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CAPITOLO 2.2.1: PERCENTILI DI BMI

Come si può osservare anche dalla figura a lato, le

curve percentili di BMI sono diverse da quelle dei

percentili della statura: la prima differenza di

queste curve è che non sono gaussiane. Anche in

queste curve poi ci sono il 50esimo e tutti gli altri

valori. Sono curve che partono, cosi come quelle

della statura dai 2 anni e differiscono da queste

ultime anche come andamento: hanno infatti

andamento non sempre crescente in quanto

all’inizio decrescono, poi hanno una fase di stallo e

poi salgono (pertanto c’è quindi un’inversione della

curva tra i 2 e i 4 anni con curva che scende per poi

risalire).

L’indice di massa corporea, come detto, si calcola

facendo peso/altezza al quadrato e questo valore

scende perché tra i 2 e i 4 anni l’altezza sale più

rapidamente. Tra i 4 e i 6 anni c’è una fase di stasi e

poi sale. Se sotto i 6 anni non scende questo indice,

significa che il peso sta aumentando troppo, quindi

il bambino sta mettendo grasso ed è a maggior rischio obesità.

I valori di BMI vanno sempre rapportati all’età. Due bambini possono avere infatti lo stesso BMI ma

essere uno obeso e un altro no: questo avviene proprio perché il valore del BMI va rapportato all’età

del soggetto.

Mentre la statura non si può forzare (si cresce infatti a seconda della propria genetica), il peso invece

può essere altamente variabile e imprevedibile (cioè può differire tranquillamente da quello dei

genitori in quanto è influenzato dallo stile di vita, all’alimentazione ecc.). 16

CAPITOLO 3: TESSUTO ADIPOSO

Il tessuto adiposo è un tessuto connettivo che occupa gli spazi tra organi e tessuti. Ha una funzione

strutturale e metabolica.

Il grasso è il componente principale di questo tessuto ma non l’unico.

I mammiferi hanno due tipi di tessuto adiposo:

• Tessuto adiposo bianco

• Tessuto adiposo bruno

Le differenze tra questi due tipi di tessuto adiposo sono elencate nella seguente tabella:

A seconda della tipologia di tessuto adiposo, bianco o bruno, questo si va a distribuire in zone

diverse del corpo umano: 17

CAPITOLO 3.1: TESSUTO ADIPOSO BRUNO - FUNZIONI

Il tessuto adiposo bruno è implicato nella termogenesi: l'idrolisi dei trigliceridi avviene in risposta

ad un abbassamento della temperatura corporea (ipotermia).

Nell’uomo questo tessuto è abbondante durante la vita fetale e neonatale, resta in tracce

nell'adulto. E’ abbondante a tutte le età negli animali ibernanti.

Con la crescita del bambino, gli adipociti bruni si riducono e si trasformano in cellule indistinguibili

dagli adipociti bianchi.

Può anche avvenire la trasformazione degli adipociti bianchi in bruni, in risposta alle necessità

metaboliche dell'organismo:

• Eccessivo introito calorico alimentare (termogenesi post-prandiale)

• Esposizione prolungata ad ambiente freddo (omeostasi termica)

CAPITOLO 3.2: TESSUTO ADIPOSO BIANCO - FUNZIONI

Il tessuto adiposo bianco ha una quadrupla funzione:

• Riserva energetica, (sintesi e immagazzinamento di trigliceridi, a partire da acidi grassi e

glicerolo); idrolizza i trigliceridi accumulati e li rilascia nel sangue come acidi grassi liberi

• Isolamento termico

• Ammortizzatore meccanico, soprattutto in zone particolarmente sottoposte a pressione,

come la pianta del piede

• Funzione endocrina, produce ormoni e sostanze biologicamente attive (adipochine), che

hanno un ruolo nell’omeostasi energetica e contribuiscono al determinismo delle maggiori

complicanze associate all’obesità

Quindi il tessuto adiposo bianco ha una funzione di deposito: Conserva l’energia durante i periodi

di abbondanza calorica e ne facilita il recupero durante periodi di scarsità di cibo e deficit calorico

(digiuno, fame, esercizio fisico protratto). 18

CAPITOLO 3.2.1: DEPOSITI DI TESSUTO ADIPOSO BIANCO

Convenzionalmente, il tessuto adiposo viene diviso in depositi sottocutanei e viscerali. Si ipotizza

che il tessuto adiposo viscerale abbia un forte legame con lo sviluppo dell’insulino-resistenza e delle

patologie cardiovascolari. CAPITOLO 3.2.1.1: GRASSO SOTTOCUTANEO

Il tessuto adiposo sottocutaneo è uno strato al di sopra del livello muscolare ed è costituito da

cellule bianco-giallastre con un'unica goccia di trigliceridi. Il grasso sottocutaneo, Rappresenta la

maggior parte del grasso nei primi anni di vita. Correla scarsamente con il rischio cardiovascolare

e/o metabolico.

Spessore e distribuzione del tessuto adiposo sottocutaneo sono influenzati da vari fattori (sesso,

pubertà, stato nutrizionale e assetto ormonale).

Nella donna è particolarmente sviluppato in regione gluteo-femorale e mammaria, nel maschio in

sede addominale.

Il grasso sottocutaneo produce citochine il cui principale fattore secreto è la leptina che è un

ormone in grado di regolare diverse funzioni come l’appetito e la riproduzione.

La quantità di grasso sottocutaneo è fondamentale per il mantenimento dello stato di salute. In

caso di eccessiva magrezza, si manifesta ritardo puberale, amenorrea e osteoporosi. Viene misurata

con la plicometria (plica tricipitale e sottoscapolare).

Le metodiche gold standard in grado di valutare la presenza e la quantità in modo accurato e preciso

sono la Risonanza Magnetica Nucleare e la Tomografia Assiale Computerizzata.

Il grasso sottocutaneo è più sano rispetto a quello viscerale che invece crea patologie.

Gli estrogeni condizionano il grasso sottocutaneo, non solo in quantità (le donne hanno il 20%

rispetto al 10% dell’uomo perché ne serve di più) ma anche come distribuzione diversa tra i due

sessi. CAPITOLO 3.2.1.2: GRASSO VISCERALE

Il grasso viscerale, è il grasso localizzato all’interno della cavità addominale e distribuito tra gli organi

interni.

Rilascia adipochine ad attività pro-infiammatoria, pro-trombotica e stimolanti la sintesi di

trigliceridi, tutti fattori di rischio cardiovascolare.

Si associa a fattori di rischio di complicanze cardio-vascolari (ipertensione, iperlipidemia,

19

aterosclerosi), a steatosi epatica e a diabete tipo 2.

Il grasso viscerale correla con la circonferenza della vita, che è una misura fondamentale nella

valutazione della composizione corporea.

Altre metodiche importanti nella valutazione/stima del grasso viscerale sono la RMN e la TAC, che

consentono una esatta valutazione della quantità e localizzazione del grasso viscerale.

Il grasso viscerale rappresenta il 10-20% del grasso totale nell’uomo mentre nella donna è il 5-8%.

Questo tipo di grasso aumenta con l’età ed è un grasso molto vascolarizzato e innervato.

Il grasso viscerale ha un elevata attività lipolitica: è resistente all’insulina e sensibile alle

catecolamine, inoltre rilascia acidi grassi in circolo (lipotossicità).

Il potenziale patogeno dell’obesità è legato alla presenza proprio di grasso viscerale: si è visto però

che alcuni individui, pur avendo una grande quantità di grasso non hanno grandi alterazioni

metaboliche mentre altri, che ne hanno meno ma hanno un girovita più largo, le presentano.

L’obesità deriva da un’interazione tra geni, ambiente e comportamento: l’eccessivo apporto calorico

e una scarsa attività fisica, fa aumentare l’accumulo di grasso che poi più provocare iperplasia delle

cellule adipose o ipertrofia di queste (in questo caso riguarda anche il grasso sottocutaneo) e in

questo caso ci sono più rischi metabolici.

CAPITOLO 3.3: TRIGLICERIDI E ADIPOCITI

I grassi vengono digeriti nell’intestino grazie ai succhi pancreatici del pancreas, sono idrofobici e

quindi nel sangue non possono circolare, pertanto vengono avvolti da una membrana proteica che

può circolare nel sangue (gocce di chilomicroni), queste gocce vengono portate verso il tessuto

adiposo dove vengono ricomposti come trigliceridi. In pratica c’è un continuo circolo tra tessuto

adiposo e sangue: in particolare i chilomicroni (lipoproteine che trasportano i trigliceridi assorbiti

dall’intestino) portano i trigliceridi all’adipocita e questi poi sono depositati ma pronti ad essere scissi

come acidi grassi e tornare nel circolo ematico.

I trigliceridi conservati nell’adipocita derivano prevalentemente dai grassi della dieta.

Come detto, si verifica un flusso tra acidi grassi in entrata e acidi grassi in uscita.

In alcuni momenti il flusso è dissociato: nella fase digestiva ci sarà un flusso netto verso l’adipocita,

nella fase post-assorbitiva (5 ore dal pasto) prevarrà il flusso dall’adipocita.

In genere:

• Se il flusso è positivo, la massa adiposa aumenta

• Se il flusso è negativo la massa adiposa diminuisce

• Se il flusso è neutro la massa adiposa è costante

Quanti più acidi grassi giungono all’adipocita, tanto più grassi saranno depositati in ogni cellula.

L’adipocita si adatta aumentando la potenza dei suoi processi metabolici: cellule più grandi

incorporeranno più acidi grassi poiché sintetizzano più velocemente i trigliceridi. 20

Il processo di clearance dei grassi dal plasma sarà amplificato, ma parallelamente si verificherà il

loro efflusso nel plasma. CAPITOLO 3.4: LIPOTOSSICITA’

Con il termine lipotossicità si intende la presenza di grasso in sedi anomale. Questa deriva da un

eccessivo flusso di grasso dal tessuto adiposo. Il grasso quindi va a depositarsi in zone dove

normalmente non dovrebbe esserci, zone come il muscolo o il fegato: nel muscolo si producono

metaboliti tossici a partire dai lipidi che aumentano i processi infiammatori, nel fegato invece si avrà

un accumulo di grasso al suo interno che farà aumentare la produzione delle lipoproteine di bassa

densità (ricche di trigliceridi), il fegato inoltre diventa un deposito di glucosio e si va in una richiesta

eccessiva di insulina che quindi mette sotto sforzo il pancreas.

Il muscolo quindi è uno dei bersagli della lipotossicità e in questo, il grasso si distribuisce tra le fibre

muscolari. Il grasso intramuscolare è presente solo in tracce e un suo aumento appare strettamente

correlato con l’insulino-resistenza. Classicamente la deposizione/presenza del grasso nei muscoli si

misurava con la biopsia muscolare, metodo altamente invasivo. La sua quantificazione è diventata

possibile anche in età pediatrica con l’impiego della RMN con spettroscopia.

Esistono varie spiegazioni sull’accumulo di lipidi all’interno del muscolo: diete squilibrate e scarso

utilizzo di grassi dovuto a troppa sedentariet&a

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
123 pagine
35 download
SSD Scienze mediche MED/01 Statistica medica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MimmoScogna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Obesità e magrezza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Napoli - Parthenope o del prof Valerio Giuliana.