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Struttura delle intercorrelazioni dell'ansia
Secondo Lazarsfeld, l'ansia si manifesta in diverse dimensioni: fisiologica, comportamentale e cognitiva. Possiamo osservare queste dimensioni solo analizzando lo studente, dove possiamo registrare delle regolarità che si manifestano come agitazione di tipo fisiologico, comportamentale o cognitivo.
Tra il concetto di ansia e le sue componenti, vi è un rapporto di dipendenza. Le tre dimensioni dipendono da una quarta dimensione, il concetto stesso, che influenza le altre tre dimensioni. Il concetto si trova in una posizione di antecedenza rispetto alle dimensioni dell'ansia.
Nel caso in cui venga tolta l'ansia comportamentale, o quella fisiologica o quella cognitiva dallo schema, le altre dimensioni subiranno delle modifiche.
Il concetto iniziale resterebbe saldo al contrario di ciò che accadrebbe nella analitica. Ciò accade in quanto nella procedura analitica è il concetto ad essere determinato, procedura sintetica nella è il concetto che determina. Il prodotto logico e semantico delle sue dimensioni, è dunque, il Il concetto nell’analitica è un risultato di esse. Le dimensioni sono un effetto del concetto generale. (stessa cosa che afferma Durkheim nel principio di causa comune) In questo caso la causa comune è l’ansia da cui dipendono i comportamenti nevrotici, il concetto che si trova a indottemonte va ad influenzare le tre dimensioni, le dimensioni sono dal concetto ansia, l’ansia, fattore centrale, influenza le tre dimensioni di ansia. L’ansia è una disposizione, inclinazione in quanto si verifica a seguito di uno stimolo, in questo caso un esame. L’ansia ha il tratto di potenzialità che si attiva
Solo nel momento in cui si palesano delle condizioni specifiche. In questo caso quando il concetto è costituito da dimensioni, e si dà una relazione di dipendenza tra le dimensioni, ci troviamo in una situazione scomoda, in quanto, il concetto generale non è direttamente osservabile; ciò che può essere osservato sono solo le manifestazioni (generale) del concetto iniziale, l'ansia (concetto si presenta solamente sotto forma di variabile latente. Dalle dimensioni del concetto estraggo il concetto generale, ma ho bisogno di postulare una struttura di intercorrelazioni, tale struttura è spiegata da una causa comune che è il concetto, tale causa comune non è osservabile direttamente in quanto nascosta, ma tuttavia esiste e le risposte sulla variabile latente si riverberano sulle dimensioni creando la famosa struttura. Le dimensioni sono fra loro strutturate e si può osservare una struttura di intercorrelazioni tra una serie di concetti.
procedura retro-fattore si parte dalle dimensioni e si risale alla causa comune che le determina. Questo processo permette di comprendere la struttura sottostante e di individuare i fattori che influenzano i comportamenti osservati. Per creare una struttura, è necessario identificare il fattore comune che lega insieme le dimensioni. Questo fattore esterno è la causa comune che produce le intercorrelazioni tra le dimensioni e determina la struttura. È ciò che spiega una serie di comportamenti che derivano dalla stessa causa. Il fattore comune crea una dipendenza tra le dimensioni, influenzando ciascuna di esse. La sua capacità di incidere e influenzare le dimensioni determina la dipendenza tra di esse. Attraverso l'osservazione degli effetti empirici, è possibile inferire la causa scatenante dei comportamenti osservati e risalire al fattore che li determina. Nel processo analitico, si parte da un concetto e si ricavano le dimensioni. Nella procedura retro-fattore, invece, si parte dalle dimensioni e si risale alla causa comune che le determina. Questo permette di comprendere la struttura sottostante e individuare i fattori che influenzano i comportamenti osservati.procedura sintetica non c'è rapporto di EQUIVALENZA. Concetti insieme (indipendenti) = procedura analitica dimensioni non sono correlate tra loro, ma sono indipendenti. Siamo noi che le giustapponiamo nel concetto di "pesaltet" siamo noi a collegare le tre dimensioni, ma al variare di una non varia l'altra (l'età, l'altezza e il peso sono tre cose indipendenti). Concetti strutturati (interdipendenti) = procedura sintetica dimensioni che si trovano in relazione, co-variano in quanto determinate da un unico concetto a monte. Scelta degli indicatori osservabili 3) I concetti indicatori rispetto al concetto generale presentano una differenza sostanziale: essi sono gli aspetti osservabili delle varie dimensioni. Per parlare del concetto generale utilizzo il concetto indicato, indicatori. I concetti indicatori sono concetti semanticamente legati alla relazione che sussiste tra la dimensione concettuale e l'indicatore è una relazione.Il ricorso all'indicatore è necessario se si vuole fare il salto dalla teoria all'osservazione, vengono usati poiché i concetti generali si trovano troppo lontani dal piano dell'osservazione. L'indicatore deve essere necessariamente osservabile, altrimenti non stiamo parlando di indicatori. Si fa ricorso agli indicatori in quanto è l'unico modo che possiede il ricercatore per riferirsi alle dimensioni di un concetto che sono il vero fuoco di interesse della ricerca, ma l'unico modo che si ha per far riferimento ad essi è quello di tradurli attraverso termini empirici che ci vengono forniti dagli indicatori.
Esempio aggressività linguistica si palesa e
Possiamo osservarla solo nel momento in cui si alza il tono della voce oppure si utilizza un linguaggio scurrile. La relazione (nesso di indicazione) che sussiste tra il concetto indicato e gli indicatori è un collegamento di tipo semantico, giustificato da una coerenza semantica tra il concetto indicatore e la dimensione concettuale. Il nesso presenta alcune caratteristiche: Non è esclusivo, non è necessariamente rigido, è negoziabile, necessità di una giustificazione. Si può parlare del come di un giunto elastico, lo stesso concetto può essere legato a più indicatori e lo stesso indicatore può essere legato a più concetti. Il modo di vestire ad esempio potrebbe derivare dal fatto di appartenere ad un determinato gruppo, dalla moda, dalla temperatura esterna, dal nostro umore, dalla nostra condizione economica ecc. L'indicatore (modo di vestire) legato a più concetti generali. Diversamente andare a votare, iscriversi ad un partito,
Manifestazioni, attivismo politico, selezione, indicatori, concetto, problema, modo di vestire, appartenenza, adesione alle mode, posizione economica, studio, più adatto, piano teorico, piano empirico, difficoltà, variabilità.dell'indicatore per la vastità estranea dei concetti che potrebbero essere rappresentati, bisogna soffermarsi sulla parte e su indicante, quella più grande è la parte indicante tanto più sarà idonea la scelta dell'indicatore ai fini conoscitivi, più piccola sarà quest'ultima più ci allontaneremo dal nostro scopo. L'indicatore deve essere in sé costitutivamente esclusa la possibilità di prendere indicatori plurisemantico. Il nesso di indicazione ha carattere probabilistico, la relazione è probabile in quanto può essere presente la dimensione concettuale senza l'indicatore e viceversa. Non si può attuare la scelta rispetto ad un indicatore se abbiamo il dubbio che questo possa essere ambiguo. Il compito del ricercatore è quello di scegliere gli
indicatori in grado di massimizzare la probabilità di intercettare la dimensione concettuale che ci interessa. Al fine di capire se l'indicatore sia il più adeguato ho due strade: 1. Isolare il nesso di indicazione in un determinato contesto socioculturale (complessità qualitativa): i giunti del nesso diventano elastici in funzione del contesto in cui si trovano, bisogna capire dove si svolge l'indagine, in quale circostanza e tenendo conto delle variabili della mia indagine, solo allora si scelgono i nessi di indicazione che giustificano la mia scelta. Bisogna studiare l'ambito. 2. Cerco di lavorare con più indicatori per ridurre il margine di errore e afferrare il concetto. Un solo indicatore non è sufficiente per stabilire un concetto, il fatto che una persona soffra di nicofagia non significa che questa debba essere per forza ansiosa, ho bisogno di più elementi. Lazarsfeld ci suggerisce inoltre di porre un VINCOLO DI CO-VARIAZIONE fraaffermarlo.gli indicatori, in quanto se fanno riferimento ad uno stesso concetto devono al variare diuno devono variare necessariamente gli altri, gli indicatori devono avere una coerenzasemantica e condurre a risultati coerenti fra di loro.
4) Sintesi degli indicatori delle dimensioni del concetto in un indice.
L’indice è una sintesi degli indicatori.
→riduzione al minimo degli indicatori.
ESEMPIO→ rendimento scolastico ha 3 dimensioni:rendimento Letteratura→antologia, latino (indicatori), rendimento Arte→storia dell’arte, storia dellamusica (indicatori), rendimento Scienza→voto in matematica, fisica e chimica (indicatori)
Faccio la media dei voti di ogni materia di ogni dimensione→ottengo 3 voti finali indicatori di ogni→materia scientifica ,artistica e letteraria per vedere il rendimento scolastico che si riferisce alil voto che ottengo è un indice.
→concetto generale faccio la media della media
Se i dati che abbiamo