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INDICAZIONI LEGISLATIVE

I documenti che vedono nascere l'atelier ludico-motorio sono quelli legati alla riforma della scuola elementare, cioè i Programmi del 1985, e in particolare quelli della scuola dell'infanzia, cioè gli Orientamenti del 1991. In entrambi i documenti emerge la necessità di rivalutare la corporeità, "l'azione, il movimento, la relazione con sé, con il mondo e con gli altri, ma anche gli aspetti psicologici, cognitivi, affettivi, emozionali del soggetto, parte di una cultura di riferimento e di appartenenza."

Negli Orientamenti del 1991, troviamo una particolare attenzione al gioco, all'espressione creativa, ai linguaggi non verbali, considerando l'individuo in modo integrale come espressione completa della sua personalità. Di qui, due parole chiave dell'atelier: il GIOCO, quindi l'attività ludica, come forma di espressione privilegiata del soggetto.

bambino per esprimere i propri bisogni, per conoscere sé stesso, gli altri, l'ambiente che lo circonda; e L'ESPRESSIONE CREATIVA, concetto legato al pensiero divergente, alla componente immaginativa, e al concetto di "performance" intesa NON come risultato o profitto, ma come ATTO IN ESSERE, come PROCESSO, azione in corso di esecuzione. Il recente documento che invece vede crescere il laboratorio è quello della Riforma del 2003 che rafforza sia il concetto di CORPO come protagonista in numerose attività e situazioni scolastiche, sia quello di LABORATORIO, come modello di un "fare scuola" sempre più scandito a una organizzazione degli spazi e dei tempi flessibile, modulare e a tema, in cui il bambino fa esperienza. GLI ORIENTAMENTI DEL 1991 I "Nuovi Orientamenti dell'attività didattica nelle scuole dell'Infanzia", promulgati con il D.M. 3 giugno 1991, apportano una significativa innovazione nel campo.

Dell'educazione rivolta ai bambini nella fascia d'età dai 3 ai 6 anni, in relazione ai cambiamenti della società con cui il bambino interagisce continuamente, ai cambiamenti legati ai nuovi modelli familiari, alle modificazioni della didattica e dell'organizzazione scolastica. Possiamo individuare negli Orientamenti del '91 due importanti aspetti che nel contesto di questa ricerca, non possono essere dimenticati:

  • L'impianto metodologico e pedagogico fondato sulle esperienze, coi 6 Campi d'esperienza;
  • Le tre finalità educative: identità, autonomia, competenza.

E' necessario sottolineare brevemente il Campo d'esperienza strettamente connesso all'atelier ludico-motorio: il corpo è il primo intermediario dell'apprendimento, attraverso il corpo il bambino conosce e comunica, esprime i suoi sentimenti, prende consapevolezza della realtà che lo circonda, si muove nello spazio.

Il decreto esalta "il campo di esperienza della corporeità e della motricità, come area che contribuisce alla crescita e alla maturazione complessiva del bambino, promuovendone la presa di coscienza del valore del corpo inteso come espressione della personalità ed anche, come condizione cognitiva e comunicativa, da sviluppare su tutti i piani di attenzione formativa, mettendo in luce una duplice componente nella progettazione dei percorsi rivolti ai bambini:

  1. La MOTRICITÀ, intesa come insieme di competenze psicomotorie (controllo degli schemi motori e posturali) e socio motorie (gestione dell'interazione con la realtà esterna").
  2. Le esperienze corporee contribuiscono alla presa di coscienza del valore del corpo come una delle espressioni della personalità e come condizione funzionale, relazionale, cognitiva, comunicativa e pratica.

1. Il GIOCO inteso come attività spontanea e creativa, che permette ai bambini di esplorare il mondo, di sviluppare la fantasia e di acquisire competenze sociali (interagire con gli altri e sviluppare strategie di gioco).

2. La GESTUALITÀ intesa come insieme di competenze espressive (rielaborare i propri bisogni attraverso il corpo e il gesto, interpretare il contenuto di una certa esperienza con più linguaggi) e di competenze comunicative (trasmettere messaggi mimico-gestuali, decodificare informazioni ed emozioni altrui).

Tutti i campi d'esperienza sono collegati tra loro e si integrano reciprocamente, nel rispetto della globalità della persona.

INDICAZIONI NAZIONALI PER I PIANI PERSONALIZZATI DEL 2003

Con la "Legge di Riforma degli ordinamenti scolastici" del 2003 vengono evidenziati i livelli essenziali di prestazione che le Scuole dell'Infanzia devono raggiungere, attraverso la lettura degli "Obiettivi generali del Processo Formativo" e degli "Obiettivi Specifici di Apprendimento" raggruppati in 4 settori. La premessa alla riforma sancisce comunque che la scuola "all'educazione ed

allo sviluppo affettivo dell'infanzia, debba concorrere il settore psicomotorio, cognitivo, morale e sociale delle bambine e dei bambini, promuovendone le potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento", ribadendo dunque il concetto di integrità della persona e sviluppo unitario attraverso le diverse forme del fare, del sentire, del pensare e dell'agire relazionale. I quattro settori in cui vengono raggruppati gli "Obiettivi specifici di apprendimento" sono: - "Il sé e l'altro" - "Fruizione e produzione di messaggi" - "Esplorare, conoscere, progettare" - "Corpo, movimento e salute" Senza entrare nello specifico di ciascun settore, ci dedichiamo a quest'ultimo (Corpo, movimento e salute), che pone l'accento sia sulla corporeità che sulla crescita del bambino, per il raggiungimento della motricità come vie privilegiate.dell’AUTONOMIA individuale, e la maturazione dei prerequisiti necessari ad ogni altro sviluppo e apprendimento, condizionando tutte le potenzialità della persona”. Gli obiettivi specifici di apprendimento che troviamo nelle Indicazioni sono:
  • Rappresentare lo SCHEMA CORPOREO in modo completo e strutturato; maturare competenze di motricità fine e globale;
  • Muoversi con DESTREZZA nell’ambiente e nel gioco, controllando e coordinando i movimenti degli arti e, quando possibile, la LATERALITÀ;
  • Muoversi SPONTANEAMENTE e in modo GUIDATO da soli e in gruppo, esprimendosi in base a suoni, rumori, musica, indicazioni ecc.;
  • CURARE in autonomia la propria persona, gli oggetti personali, l’ambiente e i materiali comuni nella prospettiva della salute e dell’ordine;
  • Controllare l’AFFETTIVITÀ e le EMOZIONI in maniera adeguata all’età, rielaborandole attraverso il corpo e il movimento.
Per raggiungere questi obiettivi le

Raccomandazioni ci suggeriscono il GIOCODRAMMA, la DANZA GESTUALE, la PAROLA, il CANTO, la MUSICA, aprendola porta della MULTIDISCIPLINARITA' alla espressione motoria del bambino.

Ci sono due importanti elementi da evidenziare:

  1. Educazione al corpo contribuisce ad una SANA CRESCITA e ad una POSITIVA IMMAGINE DI SÈ, base ineludibile per sviluppare rapporti con l'ambiente sociale e naturale;
  2. L'attività motoria può essere l'occasione ottimale per l'insegnante per aiutare il bambino a FARE DA SOLO.

In questo scenario trovano posto nella scuola dell'infanzia, oltre alla pratica psicomotoria, le attività di espressività corporea, di gioco e teatrali; esperienze che utilizzano diversi linguaggi simbolici, ma che hanno come finalità il benessere psicofisico dei bambini, l'espressione spontanea, "l'esplorazione, la sperimentazione delle conquiste motorie, affettive e cognitive".

LE 5 "COLONNE"

PORTANTI” DELL’ATELIER LUDICO MOTORIO L'attività ludico-motoria si sviluppa grazie a cinque "colonne portanti", che oltre a renderla fattibile sul piano operativo, la rendono "peculiare" rispetto alle consolidate pratiche psicomotorie presenti nelle Scuole dell'Infanzia e realizzate secondo i più svariati filoni di pensiero; esse sono: 1. GIOCO: rende possibile il movimento, e quindi l'attività motoria, nel modo più naturale e congeniale possibile. Il gioco come "colonna portante" pone in rilievo l'importanza di tutte quelle esperienze formative che coinvolgono a livello cognitivo, motorio, affettivo e relazionale. Nel gioco il bambino apprende a relazionarsi con gli oggetti e l'ambiente circostante, si rende sempre più consapevole dei propri movimenti, delle capacità del proprio corpo (coordinazione ed equilibrio), del suo valore come mezzo di comunicazione (espressività, gestualità, simbolismo). 2. ESPERIENZA: l'esperienza diretta e concreta è fondamentale per lo sviluppo motorio del bambino. Attraverso l'esperienza, egli acquisisce conoscenze e competenze, impara a muoversi nello spazio, a manipolare gli oggetti, a sperimentare le proprie capacità motorie. L'esperienza è il punto di partenza per la costruzione del sapere motorio. 3. CREATIVITÀ: l'attività ludico-motoria favorisce lo sviluppo della creatività del bambino. Attraverso il gioco e l'espressione corporea, egli ha la possibilità di esprimere la propria fantasia, di inventare nuove modalità di movimento, di creare nuove forme di interazione con gli altri. La creatività è un elemento fondamentale per lo sviluppo globale del bambino. 4. AUTONOMIA: l'attività ludico-motoria permette al bambino di sviluppare la propria autonomia. Attraverso il gioco e l'esplorazione del proprio corpo e dell'ambiente circostante, egli impara a prendere decisioni, a gestire le proprie azioni, a risolvere problemi. L'autonomia è un obiettivo educativo di grande importanza. 5. RELAZIONE: l'attività ludico-motoria favorisce lo sviluppo delle relazioni sociali. Attraverso il gioco e l'interazione con gli altri bambini, il bambino impara a comunicare, a collaborare, a condividere, a rispettare le regole. Le relazioni sociali sono fondamentali per lo sviluppo affettivo e sociale del bambino. Queste cinque "colonne portanti" costituiscono la base su cui si sviluppa l'Atelier Ludico Motorio, un approccio educativo che valorizza il gioco, l'esperienza, la creatività, l'autonomia e le relazioni sociali come strumenti per lo sviluppo globale del bambino.

mimica); impara a relazionarsi con lo spazio e in particolare a consolidare la conoscenza di quelle coordinate che lo regolano, ma anche al tempo, tempo vissuto, trascorso, passato... nel gioco conosciamo, inventiamo, ci immedesimiamo, costruiamo…

Nel gioco il bambino impara a conoscere sempre più sé stesso, la propria personalità e a relazionarsi all'altro, nel gioco ci si diverte, si è liberi e si rispettano regole allo stesso tempo; è nella reciproca interazione che il bambino, non solo costruisce un tessuto sociale, ma trae da esso benefici sul piano cognitivo e affettivo. Si adotta il gioco, come metodologia operativa privilegiata, perché rappresenta una delle esperienze più motivanti e coinvolgenti per il bambino soprattutto nella fascia d'età considerata.

NARRAZIONE: permette di raccontare sé stessi, di giocare “dentro le storie”, lasciando al corpo il ruolo di protagonista. Attraverso

La narrazione può far entrare il bambino in un altro mondo, dove posso mettere in atto "giochi di ruolo" o entrare in spazi e tempi diversi. La scelta dello sfondo narrativo serve per integrare le esperienze che il bambino fa di volta in volta, connotandole di riferimenti in cui potersi "rivedere" e così, ricordare sé stessi in quella situazione. Le storie aiutano nella ricostruzione astratta di concetti; inoltre aiutano l'insegnante a ripercorrere con il bambino "vecchie" conoscenze vissute e "nuove" conoscenze da "coscientizzare" insieme. Quindi è necessario pensare giochi, percorsi e attività, all'interno di una CORNICE NARRATIVA, ispirandosi ad una storia illustrata che piace ai bambini. Dalla lettura ad alta voce, condivisa con i bambini, si passa poi a giocare dentro le pagine del racconto.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
71 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher arilepri7 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria, tecnica e didattica dell'attività motoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Valentini Manuela.