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DATI BIOGRAFICI

•Nasce a Siracusa intorno al 310 a.C.

•I luoghi importanti della sua esperienza letteraria furono:

1.L’isola di Cos, sede di un importante cenacolo poetico, cui fa riferimento nelle

Talisie;

2.Alessandria, dove si trasferisce attorno al 270 a.C., sotto la protezione dei

Tolomei, dove è in contatto con Callimaco e l’ambiente del Museo, anche se non

sembra si sia mai dedicato a ricerche erudite né abbia mai lavorato nella Biblioteca.

•L’encomio Cariti o Ierone (275 a.C.) per ottenere prebende dal dinasta di Siracusa,

sta ad indicare la difficoltà da parte dei poeti di trovare sostegno a Siracusa,

coinvolta nella guerra che era in procinto di divampare tra Roma e Cartagine.

•Muore attorno al 260 a.C., forse a Siracusa.

Carico…

PRODUZIONE POETICA

•Il corpus teocriteo comprende i carmi autentici di Teocrito e quelli dei suoi imitatori: in

tutto 31 componimenti, ai quali vanno aggiunti 24 epigrammi.

•Le opere appartengono a generi letterari diversi, ma non sempre è possibile classificarle

in modo univoco, per il raffinato gioco di contaminazione fra generi:

1.L’idillio bucolico brevi componimenti di ambientazione agricolo-pastorale in esametro e

dialetto dorico, invenzione teocritea;

2.Epilli, brevi componimenti che sviluppano episodi epici e mitologici, in esametri e

dialetto dorico/ionico.

1.I mimi cittadini, imitazioni poetiche di scene della vita quotidiana, in esametro e

dialetto dorico;

2.Gli encomi ai protettori (idillio XVI in onore di Ierone e l’idillio XVII in onore di

Tolomeo Filadelfo).

3.Carmi eolici, composti sul modello della poesia simposiale di Alceo, in metri vari e

dialetto eolico.

•Non tutte le opere attribuitegli sono autentiche.

Carico…

•Gli antichi indicavano tutti i carmi di Teocrito con il nome di “Idillio”, che significa

<<piccolo componimento>>.

•La restrizione del termine “idillio” ai soli carmi bucolici (da cui è derivato il nostro valore

delle parole “idillio”, “idillico”) è posteriore e forse determinata dalla bellezza e dal valore

estetico degli idilli che hanno come protagonista il mondo contadino e pastorale.

IDILLI BUCOLICI

•Teocrito è l’inventore della poesia bucolica, il cui fattore letterario specifico consiste:

1.nel trattare la vita dei pastori e contadini;

2.nell’ambientazione, cioè la campagna luminosa assolata, animata dal canto degli uccelli

e delle cicale, nel pieno rigoglio dei raccolti e nella ricca opulenza dei frutti;

3.nell’accogliere alcuni temi (agone tra pastori, il canto pastorale, amore) come elementi

strutturali.

Talisie

•Il VII idillio (Talisie) è forse il più importante, perché Teocrito vi narra la propria

consacrazione a inventore della poesia bucolica, riprendendo i moduli narrativi della

scena di investitura poetica posta da Esiodo all’inizio della Teogonia.

•Simichida (Teocrito stesso) si reca con due

amici a festeggiare le Talisie, festa celebrata

a Cos in onore di Demetra, in casa di due

ricchi possidenti. Per strada incontrano il

capraio Licida (figura dai tratti divini), la cui

eccellenza nel canto è riconosciuta; dopo

aver gareggiato con Simichida, Licida gli dona

il suo bastone, “dono ospitale delle Muse”.

Il significato delle Talisie

•Nonostante il realismo che caratterizza la scena

(l’esattezza dei riferimenti topografici, gli abiti dei personaggi, il cattivo odore del capraio),

è evidente che le Talisie veicolano un significato simbolico:

capraio Licida rappresenta una figura divina collegata con la poesia;

➢il bastone, “dono ospitale delle Muse”, simboleggia l’investitura poetica;

➢il verbo usato per indicare il tipo di canto in cui Simichida e Licida devono confrontarsi

➢il

( ) indica la poesia bucolica. Sulle labbra di Licida Teocrito

mette

anche una chiara dichiarazione di poetica:

il capraio odia chi compone lunghi poemi epici

e chi imita Omero senza riuscirci.

Dafni e l’agone bucolico

•Gli idilli I e V permettono di illustrare situazioni e caratteri significativi del genere

bucolico.

• Tirsi o il canto (I):

un capraio prega il pecoraio Tirsi di cantare, offrendogli in premio un vaso intagliato

accuratamente descritto (èkfrasis); Tirsi canta la morte di Dafni, eroe del mondo

bucolico, al cui compianto partecipano animali, pastori e varie divinità. Il mito è alluso, non

narrato

L’agone bucolico (V)

•E’ la versione letteraria esametrica di un agone bucolico, una gara di canto fra pastori

(Comata e Lacone) nella forma del canto amebeo, che prevede un’alternanza di interventi

tra gli sfidanti.

•Gli interventi si corrispondono strutturalmente e tematicamente; vince chi riesce a tener

testa alle proposte dell’avversario senza entrare in contraddizione con se stesso.

Carico…

•Teocrito trasforma in genere letterario un mondo già noto alla tradizione greca ma citato

solo in modo occasionale: già Omero allude a gare musicali tra pastori, a Stesicoro sono

fatti risalire poemetti d’ambientazione pastorale).

•L’originalità della sua poesia risiede proprio nella centralità dell’ambientazione

campestre: la letteratura greca precedente aveva avuto come centro focale la cultura della

polis. Ora però questo mondo cittadino si va dissolvendo.

•Il mondo campestre di Teocrito non è semplicemente un isolato spazio extracittadino, ma

un luogo che porta a ritroso nel tempo: è il mondo precittadino della pastorizia e

dell’agricoltura, estraneo al fluire della civiltà, fermo e immobile nella storia senza né

oggi né ieri.

•Si tratta di un mondo idealizzato (locus amoenus), ai limiti dell’artificioso, popolato da

pastori di animo delicato, dediti al canto e all’amore, una campagna filtrata attraverso

una prospettiva cittadina, dove l’intellettuale raffinato, può trovare rifugio da una città

ormai non più a misura d’uomo.

•Non rimane più nulla della moralità e dell’aspro mondo agricolo e pastorale di Esiodo, in

cui l’uomo era messo costantemente alla prova nella lotta quotidiana per la sopravvivenza

in un mondo per nulla idillico, ma attraverso il duro lavoro riscatta se stesso da un destino

di ingiustizia e infelicità.

•I pastori di Teocrito, classificati in base agli animali di cui si occupano, sono figure prese

dalla realtà ma trasfigurate poeticamente nel ruolo di cantori(spostamento semantico di

da “fare il pastore” a “intonare canti pastorali”).

•Non hanno preoccupazioni, vivono, in una Sicilia idealizzata, per il canto e per l’amore.

Tale ruolo consente loro di rappresentare nel canto i paesaggi e il lavoro stesso ma

soprattutto di cantare l’amore, di citare la tradizione mitica.

•Per questo i protagonisti dei carmi bucolici finiscono per essere trasfigurazioni

allegoriche dei poeti bucolici.

•Teocrito si muove sempre al confine tra letteratura e antropologia, parte dalla realtà

pastorale mediterranea per esercitare la fantasia e la creatività poetica.

•I personaggi dei suoi idilli sono persone semplici che assurgono a protagonisti di una

poesia altamente raffinata.

•La natura è una presenza costante: fiori, piante, insetti, uccelli, vivono accanto all’uomo

e agli animali del suo gregge. L’uomo interviene sull’ambiente senza prevaricarlo, il

confine tra l’elemento spontaneo e quello frutto del lavoro umano appare sfumato.

•La natura produce frutti e cereali senza traccia della fatica del lavoro ma con l’apporto

decisivo della protezione divina, raffigurata da Demetra.

•Costante è la presenza nei paesaggi delle voci della natura: cicale, grilli, ranocchie,

allodole, api, lo stormire delle fronde, lo scrosciare dell’acqua.

MIMI CITTADINI

•Nonostante tutti gli idilli di T. hanno una impronta mimetica (forma dialogica e struttura

drammatica li avvicina all’antico genere del mimo) solo i mimi cittadini hanno una

struttura drammatica integrale, in essi non vi è cornice narrativa perché i

personaggivengono immediatamente presentati sulla scena e dialogano tra di loro.

•Vi vengono rappresentate scene di vita quotidiana, vicende di gente comune, di

personaggi della vitacittadina di tutti i giorni, in particolare, di alcune figure femminili di

modeste origini e di bassa cultura. Esse incarnano la condizione della donna “borghese”

nella città ellenistica molto diverse dalle superbe figure dell’epica e della tragedia.

•Il mimo non è una creazione teocritea (Sofrone nel V sec. a.C.).

•Teocrito è il primo a dare dignità letteraria a questa forma di arte popolare in prosa

ritmica e in dialetto dorico.

•Teocrito, figlio della cultura ellenistica ha trasformato un genere popolare in alta

letteratura, impiegando tutti i mezzi stilistici e formali di cui era in possesso esametro,

dialetto dorico letterario, inserimento di spunti di erudizione ed il gusto della

digressione.

•Proprio per tali aspetti i mimi teocritei erano destinatinon alla rappresentazione

drammatica, ma alla lettura, o tutt’al più ad essere recitati di fronte ad un pubblico

ristretto di pochi dotti, in grado di apprezzarne la cifra estetica.

EPILLI •Il corpus teocriteo contiene anche 4 poemetti di argomento mitologico che, pur

usando l’esametro omerico, rispecchiano il gusto ellenistico:

1.nella brevitas;

2. nel carattere episodico;

3.nelle scelte linguistiche e formali: rifiuto del linguaggio formulare, drastica

riduzione delle similitudini, ampio spazio concesso al dialogo;

4.nella presenza di quadretti di ambiente familiare e bucolico: Alcmena che allatta

i suoi due bambini e dopo il bagnetto li culla nell’idillio XXIV (Il piccolo Eracle), che

narra l’episodio di Eracle, che, ancora in fasce, strangola i serpenti inviati da Hera;

5.nella commistione di generi diversi: nell’idillio XIII, dove è narrata la vicenda (mito

degli Argonauti) del rapimento di Ila, lo scudiero di Eracle, il racconto inizia in forma

di epistola.

IL REALISMO “IDEALISTICO” DI TEOCRITO

•L’adesione al realismo diviene in Teocrito un principio di poetica: egli dichiara più volte

di voler cantare la verità.

•Il poeta è un maestro nel descrivere la vita di ogni giorno, attento a ritrarre ogni cosa nei

minimi particolari, a presentarci la realtà della gente comune, intenta a futili cose: gli

interni delle case cittadine che fanno da sfondo alle chiacchiere delle due

siracusanenell’omonimo mimo, i mietitori che lavorano sott

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/02 Lingua e letteratura greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher camilla2567 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Belardinelli Anna Maria.
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