Anteprima
Vedrai una selezione di 15 pagine su 67
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 1 Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 2
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 6
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 11
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 16
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 21
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 26
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 31
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 36
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 41
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 46
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 51
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 56
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 61
Anteprima di 15 pagg. su 67.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna del 500 Pag. 66
1 su 67
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Nel portico di acceso inferiore si vede il richiamo al portico della rustica di Giulio

Romano, uso di elementi che sono in muratura stuccata che caratterizzava

quell'architettura.

Palladio interviene nella definizione delle volte del portico anche nell’atrio di

accesso definito con l’utilizzo di una serie di colonne sull’esempio di atri di

matrice vitruviana che stavano diventando la soluzione degli atrii preferita nei

palazzi palladiani. Palazzo Porto Vicenza 1549 (corrente filofrancese)

Palazzo situato in Contra Porti, strada che prende il nome dei committenti, una

famiglia particolarmente facoltosa e importante nel tessuto urbano e sociale

vicentino.

Un’opera totale di Palladio, lo schema è quello del bugnato liscio nella parte

inferiore con le finestre che richiamano molto da vicino le finestre di Giulio

Romano nella casa di Mantova.

Sul bugnato di base si imposta un ordine di semi colonne ioniche con alternanza

delle finestre a timpani alternati con la trabeazione che in corrisposndenza delle

semi colonne ha degli aggetti: sviluppo di un discorso chiaroscurale, amplificato

con utilizzo della semi colonne e aggetto di trabeazione che genera differenti

soluzioni rispetto all’elemento chiaroscurale.

L’attico superiore pure qua arretrato ha nelle parti centrali le statue degli

imperatori romani e committenti rappresentati con vesti antichi, riferimento

antiquario.

Anche l’atrio fa il riferimento all’atrio vitruviano ma con la mediazione dei tetrastili

di palazzo the, della loggia con elementi a 4 colonne che vengono in qualche

modo richiamati da questa soluzione.

Palazzo di Udine Antonini, 1556

Palazzo urbano che ha caratteri legati a ville sub urbane e che palladio realizza

come primo palazzo nel trattato.

E’ l’architetto che ne da la definizione palazziale.

Sarà collocato a Udine, fuori dal contesto in cui si muove abitualmente ma questa

è una testimoniziana che la sua fama valica tutti i confini di Vicenza e Venezia e

dintorni.

È un palazzo che ha una facciata urbana, ingresso urbano definito da portico e

loggia sovrapposta con ordine gigante. Mentre nel prospetto posteriore richiama

villa montagnana.

Grandi e nette censure tipologiche non sono cosi corrette e non danno retta all a

complessità dell’insieme. Una delle caratteristiche è che viene fatto con elementi

lapidei: uso massiccio di elementi raffinati, un modo che secondo gli studiosi di

questo edificio come Andrea Guerra,è un modo che il committente ha per

emergere nel tessuto urbano. Prospetto sul giardino che definisce in modo

abbastanza chiara l’indicazione prima data di ambiguità tra le due tipologie.

Palazzo Valmarana Vicenza, 1565

La soluzione di facciata importante presenta un ordine gigante che parte da

terra, da un alto basamento che va fino al cornicione. La facciata è disegnata

dall’ordine di paraste composite che sembra sovrapporsi alle paraste corinzie

che definiscono l’ordine minore, il primo livello, questa idea di sovrapposizione

viene enfatizzata dalla soluzione che palladio adotta per paraste terminali:

interrompe parasta gigante e inserisce una statua, da completezza al disegno

con idee di sovrapposizione di ordini perché interrompe il sistema con

collocazione inusuale. Articolazione di elementi base che vengono giocati e

legati da idee differenti e impostazioni tra loro differenti.

Logge del palazzo della ragione basilica Vicenza, 1546 49

Sede degli spazi amministrativi della città, origini medievali e con botteghe al pian

terreno e una grande sala consiliare al primo piano.

Nel 1480-81 circa viene trasformato da Tommaso Formenton, un architetto

vicentino che lavora a Vicenza, e che che circonda il palazzo pre esitente con un

doppio ordine di logge.

Queste non procedono totalmente secondo il progetto iniziale e si verificano negli

anni immediatamente seguenti all’avvio del cantiere, si verificano cedimenti e

crolli. Il problema della ridefinizione del palazzo rimane aperto per tanti anni,

tanto che nella metà del secolo successivo si riuscirà ad avere una soluzione a

cui si arriva per gradi differenti, rimane il problema aperto.

Si vedono attivi alla soluzione dei capi mastri, architetti, sia di Vicenza che veneti.

Nel 1496 Antonio Rizzo e Giorgio Spavento , nel 1525 Scarpagnino, architetto

Venezia, 1538 Sansovino, quindi personalità anche importanti.

Nel 1539 un parere viene dato anche da Sebastiano Serio e nel 41 da Michele

san Micheli, negli anni 30-40 del 500 si hanno tentativi di soluzione.

Nel 1542 viene interpellato Giulio romano che da ipotesi di soluzione che vede un

riallineamento degli spazi su cui il palazzo si affaccia.

C’è un forte dislivello tra la piazza principale e la piazza retrostante che è piazza

di mercato.

Giulio Romano aveva previsto un livellamento nel progetto con la realizzazione di

un edificio che stava al centro di una grande piazza uniforme simmetrica, non si

sa se il progetto prevedesse l’utilizzo delle Serliane. Alla sua soluzione verrà

preferita però la soluzione di Palladio che nel 46 viene incaricato dalla città,

incarico pubblico, di una definizione del progetto e dell’ avvio del cantiere.

Egli, in quegli anni si stava avviando ad una serie di cantieri che lo porteranno

alla fama, ma in questo momento è poco inserito nell’ambito delle grandi

committenze.

Palladio propone un elemento a doppio ordine di logge all antica che sono

caratterizzate dalla ripetizione della serliana che permette di mantenere degli

elementi il più possibile modulari, presenza di archi a tutto sesto definita da

analoghe dimensione, una sequenza che si contraddistingue da una campata

caratterizzata per la larghezza degli elementi trabeati tutti differenti.

La differenza si evidenzia in modo eclatante e apprezzabile a occhio nudo nelle

campate finali. Stesso dimensione dell’arco e modificando la dimensione

dell’elemento trabeato.

Palladio fascia la preesistenza con doppio ordine di logge riprendendo quelle

quatrocentesche crollate dopo il progetto, caratterizzato da uso della architettura

antica: semi colonne addossate a pilastri di ordine dorico sotto e ionico sopra a

cui fanno riferimento gli ordini minori delle serliane un tuscanico sotto e uno

ionico sopra.

Garantisce la regolarizzazione di uno spazio preesistente.

Per quanto riguarda il materiale, lo sceglie importante, raffinato di pietra che

sicuramente qualifica anche dal punto di vista dell’eleganza dell’insieme il

progetto.

Varie scelte fatte in relazione all’utilizzo dei vari elementi: ad esempio vengono

messe in rilievo le basi delle colonne di ordine minore: sono dei cilindri per

permettere il minor ingombro possibile, non sono basi all’antica, sono utilizzate

queste semplificazione delle basi per non appesantire i passaggi.

Il progetto prevede l inserimento di doppio ordine di logge che garantisce il

passaggio e l utilizzo pubblico del portico.

Elasticità del sistema che viene anche impostato secondo leggi statiche ben

precise, svuotamento dei tondi per esempio.

In prossimità dell’angolo verso la piazza principale c’è il raddoppio delle semi

colonne evidente nella pagina del trattato.

Altro elemento importante che doveva essere un'aspetto dell'interno della loggia

era l’uso dell’intonaco anche sulle volte a crociera che scandiscono le varie

campate che il tempo non ha permesso di conservare.

Palladio decide di mantenere il dislivello al contrario di Giulio dando sostegno alla

base dato dallo stilobate in pietra. Anche sulla cupola del grande salone che è

stato di recente restaurato e aperto al pubblico, ora sede di eventi pubblici.

L’oggetto architettonico che occupa il progetto di Palladio, l’attività di Palladio

durante il lungo periodo di attività a vicenza e che decreta la conoscenza

pubblica da parte della committenza non solo cittadina ma anche al di fuori dei

confini vicentini tanto che la fama comincia a diffondersi anche presso altre città.

Dalla parte opposta alla basilica qualche anno dopo, la città commissiona a

Palladio la sede privata di un personaggio pubblico, La loggia del Capitanato,

Vicenza 1656.

Il Capitanato è dal punto di vista della struttura istituzionale è il punto di raccordo

tra la serenissima e la comunità di Vicenza, emissario veneziano in terra

vicentina.

La loggia definisce un prospetto di fronte la basilica che si differenzia perché è di

dimensioni più ridotte.

Ci dovrebbero essere state 5 o 7 campate alla fine 3.

Ordine gigante di colonne composite con un capitello che richiama delle

citazioni antichi, colonne non realizzate in pietra ma in muratura come anche i

capitelli, che hanno un tipo di materiale più povero rispetto a materiale lapideo

della basilica.

L’ordine gigante è sicuramente un elemento che Palladio ha avuto modo di

conoscere e di apprezzare attraverso le rappresentazioni michelangiolesche a

piazza del campidoglio, ordine gigante su edificio civile, caratterizzato in

questo caso dalla presenza di stucchi che dovevano impreziosire l'uso del

materiale meno prezioso.

Suddivisione delle campate in due livelli, quello del portico inferiore e quello delle

aperture superiori di altezza più ridotta, il tutto concluso da balaustra che

uniforma un andamento aggettante e non lineare della trabeazione costituita da

vistosi risalti. Lateralmente c’è la serliana di affaccio nell’oridine superiore in

corrispondenza del portico sotto con la evidenza dell’uso della serliana: finestra

di manifestazione del potere.

Teatro olimpico

Tra gli edifici civili nella zona dell’Isola, confluenza dei torrenti dove di fronte c’è

palazzo Chiericati la accademia olimpica, istituzione tutt’ora attiva nel clima

intellettuale vicentino.

Nel 1570 circa affida a Palladio la costruzione del proprio teatro che doveva

portare all’interno dell’edificio la realizzazione di rappresentazioni di momenti di

aggregazioni tipici della vita intellettuale vicentina.

Palladio avvia il progetto per il teatro che verrà poi portato avanti da Vincenzo

Scamozzi che è l’architetto che prosegue tutta una serie di cantieri di palladio.

Diventa un edificio simbolo della cultura classica con anche riferimenti ad altri

teatri vecchi, è presente una lettura vitruviana per la scena ed elementi

caratterizzanti i luoghi del teatro.

Palladio prevede la realizzazione di una unica scenografia che doveva essere

usata nel momento inaugurale del teatro che scamozzi moltiplica.

L’utilizzo delle due prospettive laterali è un inserimento successivo.

Teatro ligneo con serie di riferimenti architettonici all’antica e con un grande

utilizzo di elementi scultore

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
67 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicaPoliTo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Cuneo Cristina.