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CARATTERISTICHE DELLE CELLULE EPITELIALI
- Citoscheletro: ricco di filamenti intermedi con funzione di sostegno
meccanico, microfilamenti che danno supporto ai sistemi di giunzione,
formano la trama terminale (terminal web) e la struttura interna del
microvillo e microtubuli con disposizione radiale dai centrioli (assonema
del ciglio, fibre del fuso, supporto per nuovi organelli);
- Una polarità morfologica e funzionale (microvilli, ciglia e stereociglia,
complessi giunzionali, membrana basale).
SPECIALIZZAZIONI DELLE MEMBRANE DELLE CELLULE EPITELIALI
Al polo apicale, la membrana delle cellule epiteliali può presentarsi liscia,
oppure sollevarsi in microrigature o in strutture più organizzate quali ciglia o
microvilli. La crescita dei microvilli è un processo dinamico, molto rapido che
coinvolge varie isoforme di miosina e proteine accessorie. La presenza di
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microvilli è correlata alle funzioni assorbenti, ma non dipende semplicemente
dall’aumento di superficie della membrana. La maggioranza delle cellule
produce un singolo ciglio immobile, il ciglio primario, che funge da primitivo
sensore di segnali chimici e meccanici, e nei neuroepiteli da precursore-
organizzatore dell’apparato sensoriale maturo. In alcune cellule epiteliali,
tuttavia, al lato apicale vengono generate decide di ciglia mobili, che hanno il
ruolo di trasportare sostanze nel lume di strutture tubulari. Questo richiede la
formazione di centrioli multipli non associati al fuso mitotico e il loro corretto
posizionamento al di sotto della membrana apicale. I corpi basali vengono
posizionati secondo segnali di polarità traslazionale (che li localizzano da un
lato della regione apicale) miosina II-dipendenti e segnali di polarità rotazionale
(che li orientano in modo che le ciglia si muovano in una data direzione)
dipendenti dalle vie PCP (planar cell polarity). Il movimento del ciglio si ha
quando la dineina provoca lo slittamento del microtubulo adiacente. La
scissione dell’ATP conferisce alla testa della dineina un cambiamento
configurazionale e il microtubulo slitta. Le stereociglia sono dei lunghi microvilli
e sono anch’esse coinvolte nei processi di secrezione ed assorbimento. Gli
epiteli colonnari hanno spesso un glicocalice (proteoglicani e glicoproteine) che
possiede enzimi che favoriscono la digestione e l’assorbimento, ha funzioni di
protezione e un ruolo importante nelle interazioni con l’ambiente.
La parete laterale delle cellule epiteliali stabilisce la connessione tra cellule
adiacenti, dal punto di vista sia meccanico sia metabolico, e regola il passaggio
di sostanze e cellule attraverso l’epitelio.
Le giunzioni occludenti (zonula occludens) sono aree specializzate di contatto
tra le membrane plasmatiche di cellule epiteliali vicine. Sono le più apicali del
complesso giunzionale epiteliale e sono connesse al citoscheletro di actina.
Rivelano una rete formata da tre tipi principali di proteine integrali di
membrana: occludina, una o più claudine, e JAM (Junctional Adhesion
Molecule). Le giunzioni occludenti contribuiscono alla polarizzazione degli
epiteli sia regolando la diffusione di acqua e soluti nella via paracellulare sia
impedendo la diffusione di elementi di membrana tra il dominio apicale e
quello basolaterale. Le giunzioni occludenti giocano anche ruoli importanti nei
processi di differenziamento, proliferazione e migrazione cellulare, e nella
trasduzione del segnale e nell’espressione genica, e la loro disregolazione è
stata associata alla patogenesi in diverse malattie. A seconda del numero e
della composizione dei filamenti della giunzione occludente, la permeabilità
paracellulare va da molto elevata a pressoché nulla e gli epiteli possono
formare filtri per il passaggio selettivo di acqua e soluti, oppure tubi per il
trasporto di fluidi.
Le giunzioni aderenti (zonula adherens) sono un sistema di ancoraggio che
collega i citoscheletri. Nello spazio intercellulare la caderina (Ca dipendente)
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di lega alla vinculina e alla che si collegano al citoscheletro
-actinina
(microfilamenti di actina). Rientrano nelle giunzioni aderenti anche i
desmosomi (bottoni di saldatura sparsi, connessi al filamento intermedi).
Le giunzioni comunicanti (gap, serrate) negli epiteli hanno principalmente il
ruolo di trasmettere secondi messaggeri o metaboliti. Molte delle cellule che
formano giunzioni gap esprimono più di una isoforma di connessina e i
connessoni possono essere sia omomerici (formati da connessine identiche),
sia eteromerici, sia omotipici (formati da due emiconnessoni identici), sia
eterotipici; inoltre, una cellula può mandare diverse connessine a diverse
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posizioni, in modo da formare un tipo di giunzione con una certa cellula
adiacente e un altro tipo di giunzione con un’altra cellula. Sono coinvolte in:
- Scambio di materiali nutritivi
- Regolazione cellulare
- Conduzione di impulsi elettrici
- Sviluppo e differenziazione
- Integrazione delle attività cellulari.
Al polo basale, alla giunzione fra tessuto epiteliale e connettivo si trova un
denso strato di materiale extracellulare di 20-100 nm, detto lamina basale, che
a sua volta si può suddividere in una lamina densa fibrillare (glicoproteine,
proteoglicani, collagene di tipo IV) e in una lamina lucida o rara (glicoproteine,
integrine, proteoglicani). La lamina basale, secreta dall’epitelio, può essere
accompagnata da una lamina reticolare (fibre collagene di tipo I e II) secreta
dal connettivo sottostante, formando una membrana basale visibile al MO. La
membrana basale è formata dall’associazione di due lamine basali oppure di
una lamina basale con una reticolare ed è quindi più spessa. Le lamine basali
hanno funzione di supporto strutturale, e in più forniscono una barriera che
regola lo scambio di macromolecole tra il connettivo e le cellule degli altri
tessuti e sono in grado di influenzare la polarità, la proliferazione, il
differenziamento e la migrazione cellulare, e di consentire il riconoscimento tra
cellule. I principali componenti delle lamine basali sono il collagene di tipo IV, le
glicoproteine laminina ed entactina, e vari proteoglicani (per esempio il
perlecano); la lamina è attaccata al connettivo sottostante con fibrille di
ancoraggio formate da collagene di tipo VII. Le integrine sono proteine integrali
di membrana, costituite da una subunità ⍺ e una β associate in modo non
covalente, che fungono da link strutturale tra le cellule o tra cellule e matrice
extracellulare. Le integrine mediano la trasduzione del segnale nelle cellule
epiteliale via punti di adesione focale, complessi associati alla membrana che
contengono decine di proteine associate in modo stabile o transiente, ed
emidesmosomi (lega la parte basale della cellula alla lamina basale – filamenti
di cheratina, integrine e collagene).
GHIANDOLE
Gli epiteli ghiandolari sono costituiti da cellule secernenti derivate da lamine
epiteliali.
In particolare, le ghiandole si formano in seguito ad una proliferazione di cellule
epiteliali che si approfondano nel tessuto connettivo sottostante a formare
strutture cellulari con funzione secernente. Se la ghiandola conserva un
qualsiasi rapporto con la superficie libera mediante un dotto escretore,
riversando quindi il prodotto di secrezione sulla superficie dell’epitelio di
origine, abbiamo una ghiandola esocrina. Se, invece, il dotto scompare e il
secreto viene immesso nel circolo sanguigno abbiamo una ghiandola
endocrina (il prodotto di queste ghiandole viene detto genericamente ormone).
La secrezione ghiandolare può essere di tipo continuo o discontinuo.
Si parla di secrezione continua quando il secreto viene espulso dalla cellula
man mano che viene prodotto. Ne sono esempi le cellule endocrine che
secernono ormoni steroidei e le cellule mucipare.
Nella secrezione discontinua o ritmica, invece, il prodotto di secrezione viene
accumulato all’interno della cellula sotto forma di granuli e solo
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successivamente espulso in seguito a stimoli ormonali, nervosi o chimici. Ne
sono un tipico esempio le cellule del pancreas.
In ogni ghiandola è distinguibile una porzione secernente, costituita da epitelio
ghiandolare, detta parenchima, e una con funzioni di sostegno, lo stroma,
costituito da tessuto connettivo. Il parenchima è ulteriormente divisibile in una
porzione secernente, detta adenomero, costituita da cellule disposte in modo
da circoscrivere un lume, ovvero la parte prossimale del dotto, e in una
porzione escretrice, detta dotto escretore. Ciò significa che l'adenomero di
norma si trova sempre ad un'estremità del dotto.
- Ghiandole ESOCRINE: la loro caratteristica principale è quella di
comunicare con il lume (apertura) attraverso i dotti escretori.
Si classificano in base: al numero di cellule che compongono l’adenomero
(unicellulari – pluricellulari), a forma e ramificazione delle cavità
secernenti (tubulari: adenomero allungato con lume evidente – acinose:
adenomero rotondeggiante e con lume piccolo – alveolare: adenomero
rotondeggiante, grande e con lume evidente), alle ramificazioni dei dotti
o in base al tipo di secrezione (merocrina – apocrina – olocrina).
Nelle ghiandole olocrine (holos = tutto) l’intera cellula dopo aver
accumulato il prodotto di sintesi è eliminata, costituendo essa
stessa il secreto; ne sono un esempio le ghiandole sebacee della
cute. Data la modalità, è necessario che le ghiandole olocrine
abbiano una riserva di cellule staminali indifferenziate che
proliferano e si differenziano sostituendo quelle che sono eliminate.
(es. ghiandole acinose)
Nelle ghiandole apocrine il citoplasma apicale degli elementi
secernenti viene eliminato assieme al prodotto di secrezione che
contiene. L’adenomero è formato da un epitelio cubico semplice.
(es. ghiandole uterine e sudoripare)
Le ghiandole merocrine sono le più comuni. In questo tipo di
secrezione solo il prodotto viene riversato all’esterno e la cellula
secernente rimane integra. Si dividono in sierose, mucose e miste.
Le mucose hanno un secreto viscoso (mucina). Le sierose hanno
secreto chiaro e acquoso contente enzimi (es. ghiandole tubulo-
acinose, come il pancreas, ghiandole lacrimali). Le miste sono ad
esempio le semilune del Giannuzzi.
Le ghiandole unicellulari: ghiandole caliciformi. La forma del nucleo
riaspetta la forma della cellula. Il nucleo è posto alla base. Sulla
parte superficiale presenti dei microvilli che aumentano la
superficie di secrezione. Prevalentemente nell’apparato
gastrointestinale con funzion