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ORGANO-CLORURATI
Le molecole di questa classe sono state tutte bandite a partire dal DDT a causa della loro lipofilia che ne
determina una elevata persistenza nell’ambiente. Il grande problema della contaminazione ambientale è la
persistenza delle sostanze; infatti, oggi anche per i farmaci prima della loro immissione in commercio ci deve
essere una valutazione del potenziale danno ambientale dovuto alla loro persistenza nell’ambiente, questo
è diventato un parametro fondamentale per qualunque molecola immessa in commercio: se una molecola è
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persistente si cerca di evitare che venga usata. Nonostante questa classe di pesticidi sia tra le più efficaci nei
confronti di molti infestanti a causa del loro impatto ambientale sono banditi. L’azione del DDT è sui canali
del sodio e causa un’ipereccitabilità del sistema nervoso centrale fino ad avere un’azione convulsivante, in
questa classe si hanno poi diversi sospetti cancerogeni, induttori enzimatici e interferenti distruttori
endocrini.
- Poco usati per via della loro elevata lipofilia (accumulo).
- La tossicità del DDT è legata al suo effetto sul sistema nervoso. Interagisce con i canali del sodio,
ritardandone la chiusura dopo il potenziale d’azione. Ipereccitabilità del SNC con tremori e
convulsioni.
- Sospetti cancerogeni.
- Induttori enzimatici epatici.
- Distruttori endocrini
PIRETROIDI
I piretroidi sono composti di origine naturale, derivano dai fiori del piretro e sono molto costosi, perciò, poco
usati; infatti, la sostenibilità economica è un fattore importante da valutare in questo campo; a parte il costo
sono ottime molecole, infatti, hanno un’alta potenza insetticida, una buona selettività, non sono persistenti
e non danno resistenza; anche i piretroidi come gli organoclorurati agiscono a livello dei canali sodio del SNC.
- Alta potenza insetticida, tossicità relativamente bassa sui mammiferi, non persistono nell’ambiente,
bassa tendenza a dare resistenza negli insetti.
- Rappresentano il 25% del mercato mondiale degli insetticidi.
- Meccanismo d’azione: ritardano la chiusura dei canali del sodio, facilitando l’insorgenza di una
catena di potenziali d’azione (ipereccitabilità).
- Costi elevati
ERBICIDI
Classe di molecole importante per evitare la crescita
di erbe infestanti in città, giardini, ferrovie e terreni
agricoli. Hanno un azzardo inferiore rispetto agli
insetticidi, infatti, in questo caso non si hanno
avvelenamenti o intossicazioni, si possono però
comunque avere irritazione cutanea o oculare e
dermatiti da contatto; il minore azzardo è dovuto al
fatto che le molecole di questa classe hanno bersagli
selettivi del mondo vegetale (tossicità selettiva) come
la fotosintesi clorofilliana oppure lipidi o enzimi
specifici. Alcune molecole di questa classe sono
invece meno selettive come i dinitrofenoli che
bersagliano la respirazione livello mitocondriale
perciò sono stati banditi, così come il paraquat
potente tossico polmonare che porta stress
ossidativo con distruzione delle membrane cellulari.
- Classificazione difficile.
- Problema tossicologico minore rispetto agli insetticidi.
- Molti erbicidi possono provocare irritazione cutanea e dermatiti da contatto
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PARAQUAT
- Erbicida da contatto, dall’azione rapida e non selettiva, usato per il controllo degli arbusti
indesiderati.
- Si accumula nel rene e nel polmone.
- Una volta nella cellula il paraquat entra in un ciclo alternativo di riduzione e riossidazione, formando
sottoprodotti come superossidi, perossido di idrogeno e perossidazione lipidica.
GLIFOSATO
Il glifosato è un erbicida tra i più utilizzati ed è stato al centro di un dibattito a causa delle comunicazioni fatte
da due enti importanti in campo tossicologico: EFSA e IARC; La IARC si occupa di classificare i cancerogeni
in base al loro azzardo, l’EFSA valuta il rischio in campo alimentare; bisogna quindi tenere bene presente che
azzardo e rischio sono concetti separati nettamente dall’esposizione. Anche se può apparire fuorviante non
c’è da stupirsi se queste due agenzie si sono espresse in modo differente, ciò è giustificato dal fatto che fanno
valutazioni di due diversi parametri: l’azzardo e il rischio.
Il glifosato è entrato sul mercato negli anni 70/80 ed è risultato molto efficace oltre ad essere poco costoso;
perciò, è diventato l’erbicida più usato nel mondo. Chimicamente è un analogo della glicina e viene spesso
usato con un co-formulante. Alla scadenza del brevetto quando questa molecola andava riconfermata sul
mercato l’azienda produttrice ha dovuto presentare tutti i dati riguardanti la sicurezza della molecola nel
periodo del brevetto, a questo punto sono intervenute le agenzie: la IARC ha valutato il glifosato in tutte le sue
formulazioni possibili e ha stabilito che il glifosato fosse un probabile cancerogeno come azzardo; EFSA in
ambito di rischio ha valutato solo il glifosato e ha stabilito che sia improbabile che l’esposizione a
quest’ultimo tramite la dieta ponga un rischio di cancerogenicità per l’uomo, ha stabilito inoltre che il
glifosato potesse avere un meccanismo epigenetico e andando a considerare l’esposizione non si ha rischio
cancerogenesi. Queste due diverse classificazioni hanno creato confusione nella popolazione generale,
successivamente si sono espresse anche l’OMS e la FAO rafforzando la tesi dell’EFSA avendo fatto una
valutazione reale dell’esposizione prevista per l’uomo. L’EFSA ha potuto inoltre approfondire lo studio poiché
ogni anno esamina migliaia di alimenti animali e vegetali per i residui di pesticidi nella comunità europea ed
è risultato nel 2017 che su più di 10 mila campioni nel 98% non c’era glifosato, nel 1.9% il glifosato era sotto
il massimo previsto per legge (MRL) e solo nello 0.1% eccedeva il limite di legge, inoltre, a livello di alimenti
per bambini non era presente. In ogni caso ci sono stati interventi regolatori che hanno portato a restrizioni
d’uso del glifosato.
- divieto di impiego in aree "frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili quali parchi, giardini,
campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bimbi, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici
e strutture sanitarie “;
- divieto di impiego in preraccolta al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura;
- il divieto, ai fini della protezione delle acque sotterranee, dell'uso non agricolo su suoli contenenti una
percentuale di sabbia superiore all'80%, nelle aree vulnerabili e nelle zone di rispetto.
Il glifosato è uno degli erbicidi più utilizzati al mondo, ma è stato oggetto di un intenso dibattito riguardo alla
sua sicurezza. L' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tramite il Centro Internazionale di Ricerca
sul Cancro (IARC), ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno per gli esseri umani, sollevando
preoccupazioni su potenziali rischi per la salute. Tuttavia, agenzie come l’Autorità Europea per la Sicurezza
Alimentare (EFSA) e l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) non hanno trovato
dimostrarsi sufficienti per supportare tale affermazione. Questo conflitto tra diverse agenzie di
regolamentazione ha alimentato una crescente incertezza tra i consumatori, creando un ampio dibattito
pubblico sull'effettiva sicurezza del glifosato. 296
La gestione del rischio dei pesticidi è una questione cruciale, con regolamenti che variano da paese a paese.
In Europa, ad esempio, l’EFSA svolge un ruolo importante nella valutazione dei rischi legati ai pesticidi,
mentre in Italia sono adottate specifiche restrizioni sull'uso di alcune molecole. I pesticidi sono
regolamentati per garantire che l'esposizione dei consumatori sia al di sotto dei livelli di soglia di sicurezza,
e per minimizzare i rischi per la salute umana e per l'ambiente. Ad esempio, il glifosato è stato sottoposto a
una revisione del rischio che ha portato a restrizioni sull'uso in aree vulnerabili, come parchi pubblici,
giardini e scuole.
FUNGICIDI
Per quanto riguarda i fungicidi l’azzardo scende perché sono sostanze che agiscono sulla superficie, non
sono sistemiche, per cui il rischio di esposizione per l’uomo è basso. Sono fondamentali perché abbiamo
parlato di tossine naturali, le famose micotossine che sono prodotti del metabolismo formati da funghi
tussigeni.
Quindi il ruolo dei fungicidi è fondamentale perché permettono di tenere sotto controllo questi funghi che
possono infestare le piante alimentari, le derrate da reddito.
Ne vediamo alcuni esempi:
Maneb, Zineb e Tiram: ditiocarmammati
Captan e Folpet: potenti irritanti oculari, mutageni in vitro ma non in vivo. Sono stati banditi perché classificati
come probabili cancerogeni, presentano analogie strutturali con talidomide, ma non risultano tossici sul
ciclo riproduttivo.
Ditiocarbammati: bassa tossicità acuta, risultano essere rischiosi poiché sono tutti metabolizzati a
etilentiourea (ETU), che è un tossico tiroideo.
- Irrinunciabili per il controllo delle infestazioni fungine
- La maggior parte è impiegata per l’azione protettiva di superficie, altri per terapia, altri come sistemici.
- Presentano bassa tossicità.
Come vengono studiati?
Esiste una richiesta tossicologica massima che viene fatta per specifici ambiti in particolare i farmaci per
l’uomo, per gli animali e per le piante sono quelli che richiedono la
sperimentazione di massima per cui sui fungicidi deve essere fatto
uno studio preclinico esattamente pari a quello per il farmaco ad uso
umano. Quindi vengono affrontati tutti gli aspetti tossicologici pari a
quelli del farmaco (cronico, subcronico, riproduttivo) e in più
considerando le potenzialità espositive (tre vie di esposizione – orale,
dermale e inalatoria) e visto che per qualche ambito, tipo gli insetticidi,
ci sono bersagli comuni e quello più sensibile è il sistema nervoso.
Pertanto, si osservano i seguenti test tossicologici di base richiesti per
la registrazione:
Test di letalità acuta, di irritazione cutanea, di sensibilizzazione
cutanea, di neurotossicità acuta e ritardata, quest’ultimo viene
richiesto solo per i pesticidi dal momento che c’è in discussione il
concetto di tossicità non selettiva a livello del SNC, non è richiesto per
nessun farmaco. Ogni test preclinico richiede dei test su specie
animali, in particolare è scelta la specie rilevante ovvero la specie che
meglio risponde per analogia alla risposta umana. Per quanto riguarda
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il test di neurotossicità acuta e ritar