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ARCHITETTURA TARDORINASCIMENTALE, MANIERISMO LOMBARDO E LIGURE, MAESTRANZE DEI LAGHI IN ITALIA E
MITTELEUROPA (lez. 7-11 pdf)
Manierismo significa tanti aspetti, non è riconducibile ad un solo progettista o periodo; soprattutto in area lombarda,
dove troviamo le cosiddette maestranze dei laghi, troviamo nuove e aggiornate tecniche costruttive e cantieristiche. Le
strutture di copertura complesse sono la prima novità introdotta nella seconda metà del 1500, difatti fino a quel periodo
erano poche le cupole complesse realizzate (unica eccezione era la cupola di Santa Maria del Fiore, Firenze); i progettisti
della zona dei laghi sono provenienti appunto dalle zone di confine in nord Italia, e venivano quindi influenzati dalle
conoscenze e dalle tecniche che si utilizzavano in Europa a quel tempo. Erano capaci di realizzare e installare le opere
in tempi record, grazie ai macchinari di loro invenzione e alle conoscenze nel mondo dell’architettura che li
permettevano di vedere i loro lavori realizzati con facilità e rapidità.
Una delle figure principali del manierismo è Galeazzo Alessi, progettista perugino che opera anche a Genova e
Milano; una differenza tra questi nuovi personaggi e quelli medievali è che, mentre in passato i progettisti
erano artigiani e lavoratori sul campo, ora sono prima di tutto degli intellettuali: è avvenuta una separazione
netta tra la componente ideativa e quella attuativa. Le opere perugine di Alessi sono relativamente semplici
(stile imposto anche dalla cultura romana e pontificia del tempo che imponeva determinati canoni), e una prima
tra le sue opere fu la Rocca Papalina, a Perugia appunto; una caratteristica particolare è la poca robustezza del
portale d’accesso alla rocca: questo cambiamento è dovuto al fatto che le tecniche di guerra stesse cambiarono,
difatti non era più in uso lo stile d’assalto tipico del medioevo, ma con l’avvento delle nuove armi si punta su
altri tipi di fortificazioni; ci si cimenta allora con motivi e decori richiamanti il manierismo settentrionale, visti
probabilmente da Alessi nei suoi viaggi di lavoro al nord Italia. Un’altra opera di Galeazzo fu la sua residenza a
Perugia, Villa del Leone, del 1530 circa, dallo stile molto semplice e pulito; negli stessi anni si sposta per varie
città, tra cui Genova, dove progetta la Porta Siberia, commissionata dalla famiglia Sauli (ricchi banchieri della
città). Idea anche la Villa Giustiniani (dal Settecento Cambiaso), a partire dal 1548, con l’aiuto di altri progettisti
e artisti; tutte queste ville sono di piacere, non residenze, e lo si nota anche dalla suddivisione degli ambienti.
* plasticazioni: decori a stucco creati con una nuova tecnica eseguita da maestranze specializzate, caratterizzati da
elementi floreali e naturali uniti ad altri più classici (i pezzi venivano creati “in serie” e non erano più pezzi unici come si
usava fino ad allora);
Nel secondo Cinquecento Genova si amplia, e vengono inserite anche nuove strade e tratti di viabilità (alcune
menzioni di esse comparvero in alcuni trattati, dove venivano descritti rilievi e caratteristiche di questo nuovo
modello palaziale); ai lati di esse sorgono i nuovi palazzi, dalle forme più ampie di quelli passati, dall’aspetto
più elegante e meno “stile fortezza” come invece si usava fino a pochi decenni prima e sviluppati su vari piani.
Un’altra nuova caratteristica è la divisione e il distanziamento tra una residenza e l’altra, grazie all’inserimento
di terrazzi, porticati o giardini interni; un esempio di queste strutture può essere Palazzo Grimaldi-Sauli (dal
1552). Alessi progetta anche la cupola (in realtà una volta a padiglione su pianta ottagona) della Cattedrale di
San Lorenzo, a Genova, dal 1550; come collaboratori, che lo aiutano concretamente nella costruzione della
cupola, aveva i maestri “comacini” dell’area dei laghi. Altra chiesa importante di Genova, progettata da Alessi
dal 1549, fu la Basilica di Santa Maria Assunta di Carignano, che custodiva le spoglie della famiglia Sauli; la
struttura e la pianta a tre navate è probabilmente ispirata a San Pietro di Roma. Troviamo per la prima volta
delle vere e proprie cupole a pianta circolare, per un totale di cinque, quattro più piccole sugli angoli e una
centrale; in principio la chiesa si trovava nella prima cinta suburbana di Genova, isolata, in posizione elevata e
immersa nel verde. A Milano troviamo varie architetture opera di Galeazzo Alessi, tra cui Palazzo Marino
(denominato dopo la famiglia che gliela commissionò), dal 1557, oggi sede del comune in pieno centro città (la
facciata secondaria è successiva, dell’Ottocento, opera di Luca Beltrami); vicino l’edificio vi è la chiesa gesuita
di San Fedele, ordine religioso molto influente nella zona lombarda (Alessi sviluppa anche le facciate di San
Barnaba, San Raffaele e Santa Maria presso San Celso nella metà del ‘500). Altro palazzo che segue lo stile del
precedente è quello degli Omenoni (corrispondente maschile per le Cariatidi), progetto di Leone Leoni del 1565
circa. Ritornato a Perugia, Alessi prende mano ai lavori nelle Cattedrale di San Lorenzo (omonima di quella
genovese), progettando la facciata; i decori e i caratteri adoperati dai nuovi artisti, fantasiosi, nuovi e “alla
maniera” di chi li progetta, sono il motivo per cui questo periodo viene denominato Manierismo
lombardo/ligure.
Pellegrino de Pellegrini, detto Tibaldi, fu un altro progettista influente nel Manierismo. Un importantissimo
evento nella sua vita fu l’incontro con l’arcivescovo Borromeo, che gli commissiona varie architetture, tra cui
l’Almo Collegio Borromeo a Pavia, della seconda metà del ‘500; lo stile utilizzato da Tibaldi denota la differenza
tra i suoi committenti e quelli di Alessi, lo si nota soprattutto dall’imponenza delle forme che devono
trasmettere importanza. Altro progetto di Tibaldi fu il Collegio Ghislieri, sempre a Pavia, commissionato dal
pontefice Pio V; nel chiostro interno ritroviamo le colonne binate, le serliane e le paraste all’ordine superiore,
tutti elementi tipici del Manierismo. Tibaldi era però prima di tutto un pittore, e una tra le sue più magnifiche
opere fu il dipinto sul soffitto della Sala di Ulisse a Palazzo Poggi di Bologna, realizzato tra il 1550 e il 1551. La
chiesa milanese di San Fedele nominata in precedenza è opera di Tibaldi, realizzata dal 1569, per ordine dei
Padri Gesuiti; essa era in realtà una Casa Professa, comprendente anche la chiesa appunto. La pianta è costituita
da una sola navata di ampia larghezza (coperta da volta a botte), senza cappelle laterali: questo modello era
tipico dei primi anni del secondo ‘500, e veniva utilizzato da tutti gli ordini religiosi e laici che nascevano al
tempo (successivamente verrà abbandonato poiché si iniziarono a inserire le sepolture all’interno delle
cappelle). A Torino troviamo un altro lavoro di Tibaldi, la Casa Professa dei Santi Martiri, del secondo ‘500.
* a Cagliari era presente la chiesa dei Santi Giorgio e Caterina del 1599 (distrutta nei bombardamenti della Seconda
Guerra Mondiale), importante in questo argomento poiché la sua pianta semplice (tipica dello stile degli ordini religiosi)
ha avuto notevole influenza: essendo state costruita nella città più conosciuta, il modello è stato ripreso nei decenni
successivi in tantissime altre chiese sparse nell’isola.
* i Gesuiti facevano costruire quattro tipi di strutture: collegi (scuole per ecclesiastici o futuri ecclesiastici), case professe
(conventi), noviziati, case per gli esercizi spirituali.
* le maestranze dei laghi sono anche capaci di creare decori in marmo, ad esempio gli altari delle chiese.
Un edificio di notevole importanza e grandezza è l’Ospedale Maggiore di Milano (oggi sede dell’Università
pubblica milanese), iniziato nel 1450 e concluso successivamente dalle maestranze dei laghi; la pianta si
distingue in una grande corte squadrata centrale accerchiata da quattro più piccole per lato; il materiale
principale utilizzato è il mattone. Con la creazione della cappella Trivulzio, di Bartolomeo Suardi (il Bramantino),
si ha un primo accenno allo stile neoclassico che si svilupperà successivamente.
Il personaggio storico Francesco Maria Richini fu un altro tra gli artisti più influenti dell’epoca; tra le sue opere
anche Sant’Alessandro di Zebedia a Milano, del 1600. Sempre a Milano progetta la Chiesa di San Giuseppe, a
partire dal 1607, dalla pianta relativamente semplice.
Domenico Fontana fu il primo progettista del 1600, il più grande tra quelli a cui venivano commissionate le
opere papali; il papa al tempo ricopriva tre cariche: capo dello stato del vaticano, capo della chiesa e
arcivescovo di Roma, e ciò voleva anche dire tre architetture da realizzare. Tra queste troviamo: il Palazzo
Vaticano, residenza del pontefice in quanto capo della chiesa, il Palazzo Lateranense romano, realizzato per la
figura dell’arcivescovo, ed infine il complesso del Quirinale a Roma in quanto capo dello stato; anche il monarca
di Spagna si fa progettare una residenza da Fontana, ossia il Palazzo Reale di Napoli, dei primi anni del ‘600.
Altre opere realizzate da Fontana sono acquedotti e fontane pubbliche per il trasporto dell’acqua dalle fonti
alla città.
Figura successiva a Fontana fu Carlo Maderno, progettista del Convento di Santa Susanna a Roma, del 1587;
Maderno è famoso soprattutto per l’allungamento e la creazione della facciata della Basilica di San Pietro in
Vaticano.
Alla fine del 1500 nasce un altro artista di fama grandissima, Francesco Castelli, detto Borromini, (nipote di
Maderno) progettista del Convento di San Carlo alle Quattro Fontane, del 1634, a Roma (a commissionarlo fu
la famiglia Barberini, ricca casata romana, con esponenti anche religiosi, artefice di molti finanziamenti per
l’ampliamento e arricchimento di Roma); l’edificio è posizionato in una zona della città ricca di importanti
architetture, difatti al tempo aveva un grande valore poter dire di vivere vicino a personaggi importanti. Idea
anche la Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, dal 1642. Un altro suo progetto è Palazzo di Propaganda Fide, del
1644, a Roma (un’istituzione vaticana preposta alla conversione al cristianesimo delle popolazioni indigene
delle colonie); la facciata è imponente, in stile gigante, che si ritrova anche all’interno con ricchi decori, colonne,
volte e affreschi. Altro edificio di Borromini è l’Oratorio dei Filippini, del 1637; esso era in sostanza una scuola,
dedicata alle classi sociali meno abbienti; il complesso comprende la chiesa, una grande sala per le lezioni, e
altri spazi dedicati alla vita scolastica ed ecclesiastica. Borromini mise mano ad un’opera non proprio tipica del
suo stile, ossia la Galleria con finta prospet