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CLASSIFICAZIONE DI ROCKWOOD
1. Distorsione Semplice: Non è presente una deformità visibile. È una distorsione
dell’articolazione acromion clavicolare senza una lesione completa dei legamenti.
2. Sublussazione: Risulta presente una lesione dei legamenti acromion clavicolare,
mentre rimangono intatti i legamenti coraco-clavicolari. Potrebbe esserci un leggero
spostamento verso l’alto dell’estremità distale della clavicola ma non superiore al bordo
dell’acromion e potrebbe essere presente un allargamento dell’articolazione
3. Lussazione: (La più importante) Rottura di entrambi i legamenti acromion-
clavicolari e coraco clavicolari, causando una completa dislocazione
dell’articolazione. L’estremità distale della clavicola è spostata superiormente, sopra il
bordo dell’acromion: questo perché viene meno la compressione e quindi la clavicola va verso
l’alto.
4. Lesione dell'articolazione acromion-clavicolare con la parte distale della clavicola che
viene spostata posteriormente in relazione all’acromion.
5. Separazione importante, dovuta alla compromissione di altri tessuti molli, e è
impossibile la riduzione [riduzione= riportare i capi articolari in posizione anatomica] in
quanto ci può essere un’interposizione di tessuti. Simile alla 3 ma più severa.
6. I legamenti sono interrotti e l’estremità distale della clavicola è dislocata, nella
maggior parte dei casi, inferiormente al processo coracoideo. La clavicola può andare a
incarcerarsi sotto al muscolo.
Il tipo 1-2 può essere trattata con una terapia conservativa, mentre da 3 a 6 si deve
andare a operare. Negli stadi 3 e 4, c’è il segno del cassetto clavicolare (si può spostare la
clavicola aventi e dietro).
ESAME OBIETTIVO
La diagnosi si avvale della palpazione che dimostra un dolore preciso a livello
dell’articolazione acromion clavicolare. In caso di lussazione c’è una prominenza netta
della clavicola che ha la tendenza a sollevare la pelle poiché l’arto superiore si abbassa,
posso provare a spingere la clavicola verso il basso, provando a ridurre la clavicola: è il
segno del tasto di pianoforte; se ci sono delle strutture legamentose rotte, avrò una
lussazione di tipo 3 quindi si dovrà ricorrere alla chirurgia.
RX: frontalmente mostra lo spostamento e permette di misurarlo, facendo studi
comparativi delle due spalle dalla posizione eretta; è utile anche far reggere dei pesi al
paziente. Bisogna poi eseguire il test di riducibilità solo se i legamenti sono intatti si nota
una riduzione della sublussazione con abduzione a 90°.
Focus: EVOLUZIONE dipende dall’importanza delle lesioni:
A) Cicatrizzazione: da 4 a 6 settimane, la clavicola deve stare in posizione corretta per un
tempo sufficiente
B) Se la riduzione e il contenimento sono insufficienti, la clavicola resta in posizione di
sublussazione e ci possono essere degli inconvenienti per la spalla (- forza, + instabilità); si
può andare incontro ad un dolore cronico.
C) Bisogna tuttavia sapere che molti soggetti che presentano una sublussazione postuma non
hanno alcun fastidio.
TERAPIA
- ORTOPEDICA Negli stadi 1 e 2, un tutore fa stare ferma la capsula articolare e abbassi
la clavicola per 15-21 gg. Negli stadi 3 e 4 si fa un bendaggio a 8 soprattutto nei bambini,
allo stesso modo di come avviene nella frattura di clavicola.
- CHIRURGICA la terapia chirurgica si differenzia in:
In acuto: sutura accurata tratto per tratto, con protezione delle suture con un
processo di osteosintesi provvisoria, che vengono poi rimosse dopo la cicatrizzazione.
Si attua negli sportivi e nei lavoratori high demanding del grado 3-4. Si può
impiegare un filo di Kirschner semplice (o filettato) / una vite acromioclavicolare/ un
filo metallico a 8 /una vite che unisca provvisoriamente la clavicola e la coracoide.
In cronico: I legamenti vanno ricostruiti (non riparati), usando dei tendini
autogeni oppure dei tendini di banca (dai cadaveri) oppure dalla ricostruzione delle
strutture artificialmente. Si può ad esempio andare a tagliare chirurgicamente e
utilizzare un legamento in maniera non anatomica, comprimendo clavicola e scapola,
ma attraverso la coracoide che evita i dolori post traumatici, come ad esempio
l’insorgenza di artrosi. G.M. Marcheggiani Muccioli e Lennard Funk (Liverpool, esperto
spalla) fanno una ricostruzione con legamento artificiale.
FRATTURA CLAVICOLA
Trauma frequente nei Motociclisti, rappresentano il 5-10 % di tutte le fratture, che in
percentuale sono tante. 44 % delle fratture del cingolo scapolare, sono molto facili da
riconoscere.
ANATOMIA
La clavicola è un osso piatto a forma di “S” che si articola medialmente con lo sterno e
lateralmente con la gleno-omerale. I muscoli presenti in prossimità della clavicola sono:
- Sternocleidomastoideo, si articola posteriormente e medialmente alla clavicola
- Grande pettorale
- Trapezio, anteriormente
- Deltoide, anteriormente
Trapezio e deltoide si inseriscono nell’estremità laterale della clavicola, mentre la porzione
mediale è il punto di inserzione dello sternocleidomastoideo.
CLASSIFICAZIONE DELLE FRATTURE
Il terzo medio ha una struttura più fine, e quindi meno resistente e più soggetta a fratture.
Le fratture vengono classificate in base alla porzione
(CLASSIFICAZIONE DI ALLMAN):
- gruppo 1 fratture del terzo centrale (diafisi),80-85 %
- gruppo 2 fratture del terzo laterale, 10-15 %
- gruppo 3, fratture del terzo mediale, 5 %
PATOGENESI
Le fratture di clavicola possono essere:
- TRAUMATICHE: caduta sulla porzione laterale della spalla (90%), caduta mani aperte (in
questo caso è più probabile avere una lussazione di clavicola però), trauma diretto sulla
clavicola.
- ATRAUMATICHE: soprattutto nei bambini, tumori, rachitismo, osteogenesi imperfetta.
ESAME OBIETTIVO
Il paziente si presenta tipicamente sostenendo l’arto infortunato con il contro-laterale,
riferisce dolore, accentuato dalla digitopressione, può essere presente tumefazione e/o
abrasioni cutanee, si riscontra limitazione movimenti attivi arto superiore, dolore alla
palpazione, crepitio e motilità preternaturale. È importante valutare eventuali
complicanze come: individuare se ci sono state lesioni neuro vascolari, uno
pneumotorace (La cassa toracica è forata) oppure una frattura esposta (l’osso diventa
tagliente, più di un coltello dove poi si può fare una riduzione “in sintesi” e poi si va a coprire
il paziente con antibiotici), infezione, enfisema sottocutaneo.
ESAMI STRUMENTALI
Si procede con un RX clavicola:
1. si fa una antero-posteriore, necessaria per valutare lo spostamento supero-inferiore
2. una cefalica a 45° necessaria per valutare lo spostamento antero posteriore
3. radiografia anteroposteriore bilaterale sotto stress, usando pesi attaccati al polso
utile nelle fratture del terzo laterale per valutare la condizione dei legamenti coraco-
clavicolari
Poi si fa anche un RX torace si esegue per vedere se c’è stato uno pneumotorace o
enfisema; infine TAC spalla con studio clavicola eseguire nel caso di una frattura pluri-
frammentata da trauma diretto, per valutare la strategia di riduzione nell’operazione
chirurgica.
TRATTAMENTO
I principali obiettivi per il trattamento sono: minima morbilità, minima perdita di
funzione e recupero veloce. Quali sono le indicazioni per il trattamento chirurgico in
acuto, i vari libri dicono che la frattura andrebbe trattata quando c’è una distanza di 2 cm
tra i due segmenti ossei, oppure la punta dei due monconi sta per trafiggere la pelle. In
realtà, la terapia conservativa è molto lenta e il risultato poi appare molto brutto a livello
estetico; il consiglio è che è molto ad personam del paziente. Di routine la frattura
composta non va operata, mentre la scomposta sì. A livello
teorico, basandosi sulla classificazione di Allman, esistono degli
indici in base al tipo di frattura che consigliano un trattamento
conservativo o chirurgico.
- TRATTAMENTO CONSERVATIVO riduzione è inutile,
immobilizzazione 4-6 settimane con bendaggio a 8 e
tutore reggibraccio, con successiva rieducazione che inizia
dopo 2-4 settimane con arco di movimento ridotto e libero dal
dolore, con esercizi dolci meglio se effettuati in acqua
calda fino alle spalle, per minore resistenza e movimenti più guidati.
- TRATTAMENTO CHIRURGICO placca e viti oppure fissazione intramidollare (Chiodo,
è un tubo o cilindro, in modo che
anche se i frammenti non sono
vicini, permettono ai due
segmenti di rimanere fermi).
L’intervento chirurgico riduce i
tempi, e bisogna solo che
guarisca la ferita chirurgica, con
tecniche chirurgiche particolari.
Si può tornare allo sport in 3
mesi o anche meno.
TECNICHE
CHIRURGICHE
Per un recupero veloce evitare tecniche
chirurgiche percutanee (filo di Kirschner),
intramidollari o che utilizzano mezzi di sintesi che
non garantiscono riduzione anatomica e stabilità
immediata, anche se in alcuni casi possono essere delle
soluzioni valide. Normalmente, si mette una placca LCP modellabile superiore (pre-
sagomata, più resistente), dove si inseriscono delle viti a stabilità angolare. L’accesso per
operare la clavicola è molto facile, facendo un taglio anteriore, si inserisce la placca LCP
sopra, e poi si richiude il punto di accesso anteriormente. Se necessario associare
ricostruzione legamenti coraco clavicolari. Molte persone (soprattutto donne) hanno
delle cicatrici che diventano ipertrofiche che si chiamano Cheloidi, degli eccessi di tessuto
fibroso che si formano in prossimità della cicatrice, soprattutto zona toracica.
POST-OPERATORIO
Per accelerare il recupero (atleti professionisti) necessario percorso individuale di
RIABILITAZIONE giornaliera. Si mette o un tutore reggi braccio (meno protettivo) oppure
un tutore Desault (più fasciante), importante la magnetoterapia, non essendo una zona
articolare è una zona blanda, che serve solo per riacquistare tutto il ROM della spalla, è
importante specificare che il trattamento chirurgico si fa solo in casi gravi oppure perché
bisogna far tornare il più velocemente possibile allo sport il soggetto, soprattutto in soggetti
agonisti o professionisti, in meno di 3 mesi si riesce a tornare all’attività.
- crioterapia continua post-operatoria
- Iniziare esercizi per recupero ROM passivo e attivo dopo 7-10 giorni, appena possibile
(guarigione ferita) riabilitazione in acqua.
- ripresa sport competitivo in 8 settimane circa con tutore di protezione (sviluppato per
g