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Essa è caratterizzata da una rapida soppressione della funzione renale associata a distruzione delle
cellule tubulari renali (lesione reversibile). La nefrite interstiziale è una malattia renale in cui gli spazi
tra i tubuli renali diventano infiammati. L’infiammazione può influenzare la funzione dei reni (causa:
reazione allergica, uso prolungato di farmaci (paracetamolo e aspirina). Glomerulonefrite: lesioni al
glomerulo renale. La sindrome nefrosica è un insieme di sintomi e segni clinici causati da una
alterazione dei glomeruli renali che comporta una perdita di proteine con le urine di oltre i 3,5 grammi
al giorno. La sindrome è caratterizzata dalla triade: perdita di proteine con riduzione delle proteine nel
sangue, edemi ed ipercolesterolemia. Malattia di Fabry: anomalia congenita del metabolismo degli
sfingolipidi.
CELLULE DELL’EPITELIO TRANSIZIONALE: provengono dall’uretere, dalla vescica (trigono vescicale
escluso) e dalla prima parte dell’uretra maschile. Uretere: Condotto fibromusculare che trasporta l’urina
dal bacinetto renale alla vescica. Ogni uretere misura in lunghezza circa 28 – 29 cm. Gli ureteri
sboccano nella vescica attraverso i “meati ureterali” che delimitano insieme al meato uretrale interno
una zona a forma triangolare detta “trigono vescicale”. A livello dello sbocco ureterale sono presenti
delle valvole che impediscono il reflusso di urina nei reni. Vescica: Organo cavo, provvisto di una
propria muscolatura, che immagazzina l’urina proveniente dai reni. Il punto in cui si continua
inferiormente nell’ uretra viene denominato “collo vescicale”. A livello del collo la muscolatura si
dispone in modo da formare degli specifici “sfinteri”, che, con un meccanismo valvolare, si contraggono
intorno all’ uretra ed impediscono la fuoriuscita di urina. Quando il volume di urina nella vescica
raggiunge una certa capienza, il cervello trasmette degli impulsi allo sfintere inducendolo a distendersi,
ed ,alla muscolature vescicale inducendola a contrarsi per espellere l’urina. Contraendosi la vescica
espelle l’urina attraverso l’uretra. L’uretere, la vescica (trigono vescicale escluso) e la prima parte
dell’uretra maschile sono costituiti da un epitelio di transizione pluristratificato detto urotelio.
Procedendo dagli strati più superficiali a quelli più profondi le cellule variano per forma, dimensione e
rapporto nucleo/citoplasma. Cellule superficiali: grandi, talora polinucleate di forma variabile con basso
rapporto nucleo/citoplasma. Cellule profonde: piccole (comunque più grandi di quelle renali), ovoidali o
“clavate” con più alto rapporto nucleo/citoplasma.
Superficiali: forma: rotondeggiante; nucleo: centrale, rotondeggiante; citoplasma: granuli periferici;
diametro: 30 μm. Significato clinico: Infezioni delle basse vie urinarie (uretrite e cistite). Uretrite per
quanto riguarda l'uretra e cistite per quanto riguarda la vescica: si tratta delle forme meno gravi e
spesso di facile risoluzione. Tra gli agenti patogeni in grado di causare infezioni delle vie urinarie
troviamo Escherichia Coli e Staphylococcus saprophyticus.
Profonde: forma: ovoidale o “clavata”; nucleo: molto grande (1 o 2 nucleoli); citoplasma: leggermente
granulare; diametro: 19 μm. Significato clinico: Carcinoma alla vescica, Urolitiasi, Idronefrosi, Stent
uroterale, Catetere vescicale. Urolitiasi: o calcolosi. La presenza di calcoli può essere causa
di Infezione e/o dolori di tipo colico. I calcoli possono ostruire il deflusso dell’urina causandone il
ristagno ed i danni ad esso conseguenti. Calcoli: concrezioni cristalline che possono formarsi
nell'apparato urinario in seguito alla precipitazione e successiva aggregazione di sostanze disciolte
nelle urine. Idronefrosi: dilatazione del bacinetto renale, ed eventualmente anche dei calici renali, a
spese del parenchima, dovuto al ristagno di urina. Presenza di stent ureterale o catetere vescicale per
periodi prolungati (tubo inserito nell'uretere per prevenire o risolvere l'ostruzione del flusso
d'urina proveniente dal rene).
CELLULE EPITELIALI SQUAMOSE: provengono da trigono vescicale e uretra. L’ uretra è il condotto che
trasporta l’ urina dalla vescica all’ esterno del corpo. Il trigono vescicale, l’ultima parte dell’uretra
maschile e gran parte dell’uretra femminile sono costituiti da un epitelio squamoso. Le cellule epiteliali
squamose sono fogliformi, grandi, appiattite, spesso con bordi accartocciati, con piccolo nucleo ed
amplissimo citoplasma. Forma: poligonale; nucleo: piccolo centrale, citoplasma: ampio; qualche
granulo; diametro: 55 μm. Significato clinico: Un piccolo quantitativo di cellule epiteliali squamose è
quasi sempre presente nei sedimenti femminili. Queste cellule provengono dall’uretra e dalla vagina.
Numerose cellule epiteliali squamose sono invece riscontrabili in presenza di vaginiti, spesso associate
a batteri e/o candida. Numerose cellule epiteliali squamose possono anche essere espressione di
contaminazione genitale, rappresentando un indicatore di non corretta raccolta del campione.
Valutazione della capacità di filtrazione glomerulare: Creatinina; Capacità di “clearance” renale di
biomarcatori. Capacità del glomerulo ad eliminare le molecole piccole: Filosofia generale: Alcune
molecole endogene (“piccole”) sono prodotte in quantità sostanzialmente costante e circolano nel
plasma in condizioni di libera diffusibilità; la loro concentrazione plasmatica è quindi regolata dalla
velocità di filtrazione glomerulare. Molecole utilizzate: Urea (“azotemia??”): valore storico, Creatinina: la
più utilizzata, Cistatina C: proposta più recentemente. Azotemia: misura dell’azoto non proteico ovvero
di tutte quelle sostanze che in presenza di sostanze deproteinizzanti non precipitano….di fatto il 50%
dei prodotti azotati o meglio contenenti azoto che non precipitano è rappresentato dall’urea (poi
creatinina poi acido urico) per cui non è corretto parlare di azotemia nonostante la pratica comune.
L’urea ha un peso molecolare ridotto, pari a 60,06 Da; una volta prodotta diffonde liberamente tra i
fluidi intracellulari ed extracellulari con una distribuzione quindi uniforme. Oltre il 90% dell'urea viene
concentrata ed escreta attraverso il rene dove passa nelle urine dopo essere liberamente filtrata dal
glomerulo; a livello tubulare non viene sottoposta a meccanismi attivi di riassorbimento o di escrezione;
tuttavia, essendo altamente diffusibile, in condizioni fisiologiche una quota variabile pari al 40-70%
dell’urea filtrata diffonde passivamente verso l'interstizio ritornando così nel circolo.
La concentrazione plasmatica di una sostanza può stimare la funzione glomerulare se: La sostanza è
liberamente filtrabile (per dimensioni molecolari e per assenza di legame proteico) a livello
glomerulare; La sostanza ha concentrazione plasmatica costante; La sostanza è filtrata a livello
glomerulare e non è riassorbita né escreta/secreta a livello tubulare. Risente di interferenze, come la
presenza di bilirubina in eccesso che sottostima la creatinina.
Creatinina sierica: significato clinico: creatinina: Prodotto terminale del catabolismo della creatina,
prodotta costantemente. Tramite una reazione non enzimatica e irreversibile l’1-2% di creatina prodotta
per conversione dalla fosfocreatina, viene convertita nella sua forma di anidride ciclica, la creatinina.
Perché la creatininemia nella valutazione della funzionalità glomerulare: Ridotto peso molecolare
113,12 Da (distribuzione ubiquitaria >>> fluidi corporei, di secrezione, renale), liberamente filtrata a
livello glomerulare per le sue ridotte dimensioni molecolari e per assenza di legame proteico, dipende
da GFR e massa muscolare, non è riassorbita a livello tubulare (riassorbimento pressoché trascurabile),
concentrazione plasmatica costante (ridotta variabilità biologica intraindividuale CVi), non è
escreta/secreta a livello tubulare (quota minima significativa ma opportunamente corretta). In caso di
insufficienza di funzionalità di filtrazione glomerulare: La quota di creatinina escreta diminuisce; Le
concentrazioni circolanti aumentano >> relazione inversa.
Concentrazioni di creatinina sierica: Fonti di variabilità >>> BIOLOGICA (sensibilità diagnostica della
funzionalità glomerulare ridotta): La concentrazione dipende dall’equilibrio tra input (produzione di
creatinina) e output (escrezione renale). Produzione determinata dalla massa muscolare che dipende
dall’età, genere e peso. Alta biovariabilità tra soggetti, ma bassa variabilità intrasoggetto (alta
individualità; poca utilità degli IR). Differenza critica: variabilità biologica intraindividuale funzionale alla
variabilità analitica. Attenzione al fatto che il rene ha una riserva funzionale !! Quindi variazioni nella
creatinina indicativi di patologia si hanno quando viene raggiunta una buona compromissione della
funzionalità del rene. Aspetti preanalitici – nessun accorgimento di preparazione al paziente –
attenzione alla variabilità BIOLOGICA del paziente !!! non utilizzabile l’intervallo di riferimento per
elevata individualità del parametro. La variabilità biologica intraindividuale (CVI) è minore rispetto alla
variabilità biologica interindividuale (CVG) . In questa configurazione l’intervallo di riferimento (RL)
perde parte della sua sensibilità nell’identificare variazioni individuali significative di patologia. Per la
creatinina un RCV 12% può segnalare un cambiamento significativo sebbene il valore del soggetto cada
entro il RL.
La misura della GFR si basa sul concetto di clearance: Il volume di plasma depurato da una sostanza
che passa nelle urine grazie alla attività filtrante del glomerulo. Se si considera che alcune molecole
endogene sono prodotte in quantità sostanzialmente costante e circolano nel plasma in condizioni di
libera diffusibilità. La loro concentrazione plasmatica è regolata dalla velocità di filtrazione glomerulare
(GFR). A partire dal 2002 a tutti i laboratori clinici è stato raccomandato di associare alla
determinazione della creatinina la stima del filtrato glomerulare attraverso l’uso disequazioni. Con GFR
minore di 60 si ha difficoltà nel glomerulo.
Ogni volta che viene richiesta una creatinina sierica, l’informazione che si vuole avere è un indice della
funzionalità del rene, della sua capacità filtrante. Clearance renale della creatinina (‘capacità
depurante’) - mL/min: La quantità del componente trasferito dal plasma in un dato tempo è data dal
prodotto della concentrazione nel plasma (