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T

terzo problema: qual è la combinazione dei fattori della produzione che consente di produrre una certa

quantità di prodotto totale (P ) minimizzando il costo totale (C ) di produzione? In altre parole, dovendo

T T

produrre una certa quantità di prodotto (P ), quale combinazione dei fattori produttivi consente di rendere

T

minimo il costo di produzione?

quarto problema: quale è la quantità da produrre affinché il profitto totale (Prof ) sia massimo?

T

Le grandezze che entrano in gioco sono:

PRODOTTO TOTALE (P ) che può essere definito come il rapporto tra il prodotto totale (P ) che si ottiene in

T T

corrispondenza di una certa combinazione di fattori produttivi e la quantità (qf ) dello specifico fattore

i

produttivo. Poiché il prodotto totale è funzione degli inputs immessi nel processo produttivo, è possibile

scrivere l’equazione: P = f (qf , qf , ……, qf )

T 1 2 n

che prende il nome di funzione di produzione o equazione della tecnica ed esprime il legame funzionale che

esiste tra il prodotto totale (P ) e le quantità (qf , qf , ……, qf ) dei fattori della produzione. Di questi fattori

T 1 2 n

alcuni sono fissi, mentre altri sono variabili.

PRODOTTO MEDIO (P ) di un certo fattore produttivo può essere definito come il rapporto tra il prodotto

M

totale (P ) che si ottiene in corrispondenza di una certa combinazione di fattori produttivi e la quantità (qf )

T i

dello specifico fattore produttivo. P = P / qf

M T i

È la media del prodotto totale per unità di fattore produttivo i-esimo.

PRODOTTO MARGINALE (P ) di un certo fattore produttivo può essere definito come la variazione di

m

prodotto totale (dP ) che si ottiene variando, in aumento o in diminuzione, la quantità del fattore produttivo

T

(dqf ) preso in esame.

i P = dP /dqf

m T i

PRIMO PROBLEMA (in che misura varia il prodotto totale (P ) al variare delle quantità dei fattori produttivi

T

(qf , qf , ……, qf ) immessi nel processo di produzione?)

1 2 n

È un problema di tipo tecnico.

Si consideri un’attività agricola che impiega soltanto due fattori della produzione: il terreno e il lavoro.

Ipotizziamo poi che:

 il terreno (qf ) è un fattore limitato (fisso): 1 ettaro = 10.000 mq;

2

 il numero dei lavoratori (qf ) è un fattore variabile.

1 P = f(qf = cost, qf )

T 1 2

Immaginiamo di far entrare nel terreno più contadini in successione.

All’aumentare del fattore variabile, cioè il numero dei contadini, e a parità del fattore fisso che è l’estensione

del terreno si possono osservare tre fasi:

1. una prima fase in cui P aumenta in maniera più che proporzionale all’aumentare del fattore

T

variabile;

2. una seconda fase in cui la crescita di P rallenta fino a raggiungere il punto di massima produzione;

T

3. una terza fase in cui, pur aumentando il fattore variabile, P diminuisce.

T

Malthus, a seguito di queste osservazioni, mise a punto la LEGGE DEI RENDIMENTI DECRESCENTI che dice

che:

In ogni processo produttivo caratterizzato da fattori fissi e fattori variabili, intensificando l’uso dei fattori

variabili a parità dei fattori fissi, il prodotto totale (P ) aumenta fino a raggiungere un massimo oltre il quale,

T

pur aumentando la quantità dei fattori variabili, il prodotto totale diminuisce.”

SECONDO PROBLEMA (come varia il costo di produzione (C ) al variare della quantità prodotta?)

T

È un problema di tipo tecnico-economico.

COSTO TOTALE DI PRODUZIONE (C ) può essere definito come la somma dei costi delle successive unità di

T

prodotto che l’impresa deve sopportare per ottenere un certo livello della produzione. Ma può anche essere

definito come la somma dei prezzi d’uso dei fattori produttivi per avere un certo livello di produzione.

COSTO MEDIO DI PRODUZIONE (C ) può essere definito come il costo dell’unità di prodotto ed è il risultato

M

del rapporto tra il costo totale (C ) e la quantità di prodotto (P ).

T T

C = C / P

M T T

COSTO MARGINALE DELLA PRODUZIONE (C ) può essere definito come la variazione del costo totale (dC )

m T

che l'impresa deve sopportare per produrre un'altra unità di prodotto (dP ).

T

C = dC /dP

m T T

Immaginiamo di voler segnare in una tabella cosa succede in termini di costi totali medi e marginali di quanto

aumenta la quantità di produzione.

All’aumentare della quantità di prodotto, il costo totale (C ) aumenta; il costo medio (C ) e il costo marginale

T M

(C ), inizialmente hanno un andamento decrescente, raggiungono un minimo e poi crescono.

m

Il BREVE PERIODO è l’intervallo di tempo durante il quale: L’IMPRESA NON PUO’ APPORTARE CAMBIAMENTI

O MODIFICHE STRUTTURALI AL SUO SISTEMA PRODUTTIVO.

Il LUNGO PERIODO è l’intervallo di tempo in cui: L’IMPRESA PUO’ APPORTARE CAMBIAMENTI E/O

MODIFICHE STRUTTURALI AL SUO SISTEMA PRODUTTIVO.

La durata del breve e lungo periodo dipendono dalla struttura dell’impresa cioè se è:

 un’impresa leggera

 un’impresa pesante

Nel breve periodo i costi possono essere classificati in:

COSTI FISSI (C ) che possono definirsi come: le spese che l’imprenditore sostiene per procurarsi i fattori della

F

produzione la cui quantità non varia con il livello della produzione. Questi costi sono generati dai fattori fissi

della produzione. Includono LE SPESE AMMINISTRATIVE GENERALI, i CANONI DI AFFITTO DELLE PROPRIETA’,

gli INTERESSI PASSIVI sui mutui, le ASSICURAZIONI, ecc.

Dal punto di vista grafico se riportiamo sull’asse delle ordinate i costi totali (C ), i costi fissi (C ) e i costi variabili

T F

(C ) e sulle ordinate la quantità di prodotto (q), i costi fissi sono rappresentati da una retta parallela all’asse

V

delle ascisse.

COSTI VARIABILI (C ) possono definirsi come: le spese che variano con il livello della produzione. Questi costi

V

sono generati dai fattori variabili della produzione, quelli cioè che variano con la quantità di prodotto

ottenuta. Includono: le MATERIE PRIME, i COMBUSTIBILI, l’ELETTRICITA’, ecc.

Graficamente i costi variabili sono rappresentati da una curva che parte dall’origine del sistema di cartesiano

e cresce all’aumentare della quantità prodotta.

Quindi il costo totale di produzione è pari a: C = C + C

T F v

Graficamente i costi totali corrispondono alla curva dei costi variabili traslata con origine in corrispondenza

della retta dei costi fissi.

Il costo medio di produzione diventa: C = C /P = C /P + C /P

MT T T F T V T

C /P C

dove è il costo medio fisso ( )

F T MF

C /P C

è il costo medio variabile ( )

V T MV Graficamente il costo medio fisso ha un

andamento decrescente perché è il rapporto

tra i costi fissi che non variano e la quantità di

prodotto che, invece, cambia.

Graficamente il costo medio variabile

all’aumentare della quanrità prodotta la curva

cresce.

Il costo medio totale dato dalla somma del costo medio fisso e il costo medio variabile:

C = C C

+

MT MF MV

graficamente si ottiene una curva in cui si può notare che il costo che mediamente un imprenditore deve

sopportare per produrre una quantità di prodotto è variabile.

Il vertice della parabola prende il nome di OTTMO TECNICO e corrisponde alla quantità da produrre con il

minimo costo medio totale.

Nel lungo periodo l’impresa può apportare delle modifiche strutturali al suo sistema produttivo.

La curva dei costi medi ha sempre un andamento ad “U” e si ottiene congiungendo tutti i vertici delle curve

dei costi medi che corrispondono alle variazioni successive dell’attività produttiva dell’impresa.

TERZO PROBLEMA (qual è la combinazione dei fattori della produzione che consente di produrre una certa

quantità di prodotto totale (P ) minimizzando il costo totale (C ) di produzione? In altre parole, dovendo

T T

produrre una certa quantità di prodotto (P ), quale combinazione dei fattori produttivi consente di rendere

T

minimo il costo di produzione?)

E’ un problema di tipo tecnico-economico.

Questo problema presenta un’analogia tra:

 curve di indifferenza (teoria del consumatore)

 curve di isoprodotto (teoria dell’impresa)

Consideriamo un’impresa che produce solo un tipo di prodotto (ad esempio il cemento) che utilizza solo due

fattori della produzione:

 il CAPITALE, in questo caso i macchinari;

 il LAVORO, in questo caso l’attività degli operai.

Il vantaggio di avere solo due fattori della produzione è la possibilità di poter rappresentare la curva sul

piano. Quindi l’equazione del prodotto totale è:

P = f(qf ,qf )

T 1 2

Per ipotesi immaginiamo che:

 3

l’imprenditore voglia produrre 20 m di cemento;

 le ore di lavoro dei macchinari (qf ) e le ore di lavoro degli operai (qf ) siano fattori variabili e

1 2

sostituibili tra loro.

Se i due fattor sono sostituibili l’uno con l’altro, lo stesso livello di produzione può essere ottenuto

impiegando combinazioni diverse dei due fattori di produzione.

Riportando su un diagramma cartesiano le diverse

combinanzioni otteniamo una curva che prende il nome di

CURVA DI ISO-PRODOTTO o ISO-QUANTITA’ e può essere

definita come il luogo geometrico delle combinazioni dei

due fattori di produzione qf e qf (input) che danno lo

1 1

stesso livello di output (P = costante).

T

L’impresa è indifferente rispetto a ciascuna di tali

combinanzioni.

Si devono verificare delle variazioni compensative delle

quantità dei fattori produttivi, cioè per ottenere sempre lo

3

stesso risultato (20 m ) se diminuisce il numero dei

macchinari bisogna aumentare quello degli operai.

Le curve di iso-prodotto sono tante ognuna delle quali

corrisponde ad una certa quantità di prodotto totale.

Principali caratteristiche della curva di iso-prodotto sono:

1. le curve di iso-prodotto sono decrescenti verso destra;

2. due curve di iso-prodotto non si intersecano mai;

3. più la curva di iso-prodotto si allontana dall’origine, più alto è il livello di output (P ) ottenibile.

T

L’ equazione del costo totale di produzione, cioè della somma dei prezzi d’uso dei fattori produttivi impiegati

per avere un certo livello di produzione, assumendo come:

 qf e qf quantit&a

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A.A. 2021-2022
26 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/22 Estimo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vc4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Estimo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Morano Pierluigi.