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VALUTAZIONE DELLE ATTIVITÀ
Duplice processo valutativo
che la compagnia di
assicurazione deve operare
ai ini contabili da un lato e
dall’altro ai ini della
vigilanza prudenziale.
SFCR (Solvency and
Financial Conditions): tutte
le info sul pro ilo di rischio
e tutte le info utili alla
valutazione delle solvibilit
aziendale
Siamo sempre nell'ambito
del bilancio individuale, ossia quello stabilito dai principi contabili nazionali. Come sappiamo,
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permane purtroppo una differenza fra i principi usati per il bilancio individuale e quelli usati
per il bilancio consolidato (il quale usa i principi contabili internazionali).
Dobbiamo fare una premessa: il decreto n. 173/97 (o meglio, quella parte del decreto che il
CAP non ha sostituito) non prevede una classi icazione delle attivit patrimoniali in base a
criteri inanziari, bensi distingue in:
• attivi ad utilizzo durevole: sono rappresentati dalla immobilizzazioni immateriali, dai
terreni e dai fabbricati, e da investimenti in imprese del gruppo e altre partecipate.
• attivi ad utilizzo non durevole: sono tutte quelle attivit che non compaiono nella
descrizione precedente.
Questa distinzione vale pero solo in generale; in base alle strategie gestionali della compagnia,
determinati investimenti (soprattutto con riguardo al portafoglio mobiliare) possono essere
classi icati nell'una o nell'altra categoria. Una scelta strategica di classi icazione di una voce in
una categoria o nell'altra, pero, non puo essere variata di anno in anno. Eventuali
cambiamenti, quindi, devono essere giusti icati in maniera adeguata.
Ma come facciamo a sapere quali sono gli attivi mobiliari ad utilizzo durevole e quali ad
utilizzo non durevole? Possiamo saperlo andando a leggere l'Allegato 8 della nota integrativa.
Nell'Allegato 8 della nota integrativa si riportano le varie strategie gestionali della compagnia
rispetto alla vasta gamma di investimenti, e quindi le modalita di valutazione delle attivit
adottate per gli attivi.
IL legislatore italiano, con riferimento alla facolta concessa dalla Direttiva in merito al criterio
di valutazione adottabile in ogni Paese EU, ha optato per il criterio del costo storico. Gli
elementi dell'attivo vengono quindi iscritti in bilancio al costo di acquisto o al costo di
produzione.
Vie l'obbligo, in ogni caso, per tutti i membri dell'UE, di riportare il valore corrente delle varie
attivit nella nota integrativa, cos) da poter comparare le varie compagnie a livello
internazionale. L'indicazione del valore corrente evidenzia anche le eventuali plusvalenze o
minusvalenze latenti.
In particolare, vediamo cosa possiamo dire riguardo alle diverse tipologie di attivi all'interno
del bilancio assicurativo.
ATTIVI AD UTILIZZO DUREVOLE (materiali o immateriali)
Il costo degli attivi ad utilizzo durevole, il cui utilizzo e limitato nel tempo, deve essere
sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione alla residua possibilit di
utilizzazione.
Un altro aspetto molto importante che ci preme sottolineare riguarda la perdita di valore degli
attivi durevoli. Gli attivi durevoli che, alla data di chiusura dell'esercizio, risultino
durevolmente di valore inferiore al costo storico, ovvero al valore residua, nel caso in cui gli
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stessi siano soggetti ad ammortamento, devono essere iscritti a tale minor valore. Questo vale
pero, lo sottolineiamo, solo per le perdite di valore durature, e non congiunturali.
Questa disciplina non riguarda le attivit ad utilizzo non durevole, ma e caratteristica delle
attivit ad utilizzo durevole.
Le immobilizzazioni immateriali (costi d'impianto e ampliamento, costi di ricerca, sviluppo,
pu blicita, avviamento...) vengono valutate al costo originario ridotto in ciascun esercizio del
relativo ammortamento, il quale non puo essere superiore ai 5 anni. Eventuali periodi
superiori sono concessi solo in casi particolari da esplicitare in nota integrativa.
Per quanto riguarda l'avviamento, esso viene iscritto all'attivo limitatamente al costo
effettivamente sostenuto, ed e ammortizzato anch'esso per un periodo non eccedente i 5 anni.
Le provvigioni di acquisizione liquidate anticipatamente agli agenti (e capitalizzate) sono un
caso di immobilizzazione immateriale particolare. Le provvigioni anticipate, infatti, o vengono
imputate direttamente a CE nel momento in cui la compagnia le paga, oppure possono essere
inserite in SP e ammortizzate per un periodo pari alla durata del contratto. Per es., per un
contratto decennale, se io ho pagato in anticipo tutte le provvigioni all'agente, io posso
capitalizzarle (senza imputarle tutte in un solo esercizio a CE) per poi ammortizzarle nell'arco
dei prossimi 10 anni.
Passiamo alle partecipazioni in imprese controllate, controllanti ecc., le quali costituiscono e
lege investimenti durevoli, possono essere valutate in due modi.
Le partecipazioni sono infatti valutate o al costo storico, oppure a un valore che e uguale alla
frazione del patrimonio netto che risulta dall'ultimo bilancio dell'impresa partecipata, al netto
dei dividendi e di eventuali retti iche di valore.
Quest'ultimo metodo e il c.d. "equity method": il valore delle partecipazioni corrisponde alla
frazione di patrimonio netto che risulta dall'ultimo bilancio della partecipata. Se la
partecipazione e valorizzata all'equity method per la prima volta, si possono iscrivere in
bilancio anche tutti quei
costi ulteriori relativi all'acquisizione della partecipazione, purche se ne faccia menzione in
nota integrativa. Negli esercizi successivi, eventuali plusvalenze (rispetto al valore iscritto nel
bilancio della compagnia dell'anno precedente) vengono rilevate in una riserva non
distribuibile.
Peri titoli a reddito isso ad utilizzo durevole (= le obbligazioni) si usa invece il criterio del
costo d'acquisto. Il costo pu essere retti icato se risulta superiore al prezzo di rimborso.
Questa maggior valore pu essere redditualizzato mediante imputazione diretta a CE, oppure
pu essere capitalizzato e poi ammortizzato per quote nel periodo che intercorre dalla data di
acquisto a quella di scadenza del titolo. Se alla data di chiusura dell'esercizio il valore risulta
durevolmente inferiore al costo, la valutazione deve avvenire a questo minor valore.
Peri derivati che riducono i rischi o agevolano la gestione del portafoglio (e quindi quelli
detenuti per sole inalita di hedging), i valori di questi strumenti e considerato ai ini della
valutazione degli attivi che sono connessi a questi derivati. Vi deve quindi essere una coerenza
di valutazione fra
questi strumenti derivati e le relative attivit connesse.
Per quel che riguarda, invece, gli investimenti a bene icio di assicurati dei rami vita i quali ne
sopportano il rischio derivante dalla gestione dei fondi pensione (= categoria di investimenti
che mi va a coprire le riserve tecniche relative a strumenti assicurativi particolari, quali ad es.
polizze Unit Linked, Index Linked ecc.) sono valutati al valore corrente se gli investimenti fatti
sono trattati sui mercati regolamentati.
INVESTIMENTI NON DUREVOLI
Titoli a reddito isso e azioni
Sano attivit non destinate a permanere durevolmente nell'ambito della gestione assicurativa;
per questo motivo, che tipo di valutazione devono avere? 43 of 89
ò
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La valutazione per questi strumenti deve avvenire al costo d'acquisto ovvero, se minore, al
valore di realizzazione desumibile dall'andamento del mercato. Questa minor valore non pu
essere mantenuto nei bilanci successivi se non ci sono pi quei motivi che inizialmente hanno
portato alle retti iche effettuate. In questo caso, quindi, dovr essere ripristinato il costo
storico, o il maggior valore residua.
Vi e inoltre una grande differenza fra gli investimenti durevoli e quelli non durevoli, in quanta,
per quanta riguarda gli investimenti durevoli, se siamo di fronte ad una perdita di valore
congiunturale, e quindi momentanea, io non devo operare una retti ica. Negli investimenti non
durevoli, invece, e questa retti ica e obbligatoria quando ci sono perdite consistenti di tipo
congiunturale.
Peri titoli trattati nei mercati regolamentati, il valore di mercato corrisponde alle quotazioni
dell'ultimo giorno di transazione che precede al data di chiusura dell'esercizio.
Dobbiamo poi fare riferimento a diversi provvedimenti e regolamenti dell'IVASS che si riferiscono
all'attuazione delle disposizioni che erano state emanate del Regolamento n. 52 del 2022 con
riferimento alla possibilit di sospensione temporanea delle minusvalenze per i titoli non durevoli. Qui
si sono concatenate varie normative, e ci da non pochi problemi perch non esiste un testo coordinato
contenente tutti gli aggiornamenti che si sono susseguiti in questi anni.
Nell'agosto del 2022, proprio per la situazione di particolare turbolenza che caratterizzava i mercati
inanziari post-pandemia, era stato stabilito che, solo per il 2022, le imprese potessero valutare i titoli
non immobilizzati in base al valore d'iscrizione del bilancio 2021 anzich al valore di realizzazione.
Questa serviva per non lasciare i bilanci in preda a minusvalenze eccessive.
La normativa comunque prevedeva che non potevano essere distribuiti utili o elementi patrimoniali
ino alla concorrenza di questa mancata svalutazione. Questa mancata svalutazione doveva pero
essere, in qualche modo, accontonata in una riserva indisponibile.
Negli anni successivi, pero, il legislatore e intervenuto nuovamente e, per le sole imprese di
assicurazione, e stata prevista la possibilit di dedurre dall'ammontare della riserva indisponibile
attribuibile agli assicurati una parte della mancata svalutazione dei titoli.
Questa norma e stata reiterata nel 2023, e anche di recente dal Provvedimento IVASS del 12 marzo
2024.
La determinazione del costo degli investimenti non durevoli
Abbiamo detto che gli elementi dell'attivo si valutano al costo storico, pero, quando ho a che vedere
con strumenti ad utilizzo non durevole, avro in portafoglio tutta una serie di titoli che entra ed esce
continuamente. Ma allora, i metodi di valutazione possono essere diversi.
Il primo metodo e quello della media ponderata, metodo in cui il costo coincide con il costo medio di
acquisto dei titoli. Per cui, via via vado a calcolarmi un costo medio di tutto il portafoglio.
Possiamo pero utilizzare anche altri due metodi, ossia il LIFO o il FIFO.
Il metodo FIFO (First In, First Out) vede la valorizzazione dei titoli in base ai prezzi degli acquisti piu
recenti, mentre il metodo LIFO (Last In, First Out) valorizza i titoli in portafoglio in base ai prezzi degli
acquisti piu remoti.
Il metodo LIFO e quello FIFO non sono intercambiabili, ma hanno diverse ripercussioni sul bilancio per
via della d