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CAPITOLO 3 - LE RISORSE E LE COMPETENZE DISTINTIVE NEL SISTEMA IMPRESA
Le risorse nel sistema aziendale
Nel 1959, Penrose presenta la Resource Based Theory
In questo approccio l’impresa è interpretata come insieme di risorse
Successivamente, Selznick amplia tale teoria introducendo il concetto di competenza distintiva
Verso metà degli anni 90, poi, Hamel e Prahalad unificano i due approcci precedenti, spiegando che
l’impresa è un sistema che crea valore attraverso le proprie risorse e competenze
Secondo la RBT, ogni asset dell’impresa è una risorsa (di base)
Tale approccio considera il sistema impresa come chiuso e capace di produrre le proprie risorse per
autopoiesi: essa evolve per effetto di scelte aziendali capaci di capitalizzare sulle competenze
Dette scelte sono volte a accrescere e migliorare il patrimonio di risorse e competenze
Le risorse vengono generate, trasformate, utilizzate e consumate/distrutte
Il processo di accumulazione delle risorse
Le risorse vengono accumulate nel tempo. Esse si sedimentano e acquisiscono valore attraverso processi di
fertilizzazione incrociata
Tale processo rende le risorse uniche, ossia specifiche per ogni impresa e quindi «sticky», ossia incorporate
nell’organizzazione e –più o meno – difficilmente trasferibili
Le risorse materiali e immateriali
Le risorse si distinguono in materiali/tangibili e immateriali/intangibili
Mentre la misurazione (anche del valore economico-finanziario) delle risorse materiali è piuttosto semplice
e oggettiva, le risorse immateriali non sono sempre misurabili e valutabili
In alcuni casi, come per i brevetti, la misurazione è collegata alla valorizzazione del mercato
La categoria delle risorse immateriali è estremamente eterogenea (es. immagine, reputazione, etc..)
Una risorsa molto particolare è la conoscenza.
L’evoluzione della RBT è la Knowledge based theory, basata sull’identificazione di varie tassonomie e
proprietà della conoscenza.
Quest’ultima teoria considera l’impresa come un sistema aperto
Il capitale intellettuale dell’impresa include il capitale strutturale, sociale/relazionale, umano
La sinergia tra capitale intellettuale e capitale finanziario determina la creazione di valore e l’evoluzione
dell’impresa
Le caratteristiche delle risorse immateriali
Vengono patrimonializzate per effetto del meccanismo di accumulazione – nel tempo. Tale processo avviene
per sedimentazione ed è parzialmente involontario
Una volta accumulate, le risorse diventano firm specific
In quanto tali, sono difficilmente imitabili e difficilmente trasferibili
Esse sono anche deperibili. L’obsolescenza può dipendere da vari fattori
Alcune di dette risorse hanno anche un certo grado di flessibilità ex ante, ossia possono essere impiegate in
modalità e progetti alternativi, all’occorrenza e secondo discrezionalità del top management
Conoscenza e fiducia
Con il termine conoscenza si fa generalmente riferimento a uno schema cognitivo condiviso in una certa
comunità e in un definito arco temporale, ossia a un’esperienza strutturata e organizzata
La conoscenza condiziona i comportamenti e le scelte
Il coordinamento delle varie forme di conoscenza e lo sfruttamento delle stesse è alla base della
generazione di valore
La fiducia è una peculiare forma di conoscenza, essenziale sia nel contesto interno che in quello esterno
all’impresa
La fiducia – schema cognitivo derivante da esperienza – viene influenzata dai comportamenti posti in essere
dall’impresa e dalle percezioni che gli attori hanno di tali comportamenti
Tipicamente, la fiducia emerge nel tempo per effetto di una certa stabilità nei comportamenti positivi e
grazie alla trasparenza informativa (la presenza di informazioni condiziona, in un verso o nell’altro la
fiducia). Nel tempo, le informazioni necessarie per «fidarsi» diminuiscono e, quindi, diminuiscono i costi di
governance ( transazione= esterni, ownership=interni)
In generale, il fattore «fiducia» è essenziale per il valore d’impresa
L’impresa deve attuare, in continuità, meccanismi e azioni di rinforzo della fiducia
La fiducia influenza direttamente la reputazione dell’impresa ed è collegata anche alla vision e alla mission
aziendali, alla qualità del lavoro, alla qualità dell’offerta, alla leadership, ai risultati economico-finanziari, e a
tutte le varie dimensioni e ai drivers della sostenibilità
Dalle risorse alle competenze distintive
La capacità organizzativa di integrazione delle risorse
L’interazione (integrazione e coordinamento) tra risorse, competenze e conoscenze è alla base del vantaggio
competitivo.
Tale interazione avviene per effetto di scelte organizzative èd è determinata dalla capacità del management
di effettuare scelte congrue (efficienti e efficaci). Questa capacità – unita alle suddette risorse, etc.. – incarna
la cosiddetta competitività dell’impresa
Un elemento importante in questo ambito è la comunicazione
Durante la fase di exploitation, l’integrazione delle risorse avviene grazie alle routine organizzative, ossia
una sorta di procedura operativa stabile sotto forma di azioni coordinate individuali
Tali procedure sono semi-automatiche
Il patrimonio di competenze dell’impresa
Si possono distinguere in tre insiemi.
Il primo insieme include le risorse e competenze necessarie per garantire che la configurazione del
prodotto/servizio offerto sia in grado di soddisfare la domanda. Esso si riferisce agli attributi soglia, ossia
prevalentemente a competenze di base.
Il secondo insieme è costituito da risorse e competenze in grado di caratterizzare l’offerta in maniera
differenziale e in relazione a target specifici
Il terzo insieme comprende le risorse e competenze necessarie per attuare la strategia competitiva e
rilevanti per ottenere un vantaggio
Le competenze distintive
Sono competenze che permettono all’impresa di svolgere determinate attività meglio dei concorrenti e
dunque sono driver del vantaggio competitivo
Esse vengono definite strategic assets: risorse e competenze specifiche, scarse, appropriabili, difficili da
acquisire e da imitare, fonte diretta di vantaggio competitivo
Insieme agli strategic industry factors, sono la chiave del successo e permettono di acquisire una posizione
dominante in un dato settore
Prahalad e Hamel le definiscono core competences
Esse determinano valore per il cliente, sono drivers di efficienza, sono il principale fattore competitivo
dell’impresa nel settore, e sono difficilmente imitabili
Esse danno origine ai core products
La focalizzazione sui core products permette il raggiungimento dell’eccellenza e del controllo del mercato
Per individuare le core competences si procede mediante benchmarking (comparazione) con altri campioni
leader del mercato. Il benchmarking permette di valutare i differenziali di efficienza e di efficacia e di
indagarne i drivers
Le tre peculiarità delle competenze distintive
• Scarsità/unicità
• Rilevanza rispetto ai fattori critici di successo
• Appropriabilità e possibilità di escludere i terzi dall’uso della stessa (es. brevetti)
La durata della natura distintiva di una risorsa
Essa è determinata dalle proprietà intrinseche della risorsa, dai comportamenti dell’impresa, dall’evoluzione
del contesto, dal comportamento delle 5 forze
Le condizioni intrinseche e la strategia di impresa
La valutazione si basa, in primis, sul grado di trasferibilità e di replicabilità della competenza
Se sono uniche, non sono replicabili (e quindi non o poco trasferibili. Es. conoscenze tacite)
L’imitabilità dipende anche dalla disponibilità di informazioni
Le conoscenze tacite, caratterizzate da una certa ambiguità, sono poco decifrabili dai terzi, e quindi sono
imperfettamente imitabili
Un altro fattore che influenza l’imitabilità è l’asset mass efficiency: raggiunti determinati livelli di una risorsa,
automaticamente se ne attrae un flusso maggiore. Tale effetto di presenta soprattutto in caso di esternalità
positive di rete
L’interconnectedness of asset stock, è un meccanismo analogo, riferito all’accumulazione di risorse
complementari e all’attrazione di ulteriori risorse complementari
Tali fattori supportano il raggiungimento del first mover advantage
Per estendere la vita utile di tali risorse, l’impresa può incrementare la causal ambiguity, in modo da
rendere opaca la comprensione dei fattori del successo da parte dei competitors
Tuttavia, le innovazioni lanciate dai concorrenti possono vanificare gli sforzi del leader e rendere
obsolescenti le conoscenze da esso possedute
Le capacità dinamiche
Esse sono alla base della competitività nel lungo termine, soprattutto in contesti dinamici, turbolenti e/o
incerti, caratterizzati da cambiamenti repentini e imprevedibili
Tali capacità strategiche sono legate alla flessibilità e all’innovazione e permettono un rapido adeguamento
strategico al cambiare del contesto di riferimento
Sono fondamentali per sfuggire al co-evolutionary lock in/out (trappola competenze)
Secondo Teece e Pisano, esse sono capacità che determinano la possibilità d’impresa di adeguare le
competenze distintive al mutare delle condizioni
Per Madock, esse sono rappresentate dall’abilità dell’impresa di integrare, riorganizzare e riconfigurare le
risorse firm specific al fine della sostenibilità del vantaggio competitivo
Tali competenze si estrinsecano anche nella capacità dell’impresa di collaborare con soggetti terzi al fine di
generare nuove conoscenze (innovazione)
La resource based view
Si basa sul concetto dell’intelligent enterprise.
In particolare, la strategia si basa su quattro linee di azione:
• Accumulazione
• Integrazione
• Conservazione
• Rinnovo
Tra le altre abilità di riferimento, contempla:
• Il resource picking
• Il capability building
CAPITOLO 4 - IL BUSINESS MODEL SOSTENIBILE DELL’IMPRESA
Il concetto di business model
Il business model descrive l’insieme di elementi attraverso cui un’iniziativa economica crea, trasferisce o
distribuisce e cattura valore
Esso rappresenta l’idea imprenditoriale.
Esso è valido se il valore creato dall’impresa e percepito dai clienti permette di coprire i costi e generare
profitto
Ogni settore e mercato influenzano il modello di business, ma ogni impresa ha il proprio.
Secondo Drucker, il business model è la sintesi del «who, what, how»
In par