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APA (ADAPTED PHYSICAL ACTIVITY)
L'APA comprende ogni movimento, attività fisica o sport che può essere praticato da individui limitati nelle loro capacità da deficit fisici, psicologici, mentali o da alterazioni di alcune grandi funzioni. APA (Adapted Physical Activity) è un termine "ombrello" usato in tutto il mondo, per individuare un'area interdisciplinare di saperi e di attività (APA inteso come insieme di conoscenze) che includono l'educazione fisica, il tempo libero, la danza, lo sport, il fitness e la riabilitazione, indirizzati a individui con impedimenti, di qualsiasi età e lungo il ciclo di vita.
Un soggetto che presenta una disabilità o meglio ancora una menomazione (ipotesi un'amputazione transtibiale) è un soggetto che per motivi legati a quel tipo di patologia presenterà una disabilità che si manterrà nel tempo. Terminata la fase acuta correlata alla gestione.
Sanitaria del soggetto, non possiamo pensare che questa persona rimanga sedentaria per tutta la vita. Devo essere in grado di individuare tutte quelle strategie di intervento di tipo metodologico, educativo o organizzativo, che possono permettermi di limitare gli impedimenti e promuovere la qualità di vita del soggetto che presenta una determinata disabilità. La persona che si deve fare carico di questo percorso rieducativo, riabilitativo e sportivo è il laureato in scienze motorie che può intraprendere dei percorsi adattati all'interno dei circuiti sportivi.
Perché è importante parlare di ciclo di vita? Il soggetto nel corso degli anni non è sempre uguale, invecchierà, e quindi di fronte ad una condizione in cui abbiamo una disabilità fisico-motoria, questa condizione si aggraverà in presenza di un processo di invecchiamento che andrà a interessare lo stato di salute del soggetto a distanza di 20-30 anni.
Quindi un soggetto di 60 anni è sulla sedie a rotelle, se è stato sempre attivo nel tempo quindi ha avuto uno stile di vita attivo, riuscirà più a lungo nel tempo a essere autonomo e non avere supporto costante da parte di figure terze. Quindi si cerca di migliorare la vita di chi si ha di fronte e di migliorare i suoi livelli di autonomia sia psicologica che fisica (es: prendere l'autobus). L'APA include un "corpo di conoscenze" interdisciplinari diretta a: 1) identificare e risolvere problemi di motricità nel corso delle varie età della vita; 2) sviluppare ed utilizzare metodi di comportamento a supporto dell'avvio allo sport e ad uno stile di vita attivo; 3) promuovere l'innovazione e studiare sistemi di potenziamento della cooperazione dei servizi casa\scuola\comunità. Modalità d'intervento APA: Le caratteristiche o qualità che possono permettere al soggetto di programmare unLe caratteristiche di un lavoro adeguato sono: empatia, conoscenza, professionalità, impegno, passione, motivazione, divertimento, organizzazione, gioco, volontà, ecc..
Le modalità d'intervento, individuate dalla Carta Europea dello sport per tutti con riferimento a tutta la popolazione dei disabili, sono 3:
- Educativo/metodologico (didattica, metodologia di approccio e di lavoro) quindi evidenziare come sia fondamentale intervenire tramite la didattica e la metodologia d'approccio, facendo riferimento al gioco, allo sport, al problem solving. Quindi bisogna guardare nel dettaglio alla componente educativa e metodologica. Prende in considerazione anche la gestione del carico di lavoro e del carico di allenamento (è fondamentale intercettare una corretta gestione della modulazione del carico di lavoro).
- Modalità d'intervento tecnico (regole e regolamenti). Un modo per portare avanti un regolamento APA è quello di prendere dei regolamenti tecnici, farli propri,
ricodificarli e modularli alla luce del tipo di disabilità che dobbiamo includere all'interno della pratica sportiva. Quindi nel tecnico c'è un cambio di regole di uno sport già esistente per individui che hanno disabilità particolari;
Strutturale (attività specifiche per le diverse tipologie di disabilità), vuol dire creare uno sport nuovo, creare una pratica sportiva che prima non esisteva alla luce del tipo di disabilità che ho di fronte.
Le modalità d'intervento favoriscono uno stile di vita attivo del soggetto. Si deve prevedere un processo di inclusione. Nel momento in cui un soggetto che presenta una disabilità si avvicina ad una pratica sportiva si possono verificare due fenomeni: segregazione ed esclusione.
- Segregazione: Uno sport viene definito segregato quando quello sport è svolto esclusivamente dalla popolazione con disabilità. L'obiettivo dell'attività motoria
adattata è tendere all'integrazione e inclusione del soggetto che presenta disabilità, ad esempio allenando il soggetto in una struttura pubblica negli stessi orari delle persone che non hanno disabilità. La cosa più importante è promuovere degli sport che mirano all'inclusione, per esempio la pallacanestro in carrozzina si caratterizza perché è uno sport sia integrato che fortemente inclusivo. - Esclusione: Quando non diamo agli altri la possibilità di conoscere realtà nuove rispetto a quelle che già conoscono. Si parla di esclusione quando facciamo attività sportive esclusive o quando i normodotati non partecipano. INTEGRAZIONE E INCLUSIONE INTEGRAZIONE: Processo costantemente aperto alla creazione di nuove situazioni di apprendimento e di relazione che permettano di fare emergere le diverse abilità. Il nostro obiettivo è spingere più possibile a quell'attività diintegrazione e orientarli il più possibile verso l'inclusione.
INCLUSIONE: Mescolare e far si che quelle disabilità che ci possono essere possano diventare dei valori aggiunti, quindi bisogna creare una situazione dove, anche in presenza di una diversa abilità, determino un coinvolgimento del gruppo.
TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ SPORTIVE:
Analizzando le diverse tipologie di attività sportive è possibile identificare 5 diversi livelli di attività sportiva adattata:
- Il primo livello è lo SPORT ADATTATO SEGREGATO: Ovvero si crea un gioco che viene praticato esclusivamente dalla popolazione che presenta una disabilità. Noi dobbiamo favorire il divertimento tramite lo sport e non dobbiamo guardare alla disabilità né evidenziarla. Se lo stesso tipo di sport lo faccio praticare ad un soggetto che non presenta una disabilità sensoriale, e lo faccio praticare anche ad un soggetto normodotato facendogli indossare una benda,
occludendo così il recettore oculare (dobbiamo gareggiare alla pari), si va verso l'inclusione. Non dobbiamo tendere verso attività sportive esclusive, ma dobbiamo promuovere i processi di integrazione, quindi adattamenti che possono favorire il miglioramento del potenziale prestativo dei soggetti anche in presenza di disabilità diverse, per poi tendere sempre di più verso l'inclusione, quindi coinvolgere soggetti normodotati con sviluppo tipico all'interno della pratica motoria.
Il secondo livello è LO SPORT ADATTATO INTEGRATIVO: Dove si va a coinvolgere, all'interno di quel tipo di pratica sportiva, soggetti che presentano diverse tipologie di disabilità o magari si svolge un'attività sportiva in posti e luoghi comuni con coinvolgimento di caratteristiche diversificate.
Il terzo livello è LO SPORT NORMALE E ADATTATO: siamo di fronte ad una condizione in cui abbiamo la possibilità di far praticare
Per esempio uno sport come il gioco del calcio, inserendo degli adattamenti. Quindi per esempio inserendo l'utilizzo di una carrozzina, la pratica sportiva rimane la stessa, si gioca sempre allo stesso modo, però vado ad utilizzare un adattamento importante che è a carico dello strumento.
Il quarto livello è lo SPORT NORMALE CON ACCOMODAMENTO: S'intende prevedere gli errori come dei piccoli accomodamenti di gioco, cioè delle modifiche interne e sono modalità d'intervento tecnico.
Il quinto livello è lo SPORT NORMALE: intendiamo che il soggetto con disabilità gioca rispettando il regolamento e come se fosse un atleta, non guardando alla disabilità.
STUDI DI BARR E SHIELDS
Lo sport e il tempo libero possono giocare un ruolo cruciale nel promuovere il benessere e l'integrazione dei soggetti con disabilità. Recenti studi supportano l'ipotesi che l'attività fisica regolare migliori i
Tempi di reazione e porti a prestazioni più elevate della memoria di lavoro in bambini con disabilità intellettive. Gli studi di BARR E SHIELDS nel 2011, insieme a quello di HULTZER nel 2010, hanno evidenziato delle barriere nello svolgimento dell'attività fisica nella disabilità.
Una barriera importante nello svolgimento dell'attività fisica nelle popolazioni con diverse abilità sono le eccessive preoccupazioni dei genitori, la troppa vigilanza, la mancanza di tempo dei genitori nel condurre il bambino allo svolgimento delle attività, l'iperprotezione, i costi e la mancanza di coinvolgimento alle iniziative da svolgere.
Altro tipo di barriera sono le ridotte abilità fisiche e comportamentali dei soggetti, vale a dire che siamo di fronte a soggetti che o per motivi legati alla disabilità o per motivi legati all'esercizio degli schemi motori di base, in genere presentano mancanza di coordinazione generale e speciale.
ridotte abilità fisiche e grosse motorie, quindi bambini che in genere tendono a sviluppare un quoziente di sviluppo grosso motorio carente. Per quanto riguarda la sfera comportamentale siamo di fronte a una situazione in cui un'altra barriera allo svolgimento dell'attività fisica è la mancanza di divertimento, quindi il tipo di attività proposta non è divertente, tende a sviluppare frustrazione nell'allievo, non viene coinvolto e c'è quindi una mancanza di interesse. Altra barriera riguarda l'accessibilità dei programmi cioè siamo di fronte a delle sedute di allenamento o programmi che non risultano essere accessibili a chi abbiamo di fronte. Vuol dire che in genere si tende ad utilizzare un approccio nello svolgimento delle attività fisiche adattate che prende spunto dalla metodologia classica senza guardare a ciò che risulta essere accessibile per gli allievi. Quindi vi è una mancanza.di programmi accessibili cioè mancanza di informazioni, mancanza di personale qualificato, mancanza di tempo, mancanza di educazione, attitudini negative e c