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LA FASE DORICA

E’ la prima e molto antica.

Sull’Acaia e sul Peloponneso regnò Doro. Egli nell’antica città di Argo fortificò

il tempio di Gionone e così in altre parti della Grecia (specifica geografica,

nella sua nascita è casuale: carattere fortuito). Determinazione di caratteri

riconoscibili che nascono per caso. Non si dice “facciamo il dorico”, ma nasce

come un edificio, come stile senza preoccuparsi di rispettare delle regole

precise. Seconda metà del VII secolo (in madre patria + magna grecia:

località in cui verrà anche riscoperto il dorico.)

Dati di tipo nomenclatorio: ci ricordiamo l’architettura del carpentiere

(assemblamento di elementi già pre-costruiti).

Posa su un basamento, non sul

terreno direttamente: gradonato

- solleva dal terreno

- ascesa gradinata al tempio

(numero dei gradini diverso)

- conferisce eleganza

Funzionalità pragmatica e

funzionalità simbolica (alto=

divinità, e quindi i gradini)

Il piano di appoggio si chiama

stilòbate (stilo= colonna bate=

basamento, la parte che sta sotto

la colonna).

Il crepidoma (lo stilo dorico non

ha una base come gli altri stili che

hanno un podium) si poggiano

sullo stilobate.

Non c’è mediazione tra lo

stilobate e il primo rocco della

colonna (il fusto della colonna)

Il fusto si compone di più rocchi:

collarino (o ipotrachelio) e anuli

(fa già parte del capitello, non

sempre sono presenti). Il capitello

è composto di echino (riccio di

mare) e abaco (parallelepipedo). Materiali e tecniche più evolute: il

legno è diverso dalla pietra. Il marmo

risponderà alla necessità di mostrare la

bellezza: il marmo è lucido, che è

migliore del legno. Essendo poi

costoso: manifestazione di

magnificenza.

Nel VII secolo la pietra viene a inserirsi nella costruzione della colonna. Da

colonna monolitica (unico pezzo della colonna di legno) a colonne di pietra

assemblate da chiavi di bronzo (formate da più rocchi).

La realizzazione delle scanalature avveniva in situ, dopo che i rocchi erano

assemblati.

Rastremati verso l’alto (a differenza di Creta etc.): al limbo scapo ha un

diametro superiore del sommo scapo.

A differenza dello ionico e del corinzio: sono incassate. Appare come

rozzamente assemblate.

Sul capitello poggia la trabeazione: sono tutti pezzi singoli, come atomi che

insieme formano cellule, apparati, tessuti, organi, fino a formare un

organismo. L’“organismo” è il tempio.

Composizione analitica sintetica: gli elementi saranno ricondotti e

riconducibili al modulo che governa l’edificio

nel suo insieme e nei suoi dettagli.

L’epistilio: è un elemento orizzontale che

raccorda la colonna con il tetto e le travi di

sostegno.

Consta di più parti: tra l’architrave e il fregio

sta la tenia con sotto un listello (regula) dei

tassellini che si chiamano gutte (gocce).

Il fregio è composto di metope (tra i triglifi) e

triglifi (3 incisioni, due fenditure più due

mezze ai lati). Codifica formale di una realtà

strutturale in quanto rispondono alla

carpinteria lignea del tetto.

genesi lignea del tempio dorico +

carpinteria di legno. ES. Negli spazi vuoti

verranno riempiti da metope e triglifi. Nascono

in terracotta per necessità di coprire le travi in

legno.

Nella teoria vitruviana dell’architettura esiste una fondazione: l’uomo

riproduce i suoi caratteri di proporzionamento.

ES. Gutte e regule: nascono per ricordare le gocce di acqua che correvano

lungo il tempio e rimanevano dove ora le gutte sono il ricordo pietrificato.

Concetto di modanatura: elementi decorativi lineari che sono generalmente

di origine vegetale: sorta di increspatura decorativa. E’ accessorio ma sono

elementi connotano gli organismi: sono il segno di una migrazione delle

forme.

Nella storia del dorico è un’imperfezione sostanziale della quale non si

riuscirà a liberarsi (secondo Vitruvio è il motivo per cui il dorico soccombe a

altri ordini)

Segue due norme compositive:

- prescrive l’assialità del triglifo sulla colonna: conferisce al fregio dorico

un’intensità ritmica. Incide sulla metà della colonna e dell’intercolunnio.

- Due triglifi all’angolo si devono incontrare

Le due norme sono incompatibili perciò vengono abbandonate le regole di

ritmica agli angoli.

Si adottano due soluzioni:

- primo triglifo vene costruito più grande del normale

- si avvicinano le colonne

Parte superiore: cornice (geison) che a sua volta è composto da vari

elementi (come tutto):

- listello

- gronda

- mutuli e gutte (sembrano lego)

- listello

Cassettone angolare: può avere una decorazione di provenienza vegetale.

Al di sopra della cornice poggia la sima, il listello e l’echino.

Nella sima si inseriscono elementi iconici: antefisse (palmette o gorgoni,

servono a trattenere le tegole), atroteri (angoli della gronda: animali alati o

altre raffigurazioni) e gocciolatoi. Erano solitamente in terracotta.

Era sorretta da capriate lignee + elementi che formavano le due falde del

tetto. In totale formano il timpano e il frontone timpanato (compariva già

nelle capanne da cui il tempio prende origine e qui ci stanno delle

decorazioni).

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Publisher
A.A. 2014-2015
4 pagine
2 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Biasil94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Testa Fausto Carlo.