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ELEMENTI DELL’ ATTIVISMO
-Propone il modello di “scuola serena”, che propone all’ interno dei programmi delle
elementari all’ interno della riforma del 1923. Al centro si trovano l’attività del
bambino e il ritmo stesso del suo svolgimento spirituale (attivismo: attività, ritmo,
centro) (neoidealismo: spirituale). E’ necessario tutelare la spontaneità del bambino
attraverso una serie di discipline, che si affiancano alle discipline classiche, che sono il
canto, il disegno, la poesia e il folklore, sono discipline artistiche. Sono discipline che
consentono al bambino di portare a scuola elementi che richiamano alla quotidianità.
Il folklore sono gli usi e le tradizioni di una società, un esempio è il dialetto. Permette
al bambino di parlare il dialetto a scuola e non imporre l’italiano perché per lui è più
facile per loro esprimersi. Gradualmente il dialetto veniva sostituito dall’ italiano.
Lombardo dice ai docenti che, se dovessero andare ad insegnare in un luogo lontano
la prima cosa da fare è visitare il paese per imparare il dialetto. Il disegno viene
concepito in maniera completamente diversa, diventa libero.
Marxismo
Inizia a diffondere la sua proposta nel XIX secolo
Marx ed Engels
-Nelle loro opere non c’è una trattazione separata per il problema educativo
-Tema educativo strettamente legato alla teoria del materialismo storico
-La struttura economica è il centro delle loro teorie
-L’ educazione definita come sovrastruttura perché può contribuire al cambiamento
della società
-Concetto di alienazione, espropriazione dell’uomo dalla sua natura. Esiste la divisione
del lavoro tra la borghesia capitalista che ha il capitale e il proletariato. Con l’avvento
della società industriale l’operaio si occupa di una piccola parte del lavoro. L’
alienazione lavorativa porta all’ alienazione religiosa perché invitava a non ribellarsi
all’ ingiustizia terrena perché troveranno la giustizia nell’ aldilà. L’alienazione politica
perché lo stato non è percepito come un’entità che persegue il bene di tutti ma solo
della borghesia. I proletari sono invitati a fare una rivoluzione, che si liberino dall’
alienazione e arrivare a realizzare la società comunista, senza classi, senza divisione
del lavoro e senza Stato
Educazione
La pedagogia non è altro che strumento ideologico funzionale, nella società capitalista,
al mantenimento dell’ordine esiste. La pedagogia sostiene il capitalismo perché è lo
stato a gestire l’educazione. Il cambiamento sta nel trasformare la pedagogia si pone
al servizio della soluzione politica. L’ educazione non è al centro del pensiero è utile
per la rivoluzione proletaria. La pedagogia perde qualsiasi aspetto ideale e neutrale
Come?
Formando l’“uomo nuovo” cioè comunista. L’ uomo nuovo viene chiamato “uomo
onnilaterale”, cioè l’uomo che è stato educato per superare la divisione del lavoro.
L’uomo nuovo non deve più essere l’intellettuale o il lavoratore manuale, quindi uomo
unilaterale, ma deve sapere assommare competenze direttive e competenze
operative. L’ educazione non deve variare a seconda della classe, ma ti prepara sia a
essere uomo che gestisce ma anche uomo che esegue per far fruttare le sue capacità.
L’ idea che propone Marx è quella di una scuola unica politecnica.
Secondo Marx:
-Non c’è pedagogia senza politica, la pedagogia è una manifestazione della politica,
qualsiasi riforma scolastica non può prescindere dai rapporti tra sistema economico e
sistema politico
- L’ educazione dell’uomo non è un evento personale ma un esperienza sociale ed
economica
-La classe proletaria è impegnata a perseguire un modello educativo proprio contro
l’iniziativa dello stato borghese
11/11
Anton Semenovyc Makarenko
1888-1939
Nasce Unione Sovietica post rivoluzione del 1917 che comporta il passaggio dallo zar
al primo stato socialista. La rivoluzione ha portato molto disagi a causa di guerre civile,
numerosi morti, grandi carestie, povertà materiali. Portò grave problema sul piano
dell’infanzia e della gioventù che si trovavano spesso orfani e senza cibo. Lo stato non
riuscì a trovare inizialmente una soluzione e quindi i giovani iniziano a girovagare per
tutto il territorio per trovare fortuna. Nasce il fenomeno “Besprizornye” (bambini
randagi), ragazzi e bambini che scappano dalla carestia ma la situazione era comune
in tutti i territori. Cercano di sopravvivere compiendo dei reati per trovare cibo e
alloggio, lo fanno organizzandosi in bande. La soluzione è quella di catturarli e
chiuderli all’ interno di istituti al fine di salvaguardare la società e mantenere l’ordine
sociale.
Makarenko si era formato come maestro nel 1920 fu incaricato di dirigere due colonie
Poema pedagogico
per il recupero di questi ragazzi, l’ opera di riferimento è il (1933-
1935) racconta l’ esperienza delle colonie e fa una riflessione pedagogica.
Si è accordo di trovarsi in una situazione mai vissuta prima ed era inutile studiare
manuali perché non trovava risposte efficaci, si è reso conto di dover prima conoscere
i ragazzi e modellare una proposta educativa a misura delle loro esigenze
Educazione
-Essendo un rappresentante del marxismo ha in mente l’idea di formare uomini nuovi,
vede nei ragazzi la possibilità di riscattarsi diventando uomini della futura società
comunista. Per farlo bisognava fornire a loro un insegnamento, i giovani devono
imparare a mettere il bene della società davanti al proprio. Makarenko dice che nella
società comunista la felicità individuale e collettiva coincidono, donarsi al bene
collettivo non è un sacrificio perché il bene torna a te, valorizzando i singoli desideri e
capacità. L’ organizzazione sociale non abbandona il singolo, c’è reciprocità. Il
collettivo è l’insieme di valori espressi da ogni individuo
Società comunistasocietà del collettivo
Bisogna educare i ragazzi a vivere nella società del collettivo, comunista trova il giusto
posto e trova il modo di valorizzare il singolo individuo. La pedagogia è fondamentale
per formare l’uomo nuovo. Lui capisce che all’ interno della colonia bisogna abituare i
ragazzi ad autogestirsi, la colonia è organizzata sottoforma di autogestione, i ragazzi
dovevano prodursi da soli i prodotti per la loro sopravvivenza e organizzarsi nella
gestione dei lavori secondo chi fosse più capace. Interesse era bene comune, cioè
quello di lavorare dei campi, ma per raggiungerlo non veniva sacrificato il singolo ma
venivano valorizzate le capacità e inclinazioni del singolo. All’ interno dei gruppi c’ era
chi comandava e chi veniva comandato, era un esercizio di come sarebbe stata la
società dove non esistono classi, divisione del lavoro, tutti faranno tutto.
Ottimismo pedagogico: se educato nel collettivo l’uomo nuovo ha infinite possibilità
Pedagogia cattolica povera
Inizio ‘900 c’è uno scarso peso della presenza della pedagogia cattolica, le cause sono:
Stato-chiesa: uno dei più grandi problemi dal Risorgimento è la “questione
Frattura
romana”, cioè che Roma diventa la capitale dello Stato ma anche la sede del potere
papale. La questione romana è la crisi che si scatena per la questione di Roma a cui si
aggiungono nuovi problemi. La chiesa si pone in un atteggiamento difensivo anche dal
punto di vista pedagogico
della cultura positivista: cultura di matrice laica ed è un ostacolo per lo
Diffusione
sviluppo della pedagogia cattolica
In campo pedagogico la chiesa non elabora modelli pedagogici legati alla modernità, è
ferma alla tradizione.
Si fa ora una distinzione:
-Pedagogia cattolica colta: si riferisce agli intellettuali, colti legati all’ elaborazione di
teorie astratte che però non ha elaborato elementi che si collegassero con la
modernità.
-Pedagogia cattolica povera: è l’opposto, è la pedagogia delle azioni concrete, di coloro
che agiscono anche senza grandi teorie astratte. Uno dei principali rappresentati è don
Bosco che però ha operato nel ‘800 ma la sua eredità continuerà anche nel secolo
successivo
Giovanni Bosco
1815-1888
-Dà vita ad una congregazione religiosa, cioè, gruppi religiosi che si uniscono sotto lo
stesso credo chiamata dei Salesiani che nasce come congregazione di sacerdoti ma
accanto nasce un ramo femminile, le figlie di Maria Ausiliatrice.
Il sistema preventivo nell’ educazione della gioventù
-Scrive (1877), sintesi delle sue
esperienze per essere tramandato
Si dedica alla gioventù (>12 anni) povera ed abbandonata e spesso anche carcerati
dove riconosce il loro disagio e decide di dedicarsi a loro.
Nel 1846 nasce l’oratorio di Valdocco a Torino, in un convitto ecclesiastico, cioè, luogo
di residenza dei sacerdoti. Inizialmente apre l’oratorio la domenica negli spazi del
convitto per imparare a scrivere, leggere. In oratorio c’è anche l’occasione di mangiare
e giocare.
Don Bosco crea l’oratorio di Valdocco a Torino nel 1846. Tutti i giorni l’oratorio è
aperto. Don Bosco ha due obbiettivi: formare buoni cristiani (natura religiosa) e onesti
cittadini (natura educativa, sociale, morale), le attività aumentano. Apre inoltre nuove
strutture come scuole serali, ospizi per studenti, laboratori artigiani, scuole private,
piccoli seminari.
Proposta educativa integrale che comprende catechismo, ricreazione gioco,
formazione professionale, ginnastica, musica ed istruzione
Pensiero pedagogico
Il metodo si definisce “sistema preventivo” sostiene che l’educazione deve puntare
sulla prevenzione, bisogna prevenire l’errore per evitare che il ragazzo scelga il male,
riconoscono bene/male. Tramite tre pilastri:
non voleva che i ragazzi venissero indottrinati in modo dogmatico ma
religione:
bisognava che il messaggio evangelico fosse accolto dai ragazzi, la fede doveva avere
un riscontro nella vita, bisognava insegnare l’amore verso dio e il prossimo attraverso
l’esperienza di Gesù
farli ragionare sulle loro azioni, dare fiducia alla lor capacità di comprendere
ragione:
le cose, condividere la definizione delle regole
l’educatore è un padre amorevole, in oratorio bisogna trovare un
amorevole