vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Il flow-sheet di un sistema d'estrazione di evo ha un numero limitato di
operazioni unitarie ma molto difficile da gestire, ognuna di queste se mal
eseguite pregiudica la possibilità di produrre qualità, a parità di variabili
agronomiche. Olive-> stoccaggio-> lavaggio-defogliatura-> frangitura->
gramolatura-> estrazione.
La raccolta rappresenta circa il 50% del costo di produzione dell'oliva, l’onerosità
è funzione della tipologia di oliveto: quelli tradizionali con 150-300 ceppi/ha
sono molto difficili da meccanizzare, si procede quindi con raccolte manuali (40-
50 kg/die a persona) o agevolata mediante rastrellini (150-200 kg/die a
persona). Gli impianti intensivi sono di nuova generazione, hanno 400-500
ceppi/ha, è possibile la raccolta con macchine scuotitrici che garantiscono la
raccolta di 5-7 ton/die. La presenza dell'ombrello intercettatore è fondamentale
per evitare ammaccamenti delle drupe. Gli impianti superintensivi hanno 1500
ceppi/ha con disposizione a filari e raccolta con macchine scavallatrici che
raccolgono in un'ora fino a 7-8 ton/ha. La durata economica di un impianto
super intensivo è di 15 anni però le piante entrano in produzione prima rispetto
alle varietà italiane, richiedono notevoli apporti idrici.
Da un punto di vista della qualità, è bene evitare la fase dello stoccaggio in
quanto le olive respirano sprigionando calore, inoltre se ammaccate sono
attaccabili da muffe, batteri e lieviti con produzione di acidità libera,
fermentazioni e quindi off-flavours. Va anche considerato che la portata degli
impianti italiani più comuni è di 2-3 ton/ora e quindi occorre calibrare in maniera
ottimale i cantieri di raccolta. Qualora sia necessaria non deve prolungarsi oltre
le 24 ore e deve essere effettuata in ambienti con ricircolo dell'aria e che
garantiscano una T delle drupe a 15°C circa, si deve evitare lo stoccaggio in sacchi
e optare per i bins riempiti per non più di 2/3 o meglio in casette da 25 kg o a
strati di 25-30 cm. Le fermentazioni pre-estrattive sono responsabili degli off-
flavours dell'avvinato (da olive ammaccate ed alte T di stoccaggio) e, più
raramente alle nostre latitudini, di riscaldo con formazione di alcol a lunga
catena. Il tenore in etil-esteri è un parametro di qualità, l'etanolo (necessario
per l'esterificazione con gli ac. grassi liberi) proviene da fermentazione
dell'acqua zuccherina fuoriuscita da olive ammaccate. Se si procede bene il
livello è ben al di sotto del limite di legge e si mantiene a 2-4 mg/kg. Con lo
stoccaggio, anche se non si verificano fenomeni responsabili degli off-flavour, è
inevitabile una perdita di qualità perché la PPO agisce comunque ed anche la
lipossidasi (in minor misura)
Le macchine atte alla defogliatura sono poste fuori dallo stabilimento, spesso
anche i lavaggi si effettuano in ambiente separato per motivi di HACCP. Eccessive
quantità di foglie nella pasta possono conferire all’olio il tipico sapore di amaro
farmaceutico, oltre che si assisterebbe ad una perdita di resa per adsorbimento
dell'olio sulle superfici delle foglie. Si arriva a un 10-15% del peso in foglie in caso
di raccolte meccaniche, diventa anche un problema di smaltimento per i frantoi.
Normalmente condotta da un sistema automatico di aspirazione per foglie e
rametti, è un’operazione evitabile se fossero l'1-2% in peso del consegnato. Il
lavaggio condotto in una vasca con un sistema di circolazione forzata dell’acqua
per allontanare sostanze di origine vegetale e minerale che possono
danneggiare macchinari e prodotto. Si effettua un prelavaggio con acqua non
pulitissima, un risciacquo con sistemi ad ugelli su un nastro trasportatore ed
eliminazione dell'acqua residua di lavaggio con soffiatrici. Le lavatrici potrebbero
non essere necessarie in caso di raccolta meccanica in quanto le olive non
toccano terra, in realtà viene quasi sempre effettuata per eliminare i residui dei
prodotti fitosanitari di contatto come il rame.
La frangitura è molto importante che venga effettuata in forma differenziata
sulle parti solide: frangere finemente la polpa (per aumentare le rese
d'estrazione e intaccare il meno possibile la mandorla. I tessuti della buccia
rilasciano clorofilla se le olive sono surmature. La frangitura è necessariamente
aerobia perché diversamente non avremmo gli aromi, LPO necessita di ossigeno
come substrato. Le molazze hanno la struttura esterna in acciaio inox che
contiene un piatto unico in granito su cui insistono 2 o 4 macine di granito che
ruotano a velocità limitata (20 giri/min) sul proprio asse ed intorno a sé. Le olive
vengono immesse con dei servitori sotto le macine, una volta erano a trazione
animale mentre oggi elettrica. Sono entrate in disuso quando furono introdotte
le centrifughe, infatti la capacità operativa di questo arcaico frangitore è molto
bassa (2.5-3 q/ora), comporta un elevato ingombro, una difficile pulizia delle
parti in granito e una bassa capacità estrattiva del colore in quanto non in grado
di frantumare le bucce. Inoltre il processo avviene a contatto con l'aria con
conseguente perdita fenolica causa attivazione della PPO. Tuttavia presentano
il pregio di effettuare una frangitura differenziata, infatti il piatto e le macine
sono separate da 1-2 cm regolabili e quindi il nocciolo viene solo schiacciato e
non frantumato. Potrebbe essere valida nel caso di lavorazione di coratina,
cultivar con contenuto fenolico anche eccessivo. La denocciolatura è
un'opportunità più teorica che pratica, sarebbe una buona tecnologia ma la
pasta denocciolata è più difficile da estrarre al decanter, si perdono circa 15-
20kg d'olio ogni ton d'oliva perché i noccioli nel decanter fungono da drenante.
Abbastanza diffusi sono i denocciolatori per le sanse per recuperare i nocciolini
come fonte di calore per stufe a pellett (10-18 €/qle) Fra i frantumatori continui
più diffusi è quello a martelli, formato da una griglia forata (4-8 mm) con
all'interno i corpi battenti. I cilindri (martelli) possono essere paralleli o
perpendicolari (+ diffusi) rispetto alla corona che li unisce. Una coclea unisce
dalla camera d'alimentazione al centro dell'area di frangitura. Il corpo battente
gira con velocità variabile dai 2500 ai 4000 giri/min (usualmente 3000).
Garantiscono un’elevata capacità lavorativa (60-70 qli/h) e una buona
omogeneità di frangitura grazie alla grata forata, hanno la pecca di frangere
finemente il nocciolo. I fr. a martelli possono essere a griglia fissa o mobile con
2 motori che permette la riduzione dell'attrito, causa del riscaldamento della
pasta (dai 4 fino a 10°C). La temperatura di frangitura è un punto critico perché
la T ideale della lipossigenasi è 18-22°C, questo problema è risolvibile ma la
frangitura rimane comunque indifferenziata. Un fr. a dischi non lavora a
percussione come quello a martelli ma per taglio, l'energia di taglio è molto
inferiore quindi frange bene la polpa (la buccia un pò meno) e riduce di molto la
degradazione della mandorla la cui rottura è grossolana. Vantaggi: la velocità di
rotazione più bassa (1500-1800 giri/min) e il lavoro a taglio comportano al max
2°C di riscaldamento, inoltre compie una frangitura differenziata. Svantaggi:
capacità operativa poco più della metà di uno a martelli, inoltre non avendo la
grata esterna comporta una diminuzione dell'omogeneità. Un altro frangitore
che lavora a taglio è quello a coltelli smussati e sottili, degrada abbastanza bene
la polpa e taglia grossolanamente il nocciolo come il fr. a dischi, è dotato di una
griglia forata esterna e quindi frange omogeneamente, migliorando la futura
resa d’estrazione. Rispetto ad un fr. a marteli ha una capacità operativa simile e
causa un minor attrito, ma riscalda più di un fr. a dischi per via della velocità di
rotazione (3000 giri/min), sono una via di mezzo sia per la quantità che per la
qualità. Ultimamente sono uscite macchine a doppia corona, uniscono fr. a
dischi e coltelli. L'attività lipossigenasica forma il 70% degli aromi in pochi
secondi durante la frangitura, rimane attiva anche a 4°C mentre ad alte T
aumenta la produzione di alcoli e si abbassa quella degli esteri e aldeidi, questa
cosa non si recupera in gramolatura. Una pompa spinge la pasta proveniente dal
frangitore nella gramolatrice.
In gramolatura le goccioline d'olio si aggregano e tendono ad affiorare sulla
pasta, si sviluppa così un'inversione di fase: una pasta franta è un'emulsione in
cui l'olio è disperso in acqua, a fine gramolatura è il contrario. L'oevo, prima della
centrifugazione, contiene 2-4 g/kg di acqua dispersa in microgocce. Funge anche
da scambiatore di calore di pessima efficienza, soprattutto se di grandi
dimensioni (minore rapporto sup/vol = peggiore scambio termico). Se non
aumentano dimensioni delle gocce i decanter non riescono a centrifugarlo. Nel
sistema di estrazione viene resa continua (la gramolatura è una fase di sosta per
30-40 min) mettendo 3 gramole in serie: una in fase di carico, una in fase di sosta
ed una in fase di scarico. La gestione dell'evoluzione dei composti aromatici e
fenolici è problematica, se si sbaglia gramolatura si perdono. Le gramolatrici
aperte possiedono un aspo (15-20 giri/min) all'interno per rimescolare la pasta
ed orientarla in modo da facilitare alimentazione decanter, la gramolatrice è
chiusa da una grata per motivi di sicurezza, l'ossigeno non è un fattore limitante.
Sono ancora diffuse nei grandi frantoi. Le gramolatrici chiuse invece hanno
camicia per lo scambio termico che comprende 2/3 della superficie totale con
un coperchio in acciaio praticamente a tenuta stagna oppure con 2 cilindri su cui
il liquido di servizio scorre per tutta la superficie. In gramolatori chiusi l'ossigeno
è assorbito solo in frangitura quindi tende a diminuire, contemporaneamente
sullo spazio di testa della gramolatrice l'aria si satura di CO dopo 4-5 min in
2
quanto le cellule dei tessuti continuano a respirare.
La T ottimale per la gramolatura varia in funzione della cultivar, di fronte ad una
gramolatrice aperta l'effetto T è rilevante per la perdita di fenoli (-2/3 a 20°C, -
5/6 a 35°C). Anche il tempo di gramolatura deve essere il più breve possibile, a
parità di altri fattori da 30 a 60 min si perde circa la metà dei composti fenolici.
In gramolatrice chiusa succede l'esatto contrario, il contenuto fenolico degli oli
aumenta progressivamente in relazione alla T perché alla PP