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Proprietà del prodotto di matrici
RAb è la combinazione lineare delle colonne di A che ha per coefficienti le componenti di b, cioè:
Ab = b1A1 + b2A2 + ... + bmAm
Esempio. Sia:
A =
-3 1 2 3
4 5 6 7
b =
14
1
2
3
Allora:
Ab =
-3*14 + 1*1 + 2*2 + 3*3
4*14 + 5*1 + 6*2 + 7*3
[Se non vi è chiaro, verificatelo facendo esplicitamente i conti.]
Proprietà del prodotto: caso generale. Siano A una matrice n x m e B una matrice m x k. In queste ipotesi le colonne di B sono vettori in Rm e quindi è definito il prodotto di A per ciascuna delle colonne di B. In effetti vale il fatto seguente.
Proposizione 1. Le colonne di AB sono i prodotti di A per le colonne di B. Precisamente, la i-esima colonna di AB è il prodotto di A per la i-esima colonna di B (i = 1, ..., k).
In particolare, le colonne di AB sono combinazioni lineari delle colonne di A.
Esempio.
A =
-3 0 1 2 3
4 5 6 -2 7
B =
1
-2
7
-6
Allora AB è la matrice 2 x 2 le cui colonne sono:
ordinatamente 1 2 3 1 2 3−3 − −2 +7 , e 0 +1 2 .4 5 6 4 5 6[Se non vi è chiaro, verificatelo facendo esplicitamente i conti.]
Nella prossima proposizione sono enunciate, senza dimostrazione, alcune pro-prietà aritmetiche del prodotto di matrici. Gli studenti sono esortati a dimostrarnealmeno una per esercizio: le dimostrazioni consistono in una verifica diretta utiliz-zando la definizione o la formula del prodotto.
Proposizione 2. Valgono le proprietà distributive:
× ×A(B + C) = AB + AC (A n m, B e C m k),
× ×(A + B)C = AC + BC (A e B n m, C m k).
Vale inoltre la proprietà: × ×λ(AB) = (λA)B = A(λB) (A n m, B m k, λ scalare).
Più avanti vedremo che vale anche la proprietà associativa. 73. Trasposta di una matrice.
La definizione che segue è un po’ informale. Due definizioni formali sono con-tenute nelle successive Osservazioni 1 e 2.
×Definizione. Sia A una matrice reale n m.
La trasposta di A, che si denota con AT, è la matrice m x n che ha come colonne le righe di A (e come righe le colonne di A). Esempio. Se A = ``` 1 4 1 2 5 4 3 6 5 ``` allora AT = ``` 1 2 3 4 5 6 1 4 5 ``` Osservazioni immediate. 1. Se A = (aij), allora il termine di posto (i, j) di A è aij. 2. Se a = (a1 ... am) è un vettore riga (quindi una matrice 1 x m), allora aT è il vettore colonna ``` a1 ... am ``` Se A = (A1 ... An) sono le righe di A, allora le colonne di AT sono A1, ..., An. Analogamente, se A = (A1 ... An) sono le colonne di A, allora le righe di AT sono A1, ..., An. 3. Per ogni matrice A si ha (AT)T = A. Proposizione: trasposta di un prodotto di matrici. Siano A e B due matrici reali n x m e m x k, rispettivamente. Allora (AB)T = BT AT. Dimostrazione. Supponiamo prima che A abbia una sola riga e B una sola colonna, A = (a1 ... am) e B = (b1 ... bm). Allora AB è uno scalare, quindi (AB)T = AB, e latesi equivale a AB = B A. Questo è immediato, infattib a 11 .... ..· · · .(a . . . a ) = a b + + a b = (b . . . b )1 1 n n 1 m1 m b ammTorniamo al caso generale e indichiamo come al solito con A , . . . , A le righe di A1 n1 k te con B , . . . , B le colonne di B. Confrontiamo gli elementi di (AB) con quelli dit t tB A. Per l’Osservazione 1, l’elemento di posizione (i, j) di (AB) è uguale al termineidi posizione (j, i) di AB, quindi è uguale a A B . Per l’Osservazione 2, il terminej8 t t t i tdi posizione (i, j) di B A è (B ) (A ). Per la prima parte della dimostrazioneji t i t t t tA B = (B ) (A ), quindi otteniamo che (AB) = B A.j jProblema. Utilizzando la Proposizione precedente e la Proposizione 1 della sezione2, dimostrare che le righe di AB sono combinazioni lineari delle righe di B.4. Matrice di un sistema lineareConsideriamo un sistema di n equazioni lineari a coefficienti reali in m incognitex , . . . ,
x :1 m · · ·a x + + a x = b
11 1 1m m 1.. .. ..
.. .. ... . ... .
· · ·a x + + a x = bn1 1 nm m n
La matrice A = (a ) si chiama la matrice dei coefficienti del sistema; il vettore
ijb 1... si chiama la colonna dei termini noti del sistema; la matrice (A|b),
b = b nottenuta aggiungendo ad A la colonna b, si chiama la matrice completa del sistema;
x 1...il vettore x si chiama il vettore delle incognite del sistema.
= xm
Se ricordiamo la regola di moltiplicazione tra matrici, vediamo subito che i ter-mini a sinistra delle equazioni del sistema sono le componenti del vettore Ax. Quindi
il sistema dato equivale all’equazione, nell’incognita x,
Ax = b.
Tutti i sistemi che tratteremo saranno di equazioni lineari a coefficienti reali,
anche se non lo diremo esplicitamente.
Esempio. Consideriamo il sistema di tre equazioni nelle quattro incognite x, y, z, t:
−2x z + 3t = 1
− −x +
4y z t = 2−x + y + 5t = 0
9
Allora x
−1 −1 |2 0 3 1
2 0 4 1
y−1 −1 −1 −1 |1 4 , 2, , 1 4 2
z
−1 −1 |1 0 5 0 1 0 5 0
t
sono rispettivamente la matrice dei coefficienti, il vettore delle incognite, la colonna
dei termini noti, la matrice completa del sistema.
Il sistema dato equivale all’equa-zione x
−12 0 3 1
y−1 −11 4 = 2 ,
z
−1 01 0 5 t
dove l’incognita è il vettore (x, y, z, t).
Dalla Proprietà del prodotto matrice per vettore enunciata nell Sezione 2 dedu-
ciamo immediatamente la seguente Osservazione basilare.
Osservazione. Il sistema lineare Ax = b ha soluzioni se e solo se il vettore b è
combinazione lineare delle colonne di A.
5. Risoluzione di un sistema lineare: l’eliminazione di Gauss
Risolvere un sistema lineare a coefficienti reali Ax = b di
n equazioni in m incognite,
vuol dire trovare tutti i vettori v in tali che RAv = b
. Se non esistono soluzioni, diciamo che il sistema non è risolubile.
Consideriamo tre esempi.
1) -x + y + 3z = 1
-y + z = 0
2z = 1
2) -2x + y + 3z = 1
-y + z = 0
2z = 1
3) x + x + x + 3x + x = 21
-x + x + 2x = 3
2x + 4x = 24
È del tutto evidente che il sistema (1) è risolubile ed ha un'unica soluzione: basta risolverlo per sostituzione "dal basso", cioè: deduciamo il valore di z dalla terza equazione; lo sostituiamo nella seconda e calcoliamo il valore di y; sostituiamo i valori di z e y nella prima equazione e calcoliamo quello di x. L'unica soluzione del sistema è:
x = 2
y = 1/2
z = 1/2
È anche del tutto evidente che il secondo sistema è privo di soluzioni, perché la quarta equazione non è soddisfatta da nessuna attribuzione di valori reali a x, y, z.
Studiamoil terzo sistema. Vogliamo mostrare che questo è risolubile ed ha infinite soluzioni. In primo luogo trasformiamolo portando le incognite x e x sul lato destro delle equazioni:
−−− x + x = 2 0−1−x + x = 2x 2x = 2 + 4x
A sinistra del segno di uguaglianza ora abbiamo le stesse espressioni del sistema (1), a parte il nome diverso delle incognite. Allora, se attribuiamo a x e x due valori reali arbitrari, possiamo dedurre come abbiamo fatto per il sistema (1) i valori di x0, x1 e x2 in modo da soddisfare le equazioni in (3). Precisamente, se a e b sono due numeri reali qualunque, ponendo x0 = a e x1 = b otteniamo:
dalla terza equazione, x2 = 1 + 2b;
sostituendo nella seconda, x1 = 1 + 2b + (1 + 2b) = 2 + 4b;
sostituendo nella prima, x0 = 2a − b + 3(1 + 2b) − (2 + 4b) = 3a + b.
Quindi otteniamo che −x0 = 3a + b, x1 = a, x2 = 2 + 4b, x0 = 1 + 2b, x1 = b è una
soluzione del sistema (3); inoltre è l'unica soluzione con x = a e x = b.2 5
Poiché a e b sono arbitrari, esistono infinite soluzioni, una per ogni scelta dei numeri a e b. Questo si riassume nel modo seguente:
L'insieme delle soluzioni del sistema (3) è
-3a + b
{ a | a ∈ R } ∗ { 2 + 4b | b ∈ R }
I tre sistemi che abbiamo appena studiato hanno una forma particolare, la cosiddetta forma a scala. La nozione di sistema a scala può essere precisata in termini della matrice completa del sistema.
Definizione: matrici a scala. Sia M una matrice non nulla n m. M si dice a scala se:
- se M ha delle righe nulle, queste seguono (nell'ordine dall'alto verso il basso) le righe non nulle;
- se M , . . . , M (1 k n) sono le righe non nulle di M e, p (i = 1, . . . , k) è il primo elemento diverso da 0 della riga M , allora p si trova
strettamente più i+1-a destra di p, per i = 1, . . . , k
Se M è a scala gli elementi p, . . . , p si chiamano i pivot di M.
Esempio 1.
1 | 0 | 1 |
3 | 1 | 1 |
0 | 0 | 2 |
0 | 2 | 2 |
0 | 0 | 0 |
0 | 0 | 5 |
La prima delle due matrici scritte sopra è a scala e i suoi pivot sono gli elementi sottolineati. Invece la seconda matrice non è scala, perché non soddisfa la condizione (2) della definizione. Infatti, nelle no