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E poi tutta una serie di farmaci, chiamati neurolettici, altri sono anti psicotici, che
purtroppo danno queste sindromi, sindromi da neurolettici e quindi è necessario
usarli con una certa prudenza.
[Guardiamo la differenza tra un colpo di sole e un ambiente umido:
Nel colpo di sole i raggi colpiscono direttamente la nostra testa e le alterazione che
subito abbiamo sono cefalea e purtroppo anche alterazioni psichiche e questo non di
rado può terminare in un effetto di tipo mortale se una persona continua a rimanere
esposta al sole, perché in realtà provoca un edema cerebrale; infatti all’autopsia si
riscontrano zone iperemiche e i ventricoli cerebrali turgidi, perché sono pieni di liquor.
Nel caldo umido il meccanismo patogenetico è diverso, perché in genere colpisce
soggetti esposti a temperature superiori a 40 gradi e associato c’è sempre un grado di
umidità molto elevato.ovviamente rischia di più chi fa sforzi muscolari.La
sintomatologia: convulsioni, perdita di coscienza e coma. Le temperature, vedete, si
innalzano anche sopra i 42 gradi.Quale è la patogenesi alla base di tale meccanismo?
Abbiamo uno squilibrio idro-salino, perché a queste temperature così alte noi
cominciamo a sudare naturalmente, la sudorazione è molto profusa ma inefficace,
perché l’umidità dell’ambiente non permette l’evaporazione. Però cosa determina tale
sudorazione profusa? Determina un’ipovolemia perché noi perdiamo una gran quantità
di liquido e riducendosi la massa di sangue abbiamo una caduta della pressione
arteriosa dovuta all’ipovolemia e un aumento della viscosità del sangue e quindi
rischiamo processi coagulativi e trombotici che si possono verificare in tale situazione.
Quindi due situazioni diverse con meccanismi diversi, che però portano entrambe a
coma ed eventuale morte, quindi dobbiamo controllare bene la nostra temperatura.]
Nelle ipertermie ci può essere anche una componente di tipo infettivo perché a livello tissutale,
in seguito proprio ai danni che può provocare l’ipertermia, possiamo avere una fuoriuscita di
endotossine, che attiveranno il sistema infiammatorio, quindi interleuchine di vario genere, e
questo potrà portare risposte infiammatorie e soprattutto risposte coagulative. Quindi
nell’ipertermia, associata poi di solito ad uno stato di disidratazione che provoca la
complicazione di tipo coaguativo e la presenza di micro-trombi, è abbastanza frequente questa
situazione. Quindi c’è un effetto citotossico provocato proprio da questa situazione.
6.4 IPOTERMIA
L’ipotermia è quando la temperatura è più bassa del set-point ipotalamico.
Le cause principali sono:
Esposizione a temperature esterne molto basse che non riusciamo a compensare con la
termogenesi.
L’immersione, si va in ipotermia molto velocemente perché la dispersione è
elevatissima.
Poi ci sono anche alcune patologie connesse con l’ipotermia:
- Mixedema, cioè l’ipotiroidismo, perché produciamo una quantità inferiore di calore.
- L’eczema diffuso, perché funziona un po’ come il nostro sudore, perché questo
trasudato sulla pelle sottrae calore al nostro organismo e quindi ci determina un
abbassamento della temperatura.
Lo Shock, in cui abbiamo quasi sempre una vasodilatazione, cioè il sangue va alla
periferia e in questo modo perdiamo una grande quantità di calore.
Sostanze tossiche come il cianuro, naturalmente a certe quantità, altrimenti abbiamo
una morte da cianuro, impediscono la sintesi di ATP.
Le alterazioni che più facilmente portano ad ipotermia relativa sono le alterazioni a
livello epatico e muscolare. Perché? Perché la maggior parte del calore lo produciamo
attraverso il fegato (tutti i meccanismi metabolici) e a livello muscolare. Quindi la massa
muscolare e il fegato rappresentano un punto importate per mantenere le nostre
temperature costanti.
Chi sono i soggetti più a rischio?
1. Gli anziani, perché è correlato alla massa muscolare. In genere nell’invecchiamento si
perde massa muscolare quindi abbiamo una produzione di calore inferiore alla norma.
Poi l’anziano ha solitamente la tendenza anche ad una motilità molto scarsa e
naturalmente una persona, se si muove, calore lo produce, se sta ferma, lo produce
molto meno. Vediamo bene la differenza se ci sediamo o se facciamo una corsa. Nell’
anziano è da tenere sotto controllo il livello della temperatura (poi non se ne accorgono,
perché il centro della sensazione è in qualche modo compromesso); quindi la
temperatura è un parametro da controllare bene.
2. I bambini, un po’ per lo stesso motivo, perché hanno un rapporto tessuto
adiposo/massa muscolare molto a vantaggio del tessuto adiposo, quindi poca massa
muscolare, e poi perché nel bambino non è maturato perfettamente, specie nei primi
mesi, il sistema di regolazione ipotalamica della temperatura, quindi può facilmente
andare incontro a ipotermia.
3. Gli alcolisti perché nell’alcolismo c’è una vasodilatazione diffusa, quindi c’è una
sensazione soggettiva di caldo e l’alcolista tende ad esporsi a condizioni di temperature
inferiori, quindi uno va fuori (a basse temperature), disperde grandi quantità di calore,
avvertendo però sempre la sensazione di calore. Se ci sono persone che hanno bevuto
molto, bisogna stare attenti perché questi devono essere coperti e non andare fuori a
prendere freddo perché la sensazione che hanno è di caldo.
6.5 LA FEBBRE
La febbre è una cosa diversa, anche qui abbiamo un aumento della temperatura, legato però
ad un altro parametro. il punto di regolazione,
Leggiamo la definizione: quindi il set point ipotalamico di cui parlavamo
è più alto della norma e la sua temperatura può coincidere o meno
prima, il punto di controllo,
con la temperatura corporea. Quindi non è un’alterazione dell’organismo intero, della
temperatura esterna, è dovuta ad un’alterazione proprio del set point. Questo cambia la sua
temperatura, quindi il nostro organismo ritiene che quella sia la temperatura esatta, perché è il
punto di paragone, di confronto, noi dobbiamo raggiungere quella temperatura e pertanto ci
adeguiamo a quella che è impostata in quel momento a livello ipotalamico.
Nella febbre abbiamo varie fasi:
La fase di ascesa, che è quella in cui noi sentiamo il brivido e aumenta in qualche modo
la temperatura.
La fase di fastigio in cui la temperatura corporea ha raggiunto quella del set point
ipotalamico.
La fase di defervescenza in cui il set point ipotalamico ritorna alla temperatura normale
lisi,
( 37 gradi ). La defervescenza può avvenire in due modi diversi: o per quindi si
crisi,
abbassa gradualmente ora per ora, giorno dopo giorno, o per quindi cade
bruscamente e si ritorna alla temperatura normale.
In condizioni normali, se non abbiamo febbre, né siamo ipo o ipertermici, i due punti
rappresentanti la temperatura corporea e il set point ipotalamico, coincidono, quindi la
temperatura corporea equivale al set point ipotalamico.
Nell’ipotermia la temperatura si abbassa notevolmente, ma il set point ipotalamico resta
stabile, non è intaccato dalla variazione di temperatura.Nell’ipertermia, di nuovo, il set point
ipotalamico rimane costante come nella persona normale ma aumenta la temperatura
corporea.
Nella febbre invece abbiamo una temperatura corporea normale nella prima fase, mentre il set
point ipotalamico è alterato. Quindi in questo caso l’alterazione è del set point ipotalamico e la
temperatura a un certo punto si adegua al nuovo livello del set point.
Dunque nella fase iniziale la temperatura sarà più bassa del livello ipotalamico, mentre
nell’espressione massima della febbre, dopo una fase di ascesa, i due valori saranno
perfettamente equivalenti, perché il nostro organismo riconosce tale temperatura, come la
temperatura giusta.
È proprio per questo meccanismo che noi abbiamo tutte quelle sensazioni che avvertiamo
durante il processo febbrile, sia nella prima fase, sia nel fastigio, sia nella defervescenza.
Nella fase del rialzo termico, o prodromica, come viene chiamata, abbiamo freddo,
perché il nostro set point ha cambiato la sua temperatura, invece che a 37, magari è
andato a 38 gradi. Quindi la sensazione che noi avvertiamo è una sensazione di freddo,
perché siamo sbilanciati rispetto al set point ipotalamico. Quindi compaiono il brivido, il
pallore cutaneo dovuto alla vasocostrizione, per adeguarci al nuovo valore.
Naturalmente questo è associato ad un aumento della pressione arteriosa, in seguito
alla vasocostrizione, e della frequenza cardiaca, che da poi quel senso di malessere.
Nella fase del fastigio che cosa abbiamo riguardo alla temperatura? Praticamente la
temperatura si è adeguata a nuovo set point, quindi non abbiamo né caldo né freddo, ci
sembra di avere una temperatura del tutto normale, perché i due valori coincidono.
Naturalmente il malessere resta.
Nella fase di defervescenza invece abbiamo la situazione opposta, cioè una sensazione
di caldo (ci scopriamo) perché il set point si è riportato alla temperatura di 37 gradi,
mentre noi ancora siamo a valori più alti (40, 39, 38), quindi dobbiamo provocare una
vasodilatazione, quindi una sensazione di calore per abbassare la nostra temperatura
corporea. Questo può avvenire bruscamente (crisi) o gradualmente (lisi).
Chi è che innalza questo set point?
Questo è uno schema dove si indicano pirogeni esogeni e pirogeni esogeni di origine endogena,
praticamente tutte quelle sostanze che vengono riconosciute come fattori di rischio, se
vogliamo, dai monociti, noi abbiamo fatto i processi infiammatori, per cui sappiamo bene che
tramite recettori presenti sui monociti ed un po’ anche sull’endotelio, quando vengono a
contatto con delle sostanze estranee che potrebbero provocare danno al nostro organismo,
cominciano a produrre le citochine. E questi producono una quantità di citochine pirogeniche
notevoli, TNF che sono, gran parte sovrapposte a quelle del processo infiammatorio, l’ IL1, IL6,
IL8, l interferone alfa, beta e gamma. Tutte queste citochine sono citochine pirogeniche quindi
sono in grado di agire a livello del set point ipotalamico e di cambiarlo.
Com’è che questi pirogeni endogeni vengono prodotti? Ci sono numerose teorie ed un
meccanismo certo non lo conosciamo.Come arrivano le citochine a livello dell’ipotalamo?
Sembra che non possano pas