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ADOZIONE DI UN SOGGETTO
Si ha adozione quando un figlio, giuridicamente autonomo, passa dalla potestà di un pater familias ad un altro. Non avviene privatamente, ma pubblicamente in presenza di diversi nuclei familiari.
L'adrogatio è uno dei ruoli esercitati dal comizio curiato e può avvenire per due motivi:
- In caso di mancanza di eredi da parte dell'adottante e si presenta dunque la necessità di garantire una successione del nucleo familiare;
- L'opportunità di unire due famiglie, che avveniva anche con il matrimonio.
Inoltre, l'adrogatio doveva compiersi davanti al popolo in quanto l'unione di due famiglie poteva scatenare delle ripercussioni sociali, poiché una delle due famiglie veniva soppressa, ma anche per motivi strettamente materiali oltre che sacrali.
Seguito all'esigenza di dover assicurare la trasmissione dei riti familiari della famiglia ultimamente "distrutta". Gellio, contemporaneo di Gaio, scrive delle differenze tra i due sistemi, adrogatio e adoptio. Innanzitutto era diversa la modalità in quanto una avveniva davanti il popolo e l'altra davanti un pretore, anche se quest'ultima risulta essere però di età repubblicana e imperiale del tutto. Il figlio adottato non ha sottoposti, chi viene arragato, essendo uomo libero e con sottoposti, passa si sottola potestas di qualcuno, sotto la quale passa però anche la potestà del suoi sottoposti dell'arrogato. Tuttavia c'è un limite, quello d'età, in quanto si voleva evitare di arrogare qualcuno di ancora giovane con la capacità di poter fare figli. Inoltre era un processo pubblico anche per evitare motivi materialistici, quale una delle due famiglie che voleva appropriarsi delle ricchezze.
dell'altra.
Emancipatio
Emancipatio
SE IL PADRE HA VENDUTO PER TRE VOLTE IL FIGLIO, SIA IL FIGLIO LIBERO DAL PADRE
È un versetto delle XII tavole che parla appunto dell'istituto dell'emancipato. Qui si impone un divieto, un limite alla vendita (in senso negativo, usato poi positivamente per l'emancipazione) ed è proprio da questo versetto che i pontefici danno avvio all'istituto dell'emancipatio. Di seguito abbiamo un passo del giurista Gaio, 1-132 libro 1, paragrafo 132)
Il testo delle 12 tavole viene citato e ci è pervenuto indirettamente, infatti alcuni giuristi e storici riportano le parole del testo.
Qual è l'attività dei pontefici quando hanno istituito l'emancipatio?
Come creano l'istituto a partire da quel versetto?
In altre parole, qual è la relazione tra il versetto delle 12 tavole e la creazione dell'istituto?
Qual è la ragione di una triplice vendita? Perché si deve
realizzare 3 volte?I pontefici utilizzano in positivo il limite presente nelle 12 tavole; non è infatti causale la triplice vendita dell'istituto. Parte dunque da un diritto preesistente, anche se in passato viene usato in negativo e, utilizzandolo in positivo, ne cambiano il senso creando dunque un nuovo diritto.
Un'altra competenza del comizio curiato è l'assistere alla creazione della forma di un testamento, il testamentum calati comitiis. Allude ad un convocatore dell'assemblea, il calato, da quale deriva appunto calati. Testamento che avviene in presenza delle curie convocato da un calato. La convocazione avviene in due date precise, 24 marzo e 24 maggio. Il testamento è una delle modalità grazie alla quale viene garantita la successione all'interno della famiglia, per poter garantire la continuità della famiglia. La successione non è solo di pecunia, di beni. Infatti venivano tramandati i valori e tutti i rapporti, in
quanto il pater familias doveva garantire, alla sua morte, la continuità di tutta la vita familiare, infatti venivano tramandati anche i riti sacri della famiglia. Questa tuttavia è solo una delle possibilità di successione. Infatti c'è un testamentum in procinctu. Avveniva quando un cittadino componente dell'esercito avvertiva la necessità dell'imminenza della battaglia di assicurare una successione, per paura di morire e non tornare in modo da non lasciare la famiglia allo sbando. Il testamento per eccellenza a Roma è quella del mancipatio familiare, letteralmente emancipazione della famiglia. Ci sono tre forme diverse quindi per fare successione in modo volontario. Questo problema si pone anche quando il pater familias muore senza aver fatto testamento. Più antico il testamento o la modalità di fare successione senza testamento. Quindi la successione può avvenire sia tramite sia in assenza di testamento. In quest'ultimo caso, la successione segue le leggi di eredità previste dalla legge.caso si parla di successione intestata (riferimento al testatore), o, in latino ab intestato (intestata; legittima). Questa costituisce una modalità diversa da quella testamentaria. Anche questa modalità nasce ma muta comunque nel corso del tempo, e bisogna parlarne singolarmente per ogni periodo storico. Se muore senza aver fatto testamento e non emerge il suo erede legittimo, l'agnato prossimo abbia la famiglia se l'agnato non emerge, i gentiles abbiano la famiglia (traduzione letterale). Le 12 tavole prevedono una serie di possibilità, principalmente 3 ordini di possibili successori: - Primo luogo, eredi sui (già all'inizio da la possibilità che devono essere considerati i suoi eredi sanguigni); - In subordine, in assenza di eredi, vi è l'agnato proximo; - Qualora mancasse anche l'agnato proximo, i gentiles. Nella categoria degli eredi, rientrano tutti i sottoposti, quindi figli, nipoti, pronipoti ma anche alle figlie e alla moglie (qualora).quest’ultima avesse preso un contratto matrimoniale che comprendeva la sottoposizione al marito e al padre del marito). In questa categoria tuttavia non rientrano coloro che non erano sottoposti alla potestà paterna, primi fra tutti i figli emancipati. Questa è un ulteriore nozione per capire quanto la società romana sia basata sulla patria potestà, in quanto anche i figli adottati hanno più diritti alla successione che il figlio biologico emancipato. Tuttavia non deve sorprendere in quanto la società romana dava più valore alla potestas che al sangue. Qualora alla morte tutti i figli avessero lo stesso grado, emergevano tutti insieme e non c'era una divisione di bene. Era un consorzio nel quale tutti insieme gestiscono i diritti e la sostanza ereditaria, consortium erco non cito. Qualora il pater morisse senza aver contratto mogli e aver fatto figli, si passerà all'agnato proximo. Questa linea è quella che unisce laLa famiglia dallato maschile, ovvero mette in comune tutti coloro che nascono da un unico comune ascendente essendo così sottoposti concettualmente alla stessa potestas. I fratelli nati dallo stesso padre, il figlio del fratello, i cugini sono tutte persone che rientrano in questa linea. Un'altra linea familiare è anche quella della cognatio, i quali non sono mai nominati nelle 12 tavole. I gentiles sono coloro i quali appartengono allo stesso gens, allo stesso nucleo familiare. Qualora non ci fossero eredi o agnati, qualunque membro della gens può farsi avanti per la successione. I cognati sono coloro i quali sono nati dalla stessa donna o stesso uomo, un legame sanguigno. Un esempio per far capire il concetto è un fratello emancipato e uno ancora filius, questi diventano dei cognati in quanto legati da un legame sanguigno ma comunque non sottoposti allo stesso tipo di potestà. In quest'età è presente una povertà di forme giuridiche.
Quello che è stato trattato fino ad ora è il nucleo più antico del diritto civile. Questo tuttavia è applicabile solo ai cittadini romani, era presente una forma di esclusività. Questo è legato alla grandezza geografica romana, in quanto civiltà relativamente piccola. Infatti con l'espansione geografica questo nucleo giuridico sarebbe risultato inefficace. Mancipatio A Roma non esiste un unico modello di proprietà, e questa diversa relazione tra il pater familias si caratterizza diversamente seguendo il corso delle diverse epoche. Questa specie di signoria può essere ricondotta all'epoca monarchica. Parlare di potestà significa portare avanti una distinzione fra le cose in: - Res mancipi; - Res nec mancipi. Le res mancipi sono un numero chiuso e limitato di cose, a cui possiamo ricondurre: - Fondo; - Schiavi; - Animali autoctoni, adoperati a Roma per aiutare l'uomo nella vita nei campi; - LeServitù di passaggio. Erano tutte le cose fondamentali per la sussistenza della vita familiare romana. Res pretiosores. Non aumenta con il passare nel tempo, rimane immutevole. Tra queste compaiono anche tutte le cose che venivano usate per il passaggio nella vita dei cittadini romani, quali gli iter, via, ictus, aquaeductus. C’è una differenza nel rapporto che si instaura tra le varie cose con il pater familias. Qualora quest’ultimo avesse intenzione di spostare queste cose fondamentali, doveva andare incontro ad una modalità precisa e definita. Mancipium era come una dichiarazione di potestà, di appartenenza. Un passo di Gaio: Questi due termini implicano il ‘prendere con la man0’. Questa mancipatio avviene solo e soltanto seguendo questa forma. Si parla di negozio, un rapporto tra privati, perché questa pratica non avveniva più davanti la popolazione, un atto che avviene autonomamente tra privati. Viene fuori dalla riflessioni.
dei pontefici che mettono insieme due formule. Per avvenire dobbiamo avere unalienante, colui che dà qualcosa, mancipio dans, e chi riceve questo qualcosa, ovvero il mancipioancipiens. Inoltre non deve mancare la presenza di 5 testimoni, in quanto diventa fondamentaledato l'intrinseca oralità dell'atto. Rientra negli atti che si compiono in: Per aes et libram Atto che si compie con il bronzo e la bilancia. È una formula rivendicatoria, rivendica che quella cosa è sua. Ci troviamo non di fronte un atto di vendita, ma solo davanti una dichiarazione. Il meum esse. A Roma ha un'ampia utilizzazione, anche per costruire altri atti. Da vita alla coemptio, una forma di matrimonio che sottolinea la 'vendita' della donna al marito. In questo tipo di negoti