vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
RNA.
Ha cinque componenti strutturali:
- Involucro nucleare a doppia membrana;
- Nucleoplasma;
- Uno o più nucleoli;
- Matrice nucleare;
- Fibre contenenti DNA.
L’involucro nucleare è costituito da una doppia membrana, una interna e una
esterna. La membrana esterna è in diretta continuità con il RER (partecipa alla
sua attività biosintetica), e sulla sua superfice esterna sono presenti ribosomi.
La membrana interna delimita il nucleo e prende contatto con quella esterna
fondendosi con essa in punti circoscritti, detti pori nucleari, in cui è presente
una struttura denominata complesso del poro. Un poro nucleare è costituito da
circa 100 diversi polipeptidi e contiene 8 canali acquosi di diffusione da 9 nm e
un canale per il trasporto attivo da 26 nm. Il numero dei pori varia in base
all’attività di trascrizione. La membrana è inoltre in contatto diretto con una
struttura formata da elementi del citoscheletro, filamenti intermedi denominati
lamine, che a loro volta, formano una struttura complessa fibro-reticolare,
chiamata lamina nucleare. La lamina nucleare è una sottile e densa rete
formata dalla polimerizzazione di fibre intermedie chiamate lamine A, B, C. La
lamina nucleare serve da supporto per l’involucro nucleare e da ancoraggio per
la cromatina, ovvero il complesso DNA-proteine presente durante l’interfase, ed
è in parte responsabile del mantenimento della forma del nucleo durante
l’interfase. La funzione delle membrane è quella di proteggere i cromosomi e le
molecole di RNA non mature. Le lamelle anulate sono una classe tipica di
membrane citoplasmatiche e si trovano in alcune cellule embrionali animali,
tumorali, negli spermatociti e negli ovociti.
Il traffico tra nucleo e citoplasma passa obbligatoriamente attraverso il sistema
dei pori nucleari, che rappresentano un filtro selettivo qualitativo e
dimensionale. Dal nucleo verso il citoplasma escono mRNA, subunità
ribosomiali, tRNA, microRNA, che hanno funzioni nella sintesi proteica nel
citoplasma. Queste strutture portano un particolare segnale necessario per
accedere e attraversare il poro, il traffico è aiutato e integrato da particolari
1
CITOLOGIA E ISTOLOGIA 23 ottobre
proteine veicolanti dette esportine. Dall’altro, proteine quali istoni, enzimi e
inoltre nucleotidi e ATP si muovono dal citoplasma al nucleo. per facilitare
l’entrata intervengono le importine.
Il nucleoplasma è la matrice amorfa, fluida, che contiene i componenti solubili
del nucleo. Il nucleoscheletro è una rete fibrosa insolubile che mantiene la
forma al nucleo. Ancora le fibre di cromatina a cui fornisce supporto. È
importante nella replicazione e nella trascrizione del DNA e nell’indirizzamento
degli mRNA.
LA CROMATINA
Negli eucarioti il DNA è quasi esclusivamente localizzato nelle fibre di
cromatina estese e disperse. La cromatina è costituita da DNA e da proteine. Le
molecole di DNA sono altamente stabili. La quantità di DNA in ogni nucleo è
caratteristica della specie. Con la spiralizzazione dei cromosomi le molecole
lunghe contenute in un volume così piccolo riescono a separarsi correttamente.
Le proteine associate al DNA sono dette istoni. La cromatina contiene una
massa circa uguale di DNA e istoni.
IMPACCHETTAMENTO DEL DNA
“filo di perle” unità cilindriche di 10 nm di Ø e lunghe 6nm connesse da tratti
linker spessi 2nm: nucleosomi composti da 146 cb di DNA avvolto attorno ad un
ottamero istonico (2 molecole degli istoni H2A, H2B, H3, H4). Questo si
linker
continua con un DNA costituito da 54 cb che lo collega al nucleosoma
successivo. I nucleosomi sono il primo passo dell’impacchettamento del DNA.
- L’istone H1 stabilizza l’avvolgimento della fibra a 10 nm che va incontro
ad una struttura di livello superiore di organizzazione del Ø di 30 nm
- Modello a solenoide: struttura elicoidale
- Modello a zig-zag: i nucleosomi si sovrappongono come due pile di
monete.
Il livello successivo è dato dall’ulteriore ripiegamento della fibra a 30nm a
formare dei domini ad ansa (lunghe fino a 100.000 cb) Ø 300 nm. La struttura è
stabilizzata dall’ancoraggio allo scaffold, a cui sono legate le lunghe anse.
Quando le cellule di preparano alla mitosi le anse si compattano ulteriormente
nei cromosomi mitotici, ultimo stadio di compattamento. Meccanismo poco
conosciuto in cui sono coinvolte le proteine coesine e condesine. In interfase
tutte la cromatina è dispersa fuorché il 10% che rimane condensato: è
l’eterocromatina con attività trascrizionale ridotta o nulla che si contrappone
alla eucromatina. L’eterocromatina può essere costitutiva facoltativa.
REPLICAZIONE DEL DNA
Prima della divisione cellulare, al fine di avere due cellule con contenuto
identico di DNA, la cellula replica il suo genoma. La replicazione è detta
semiconservativa perché la doppia elica che ne risulta è formata da un
filamento sarà formata da filamento nuovo e da uno vecchio. Il processo è
simile in procarioti e eucarioti.
- Replicazione dei procarioti: c’è un unico replicone. È bidirezionale.
Replicazione theta 0: non avviene solo nei batteri ma anche nei
mitocondri, nei cloroplasti e nei virus. Topoisomerasi II: la DNA girasi ATP
dipendente.
- Replicazione negli eucarioti: la replicazione delle molecole lineari di DNA
ha molteplici repliconi. Al centro del replicone ci sono sequenze di
2
CITOLOGIA E ISTOLOGIA 23 ottobre
replicazione autonoma capaci di promuovere la replicazione. Quando si
forma il complesso di pre-inizio il DNA si dice autorizzato alla
replicazione. I repliconi non sono attivati tutti contemporaneamente. Si
notano infatti delle zone puntiformi in cui vi è replicazione, dette foci, che
si spostano nel tempo a partire dalla cromatina meno condensata verso
quella più condensata. La doppia elica deve essere aperta, con
allontanamento dei due filamenti complementari. L’apertura comporta la
formazione della forcella di replicazione, in cui ognuno dei filamenti funge
da stampo per il nuovo DNA. L’appaiamento selettivo di basi azotate è un
sistema semplice non solo per l replicazione ma anche per la
relativamente scarsa probabilità di avere errori durante la nuova sintesi.
L’inizio vero e proprio della replicazione avviene a livello di sequenze
specifiche dette siti di origine della replicazione. In queste zone alcune
proteine riconoscono il sito e attivano un enzima (elicasi) che apre la
doppia elica e crea la forcella replicativa. Intervengono allora due DNA
polimerasi, gli enzimi responsabili della sintesi dei nuovi filamenti di DNA.
In presenza di una piccola quantità di DNA stampo, le DNA polimerasi
catalizzano l’allungamento dei filamenti. L’unione dei nucleotidi è
mediata da due ioni Mg. La DNA polimerasi sintetizza il nuovo filamento
solo in direzione 5’3’. La sintesi del DNA, ad ogni forcella di replicazione
è continua nella direzione del movimento della forcella, ma discontinua
nella direzione opposta (frammenti di Okazaki). I frammenti di Okazaki
sono rapidamente legati da una DNA ligasi. Vi sono diverse DNA
polimerasi:
5 nei procarioti: le più importanti sono la I e la III;
o E negli eucarioti: le più importanti sono l’�, la � e l’�.
o
La replicazione è detta simidiscontinua. La DNA polimerasi � legge in direzione
3’5’ e forma un filamento continuo complementare a quello definito filamento
principale, e necessita per il suo avvio di un primer di RNA che viene
sintetizzato da una RNA primasi. Il filamento secondario è invece copiato dalla
DNA polimerasi ⍺ che pure legge in direzione 3’5’ ma che, dopo il primer di
RNA, sintetizza una serie di corti di DNA di un migliaio di nucleotidi (frammenti
di Okazaki) che verranno saldati tra loro da enzimi detti ligasi (vedi sopra). Si
compie la duplicazione del filamento. Le DNA polimerasi hanno attività
esonucleasica: degradano gli acidi nucleici a partire da un’estremità. L’attività
esonucleasica 3’5’ stacca i singoli nucleotidi. L’attività esonucleasica 5’3’
stacca gli inneschi di RNA. Le endonucleasi tagliano il DNA al suo interno.
Nei procarioti, si ha un DNA circolare quindi il filamento guida una volta
staccato l’ultimo primer di quello in ritardo trova l’estremità giusta per finire il
circolo e il cerchio si chiude. Negli eucarioti il DNA è lineare allora l’ultimo
pezzettino si stacca e rimane l’estremità 5’, che non può attaccarsi. Rimane
quindi un pezzettino che non si può riformare, dunque il materiale genetico si
accorcia. Normalmente la parte finale dei cromosomi è ripetuta in modo da non
perdere la capacità di codificare. Ma a continuare si rischia l’erosione: in questo
caso la cellula non si divide più e viene dichiarata senescente e poi muore.
La telomerasi ovvia questo problema, enzima (proteine e acido nucleico)
presente in alcune cellule (ad es. le tumorali). Questa aggiunge tante sequenze
geniche tutte uguali alla fine del filamento parentale rispettando la
complementarietà delle basi, quindi la cellula non ha mai il segnale di stop e
diventa immortale.
3