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ORGANIZZAZIONE DEI PROCESSI DI INNOVAZIONE
Dimensioni dell’impresa e variabili di struttura:
Nel 1942 Schumpeter sostenne che le capacità di innovazione delle grandi imprese sono maggiori di
quelle delle piccole imprese grazie:
- all’accesso più agevole ai finanziamenti per progetti di R&S
- ai maggiori volumi di vendita sui quali ripartire i costi di R&S.
La grande dimensione consente inoltre:
- Competenze di marketing o utili al processo innovativo
- maggiori economie di scala e di apprendimento, capacità di assorbimento;
- l’assunzione di progetti rischiosi o di grandi proporzioni (in alcuni settori è necessario)
Per contro La dimensione può anche svantaggiare l’innovazione:
- minore efficienza della R&S a causa di una perdita di controllo manageriale;
- maggiore inerzia burocratica;
- più elevato grado di commitment strategico che tende a vincolare l’impresa alle tecnologie
esistenti.
Le piccole imprese sono spesso considerate più flessibili e con un maggior spirito imprenditoriale.
Molte grandi imprese hanno trovato il modo per “sentirsi piccole”:
- scomposizione e distribuzione delle attività in unità più piccole;
- culture e meccanismi di controllo differenti nelle diverse unità.
Le dimensioni di struttura dell’impresa
Per formalizzazione si intende il grado di regolazione del comportamento dei membri di
un’organizzazione attraverso regole, procedure e documentazioni prodotte in forma ufficiale. 36
L’esplicitazione di regole e procedure favorisce la standardizzazione dei compiti e delle attività
dell’impresa e contribuisce a disciplinare la condotta del personale, indicando in modo chiaro le
aspettative e i criteri decisionali del management.
La formalizzazione permette di attenuare l’intensità dei meccanismi di controllo organizzativo,
consentendo alle grandi imprese di conservare l’efficienza gestionale anche con uno staff
manageriale ridotto.( Rischio di rigidità, soffocamento creatività…)
Per standardizzazione si intende il grado di codificazione delle attività dell’impresa secondo
procedure, regole e comportamenti predeterminati. Un elevato grado di standardizzazione dovrebbe
garantire:
- lo svolgimento di prestazioni e il raggiungimento di livelli di qualità prefissati,
- una capacità di risposta costante e coerente nei confronti di clienti e fornitori.
Per le imprese che si dedicano contemporaneamente a più progetti di R&S, la scelta di accentrare o
decentrare le attività di ricerca e sviluppo è l’esito di una decisione complessa.
Affidando i compiti di R&S alle singole divisioni o business unit (strategia di decentramento), l’impresa
consente a ciascuna unità di sviluppare nuovi prodotti o di introdurre processi più vicini alle esigenze
da soddisfare.
Strutture meccaniche e organiche
La combinazione di formalizzazione e standardizzazione configura una struttura meccanica:
- di norma garantisce alti livelli di efficienza, soprattutto con volumi di produzione elevati
- minimizza la varietà dei comportamenti
- Ma può soffocare la creatività.
Le strutture organiche concedono maggiore libertà di decisione e sono caratterizzate da:
- bassi livelli di formalizzazione e dall’assenza di standardizzazione
- incoraggiano la creatività e la sperimentazione
- possono condurre a riduzioni di efficienza
Poiché l’innovazione nasce e si alimenta dalla sperimentazione e dall’improvvisazione, la forma
organica è da ritenere più coerente con i processi di innovazione, seppure a scapito potenziale
dell’efficienza aziendale. 37
Dimensioni versus struttura
Molti dei vantaggi e dei limiti delle dimensioni organizzative sono collegati a variabili strutturali, come il
grado di formalizzazione, di standardizzazione e di accentramento.
Le grandi imprese tendono a ricorrere maggiormente alla formalizzazione e alla standardizzazione, in
quanto con la crescita dimensionale diviene più difficile esercitare un controllo manageriale diretto.
Aziende come General Electric, Hewlett-Packard, Johnson & Johnson e General Motors hanno
cercato di cogliere i vantaggi di essere a un tempo “grandi” e “piccole”, organizzando le proprie attività
in raggruppamenti di piccole unità, potendo così beneficiare delle risorse e delle capacità di manovra
della grande impresa, conservando al tempo stesso la semplicità e la flessibilità tipiche della piccola
impresa.
Organizzazione ambidestre.
L’organizzazione ambidestra (o ibrida) è una forma complessa costituita da una molteplicità di
“architetture interne”.
In alcuni contesti o aree aziendali (per esempio, la produzione) il management potrebbe adottare
strutture meccaniche; in altri (per esempio, la R&S), strutture organiche. In ciascuna area o unità,
l’organizzazione potrebbe essere ridisegnata per focalizzarsi su obiettivi particolari:
→Per combinare i vantaggi delle strutture meccaniche e organiche, i due modelli possono essere
anche alternati nel tempo.
Modularità e organizzazioni loosely coupled
Per modularità si intende il grado di scomponibilità e di ricombinazione dei componenti di un sistema:
- I prodotti possono essere modulari a differenti livelli.
- Affinché un prodotto possa avere una struttura modulare occorre specificare una serie di
interfacce standard.
- La modularità consente un più ampio ventaglio di configurazioni finali partendo da un insieme
di componenti base.
- Rappresenta pertanto una soluzione economicamente vantaggiosa per rispondere
all’eterogeneità della domanda di mercato.
Nelle strutture loosely coupled le attività non sono strettamente integrate e il coordinamento avviene
attraverso l’adesione a obiettivi condivisi e standard comuni:
- Le tecnologie dell’informazione riducono il bisogno di integrazione e il minore bisogno di
integrazione consente alle imprese di ricercare configurazioni più flessibili.
- Per esempio, un’impresa può concentrare l’impegno sulle attività correlate alle proprie
competenze distintive e affidare in outsourcing le altre.
- Tali strutture non sono adatte per attività che richiedono frequenti scambi di conoscenza tacita
o complessa o quando c’è un elevato rischio di conflitti.
Gestione dei processi internazionali di innovazione
La scelta delle modalità di organizzazione è un’area particolarmente critica per le imprese
internazionali.
In particolare assume un ruolo decisivo l’identificazione della combinazione ideale tra integrazione
globale e adattamento ai mercati locali.
L’innovazione sviluppata per un particolare mercato potrebbe non essere efficacemente trasferita nei
altri mercati. 38
Potrebbero ostacolare l’adozione di processi e di prodotti innovativi sviluppati altrove
nell’organizzazione a causa di una convinzione che quasi sempre nasconde un pregiudizio, ovvero
che le innovazioni non sviluppate localmente non sono adatte né in grado di soddisfare i bisogni e le
esigenze del mercato locale: un fenomeno conosciuto come “sindrome del non inventato qui”.
Gestione dei processi internazionali di innovazione
Bartlett e Ghoshal hanno identificato quattro tipi di strategie di innovazione delle imprese
internazionali.
Bartlett e Ghoshal incoraggiano l’adozione dell’approccio transazionale: le risorse e le
competenze presenti in qualunque parte dell’impresa vengono sfruttate per cogliere le
opportunità che sorgono in qualunque mercato geografico.
Gassmann e von Zedtwitz (1999) hanno identificato cinque architetture organizzative:
1. Struttura di R&S centralizzata etnocentrica: le attività di ricerca sono concentrate nel Paese di
origine dell’impresa internazionale.
2. Struttura di R&S centralizzata geocentrica: le attività di ricerca sono ancora condotte nel
Paese di origine, tuttavia addetti alla ricerca sono inviati con regolarità nei mercati di
presenza internazionale (oppure personale di nazionalità estera è assunto per svolgere
attività di ricerca) allo scopo di aumentare il grado di risposta (sensitivity) alla domanda dei
differenti mercati nazionali.
3. Struttura di R&S decentrata policentrica: molte unità di ricerca sono localizzate all’estero
senza particolari forme di coordinamento.
4. Struttura hub di R&S: un centro “residente” nel Paese di origine coordina attraverso sistemi
“rigidi” le attività condotte all’estero da una varietà di piccoli laboratori di ricerca.
5. Network integrato di R&S: molti laboratori di ricerca sono coordinati fra loro, senza però la
presenza di un centro ben definito. 39
La creazione dei team di sviluppo di nuovi prodotti
Le dimensioni del team: Il team può essere composto da un nucleo molto ristretto oppure contare
centinaia di membri;
La grande dimensione non costituisce sempre un vantaggio, perché può comportare un aumento dei
costi di gestione e amplificare i problemi di comunicazione;
- Con l’aumento delle dimensioni tendono ad aumentare i rischi di inerzia sociale (social
loafing).
Perché il brainstorming di gruppo ammazza l’innovazione radicale
I team che adoperavano la tecnica del brainstorming generavano un numero inferiore di idee, e con
un più basso contenuto di novità, rispetto alla somma delle idee create dallo stesso numero di
individui che avevano lavorato da soli. I motivi:
- La paura del giudizio → Una serie di studi ha scoperto che le persone spesso auto-censurano
molte delle proprie idee più originali o creative nelle sessioni di brainstorming per paura di
essere giudicate negativamente dagli altri.
- Il blocco della produzione→ Quando le persone si alternano per esprimere le proprie idee,
coloro che si trovano a intervenire in fondo potrebbero dimenticarle ancor prima di avere la
possibilità di presentarle.
- . La fattibilità ostacola l’originalità → Un’altra serie di studi condotti mostra che i team non
solo non funzionano nel processo di generazione di idee, ma ostacolano o alterano anche il
processo di selezione delle idee. Se si lasciano le persone lavorare da sole per generare
nuove idee, però affidandosi al gruppo per selezionare le migliori proposte da portare avanti, i
team tenderanno a prendere decisioni che riducono il grado di novità.
La composizione del team
Per favorire il coordinamento e la collaborazione tra le unità organizzative, molte imprese affidano