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CELLULE DEL TESSUTO CONNETTIVO

Le cellule del tessuto connettivo si dividono in:

- Fisse: (fibroblasti, periciti, adipociti, mastociti e macrofagi) sono cellule

stabili e a lunga vita;

- Migranti: (plasmacellule, leucociti) sono in grado di muoversi all’interno

del tessuto e hanno vita breve con continuo rinnovo.

Tutte queste cellule derivano dalla cellula mesenchimale (cellula staminale

pluripotente).

Possono svolgere le seguenti funzioni:

- Responsabili della sintesi e del mantenimento del materiale extracellulare

(fibroblasti);

- Responsabili della sintesi e dell’accumulo del grasso (adipociti);

- Difensive ed immunitarie (mastociti, leucociti e plasmacellule).

a) Fibroblasti: sono le cellule maggiormente diffuse nel tessuto connettivo

propriamente detto. Sono cellule affusolate deputate al mantenimento

dell’integrità del connettivo mediante un continuo ricambio degli

elementi extracellulari. Ci sono due forme di queste cellule:

Fibroblasto: forma attiva. Ha molto RER, molto Golgi, molti

o ribosomi, molto mitocondri e molte gocce lipidiche (energia);

Fibrociti: forma quiescente. Perde i prolungamenti citoplasmatici,

o non ha RER, non ha Golgi, sono assenti le gocce lipidiche e non è

più in grado di dividersi.

b) Macrofagi: hanno un ruolo fondamentale nei processi di difesa e sono

caratterizzati da un’intensa attività fagocitaria. I precursori dei macrofagi

sono nel midollo osseo, i monociti, che entrano nel corrente circolatorio e

arrivati nel tessuto in cui serve la loro azione si fissano sul substrato del

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tessuto diventando macrofagi fissi. I macrofagi fissi sono presenti nel

connettivo in condizioni normali. Nel tempo, se accade un processo

infiammatorio nelle vicinanze, ritirano i prolungamenti e sono in grado di

muoversi e raggiungere i siti di infiammazione. Quando si staccano

diventano macrofagi migranti. Il loro nucleo è irregolare, hanno

espansioni citoplasmatiche con intensa attività fagocitaria. Sono ricche di

lisosomi, che hanno tutti gli enzimi (proteasi, nucleasi, carboidasi, lipasi)

possibili per disgregare le molecole. È la prima risposta ad un attacco con

un antigene. I macrofagi possono fondersi tra loro, in presenza di

materiale voluminoso, formando le cellule giganti da corpo estraneo. Il

materiale estraneo viene circondato da prolungamenti citoplasmatici ed

inglobato per essere poi esocitato o sequestrato all’interno della cellula.

Sono macrofagi:

Cellule di Kupffer (fegato);

o Cellule della polvere (polmoni);

o Osteoclasti (osso);

o Cellule giganti da corpo estraneo,

o Cellule di Langerhans (pelle);

o Cellule microgliali (tessuto nervoso).

o

c) Pericito: circonda venule e capillari attraverso delle espansioni

citoplasmatiche. Forma delle giunzioni gap con le cellule endoteliali. In

presenza del nucleo sviluppano dei rigonfiamenti. Possono differenziarsi

in cellule endoteliali o cellule muscolari lisce;

d) Adipociti: sono cellule fisse s sintesi, accumulo e cessione di lipidi. Hanno

perso la capacità di divisione. Permettono di mantenere costante il

rifornimento energetico anche in assenza di cibo. Possono essere cellule

isolate oppure essere organizzate nel tessuto adiposo. Derivano da una

cellula mesenchimale. L’adipocita può essere multiloculare o uniloculare.

Sono cellule molto attive che si occupano della lipogenesi e della lipolisi. I

trigliceridi attaccati dalle lipasi che li sciolgono i lipidi alimentari in lipidi

esogeni. Mentre i lipidi endogeni sono sintetizzati a livello epatico. Tutti

entrano nel sistema linfatico e dopo nel torrente circolatorio. Sugli

adipociti agiscono gli ormoni prodotti dalla componente midollare del

surrene (catecolamine: adrenalina e noradrenalina), che si legano ad un

recettore posto sulla membrana dell’adipocita, che attiva delle

poteinchinasi e forma un enzima, che a seconda della necessità va nei

capillari sanguigni, scinde i trigliceridi in glicerolo e acidi grassi, che se

non serve energia vengono immagazzinati, ma se serve energia vengono

utilizzati. A stimolare la lipogenesi è l’insulina, a stimolare la lipolisi sono

invece noradrenalina, adrenalina, ormone adrenocorticotropo, glucagone,

ormone tireotropo, ormone della crescita e tirosina.

Tessuto adiposo bianco o uniloculare: l’adipocita bianco è una

o cellula che in sezione appare tondeggiante con un unico grosso

incluso lipidico che occupa gran parte del citoplasma e con un

nucleo che appare come schiacciato alla periferia. Gli adipociti sono

circondati da una lamina basale, che sintetizzano e organizzano

loro stessi, e tendono a formare degli aggregati di più cellule

all’interno di un connettivo di supporto di tipo lasso che contiene

anche vasi sanguigni e scarse fibre nervose. Il tessuto adiposo

bianco è molto vascolarizzato. Sono presenti molti recettori per

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CITOLOGIA E ISTOLOGIA 22 novembre

varie sostanze che intervengono nell’assunzione e rilascio degli

acidi grassi. Si trova in tutti gli strati sottocutanei. Il metabolismo

energetico dell’adipocita del tessuto adiposo bianco consiste in

un’attività anabolica di lipogenesi e una catabolica di lipolisi. Il

tessuto adiposo bianco è specializzato nel conservare l’energia,

principalmente sotto forma di trigliceridi, ha un’importante

funzione endocrina e una funzione meccanica perché è in grado di

assorbire gli urti e favorire lo scorrimento di un organo rispetto ad

altri. La prima funzione si esplica in maniera duplice in quanto il

tessuto adiposo bianco oltre a conservare l’energia metabolica

agisce anche come isolante termico;

Tessuto adiposo bruno: è presente nei neonati e negli animali

o ibernanti, ma anche in soggetti adulti intorno ai reni, ai surreni,

all’aorta, nel mediastino e nella regione cervicale. Il tessuto

adiposo bruno è un connettivo lasso caratterizzato dalla presenza

di una ricca innervazione simpatica, segno di un importante

controllo nervoso della sua funzione, e da una ricca

vascolarizzazione, necessaria per apportare adeguate quantità di

O . Le gocce lipidiche mantengono la loro individualità. La funzione

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del tessuto adiposo bruno è la produzione di calore. Gli stimoli

termici attivano la produzione di norepinefrina che agisce sugli

adipociti stimolando la lipolisi. Gli acidi grassi vanno incontro a

ossidazione e l’energia liberata non viene utilizzata per la

produzione di ATP ma dissipata sotto forma di calore. La

termogenia disaccoppia i processi ossidativi da quelli fosforilativi.

e) Mastociti: sono cellule di grandi dimensioni, rotondeggianti e di probabile

derivazione da precursori del midollo osseo. Hanno tutto il citoplasma

occupato da granuli con sostanze farmacologicamente attive. Il nucleo è

centrale e formato da eucromatina, granuli diversi di dimensioni e di

densità (molecole diverse chimicamente).

Nei granuli: eparina (o coindritin solfato nel tratto digestivo), istamina

(contrazione muscolo liscio, vasodilatazione e quindi aumento

permeabilità capillare), proteasi, fattori chemiotattici che costituiscono i

mediatori primari. Leucotreni (broncocostrizione tipica della crisi

asmatica), tromboxani (aggregazione piastrine), fattori attivanti le

piastrine, interleuchine (favoriscono processi infiammatori, vasodilazione,

febbre), fattore di necrosi tumorale (apostosi) che costituiscono i

mediatori secondari.

Degranulazione: con la prima esposizione ad un antigene, le

plasmacellule producono IGE che si legano a recettori su mastociti. Con

la seconda esposizione, i mastociti riconoscono l’antigene che di lega alle

IGE presenti sulla superficie. Si formano dei legami trasversali che

concentrano i recettori in gruppi. Viene attivato un fattore di

accoppiamento recettoriale che avvia la degranulazione. Si innesca la

risposta immunitaria. Si solito la degranulazione è un processo

localizzato, quindi la risposta infiammatoria è contenuta. In persone

ipersensibili può essere diffusa, con shock anafilattico. La degranulazione

può essere indotta da stimoli fisici (caldo, freddo, radiazioni) o chimici

(allergeni, tossine);

f) Cellule migranti:

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Linfociti: presenti solo nei siti di infiammazione, hanno proprietà

o ameboidi. Non fanno fagocitosi. Si dividono attivamente,

intervengono nella produzione di anticorpi e danno origine alle

plasmacellule;

Plasmacellule: sono presenti nei siti di infiammazione, dove c’è

o materiale estraneo, dove ci sono microrganismi. Derivano dai

linfociti B e producono gli anticorpi. Si dividono raramente;

Granulociti eosinofili: distruggono i parassiti tramite il rilascio di

o citotossine. Moderano la risposta allergica e fagocitano il

complesso antigene-anticorpo;

Granulociti neutrofili: operano fagocitosi e digestione di batteri.

o L’accumulo di detriti cellulari insieme ai neutrofili degenerati forma

il pus.

TIPI DI TESSUTI CONNETTIVI

- Tessuti connettivali EMBRIONALI: è un connettivo che si forma durante le

primissime fasi di sviluppo embrionale e si ritrova soprattutto nel cordone

ombelicale. Ci sono due tipi di connettivo embrionale:

Tessuto connettivo mesenchimale: vita embrionale;

o Tessuto connettivo mucoso: connettivo lasso, scarse fibre, acido

o ialuronico.

- Tessuti connettivali PROPRIAMENTE DETTI:

Tessuto connettivo lasso o areolare: contiene più cellule e meno

o fibre di collagene. Svolge la funzione di supporto per l’epitelio

gastroenterico, respiratorio, urinario, per gli strati profondi della

pelle. Ha abbondante matrice amorfa, con fibre collagene, elastiche

e reticolari;

Tessuto connettivo denso irregolare e regolare fibroso: ha un alto

o rapporto fibre di collagene/cellule. Ha poca sostanza amorfa. È

resistente alla trazione in quello irregolare nei tra piani dello spazio,

in quello regolare in una sola direzione. Se intrecciate nel derma,

nelle guaine dei tendini e nervi, nella capsula fibrosa che avvolge

molti organi. Se parallele, inserzione tendinee sulle ossa, nei

lamenti, aponevrosi e cornea. Quando le fibre sono orientate lungo

una direzione preferenziale viene definito connettivo denso

regolare; quando non hanno una direzione preferenziale di

orientamento viene definito connettivo denso irregolare;

Tessuto connettivo denso regolare elastico o giallo: deve le sue

o caratteristiche meccaniche alla particolare abbondanza di fibre

elastiche. Ha poche fibre collagene. È presente nella parete delle

arterie, nei lamenti elastici e nei setti alveolari;

Tessuto reticolare: è particolarmente ricco di fibre reticolari. Forma

o una delicata rete di supporto per i sinusoidi del fegato, il muscolo

liscio, i linfonodi e il pancreas endocri

Dettagli
A.A. 2019-2020
11 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/06 Anatomia comparata e citologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vanessastroppa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Citologia e istologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Marchetti Gabriella.