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Si hanno due modelli insediativi:

- minoica: palazzo-città

- micenea: acropoli

Acropoli (città alta): gli abitanti vi si rifugiavano in caso di necessità. Nuova

organizzazione attorno all’acropoli: funzione anche militare

Al di sotto vi era la città bassa: città borghese dove si lavorava. L’agorà era

il fulcro della città. Non più un’organizzazione verticalistica, autocratica, ma

democratica per quanto poteva esserlo.

Chora: contado. Conferimento di beni agricoli e servizi.

E’ una specie di medioevo: regressione nella cultura.

Le architetture sono di legno, paglia, mattoni crudi: materiali primitivi. Si

perde quello che era l’architettura di tipo miceneo.

Età del bronzo: cittadelle dominate dai palazzi dei principi (II millennio)

Età ellenica: città con templi che accoglievano le statue degli dei (800 a.C.).

Vi si accedeva tramite un portico a due colonne che conduceva alla cella

(richiama il megaron dei palazzi micenei). Costruiti in mattoni essiccati, con

sostegni in legno (perché tetto leggero) e tetto a falde. La scelta di estendere

i sostegni a tutto l’edificio è stata fondamentale per la forma tipica del tempio.

Smirne.

Asia Minore

-

- ritrovamenti archeologici: secolo XI/VIII.

Fasi di sviluppo delle strutture abitative: ellittiche poi rettangolari.

Basamento in pietra e muri di argilla battuta o blocchi di pietra. La copertura è

a due falde, sostenute da pilastri. La pareti hanno un’apertura di forma

regolare (triangolare) che spesso era l’unico punto da cui entrava l’aria.

Nella religione micenea i luoghi sacri erano luoghi naturali: tutt’al più c’erano

dei santuari domestici, non hanno una configurazione architettonica. Manca

un edificio sacro. Religione politeista di matrice antropomorfa. E’ in questo

periodo che nasce l’edificio sacro. Il processo di speciazione del tempio è lo

stesso della casa: è difficile capire se si tratta di edifici sacri o abitazioni.

Santuario di Apollo

Eretria

-

- Metà VIII secolo.

- Parte basamentale, telaio di sostegno a coppie. Travatura con

schematismo triangolare, frontone aperto e cortiletto. Ricostruzione della

struttura interna costituita da sostegni di un tempio. Il frontone è aperto con

un portichetto anteriore. E’ un edificio absidato. Nella facciata anteriore si

hanno due metri di luce.

Tempio di Apollo

- Thermos, Grecia nordoccidentale.

- 630 a.C.

- Si trova entro un recinto (temenos)

- Collocato in un angolo a sud-est, mentre il resto dell’area delimitata dal

temenos è occupata da due stoai (sviluppate in lunghezza). Lo spazio

serviva per la deposizione dei doni dei fedeli.

- Il perimetro è molto allungato. Nella traccia planimetrica possiamo

distinguere alcuni dati: due rettangoli inseriti l’uno nell’altro. Crateri circolari

indicano che vi erano sostegni verticali (che poi saranno le colonne).

Mancano i pilastri in facciata. I materiali erano poveri (mattoni crudi per le

pareti). Ma in questa forma embrionale sta nascendo quello che sarà poi il

tempio.

- copertura in tegole di argilla

- caratteristiche protodoriche della trabeazione (tra i capitelli e la gronda)

- 15x5 colonne

- in età ellenistica il legno fu sostituito dalla pietra, tranne che per la

trabeazione. Notevoli aggiunte in terracotta.

- della trabeazione restano le grandi metope di terracotta (lati di 80 cm) tra i

triglifi (terracotta o legno)

Nel 630-620 presentava la peristasi e due muri della cella molto lunghi; la

peristasi compare o per proteggere maggiormente il tempio, o per dare più

importanza alla casa del dio. L’area venne scavata e si trovò un tempio

antecedente al 630, con forma della pianta simila a quella del megaron che

ha terminazione arrotondata circondato da colonne. Successivamente si

trovò un’altro strato ancora antecedente: un megaron ampliato privo di

colonne perimetrali.

Prima epoca: X-IX sec struttura semplice

Seconda epoca: VIII aggiunta di un colonnato (peristasi).

Terza epoca: fine VII sec

Forma definitiva: III secolo a.C., cinta muraria con torri di difesa per

proteggere il santuario e il tesoro.

Samos.

Primo santuario sacro dedicato a Hera, Heraion

- Hera= madre della terra, sorella e moglie di Zeus.

- E’ importante per comprendere la genesi del tempio osservando le sue

diverse fasi. Magnificenza e modello di perfezione che verrà imitato

dall’occidente.

- Primo Heraion: VIII secolo primo tempio chiamato Hekatompedon, nome

dovuto alla sua lunghezza (6.50m x 32m). Il lato corto e il lato lungo sono in

un proporzionamento 1:5. In una prima fase era un volume prismatico

rigido, tagliato lungo l’asse longitudinale da una spina di colonne. Di

conseguenza l’altare viene spostato perché si possa vedere nonostante le

colonne. Chiusa sul davanti da 3 colonne allineate con la fine delle pareti

della cella e con le colonne del perimetro: non per decorazione ma si vuole

dare una sensazione di armonia. Colonne lignee su basi di pietra: come

minoiche.

- Primo Heraion restaurato: verso il 750 alla cella venne unito un giro di

colonne (peristasi: colonne lungo il perimetro) che creano un passaggio

graduale tra lo spazio interno ed esterno.

- tegole di copertura erano in terracotta (duravano e proteggevano di più): di

conseguenza si dovettero adottare colonne di pietra. Si scelse la pianta

rettangolare e il tetto a doppio spiovente (meno inclinato di un tetto di

paglia)

- Scarsi resti superstiti

- embrione del tempio a peristasi

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
4 pagine
2 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Biasil94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Testa Fausto Carlo.