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GRUPPO DI HERMES E DIONISO HERMES DIONYSOPHOROS:dal tempio di Era ad Olimpia

Nel II sec. d.C. Pausania lo ricorda. Degli scavatori tedeschi lo hanno riportato alla luce. Si dibatte se sia un originale o una copia romana. La presenza dei puntelli ha fatto però pensare ad alcuni che non si tratti dell'originale prassitelico, ma di una copia di età romana. Ora a Olimpia, Museo Archeologico. Ritroviamo tutte le caratteristiche dell'estetica prassitelica: l'appoggio esterno, che dà alla figura un senso di provvisorietà, lo straniamento del gruppo rispetto allo spettatore, la ripresa del tema paterno del dio che regge un fanciullo (già affrontato in Eirene e Pluto). Gruppo chiuso in se stesso il Dio deve consegnare Dioniso alle ninfe per crescerlo. Ritroviamo lo schema ad S, per spalla, fianco, gamba, la figura è sbilanciata. Appartiene all'ultima fase dell'attività dello scultore.

APOLLO SAUROCTONO Copia romana, Museo del

Louvre
Eseguita per Apollonia al Rindaco.
Il dio giovinetto sta per uccidere
una lucertola su un albero con
una freccia che doveva tenerenella mano destra (simbolo del
male, allusivo all'uccisione di
Pitone: non si tratta dunque di una
scena di genere ma di una voluta
allusione al culto).
L'albero funge da appoggio alla divinità sbilanciata.
Appoggio esterno che esaspera la concezione bidimensionale della
figura concepita come emergente da un piano di fondo e totalmente
scollegata dai fedeli.

SATIRO IN RIPOSO Copia romana, Roma, Musei
Capitolini
Diverso impianto, corpo sbilanciato.
Con una pelle di pantera disposta
attraverso il corpo, dialoga con linee
parallele tra la veste e le anche.
Volto più frontale, è però assorto, non
entra in contatto con l'osservatore.
Particolare della testa:
volto compatto e pieno che
contrasta con la massa di capelli
scomposta, rimanda ad una
dimensione ferina, satiro appartiene all'ambito selvaggio.
Sbilanciamento amplificato

anche per questo. Ancora l'appoggio esterno; da notare il contrasto fra la carne luminosa e la pelle ferina drappeggiata intorno a corpo. ARTEMIDE DI GABLI Ritrovata a Gabli una copia, molto probabilmente era una statua che Prassitele scolpì per il santuario di Artemide Brauronia ad Atene. Intorno alla metà del 4 sec. 350 a.C. circa. La dea è colta nell'atto di allacciarsi la veste, in un gesto quotidiano di charis, grazia, di solito femminile. Dea con atteggiamento assorto nell'azione che sta compiendo. Non c'è alcun interesse per chi la osserva. Anche predilezione per la componente naturalistica, presenza dei tronchi d'albero. Gli elementi non sono visti in senso paesaggistico, ma diventano sorta di attributo della figura, non ambientazione esterna. Nella ceramica ci sono segni rarissimi di un paesaggio naturale -> solo dalla tomba di Filippo II di Macedonia, uno degli unici esempi. Elaborazione compiuta la troviamo solo nel mondo romano. Eco di

Ambientazione lo danno questi supporti.

MAPPA DEL BRAURONION

Santuario dedicato ad Artemide Brauronia, protettrice delle partorienti. Oltre il Brauronion viera la Calcoteca, magazzino per le offerte e ex voto di bronzo. Poi il primo tempio, dedicato ad Atena Polias, il Teatro di Dioniso, l'Odeion.

SKOPAS di Paros

Anche lui apparteneva a una famiglia di scultori. Fu scultore soprattutto in marmo e architetto. Attivo fra il secondo e il terzo quarto del IV sec. a.C.

FONTI: 48 fonti letterarie parlano di Skopas, fra cui spiccano, come di consueto Pausania (in particolare per Tegea) e Plinio. Da ricordare anche Callistrato, retore del IV sec. d.C. che ricorda la Menade.

STILE: accentuazione del pathos e del patetismo attraverso espedienti nel volto e nella posizione del corpo; adesione alla tradizione "ricca" di Fidia. Lo stile ricco che trovava equilibrio trovano esasperazione: volto, postura, abbigliamento elementi con cui rende il pathos. Dà origine a una corrente.

Estetica quasi barocca, da qui nascerà il barocco pergamenospecifico dell'area di Pergamo, grande importanza decorativa e scultorea.

RIPASSO

Prassitele: schema iconografico struttura comunicazione tra i membri del gruppo, ma non conlo spettatore, scambio di sguardi. Struttura ad S con sbilanciamento del bacino, appoggio parte integrante della scultura e predilezione per gli elementi naturali, anche il selvaggio - elementi che integrano la statua e ne definiscono il contesto.

Skopas: Scultore del pathos, anche architetto: scultura e architettura, tempio di Atena Elea ad Egea, tra 360 e 340 a.C. Accentuazione del ritmo patetico: passione, sentimento: modalità di rendere tratti del volto e il corpo, prima volti classici, pieni e armoniosi, capelli con scriminatura centrale che esaltano la bellezza. Passione, sentimento, fatica. Di lui abbiamo alcuni originali, molto importanti, dal tempio di Atena alea ad Egea idea della sua estetica.

TEMPIO DI ATENA ALEA EGEA: Alea era

Il nome di una originaria divinità locale, legato ad un culto locale. (Peloponneso)

Il tempio della dea soccorritrice e guerriera fu distrutto nel 394 a.C. e ricostruito dopo il 362a.C. (dopo la battaglia di Mantinea), in concomitanza con la dedica degli Arcadi a Delfi; il simulacro era una statua di avorio opera di Endoios, dunque come le altre statue crisoelefantine un grosso investimento economico.

Accanto ad essa furono posti i simulacri di Asclepio e Igea opera di Skopas. Elaborato da Skopas dal punto di vista architettonico e decorativo.

VEDUTA DELLO STATO ATTUALE DEL TEMPIO

TEMPIO DI ATENA ALEA, FRONTONI

Ricca la decorazione scultorea dell'esterno: Skopas scolpì i frontoni: Achille e Telefo (figlio di Eracle) nella pianura del Caico (sul frontone ovest, dove la valorizzazione di Telefo - figlio di Eracle ed Auge - potrebbe essere letta in chiave antimacedone, dal momento che Achille era l'eroe prediletto dai Macedoni); la caccia al cinghiale Calidonio con Atalanta.

Meleagro e Teseo ad est (di questi frontoni rimangono frammenti, che sono degli originali). Sono tra le sculture originali più importanti del IV secolo a.C. che ci siano rimaste. Dal frontone ovest proviene una testa originale (di Eracle o Telefo): i particolari del volto sono molto vicini tra loro: predilezione per orbite profonde ed infossate a creare un chiaroscuro, bocca dischiusa, muscoli del volto tesi, tutto deve conferire l'idea dello sforzo. Occhi, naso e bocca molto vicini tra di loro. I corpi dei frontoni perduti per lo più dovevano conferire l'idea del movimento. È evidente il pathos: movimento estremo dei corpi seguito anche dalle vesti.

FRAMMENTI DECORAZIONE FRONTONALE

FRONTONE OVEST: TRE TESTE ORIGINALI

Frontone ovest: testa di Achille, Telefo, Ercole, riconoscibili dagli attributi. Da notare nelle prime due l'infossatura degli occhi e la torsione della testa; impalcatura osseapoderosa; fronte bassa e capigliatura definita; labbra spesse e

carnose tutto puntaall’espressione di un’intensa drammaticità. Grande tensione del collo (ripreso da Lisippo).Differenza tra resa classica e patetica, queste due proseguiranno anche a Roma.Diversi momenti di evoluzione sulla ricerca estetica sull'uomo.Questi volti rimandano ad una fase tardoclassica.

MUSEO DI TEGEA MENADELa statua di Dresda è una copiadi ottima qualità (una dellemigliori) della Menade cheSkopas scolpì forse per ilgruppo di Sicione, cherappresentava il dio Dionisoattorniato dai suoi seguaci.Il ritmo attorto (della gamba, delbusto e della testa) el’abbigliamento la apparentanoallo stile ricco.Il volto pieno è caratterizzatodagli occhi infossati, labbrasemiaperte, forte torsione versol’alto esprimono un accentuatopatetismo. Da qui si origina il“barocco pergameno”.

Cosa si intende per movimento:esasperazione della torsionedel corpo, sottolineata dallaveste che lascia intravedere lanudità.

Delle forme. Come nel caso di un satiro che richiama dimensione selvaggia con la sua torsione. Anche la menade esprime con il movimento la sua caratteristica. Volto portato indietro con capelli che si muovono, occhi infossati, naso e bocca semiaperta caratteristiche del barocco pergameno.

MAUSOLEO DI ALICARNASSO Skopas, intorno alla metà del IV secolo lavora anche ad un'altra importante commissione: il (oggi un monumento onorario voluto da Mausolo Mausoleo di Alicarnasso Bodrum), Satrapo della Caria); quindi progettò il tempio dorico (dalla pianta allungata), esastilo con 14 colonne (6x14 colonne, molto snelle, l'altezza era sei volte il diametro di base), con ampio spazio in corrispondenza di pronao ed opistodomo (spazio tra una fila di colonne prima di esso); molto arioso anche l'interno della cella.

Nel lato lungo settentrionale c'è l'ingresso con una porta. Non ci sono più file di colonne che individuano una navata centrale più

grande.Introduce delle semicolonne corinzie alle pareti. Novità in linea con l'estetica e il decorativismo: elemento vegetale delle foglie d'acanto. Si presta bene a lesene e semicolonne, che non sono strutture portanti. Le colonne interne sono più leggere rispetto a quelle doriche esterne. Particolare, una novità dal punto di vista compositivo, mette insieme diversi ordini: dorico e corinzio. Ariosità della pianta e leggerezza delle strutture architettoniche. eseguito insieme ad altri artisti importanti del tempo.

INTERVENTI EDILIZI SANTUARIO DI EPIDAURO

Nel 4 sec. a.C. nel Peloponneso vanno ricordati i diversi interventi di ristrutturazione nelle aree degli antichi santuari. E' a Epidauro che sorge il più antico luogo di culto dedicato ad Asclepio, divinità salutare che protegge i malati insieme ad Igea. Poco dopo il 400 viene iniziato il cantiere di ampliamento del santuario già di età arcaica. Il punto nevralgico è il

Il tempio di Asclepio (costruito fra il 380-370 da Teodoto) affacciato sul piazzale e circondato da portici e dal muro del recinto sacro (temenos). Tutt'intorno altri edifici connessi ai riti di guarigione culminanti nel momento del "sacro sonno", durante il quale lo stesso dio sarebbe intervenuto per la guarigione. Monumentalizzazione dei santuari acquisiscono edifici, conquiste in questi campi. Novità o ristrutturazioni: es. Delfi, olimpia, acropoli di Atene. Serie di edifici che si installano in una piazza con portici. L'edificio più famoso è la cosidd
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
221 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher erikasor33 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte classica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Salvadori Monica.