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METODOLOGIA CHE PORTA AD UNA GRAVE SOTTOSTIMA DEL VALORE D’AZIENDA.
È indispensabile apportate delle rettifiche, sia in positivo che in negativo, che riguardano, ad esempio, la
rivalutazione di macchinari o la svalutazione di crediti verso clienti.
Generalmente attraverso le rettifiche si generano dei plusvalori.
Questi plusvalori emergeranno poi anche dalla contabilità, quindi è importante che il valore che si
determinerà dall’utilizzo di questo metodo tenga conto anche della tassazione che si applicherà sul
maggiore utile generato dai plusvalori; viceversa per le minusvalenze che porteranno a dei benefici fiscali.
Fiscalità futura, fino a che non si realizzerà il trasferimento.
Limiti e pregi del metodo patrimoniale semplice
Limiti Pregi
− −
Poggia su dati storici; Elevato livello di oggettività.
Non tiene conto delle prospettive reddituali o
finanziarie future che potrebbero determinare
un valore superiore.
− Non definisce un valore da attribuire
alle relazioni tra gli asset del patrimonio.
Ad oggi questa metodologia non viene utilizzata, se non come metodo di validazione e controllo,
oppure quando il valutatore non dispone di informazioni attendibili sui flussi e sui tassi.
Ma si utilizzerebbe il metodo complesso.
b. IL METODO PATRIMONIALE COMPLESSO
valore dei beni immateriali non contabilizzati
Prende in esame anche il Purché sia dimostrabile che l’azienda realmente li abbia e
che questi possano avere un valore in quanto fonte di
vantaggio competitivo rispetto ai competitors.
Oltre ai marchi e brevetti, i quali possono essere iscritti in bilancio se acquistati a titolo oneroso
e quindi ricompresi nel metodo patrimoniale semplice,
basti pensare al valore che nel tempo potrebbe assumere il marchio,
oppure al capitale umano e organizzativo delle persone e della struttura aziendale.
Il metodo patrimoniale complesso cerca di superare il problema andando ad aggiungere il valore dei
beni non contabilizzati.
In entrambi i casi di metodo patrimoniale complesso si tiene conto dei beni immateriali non contabilizzati,
la differenza sta nel valore di mercato che questi hanno.
IL METODO PATRIMONIALE COMPLESSO DI PRIMO GRADO
❖ beni immateriali non contabilizzati che HANNO UN VALORE DI MERCATO
Si considerano solo quei
autonomo e che si possono trasferire separatamente rispetto all’azienda in quanto facilmente identificabili.
IL METODO PATRIMONIALE COMPLESSO DI SECONDO GRADO
❖ beni immateriali non contabilizzati che NON HANNO UN VALORE DI MERCATO
Si considerano i
in quanto sono difficilmente identificabili e stimabili. Know how, valore delle risorse umane…
c. FASI DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE
1. Analisi di bilancio → Verificare che le informazioni contenute nel bilancio siano corrette e
veritiere, ossia che le poste dell’attivo e del passivo siano riportate secondo i
principi del Codice Civile e dei principi contabili nazionali.
Revisione analitica che il valutatore potrebbe evitare se il bilancio fosse sottoposto a revisione regale.
2. Determinazione delle rettifiche → L’obiettivo è quello di riesprimere a valori correnti le poste
dell’attivo e del passivo.
3 approcci differenti per la rettifica a valori correnti:
→
a) Metodica del mercato Comparabilità di transazioni effettuate per un bene simile,
metodica applicabile in presenza di mercati attivi e trasparenti;
→
b) Metodica dei flussi di risultati attesi Si attribuisce il valore sulla base dei flussi di ricavi che si
potrebbero generare se il bene fosse concesso in locazione,
quindi un’attualizzazione dei flussi di cassa derivanti dalla
locazione;
→
c) Metodica del costo Si attribuisce il costo di sostituzione, ossia il costo da sostenere per l’acquisto
del medesimo bene, o il costo di ricostruzione che si sosterrebbe per crearlo.
rimanenze di magazzino
Le sono una posta che spesso subisce gli effetti di politiche di bilancio, le quali
andranno ad impattare sul risultato, e che sono soggette ad obsolescenza e perimenti.
• Materie prime →
o Costo d’acquisto Prezzo sostenuto per acquistare le materie prime, ma che sia un
acquisto comunque recente;
→
o Costo di sostituzione Prezzo che si sosterrebbe sul mercato.
• Semilavorati
o Costo attuale di produzione in base allo stato di avanzamento dei lavori;
o Valore di produzione Costi sostenuti fino a quel momento
Prezzo di vendita x Costi totali
• Prodotti finiti →
o Prezzo di realizzo Attenzione ai prodotti obsoleti che non possono essere venduti;
o Costo di produzione
3. Ottenimento del valore dell’azienda
7. LA VALUTAZIONE DEI BENI IMMATERIALI
METODO PATRIMONIALE COMPLESSO
Sempre nell’ambito del
a. L’IDENTIFICAZIONE DEI BENI IMMATERIALI
I beni immateriali nei principi contabili nazionali
➢
OIC 24: Le immobilizzazioni immateriali sono attività normalmente caratterizzate dalla mancanza di
tangibilità e comprendono:
Utilizzando il termine “immobilizzazioni immateriali” gli OIC vogliono semplicemente riprendere lo schema
di Stato Patrimoniale del Codice Civile, fornendo quindi solo un’integrazione rispetto al Codice Civile.
Non è compito del Codice Civile stabilire che tutte le sottocategorie indicate siano
fattori in grado di conferire vantaggi in termini di strategie economico-finanziarie.
ONERI PLURIENNALI
▪
In termini di valutazione nessun acquirente sarà disposto a riconoscergli un valore, in quanto in futuro non
porteranno a dei benefici.
BENI IMMATERIALI
▪
Non concernono con la capacità di produrre reddito in futuro, si posseggono a prescindere e quindi devono
essere valorizzate come tali:
o Diritto di brevetto industriale;
o Diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno (Diritti d’autore);
o Concessioni, licenze, marchi e diritti simili.
Se esistono nell’attivo patrimoniale di un’azienda significa che si è verificata una
negoziazione per acquistarli ed è stato sostenuto un costo.
AVVIAMENTO
▪
Esso si definisce come il maggior valore attribuibile ad un’impresa rispetto alla somma dei valori dei singoli
→
fattori produttivi utilizzati per il suo funzionamento Capacità di produrre redditi in futuro.
In lingua anglosassone il termine “avviamento” di per sé non esiste,
si avrà un Goodwill in termini di “avviamento positivo” e un Badwill in termini di “avviamento negativo.
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI IN CORSO
▪ ACCONTI
▪
Ad esempio, caso della fidelizzazione della clientela che non deriva da diritti legali,
quindi è una concezione molto restrittiva.
È sufficiente che sia presente anche solo uno dei due requisiti per l’iscrizione in bilancio
I beni immateriali nei principi contabili internazionali
➢
IFRS - “International Financial Reporting Standards” emanati da
IASB - International Accounting Standard Board.
IFRS 3: Nei principi contabili internazionali i beni immateriali vengono distinti in:
INTANGIBILI LEGATI AL MARKETING
▪ → Es. marchi, design degli imballaggi, ecc.
INTANGIBILI LEGATI AI RAPPORTI CON I CLIENTI
▪ → Es. relazioni contrattuali e non con i
clienti, ecc.
Sono beni non facilmente separabili dalla società.
Consapevolezza che il marketing e le vendite hanno finalità ben diverse e distinte.
INTANGIBILI LEGATI AD ATTIVITÀ ARTISTICHE
▪ → Es. diritti d’autore su dischi, libri, ecc.
INTANGIBILI BASATI SU CONTRATTI
▪ → Es. royalty, permessi, contratti di forniture
pluriennali, ecc.
INTANGIBILI BASATI SULLA TECNOLOGIA
▪ → Es. brevetti, database o software, ecc.
Non sono tutelati da diritti legali
Analoga distinzione si rinviene nei Principi Internazionali di Valutazione d’Azienda emanati dall’IVSC.
I beni immateriali: il concetto di capitale intellettuale
➢
Concetto che si sviluppa a partire dagli anni ’90, quando l’insieme immateriale delle risorse intellettuali
è stato denominato capitale intellettuale. Il perimetro degli asset intangibili si amplia notevolmente,
aperto riferimento ad una comunicazione integrativa e volontaria da parte delle imprese.
Non esiste né uno standard set né un organismo di produzione legislativa che l’abbia accolto.
Non si intende qualcosa di aggiuntivo alle elencazioni precedenti, è solo una formulazione più ampia di beni
immateriali, quindi quanto detto finora è compreso al suo interno.
− →
Capitale umano Le conoscenze e le competenze dei dipendenti possono
realizzare un notevole vantaggio competitivo.
Risorsa non separabile dalla società.
Non è ancora stata trovata una modalità di valorizzazione specifica, ma solo convenzionale.
− →
Capitale strutturale/organizzativo Ad esempio, la catena di montaggio di una grande azienda
automobilistica, oltre all’automatizzazione, ha anche del
personale che segue il percorso, personale che dovrà
assolutamente seguire una procedura interna stabilita.
− →
Capitale relazionale Fidelizzazione.
Ultime due categorie in cui si trovano beni immateriali già considerati
dai principi contabili sia nazionali che internazionali.
b. LA CLASSIFICAZIONE Il marchio dovrebbe sempre suscitare una
differenziazione dell’offerta dell’azienda
per determinati segmenti della clientela.
Attenzione a considerare il valore del marchio esclusivamente con i parametri economico-finanziari.
Importante se il marchio è realmente in grado di incidere sui comportamenti d’acquisto della clientela,
occorre quindi affiancare una valutazione di tipo qualitativo ad una di tipo quantitativo.
Difficilmente il valore del marchio si ricava attualizzando i flussi di reddito ad esso riconducibili.
Conoscenze specifiche che potrebbero
non essere brevettabili, ma il cui valore
deve essere riconosciuto.
Aspetti distintivi dei beni immateriali:
• →
Non concorrenzialità nell’uso interno I beni immateriali normalmente possono essere impiegati
contemporaneamente su più fronti, ad esempio un software di proprietà dell’azienda che può
essere impiegato contestualmente in più occasioni produttive e in presenza di più filiali;
I beni materiali invece lavorano unitariamente, anche a livello fisico.
• →
Scalabilità Riferito all’andamento dei costi, le risorse immateriali spesso comportano il
sostenimento di costi inizialmente elevati i quali poi, per miglioramenti e adeguamenti, vanno a
diminuire; esempio del marchio che parte da un singolo bene distintivo per poi ritrovarlo in mercati
di prodotti diversi.
• →
Specificit&a