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BARBARO

Corso di Caratteri Distributivi degli Edifi ci

Laboratorio di Progettazione Architettonica I

Laurea Magistrale a cIiclo unico in Architettura

Dipartimento di Architettura

Università di Bologna, Campus di Cesena

Anno Accademico 2022-2023

Andrea Palladio

Villa Barbaro

1.1 La Tendenza

Possedere una villa di campagna divenne una tendenza naturale durante il Rinascimento, in particolare

nei territori veneziani. Questa propensione è data in primo luogo dal fatto che le campagne tornarono ad

essere un luogo sicuro in cui vivere, ormai non tali dalle invasioni barbariche del III secolo d.C. (contesto

in cui si prediligevano case più simili a castelli, scopo difensivo); inoltre il dominio della serenissima sui

mari era in lento declino; perciò, nasce la nuova esigenza degli aristocratici veneziani di investire denaro

e tempo sulla terra ferma, nella campagna veneta. Un gran numero di nobili, proprietari di appezzamenti

di terreno in terraferma, commissionarono nuovi edifici per gestire le loro attività agricole e per

trascorrere il loro tempo durante i mesi estivi.

Questi dovevano quindi conciliare proprietà funzionali, come spazi per animali, attrezzature e

macchinari, con le caratteristiche dei proprietari, in modo tale da riflettere i loro interessi e inclinazioni

culturali e artistiche.

1.2 L’architetto

Andrea Palladio, pseudonimo di Andrea di Pietro della Gondola, nacque

a Padova da una famiglia di umili origini. Andrea si formò come

scalpellino, mentre a sedici anni si trasferì a Vicenza dove fu impiegato

come assistente di scalpellini locali. Durante gli anni '30 del 1500, il nobile

vicentino Trissino prese il giovane artista sotto la sua ala e lo trasformò in

Andrea Palladio (appellativo affibbiatogli da Trissino stesso, richiamando la

sapienza della Pallade Atena).

Palladio è forse l'architetto più conosciuto e influente al mondo,

trovando fortuna non solo in Veneto, ma anche in tutta Italia, Europa e nei

paesi anglosassoni. L’aspetto che più rende Palladio importante è il fatto che

fu un architetto moderno nel suo tempo, poiché riuscì a dare una risposta

efficace alle necessità della sua epoca, costruendo una “bellezza utile”.

James Ackerman, nello studiare le ville palladiane, arriva ad affermare che lo scopo dell’architettura

classica è stato sempre quello di ottenere “un’armonia delle parti suscettibile di dimostrazione”, ovvero

che l’architettura (in particolare quella classica) si può porre come scienza per essere studiata, ad esempio

per quanto riguarda il tema degli ordini architettonici, il senso di relazione e ordine che regola le parti fra

loro e nel tutto.

Il primo incontro con la classicità lo ebbe con Vitruvio, autore del testo del I secolo

De Architectura,

d.C., poi tradotto dagli scrittori umanisti. Grazie a questo trattato, Palladio incarna la figura di architetto

descritta successivamente da Loos, ovvero quella di un "muratore che ha imparato il latino" (nato come

scalpellino, poi istruito al mondo classico con Vitruvio). James Ackerman lo definirebbe come il

“precursore del moderno specialista, provvisto di una profonda conoscenza teorica e pratica di una data

disciplina e di un occasionale informazione su certe altre”.

Lo snodo fondamentale per la sua formazione, Palladio lo ebbe dopo l’incontro col Trissino, il quale

fece diversi viaggi a Roma portando il giovane Andrea con sé. Questo, inserito in un contesto che aveva

toccato solo dal punto di vista erudito, inizia a disegnare le architetture romane dal vivo: egli scopre dal

vero questo mondo classico, uscendo dall’imposizione libresca di Vitruvio e dell’Alberti. Palladio scopre

1 Andrea Palladio - Villa Barbaro

questo vasto universo, riproducendolo su carta tramite il disegno (secondo una composizione tripartita,

aspetto che caratterizzerà poi il suo modo di progettare).

Palladio non inventa nulla di nuovo, trova solo un mondo locale di derivazione medievale, nel quale

introduce la casa del suo tempo, fisicamente e simbolicamente. Il suo successo fu in gran parte dovuto alla

sua capacità di abbinare la ricchezza e lo status sociale dei proprietari con le loro aspirazioni culturali e

artistiche; così le ville palladiane iniziarono a popolare i territori continentali della Repubblica di Venezia,

contribuendo a sviluppare una nuova attitudine verso il paesaggio.

1.3 La villa

Villa Barbaro, progettata e costruita per i fratelli

omonimi intorno al 1550, divenne un importante modello

per la definizione di un nuovo tipo di edifici rurali e viene

considerata come la perfetta conciliazione tra il mondo

rurale e quello aristocratico, il prodotto dell'interazione tra

architetto e committenti.

L'edificio si trova come adagiata su di una collina

pedemontana, vicino a Treviso, che lambisce la grande

padana. Nonostante sia stata costruita in posizione

abbastanza elevata, in modo da garantire il panorama dei

campi circostanti, l'edificio è effettivamente inserito nella

campagna; dalle sue finestre, si è in grado di contemplare

l'orizzonte della terra pianeggiante. Per i proprietari,

un'immagine dei loro beni, una misura della loro potente

ricchezza, ma anche un invito a meditare sulla bellezza del

paesaggio e sulle meraviglie della natura. Non si tratta

pertanto di un mero rifugio dalla vita cittadina (come, ad

esempio, la villa di Tivoli), ma di una propria e

funzionante fattoria.

Il complesso occupa gran parte dell'orizzonte,

aprendosi fervidamente verso l'esterno: spicca il corpo

abitativo, l'elemento centrale che, sporgente, prende la

luce su tre lati. Ai lati si dispongono due lunghi portici che

collegano la residenza con le barchesse.

Schema geometrico e composizione degli spazi

Per la composizione degli spazi Palladio adopera lo schema geometrico compositivo, in cui emergono

principalmente elementi come circonferenze, quadrati (quindi secondo rapporto 1:1) e rettangoli (quadrati

+ 1/3 o 1/2). Inoltre, le misure più comuni sono 12 piedi e 20 piedi.

Ripetizioni della misura di 12 piedi:

evidenzia la tripartizione del corpo abitativo, diviso in tre

• settori larghi 12 piedi ciascuno;

larghezza del porticato che collega tutti gli elementi della

• villa;

spazio centrale delle barchesse laterali, inferiore di 4 piedi

• rispetto le laterali;

diametro del ninfeo, 5 volte 12 piedi.

• 2 Andrea Palladio - Villa Barbaro

Ripetizione della misura di 20 piedi:

doppia lunghezza delle stanze laterali del corpo centrale;

• dimensioni quadrate degli elementi adiacenti al porticato,

• alternati agli spazi per i collegamenti verticali;

larghezza degli spazi di servizio retrostanti delle barchesse;

• diametro del ninfeo, 3 volte 20 piedi.

Uso del rapporto 1:1 e del quadrato:

in alto a destra e sinistra può ospitare 2 quadrati uno

• accanto all'altro; il rapporto è 1:2;

nella parte centrale della villa, lo spazio si adatta quattro

• volte.

Uso del rapporto 1:1 + ½ (quadrato con la sua metà):

l’elemento centrale;

• spazi adiacenti al portico, con dimensioni 20 x 20 piedi

• (laterali, 1:1) e 10 x 20 piedi (centrale), che creano 2

rettangoli a lato;

lo spazio subito retrostante, con dimensioni 18 x 20 piedi

• (centrale) e 9 x 20 piedi (laterali), anche se non

propriamente rapporto ⅔;

Uso sempre del rapporto 1:1 ma per quanto riguarda i cerchi:

il centro della circonferenza è equidistante da tutti i punti

• del ninfeo e dalla facciata retrostante della villa, di circa 30

piedi;

se si considera il cerchio rosso 1:1, allora il cerchio azzurro

• sarà 1:1 + con un raggio maggiorato di 4 piedi rispetto il

⅓,

minore;

Esterno e paesaggio

L'intera pianta è organizzata secondo un lungo asse (che continua fino alla campagna fronte stante) che

organizza spazi interni ed esterni in maniera simmetrica; lo stesso vale per la facciata se si considera tale

asse verticalmente.

La villa organizza il paesaggio, costruendo un ambiente teatrale, in quanto gli spazi fanno da sfondo

alle vicende della vita umana. Si tratta di un teatro naturale: il giardino anteriore aiuta a esaltare questo

effetto, in quanto seguendo la conformazione del terreno, eleva il complesso ponendolo su di un piedistallo

naturale che le conferisce importanza, diventando quindi anche un punto di riferimento all'interno del

paesaggio. Inoltre, grazie a questo basamento e all'uso del frontespicio, l'ingresso riprende l'idea del fronte

del tempo antico per antonomasia. 3

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
6 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/14 Composizione architettonica e urbana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CasteZioPera di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di progettazione architettonica i e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Malacarne Gino.