
1 2 n
Siano a due a due ortogonali.
Il sottospazio generato da {v , v , …, v } coincide con quello generato da {w , w ,
1 2 n 1 2
…, w }.
n
COMPLEMENTO ORTOGONALE di un SOTTOINSIEME non VUOTO A di uno SPAZIO
METRICO REALE
Sia A un sottoinsieme non vuoto di un dato spazio vettoriale V finitamente generato su R e su
cui è definito un prodotto scalare qualsiasi. Definiamo il sottospazio ortogonale di S in V, e lo
⊥ ⊥
chiamiamo con S , il sottoinsieme di V definito da S : = {v tale che <v,s> = 0
V s
S}. In altre parole il complemento ortogonale di un sottospazio S di V è il sottoinsieme formato
da vettori di V ortogonali a tutti i vettori di S.
PROIEZIONE ORTOGONALE di v LUNGO w, DOVE v e w ALLO SPAZIO METRICO
REALE
La proiezione ortogonale di un vettore in un sottospazio è la somma delle proiezioni ortogonali
del vettore v in ogni vettore w della base. E’ possibile soltanto se la base è ortogonale e ogni
proiezione ortogonale P del vettore v su un vettore w è determinato dai coefficienti di Fourier
¿ ¿
w , w> w
¿¿
P (v) = .
¿ v , w>
w ¿
MATRICE ORTOGONALE e MATRICE ORTOGONALMENTE DIAGONALIZZABILE
Sia A una generica matrice quadrata di ordine n a coefficienti in un campo K e indichiamo con
Id la matrice identica di ordine n, diremo quindi che A è una matrice ortogonale se il prodotto
n
tra la matrice stessa e la sua trasposta è la matrice identità. Le matrici identiche dispongono di
alcune proprietà : t
Se una matrice A è ortogonale, allora è ortogonale anche la sua trasposta A .
Il determinante di una matrice ortogonale (di qualsiasi ordine) è 1 oppure -1.
Ogni matrice ortogonale è invertibile e la matrice inversa coincide con la
trasposta.
L’inversa di una matrice ortogonale è ancora una matrice ortogonale.
Il prodotto tra due matrici ortogonali dello stesso ordine è ancora una
matrice ortogonale.
Ogni matrice simmetrica può essere diagonalizzata da una matrice
ortogonale. GEOMETRIA ANALITICA
SOTTOSPAZIO LINEARE di DIMENSIONE h DELLO SPAZIO AFFINE A (K)
n
Definiamo innanzi tutto lo spazio affine di dimensione n sul campo K come la struttura
costituita da un insieme, non vuoto, A, detto insieme dei punti, da uno spazio vettoriale V (K) di
n
dimensione n sul campo K e da un’applicazione (P,Q) --> v con le seguenti proprietà :
Per ogni P A e ogni v V (K) esiste ed è unico il punto Q tale che f((P,Q)) = v
n
[=> il punto Q è detto traslato di P, mentre il vettore immagine della coppia
(P,Q) è indicata con PQ].
Per ogni P, Q, R A, se v = PQ e w = QR allora v + w = PR.
Ora, sia A (K) uno spazio affine. Si dice sottospazio affine di dimensione h e si indica S = [P,
n h
V (K)], l’insieme dei traslati di un punto fissato P, detto origine, mediante i vettori di un
n
sottospazio V (K) di dimensione h detto spazio di traslazione.
n
RETTA e PIANO DELLO SPAZIO AFFINE A (K)
n
L’oggetto di studio degli spazi affini sono : dato A (K), i sottospazi lineari di
punti = sottospazi lineari di dimensione 0 (=
n
dim 0 sono i putni). dato A (K) i sottospazi lineari di dim
rette = sottospazi lineari di dimensione 1 (=
n
1 sono le rette). dato A (K) i sottospazi lineari di dim
piani = sottospazi lineari di dimensione 2 (=
n
2 sono i piani). (se n = 0 gli iperpiani non sono
iperpiani = sottospazi lineari di dimensione n – 1
definiti, la dim è sempre positiva o nulla).